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Autore: elyxyz    07/01/2007    9 recensioni
E’ noto che l’inverno sia foriero di malanni e, benché si dica che persino le malattie abbiano la loro dignità, nemmeno Sirius Black ne è immune…
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sweet fever

Note: - il seguente scritto contiene riferimenti yaoi.
Per ulteriori spiegazioni, vi rimando alla conclusione della fic.

 

 

Febbre d’amore

 

By elyxyz

 

 

 

 

La sala comune di Grifondoro era avvolta dalla penombra. Nel camino, un colorato fuocherello crepitava allegramente, diffondendo un piacevole tepore.

Dopo il solito fastidioso pizzicore, Sirius Black starnutì per l’ennesima volta.

 

Remus non si diede pena di sollevare gli occhi dal libro che stava leggendo.

“Dovresti farti visitare da madama Chips.” Suggerì svogliatamente, la convinzione persa molti tentativi addietro.

 

“Demmedo moddo.” Replicò Felpato, tirando su col naso e stringendosi un po’ più nella coperta di lana.

 

“Ma non vedi che stai male?!”

 

“Doh sdo male.” Ripeté cocciuto. “Etciù!”

 

“Ah, no! Scusa! Sembri un fiore…” la sarcastica provocazione di Remie, che si alzò dalla sua poltrona preferita col chiaro intento di andarsene fuori dalla stanza.

 

Sirius se ne accorse quando era ormai troppo tardi.

“Ludasdodda! Dobe bai?!... MO-OODY!”

 

Ma Remus Lupin se n’era già andato. Chissà dove.

 

Padfoot sospirò di desolazione.

I suoi piani non erano proprio quelli…

 

 

Qualche giorno addietro, Rem aveva annunciato ai Malandrini che, quell’anno, sarebbe rimasto ad Hogwarts per le festività, (ufficialmente, per completare il progetto speciale di Erbologia assegnatogli da Miss Sprite; in realtà, per altre ragioni su cui – per delicatezza – i suoi amici non avevano indagato.)

 

Ma Sirius lo sapeva, il perché.

Perché il plenilunio, quel mese, cadeva proprio a Capodanno e Remie non voleva rischiare di rovinarlo a tutti i suoi cari.

E perché, assurdamente, si sentiva quasi più al sicuro ad Hogwarts, dentro alla Stamberga Strillante, che a casa sua.

 

E Sir aveva colto la palla al balzo: aveva rinunciato a tornare per le vacanze natalizie, evitando di fingere che la rimpatriata coi suoi adorati parenti Black lo entusiasmasse, sfuggendo alla sua amatissima famiglia – sua madre Walburga in primis – e passando ben quindici giorni praticamente da soli, lui e il suo Moony.

 

Beh, a conti fatti, anche solo l’ultima ragione era più che ottima. Stare con Remus. E trovare forse, finalmente, il coraggio di confessargli cosa provava per lui… e invece c’era questa simpatica infreddatura a rendere impraticabili i suoi piani!

 

 

Tossì e starnutì di nuovo.

“Un colpo al cerchio e uno alla botte!” ironizzò Lupin, guardandolo spolmonarsi con rassegnazione.

 

Ma fu solo quando Rem si sedette al suo fianco, sul divano davanti al camino, che Padfoot s’accorse del suo ritorno.

Aveva in mano una tazza fumante.

 

“Toh, testone.”

“Cod’è?” chiese Sir, accettandola con sospetto.

 

“Latte e miele, con qualche goccia di arsenico.” Elencò l’altro, serio.

 

Paddy fece una buffa smorfia contrariata: “De la podebi disbammiade. Poi storse il naso, ma bevve tutto il contenuto in un soffio.

 

Remie sorrise: “E perdermi la tua faccia?!”  

 

Cough-cough!”

 

“Ti calmerà almeno la tosse…” lo rassicurò, scrutandolo tuttavia in modo grave.

 

Il moro abbozzò un sorriso per sdrammatizzare, ma si paralizzò quando vide Rem avvicinarsi a lui, mortalmente serio e concentrato. Attese quindi, con imbarazzo, la sua prima mossa, senza sapere bene cosa desiderare davvero.


Moony gli prese delicatamente il viso tra le mani. Sirius sentiva la carezza ruvida della sua pelle screpolata contro quella morbida delle gote, e il suo respiro si fondeva con quello dell’altro, gli occhi negli occhi.

Merlino!, lo stava per baciare. Lo baciava. Lo baciava. Lo baciava!

 

Il cuore di Sirius Black cessò di battere per un lungo, interminabile istante.

 

Poi Remus posò la propria fronte su quella dell’altro. “Mmmm… probabilmente hai la febbre.”

 

Padfoot sentiva le guance ardere per la sorpresa, l’aspettativa mancata, di certo anche per la paura, e mille altre emozioni assieme.

 

“Forse… sei caldo...”

 

Lupin gli reclinò gentilmente il capo in avanti, per sostituire la propria fronte con le labbra.

 

E Sirius si sentì caldo. Bagnato. Eccitato.

 

Le labbra di Moony sulla sua fronte.

Le sentiva bollenti, morbide e… Merlino! Aveva le labbra di Remus Lupin sulla fronte!

Il giovane Black aveva già un piede nella fossa. E l’altro in paradiso.

Anche se sulle guance sentiva solo le vampate dell’averno.

 

“Sei tutto rosso!

…Mi sa che la temperatura è salita.”

 

‘E non solo quella...’ considerò Paddy. ‘Dio benedica i plaid di lana, quelli grossi, coprenti, salva-dignità.’

E, con un lungo sospiro rassegnato, s’arrese: “Bado da Biss Gips…”

 

Remie sorrise trionfante: “Oh, bravo! Era ora!”

 

Il moro colse indistintamente il tono sollevato dell’altro, e si diede dell’idiota e dell’egoista.

Idiota, perché lo stava facendo preoccupare inutilmente.

Ed egoista, perché anteponeva i propri interessi alla serenità del ragazzo che, in fondo, diceva di amare.

 

Solo che…

Che gli dispiaceva trascorrere in solitudine quella serata e – probabilmente – i restanti giorni di vacanza, segregato in isolamento da quell’infermiera arpia con la fissa del contagio perenne.

 

Distolse lo sguardo dal licantropo e si avvolse con lentezza la coperta addosso, procrastinando il più possibile l’inevitabile separazione.

 

Si sentiva sciocco, però…

Però…

 

Lunastorta aveva già scavalcato il ritratto della Signora Grassa, quando lo richiamò: “Allora, andiamo?!

 

“Dobe?” mormorò Black, fissandolo stranito.

 

“In infermeria, no?” chiarì l’altro, spiccio.

 

“Pecché anghe tu?!” chiese, ancor più confuso.

 

Moony fece finta di ripensarci.

“Forse… forse è meglio che non venga a farti compagnia…”

 

Lo stupore sul viso di Sirius divenne smarrimento, che il ragazzo non tentò nemmeno di dissimulare.

 

Remus J. Lupin nascose un moto d’affetto dentro di sé.

“Stavo solo scherzando, mon petit enfant gâté.”*  

 

E lo sconforto lasciò il posto alla contentezza, fiorita in un timido sorriso sul volto sciupato.

 

Lunastorta si perse a contemplare quel pezzo di mondo: Sirius Black.

E quel sorriso.

 

Prima o poi gliel’avrebbe detto.

Gli avrebbe detto che lo amava.

Che amava quel sorriso.
Anche con i suoi occhi gonfi, il naso rosso e congestionato, il moccio che colava, la voce stridula.

 

E aveva voglia di abbracciarlo. Ma non poteva.

Non poteva ancora.

 

Ma sarebbe giunto anche il loro tempo, si disse.
Poi accantonò quel pensiero.

 

“Muoviti, pelandrone! Vuoi che prenda freddo anch’io?”

 

 

 

 

-Fine-

 

 

Disclaimers:

Né la storia né i personaggi di Harry Potter sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma di lucro, da parte mia.

Note:

Il titolo è l’ennesimo contributo alla mia odissea ‘Alfabeto d’amore’.

Chiaramente, questa fic non ha nulla a che spartire con l’omonima telenovela, tranne il titolo.

Anche se io immagino i primi approcci amorosi e i tentennamenti di Sirius e Remus eternamente luuunghi... tanto quanto una soap opera…. ^_____^

 

*‘Enfant gâté’ significa ‘bambino viziato’.

 

Come sempre, sono graditi commenti, consigli e critiche. Chiunque desideri, può contattarmi al mio divano blue navy: elyxyz@alice.it

Grazie (_ _)

elyxyz

 

   
 
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