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Autore: Miss_OneUp    22/06/2012    0 recensioni
Sono stanca, veramente stanca di tutto quanto, il mio mondo si è sgretolato in poco tempo e non riuscirò mai a farlo tornare com’era, mi sono solo illusa di aver trovato la felicità. Nessuno si deve illudere, essere felici è impossibile.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ave o popolo!

Sapete, più scrivo 'sta robaccia e più mi accorgo che sono una depressona, però mi piace scrivere e siccome so che delle persone fantastiche come voi leggeranno 'ste cavolate, io continuo imperterrita.
Non anticipo nulla perché è corta...

Spero vi piaccia,
buona lettura!



Suicide.
 
 
Che bella giornata oggi. C’è un sole fantastico. Quanto farà? Trenta, trentadue gradi. Fa caldo.
Dovrei alzarmi dal letto, ma non mi va. La luce brucia gli occhi ancora pieni di lacrime.
Sono stanca, veramente stanca di tutto quanto, il mio mondo si è sgretolato in poco tempo e non riuscirò mai a farlo tornare com’era, mi sono solo illusa di aver trovato la felicità. Nessuno si deve illudere, essere felici è impossibile.
Niente ha più un colore. Vedo tutto in bianco e nero, anche quel bellissimo sole che ora sta rallegrando i bimbi che giocano al parco. Loro si che si divertono. Solo i bambini sono felici. Niente può farli rattristare quando giocano e scoprono il mondo, un mondo bello e falso che presto li rapirà, rendendoli adulti infelici.
Dopo dieci minuti, la decisione di alzarmi.
Attorno al mio letto è come l’ho lasciato ieri sera. Vetri rotti, cicche, una foto strappata. Oh, quella foto. Mi ricordo ancora quando l’ho scattata: il 23 agosto. Bei ricordi quell’estate, ma non ricordo esattamente di che anno. Intrappolata nella carta c’è la figura della più bella persona di questo mondo, il suo animo di bambino e i suoi occhi dorati, capaci di rallegrarmi in ogni momento. L’unica cosa che mi teneva aggrappata a questa vita, almeno fino a ieri sera. Non ricordo esattamente cos’è successo, ma mi ricordo il perché: un bacio, solo un bacio. Un bacio alla persona sbagliata.
Ma io lo amo ancora. Purtroppo.
Sono rimasta sola, per colpa mia.
Ma ora basta, non m’importa più di niente. Sono stufa di ricominciare da capo e poi tornare a questo punto.
Prendo l’ultima cima che resta nel posacenere e, lentamente, la trito e la mischio con l’ultima punta di sigaretta nella stanza. Cerco una cartina e, fortunatamente, la trovo, dopodiché poso con delicatezza il contenuto del tritaerba dentro la carta e giro un filtro con un qualcosa che era per terra, lo appoggio ad un’estremità della cartina e rollo la canna più desiderata di tutta la mia vita.
Dopo cinque minuti di ricerca, scovo un accendino tra i cuscini del divano e accendo la mia creazione. L’erba buona ha il sapore dolce e piacevole. E questa è dannatamente buona. Poco a poco, tiro dopo tiro, la guardo consumarsi fino al filtro, mentre la mia mente si annebbia e i miei pensieri si confondono. Senza accorgermene, le lacrime iniziano a sgorgare e, porca puttana, la canna è finita. La spengo sul tavolino e, lentamente, prendo una penna e un foglio strappato. Con le poche energie che ho, scrivo: “Addio”.
Nessuno lo leggerà, ma mi piace illudermi che a qualcuno importi.
Mi alzo in piedi con calma e arrivo fino alla cucina, apro un cassetto ed estraggo un coltello dalla lama lunga e affilata, poi mi risiedo sul divano e, lentamente, con tutta la forza che mi resta, lo passo sul polso destro fino a far sgorgare un rivolo di sangue color rubino, poi ripeto lo stesso procedimento sull’altro polso.
Poco a poco sento le energie che si disperdono e i miei piedi perdere colore, poi perdo conoscenza e scivolo nel più profondo buio.
Morire è come addormentarsi, infatti io inizio a sognare. Vedo una figura alta e slanciata che piange e che mi bacia, poi mi prende in braccio e scivola via urlando. Poi il vuoto, solo ombre scure che si dissolvono attorno a me.
Le sofferenze sono terminate.

*Il giorno seguente*
 
-Ti-ti-ti-ti- un suono elettronico interrompe la mia quiete.
L’ultima cosa che ricordo è il buio. Allora, se sono morta, sono in una specie di mondo ultraterreno!
Cerco di aprire gli occhi e a fatica ci riesco. Vedo tutto bianco e sento il suono elettronico che s’intensifica. Pian piano gli occhi mettono a fuoco le figure intorno a me: un bambino, un signore bianco e degli occhi dorati,
quegl’occhi che non confonderei con nulla al mondo. I suoi occhi.
Allora sono viva! Spalanco gli occhi e guardo alla mia sinistra… E’vero, cazzo, è vero! E’lui! Mi guarda e mi sorride, poi mi bacia.
-Ti amo- sussurra accanto al mio orecchio.
Ecco di nuovo le lacrime che sgorgano dagli occhi e che mi riempiono di calore.
Sono felice. Per la prima volta, davvero. 
  
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