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Autore: Grapes_    21/06/2012    7 recensioni
La sua bocca si spalancò formando una 'O' grande e poi gli angoli di essa si portarono verso l'alto e iniziò a squittire come se fosse pazza.
"Ommioddio! Ma allora tu sei innamorata di due ragazzi!" esclamò euforica.
Alzai le spalle. Cazzo, aveva ragione.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Louis Tomlinson, Zayn Malik
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGO.














Dal diario di Bee
Nella famiglia, l'armonia tra i componenti è semplicemente perfetta, un po' come l'ordine delle cose.
Però nella mia famiglia, bastò un semplice e stupido secondo per fare in modo che tutto questo si sgretolasse,sotto i miei ingenui occhi. E dopo ciò, ore di attesa interminabile.
Da un giorno all'altro, tutto quello che possedevo e che di più caro avevo mi crollò addosso.
Crollò addosso a me, a mio padre, e a tutte le persone che portavano nel cuore mia madre.
Io, nonostante fossi piccola, ero forte, tanto forte, nessuno se lo aspettava ma io resistetti senza mai cedere.
Invece mio padre... beh, lui. Lui evidentemente non era forte quanto me.
E così venne tutto rovinato. Mia madre se ne andò, senza preavviso, lasciandomi con mio padre - che reggeva peggio di me questo grosso cambiamento - e con un enorme punto di domanda che ogni giorno mi portava a chiedere a me stessa perchè il cuore di mia mamma avesse smesso di battere così presto... così inaspettatamente.
Era sana, stava bene, era giovane e sempre sorridente.
Non meritava di morire. Non così almeno.
Possiamo dire che, comunque, io non ero da sola.
C'era zia Maura e mio cugino con me.
Dai 6 ai 10 anni ho vissuto con lei e mio cugino, a Mullingar.
Maura è la sorella di mia mamma e sono affezzionata in una maniera sovraumana a lei e a mio cugino, che dopo il divorzio di Zio Bobby e Zia Maura è rimasto a vivere con lei. Mamma è morta quando io avevo 6 anni. Ho lasciato la mia casa a Dublino e mi sono trasferita a Mullingar con zia. A 10 anni sono tornata a Dublino e adesso vivo lì con mio padre.
In quei 4 anni, mio padre è cambiato: la sera esce, beve, torna a casa ubriaco, non si prende cura di sè. Amava la mamma. E la sua perdita lo ha mandato in depressione.
Ma non solo lui, anchio faccio parte di questa depressione, ma io non lo do a vedere e cerco di sorridere e di rendermi utile come posso, ma dentro urlo.


" Bethany! Muoviti, ho fame! E sono stanco, quanto ti ci vuole?!" la voce acida e lamentosa di Ugo interruppe la mia concentrazione e nell'impiattare la carne versai involontariamente un po' di sugo bollente sul banco da cucina. " cazzo.. - sussurrai. Dopo mi sarebbe toccato pulire. - ehhm, ho fatto papà.. vieni pure!" strillai senza smettere di fare ciò che stavo facendo.
Poco dopo si precipitò in cucina un uomo grande, vestito di blue jeans e di canottiera bianca, la schiena ricurva e la pancia leggermente sporgente. Un mix che a prima vista poteva suggerire un uomo che aveva deciso di non muovere un muscolo per curare il proprio aspetto, da anni. Forse suggeriva la cosa giusta.
Stringeva in mano una bottiglia di birra sul tavolo per poi portarsi le mani al viso per sfregarsi gli occhi. Quand'ebbe finito posò lo sguardo su di me, fissandomi per alcuni secondi. Io ero immobile. "Beh?! che hai da fissare, servimi piu che altro!" Io zitta obbedì, poi mi sedetti anch'io e incominciai a mangiare ciò che avevo cucinato.
C'era un silenzio fastidioso,era sempre così.
Dal punto di vista della legge, Ugo era il mio tutore e si doveva occupare di me, ma più che altro ero io a occuparmi di lui. Cucinavo, spazzavo, pulivo, davo l'aspirapolvere, mi occupavo della casa, facevo la spesa e le commissioni. Mi scoccio ma non posso fare altrimenti.
Mio padre me lo ricordo un uomo sorridente e cordiale, sempre gentile con tutti.. ma evidentemente è solo un ricordo ed è bene che io questo me lo impari una volta per tutte.
"Questo pollo è poco speziato - criticò Ugo, interrompendo i miei pensieri - mi fa schifo. Quando pensavi di imparare a cucinare?"
"A me piace. - ribattei - Ma la prossima volta cercherò di salarlo di più se è questo il problema." finì senza distogliere lo sgurado dal piatto.
"No lascia stare, tanto sarà indecente comunque. Non sai cucinare,questo è il problema."
Cercai di mantenere la calma. Ok poteva non gradire le mie doti culinarie, ma almeno un briciolo di gratitudine, per il fare quotidaniamente da mangiare sia per me che per lui, poteva farselo uscire.
"Almeno ci provo e ci riesco abbastanza, il che permette a tutti e due di non patire la fame..." commentai, realista, continuando a tagliare la carne.
Lui si alzò di botto e io persi 10 anni di vita da quello scatto.
"Senti bambina non usare questo tono con me e non osare parlarmi in questo modo! - sbraitò puntandomi il dito contro poi con un semplice e rapido gesto della mano rovesciò il tavolo lasciando che piatti e bicchieri si sgretolassero al suolo e si avvicinò a me stringendomi una spalla e puntandomi il dito ancora più vicino, sfiorandomi le labbra con i polpastrelli - e non cercare di paragonarti a Josceline perchè tu non sei lei, non cucini come lei, non pulisci come lei, non sorridi come lei, non mi ami come lei, non sei lei. Sei solo una copia. Una fottutissima piccola e brutta copia mal riuscita. Sei un errore mettitelo in testa, un ERRORE" mi strillò lui stringendo gli occhi e stringendo anche la presa sulla mia spalla. Mi faceva male.
Sentivo il viso che bruciava e gli occhi pure. La vista appannata, segno che di lì a poco avrei pianto. Ma io non volevo piangerli in faccia, perchè odiavo farmi vedere debole dalle persone. Troppo tardi. "E adesso non incominciare a piangere - disse lui facendo roteare gli occhi - pulisci a terra. Io vado a dormire" Lasciò la presa e io rimasi comunque immobile con le mani attaccate alla sedia come se lui fosse lì davanti a me. Invece era uscito. Piano piano mi sganciai dalla sedia e scesi a terra inginocchiandomi per raccogliere i cocci di vetro. Raccolsi due piatti ma dopo di loro non riuscì più a prendere in mano nulla. Non vedevo niente. Era tutto sfuocato e avevo bisogno di buttare fuori quell'acqua che non mi impediva di vedere e quindi di pulire a terra prima che Ugo si arrabbiasse ancora. Lasciai i patti che caddero a terra frantumandosi ulteriolmente ma non ci diedi importanza. Mi portai le mani al viso e piansi.
Ripensavo alle parole di mioo padre.
Faceva male, piu della presa alla spalla.
Sono stanca di tutto questo.



DOGO DOGO DOGO DOGO!
Hi everyone!
Questa è la mia prima fanfiction e non sono ancora molto pratica ma spero che vi piaccia. Questo era il prologo. Si, ok direi che è tremendamente corto, gli altri capitoli non saranno così, questo è solo il prologo e sarebbe stato ancora piu corto se non avessi deciso di aggiungere all'ultimo minuto il pezzo di diario di Bee all'inizio di tutto, come invece ho fatto, per rendere un po' più chiara la storia. Ringrazio Francesca per l'idea.
Che dire di questa storia?Non vi anticipo nulla. Adesso è un po triste e deprimente sì, ma col tempo passerà. Comunque possiamo notare che c'è una brutta situazione non del tutto chiara - cioè nel senso che nel corso della storia emergeranno dettagli piu succosi sulla morte della mamma ma solo piu avanti muahaha - e c'è un brutto rapporto tra lei e suo padre, che in segito alla morte della mamma - Josceline - è cambiato.
Bee si appoggia sulla zia Maura e sul cugino irlandese, sono i parenti piu stretti che si ritrova. Ancora non compare nessuno dei one direction ma sinceramente è presto, nel primo capitolo credo che scoprirò la carta del cugino ma per gli altri è davvero troppo presto!
Onestamente devo dire che Bethany mi assomiglia molto, caratterialmente è un personaggio creato più o meno a mia immagine e somiglianza, a parte per alcune cose che ho cambiato. Fatemi sapere se vi piace :D
Recensite e se avete qualche fanfiction a cui volete un opinione nominatemela pure io quando posso faccio sempre un salto :)
A presto!

Marti x
  
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