Anime & Manga > Death Note
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Autore: MadLucy    22/06/2012    1 recensioni
Questa fanfiction è un esperimento, o almeno potremmo definirlo così. Guardate gli avvertimenti. Sapete che significa Gender Bender? Significa che i personaggi che in un manga/anime sono femmine diventano maschi, i maschi diventano femmine. Ed è esattamente quello che ho provato a fare. Riscrivere ogni episodio di Death Note... invertendo i sessi dei personaggi.
Quindi potrete trovare una Light fredda e brillante, determinata a divenire la padrona di un nuovo mondo, una L bizzarra e misteriosa che non ingrassa mai e... beh, se continuo così, cosa leggete a fare?
La storia non verrà modificata per quanto riguarda gli avvenimenti principali, ma di certo la trama verrà intrecciata diversamente. Questo, in definitiva, è un Death Note al femminile.
Buona lettura. ^-^
Genere: Mistero, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: L, Light/Raito, Mello, Near, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Gender Bender
Capitoli:
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Episode 2 11. CONFRONTO.



L'afa insopportabile, caratteristica dell'estate, aveva deciso di regnare sovrana nell'aula, come un'ospite ricorrente mai stata invitata. Arroventava crudelmente la chioma castano rame di Light, ma la ragazza non ci prestava attenzione. Continuava a scrivere appunti, invece, tentando d'ignorare le chiacchiere insignificanti e fastidiose dei compagni: se c'era una cosa che non sopportava era quel baccano patetico, quell'ammasso di idioti ignoranti e di ragazzette frivole a cui non sentiva d'appartenere. Avrebbe potuto avere amiche e uscire con le altre, solo che non ne aveva la minima intenzione; il suo, insomma, era un isolamento voluto e cercato, finalmente guadagnato dopo anni di rifiuti insistenti.
-Yagami, traduci il brano che ho appena letto.- La voce del professore improvvisamente si impose sul brusìo fastidioso della classe.
-Sì.- obbedì Light compunta. Si alzò in piedi, il libro fra le mani; tossicchiò con aria d'importanza.
-Fu pervaso da un senso di soddisfazione e di gioia, quando finalmente il suo sogno d'amore si avverò.- recitò spedita, scorrendo le righe della pagina con gli occhi.
Il professore inarcò un sopracciglio. -Benissimo, Yagami, eccellente come sempre. Una traduzione impeccabile. -
Lei replicò solo con un sorriso frettoloso. Ormai il successo scolastico non riusciva più soddisfare il suo orgoglio, non poteva più essere il traguardo a cui aspirare. Non era altro che uno dei mille trofei di cui compiacersi, una medaglia polverosa in una vetrina di vittorie.
Depurare il mondo era di certo più appagante... fare del bene per quella realtà che le piaceva così poco. Ciò che voleva, al momento, era solo più tempo da dedicare al suo compito.
Ryuk sporgeva la testa oltre il suo banco, emettendo ogni tanto qualche brontolìo indistinto per la scomoda posizione. Da quando l'aveva incontrato la prima volta, la seguiva quasi ovunque. Rimaneva sempre a casa sua, a sgranocchiare mele -il suo cibo umano preferito- o poltrire sul divano; Light aveva provato a prestargli qualche libro interessante da leggere, ma niente da fare.
-Bene, ragazzi, per oggi possiamo fermarci qui.- annunciò il professore, accaldato ed esasperato. Un sospiro di sollievo collettivo si liberò nell'aria, e subito fu dato il via ad un trambusto di sedie scostate di fretta e cartelle indossate alla bell'e meglio.
-Ahh, finalmente è finita!- esclamò Ryuk sollevato, stiracchiandosi. -Certo che le lezioni sono una bella rottura.-
Light non commentò e si affrettò ad uscire, per non incappare in altri inviti indesiderati, a passo veloce.
-Ehi, Light! Ehi!- borbottò lo Shinigami, dietro di lei.
Procedendo lungo il corridoio, dovette appellarsi a tutta la sua buona volontà per non tappare quella boccaccia al dio della morte ("Liiiiight... Liiiiight... dì un po', sei sorda?!"). Era nel bel mezzo di una calca opprimente di studenti ed insegnanti, a spintonarsi a destra e sinistra, e se avesse parlato probabilmente si sarebbero voltati in cinquanta.
Attese consumando tutta la poca pazienza che aveva d'arrivare all'uscita, sotto un sole cocente ed impietoso. Lì avrebbe dato meno nell'occhio, nessuno ci avrebbe fatto caso.
-Light, mi ascolti, sì o no?- canticchiò Ryuk, sospeso nell'aria, vicino a lei.
-Non parlarmi. Anche se gli altri non ti possono sentire, riescono comunque a sentire me.- gli fece notare innervosita, digrignando i denti.
Lo Shinigami sbuffò. -Oh! Che noia, però.-
Proprio allora, un ragazzo bruno che proprio non riusciva ad identificare la chiamò. Eccone un altro, imprecò Light fra sè.
-Ehi, Light! Noi più tardi andiamo tutti a-
-Mi dispiace, ho già un impegno.- lo liquidò gelida, con sgarbata cortesia. Gli sfilò di fronte rapida, con l'amara consapevolezza di tutte le volte che aveva pronunciato quelle parole.
-Ma quale impegno?!- attaccò subito Ryuk, allegro. -Te ne stai tornando dritta dritta a casa come al solito, no?-
Light socchiuse gli occhi, con un sorriso leggero sulle labbra lucide di burrocacao. -Invece ti stai sbagliando. Certo che ho un impegno.- I suoi occhi castani lampeggiarono euforici. -Un impegno molto importante.-

La luce azzurrastra della televisione si rifletteva nei suoi occhi attenti e fulminei, non appena vi spostava lo sguardo. La voce apatica e impersonale di giornalisti e annunciatori riecheggiava quasi a tutte le ore nelle sue orecchie, senza mai svanire del tutto, ed ora cantilenava quella solita solfa che Light non si stancava mai di ascoltare. La sua mano, arma efficiente e pronta, dilaniava senza permettersi d'indugiare: danzava sul foglio, ossessiva, impeccabile.
Ryuk la osservava con un'espressione indecifrabile, comodamente sdraiato sul suo letto, sgranocchiando di gusto una mela lustra (a bocca aperta, per di più, registrò Light con ribrezzo).
-Ehi, Light!- sbottò d'improvviso con brio.
-Cosa?- chiese distratta.
-Vedo che ti dai parecchio da fare.- affermò, in tono discorsivo.
-Ho i minuti contati, Ryuk. Posso scrivere i nomi sul quaderno solo in un certo lasso di tempo, da quando torno da scuola fino a quando non vado a dormire.- spiegò Light, scribacchiando frenetica. -E' molto importante che i miei voti restino i migliori, come sempre. Non posso permettermi di addormentarmi in classe, come fanno quell'accozzaglia di imbecilli, e devo continuare a studiare sia a casa che a scuola. La carenza di sonno è mia nemica, comprometterebbe la mia salute, le mie facoltà intellettive e...- Sollevò lo sguardo verso la tv, facendo una pausa. -La mia pelle.- concluse seria e inflessibile.
-La pelle, hai detto?!- ridacchiò lo Shinigami.
Light ignorò la frecciatina. -Come puoi vedere facilmente anche tu, il tempo non è mai abbastanza per creare un mondo ideale, assolutamente privo di malvagità.-
Il rumore della maniglia, scossa con energia, interruppe brusco il suo discorso. Entrambi volsero la testa verso la porta, chiusa con lo scatto.
-Liiight...- strillò una vocina. -Perchè ti sei chiusa in camera?-
Lei battè le palpebre, colta alla sprovvista. -Sanzo.- mormorò fra sè. -Che c'è?- chiese alzando il tono.
-Mi aiuti con una cosa per scuola?!- bofonchiò ancora la voce.
Light alzò gli occhi al soffitto, scocciata. -E va bene, d'accordo.- Aprì un cassetto della scrivania e vi ripose il Death Note, dopodichè andò ad aprire.
Un ragazzino con arruffati capelli castano cioccolato, davanti alla porta, fece una smorfia. Stringeva un quaderno. -Giapponese. La prof ci ha dato un tema da fare.-
Entrò nella stanza, trascinando i piedi annoiato. -E' la materia più pallosa dell'universo... non so cosa cavolo scrivere.-
Light non pareva affatto entusiasta, notò Ryuk divertito. Effettivamente, la ragazza rimpiangeva il tempo sprecato a fare la maestra a quella testa vuota di Sanzo.
-Quando devi consegnarlo?- domandò, a braccia conserte.
-Domani.- rispose asciutto lui.
Light scosse il capo, con aria di rimprovero. -E ti sei svegliato solo oggi?!- 
-Stai molto attenta, Light.- avvertì Ryuk con un ghigno. Se qualcuno toccasse il Death Note, che tieni nel cassetto, riuscirebbe a vedermi.-
Sanzo aveva preso posto sulla sedia della sorella. Light rimase impietrita, maledicendo lo Shinigami per non averle detto prima una cosa del genere. Ma cosa credeva, Ryuk? Che avrebbe dovuto immaginarle da sola, le regole del quaderno?! Idiota che non era altro... di sicuro l'aveva fatto apposta.
-Ma che facce fai?!- la derise il fratellino, vedendola spaesata.
-Continua così e ti spedisco fuori.- intimò lei, decisa a non perdere ulteriore tempo. -Allora, che traccia devi svolgere?-
Sanzo aggrottò la fronte, confuso. -Una roba assurda. Descrivi la tua famiglia, mi pare...-
-Ah, ti pare! Cominciamo bene.-


Una figura nera fece il suo ingresso nella sala buia. Tutti ammutolirono increduli e timorosi, solo un rumore di scarpe di buona qualità sul pavimento risuonava regolare. Pareva rintoccare quei secondi, in cui ogni partecipante all'assemblea tratteneva il respiro. Si diresse verso un tavolo davanti alla facciata di banchi, e quando fu lì poterono osservarlo: indossava un cappello a falda larga e un impermeabile nero, ingombrante, legato in vita. Il volto era indistinguibile. Parlò, ed ebbe la massima attenzione di tutti i presenti.
-L sa tutto, e ha già iniziato le indagini.- dichiarò con voce tonante, femminile ma molto potente.
-Cosa? Watari?- sussurrò la sovraintendente Yagami sovrappensiero. Il suo sguardo era attento, dietro le lenti squadrate degli occhiali. I capelli neri erano sciolti e sistemati all'indietro in una elegante acconciatura.
-Uhm?! Watari?- La ragazza dalle lunghe trecce di fianco a lei la fissò con i grandi occhi vivaci, chiedendo spiegazioni.
-E' l'unica in grado di potere contattare L, Matsuda.- ribattè la donna, tesa, rassettando con le mani la gonna del tailleur. -Ma anche l'identità di Watari è un mistero.-
-Vi prego di fare silenzio.- ordinò Watari autoritaria. -Ora vi metterò in contatto con L.-
Posò sul tavolo un computer bianco e sollevò il monitor, le mani fasciate da guanti scuri. Anche sull'enorme schermo alle sue spalle comparve, tanto maestosa ed imponente da suscitare soggezione, una grande L in caratteri gotici, nera su uno sfondo candido.
-Rappresentanti dell'Interpol, è L che vi parla.- sibilò una voce, evidentemente contraffatta. -Questo è un caso di grossa portata ed estremamente complesso. Un caso di atroci omicidi di massa, assolutamente inammissibili.- Matsuda, nonostante provasse una sottile paura, avvertì subito il magnetismo attraente di chi stava parlando. -Per risolverlo, sarà necessaria la collaborazione dell'Interpol... anzi. Sarebbe opportuno che nel corso dell'assemblea acconsentiste a darmi l'appoggio delle organizzazioni di tutto il mondo, in particolare mi servirà la massima collaborazione della polizia giapponese.-
Subito Yagami e Matsuda scattarono in piedi, sconvolte. -Cosa? Perchè la polizia giapponese?!- esclamò la sovraintendente.
-Che il colpevole sia un'organizzazione o una singola persona, è molto probabile che sia giapponese. E anche se non lo fosse, si nasconde comunque in Giappone.- fu la secca risposta.
-... e quali prove hai?- replicò Yagami duramente, un po' scettica.
-Che si trova in Giappone? Presto potrò dimostrarglielo, confrontandomi direttamente con il colpevole.-
-Un confronto diretto...- bisbigliò la donna, sbigottita.
-Inoltre, vorrei che il quartier generale delle indagini fosse stabilito in Giappone.- pretese ancora L, con un tono che non ammetteva altri interventi.
La sovraintendente aveva un'espressione accigliata. Quella situazione... no, non le piaceva nemmeno un po'. E nemmeno L.


-Alla fine non è stato poi così difficile.- Light si rilassò sulla sedia davanti la scrivania, soddisfatta del suo lavoro.
-Eh? Vuoi dire che sei riuscita a nascondere il quaderno?- Ryuk la fissò incuriosito.
-Sì.- confermò lei di buonumore. -Proprio in questo cassetto.- Indicò con il dito il secondo dall'alto presente nel mobile, quasi trionfante.
-E questo dovrebbe essere un nascondiglio perfetto?! Guarda, hai anche lasciato la chiave su.- le fece notare lo Shinigami, perplesso.
-Credi che non lo sappia?!- Light lo fulminò con lo sguardo, severa. -Ascolta attentamente. Dentro il cassetto ho messo un cofanetto.- Si chinò appena in avanti e lo aprì. Vi era in effetti un piccolo scrigno rivestito di velluto azzurro, semplice e poco appariscente.
-Al suo interno c'è...- Light fece scattare la serratura con le dita, in modo da permettere a Ryuk di osservarne il contenuto. Era una fila di cosmetici allineati con metodo, alcuni ancora involti nella carta, fra cui matite per gli occhi e ombretti. Il dio della morte li fissò stranito.
-... e?-
-E, se qualcuno dovesse perquisire questo cassetto, non si soffermerebbe oltre. Probabilmente riterrebbe ciò che ha trovato l'unico oggetto che vi è custodito... perchè dovrebbero esserci altre cose?- La ragazza sorrise furba, ma Ryuk continuava a non capire.
-Scusa, avevi detto che il Death Note era nascosto qui!-
-Ci sto arrivando, Ryuk. La chiave per accedere al nascondiglio del quaderno è proprio qui...- Light afferrò la boccetta di uno smalto, di colore rosa carne, e ne svitò il tappo sollevandolo. Fra le setole nere si poteva intravedere un piccolo sottile ferro, che scivolava fuori solo se scosso.
-Eccola.- mostrò lei orgogliosa. -Questa è la chiave. Basta infilarla nel posto giusto.- Inserì il ferro in un foro minuscolo, quasi invisibile, alla base del cassetto. Inaspettatamente, si aprì uno sportello.
-Un doppio fondo!- esclamò Ryuk entusiasta.
-Esatto. Ma non è tutto.- proseguì Light compiaciuta, sotto lo sguardo sconcertato del dio della morte. -Anche venendo a conoscenza del trucco dello smalto e del doppio fondo, non si può rimuovere il quaderno.-
-Spiegami!- la incitò lo Shinigami.
-Come vedi, ho fatto un piccolo buco nell'angolo della copertina.- Posò la punta dell'indice su di esso. -Ci ho fatto passare questa catena, legata al fondo tramite chiodi. L'unico modo per aprirla è inserire un codice su questo affare di metallo... un po' come si fa con le biciclette. Il meccanismo è lo stesso.- L'espressione smarrita di Ryuk non si dileguava, quindi la ragazza lasciò perdere le spiegazioni. -Insomma, se non sai il codice è impossibile poterlo prendere.-
-E quale sarebbe il codice?- domandò lo Shinigami incuriosito. Le labbra di Light s'incurvarono perfidamente.
-Non esiste un codice. Basta schiacciare il tasto quassù, senza digitare nulla. Ma a chi verrà mai in mente?! Se ci sono dei numeri, si dà per scontato che bisogni comporre una sequenza.- Scrollò la testa. -A questo punto, la sola maniera per impadronirsi del quaderno sarebbe strappare il buco... ma nessuno sano di mente lo farà, essendo un quaderno tanto pericoloso e provvisto di diverse regole. Danneggiarlo spaventerebbe, come idea.-
Il dio della morte ridacchiò. -Sei quasi più diabolica di me! Ma dimmi, cos'è uno... "smalto"?-
Light sospirò con pazienza. -Un liquido che, se pennellato sulle unghie e lasciato asciugare, le rende del medesimo colore del liquido stesso. In parole povere, s'intende. Si può rimuovere a piacimento.-
Ryuk li osservò con attenzione. -Ahh! Uffa, tu hai solo colori brutti. Grigio... trasparente... marrone... le dipingi anche a me, le unghie?!-
Light soffocò una risatina. - Ma Ryuk, è una cosa che fanno le ragazze. Però, se vuoi, posso. Facciamo di rosa?-
-No, non rosa. Rosso. Come le mele!-
-Sei una causa persa.-


-Dai un'occhiata qua, Ryuk. Siti web del genere cominciano a venire fuori come funghi.- Light indicò lo schermo del computer, scostandosi appena con la sedia.
Era aperta una su una pagina nera, decorata con un tema lugubre e accompagnata da una musica inquietante.
-La leggenda di Kira, il padrone del mondo.- lesse solenne Ryuk, davanti allo schermo. -Si riferiscono a te?-
-Sì. Il nome deriva dalla traslitterazione della parola killer...- spiegò la ragazza. Poi si strinse nelle spalle, come vergognandosi. -Non che mi vada di essere un'assassina, ma ormai è così che mi conoscono in tutto il mondo. Basta digitare Kira sui motori di ricerca, ed ecco decine di pagine come questa. I giornali e la tv non fanno altro che parlare di morti misteriose nelle carceri, ma...- Gli occhi di Light brillavano d'eccitazione. -In tutto il mondo c'è già molta gente che inizia ad accorgersi dell'esistenza di un giustiziere.-
-Ohh!- Lo Shinigami aveva gli occhi rosso sangue sgranati.
-Vedi, Ryuk, gli esseri umani sono fatti così. Per esempio, se in classe chiedessi chi reputa l'operato di Kira giusto, ci sono alte probabilità che nessuno azzarderebbe parola. Però in realtà anche i miei compagni ritengono, nel profondo, che sarebbe meglio se tutti i criminali morissero... non lo dicono solo per paura d'essere giudicati. I falsi santarellini sono ovunque, nella nostra società. In fondo, le persone rette e giuste tirano un sospiro di sollievo sapendo dell'esistenza di Kira, mentre i malvagi tremano al pensiero di ciò che potrebbe accadere loro... ed è giusto così.-
Light sorrise. Tutto stava procedendo alla perfezione, nemmeno una grinza minuscola deturpava i suoi piani -e lei adorava quei momenti, in cui il fato pareva indovinare i suoi desideri e dipingerli su una tela. Ci sarebbe voluto molto tempo, per dare origine ad un nuovo mondo, ma le basi che aveva instaurato erano solide e pronte a sostenere le colonne dell'universo sano che sarebbe sorto. L'era di Kira aveva avuto inizio, dunque. E Light Yagami era pigramente soddisfatta.
D'un tratto, sullo schermo della televisione accesa, comparve il volto confuso di un annunciatore. -Interrompiamo i programmi per trasmettere in diretta mondiale un annuncio molto importante da parte dell'Interpol.-
Ryuk si voltò, curioso. -Che roba è?-
Light serrò gli occhi in due fessure, sospettosa. Non prometteva buone notizie, questo era certo. -L'Interpol?-
-Mandiamo in onda l'annuncio.- La scena presentata era uno studio televisivo. Dietro una grande scrivania sedeva una donna dall'aria seriosa: capelli neri e lisci, acconciati in ciocche, occhi azzurro scuro e un completo grigio. Aveva un'aria determinata e quasi intimidatoria, molto sicura di sè.
Light attese, sperando non fosse nulla di grave. Che riguardasse Kira non aveva dubbi, essendo l'argomento più discusso negli ultimi giorni, ma si augurava si trattasse di formalità, o comunque del solito discorsetto di circostanza. In realtà, non sapeva neanche di cosa avere paura.
-Chi vi parla è l'unica persona capace di mobilitare la polizia di tutto il mondo.- annunciò la donna, mentre Light inarcava le sopracciglia. -Il mio nome è Lind. L. Taylor, conosciuta... come L.- Calcò bene con la voce quella lettera, convinta, chiudendo gli occhi e tendendo le ciglia.
-E questa chi è?- si chiese Light, sorpresa. Non aveva mai sentito nominare nessuna L.
-Ci troviamo di fronte ad una serie di omicidi di pregiudicati. Ciò rappresenta un crimine senza precedenti, che non sarà assolutamente tollerato. Pertanto, giuro che catturerò l’autore, colui che viene comunemente soprannominato “Kira”.- dichiarò lei con forza.
-Ha appena giurato di catturarti.- commentò Ryuk, ghignando.
Light sorrise affilata. -Povera illusa. E come pensa di farlo?- Alzandosi, brandì il Death Note con eloquenza. -Finchè non trova questo quaderno non avrà uno straccio di prova, quindi sarà assolutamente impossibile catturarmi! Non ce la farà mai. Avevo previsto una cosa del genere!- Si sedette, con espressione tranquilla e serafica. -E avevo anche preventivato che l’intervento della polizia facesse parte del piano, naturalmente.-
-Kira, sappi che ciò che stai facendo… è malvagio. E l'arma che stai usando...- fissò la telecamera intensamente. -... è troppo micidiale per essere usata in questo modo.-
Cadde un silenzio di piombo nella camera. D'un tratto, Light si sentì come se il soffitto le fosse precipitato sulle spalle.
Silenzio.
Silenzio.
Silenzio.
Silenzio.
Ryuk ridacchiò piano.
Taylor sorrise. -Sì, so come uccidi. Mi è stato comunicato da testimoni ovviamente anonimi. Ora dirò al mondo, per la prima volta, qual'è il tuo trucco... ovvero qual'è la tua tattica per eliminare i criminali.-
So come uccidi. So come uccidi. So come uccidi, strillava una voce nella mente di Light.
Impossibile! Come avrebbe potuto saperlo?! No. No, non era vero... no!
-Come... ha... come?!- sbottò Light, assalita da un tremore irrefrenabile. Respirò, respirò ancora. Il suo cuore non voleva accennare a calmarsi.
Devo rimanere controllata. Devo restare imperturbabile. Devo agire con distacco e fermezza. E cosa faccio?! Come... l'ha scoperto?! Cosa?! Sono spacciata! Oh, mio Dio!
Pensa, Light! Pensa!, s'intimò. Ecco, potevano averla vista... nell'edicola. Forse avevano notato che aveva scritto il nome del tizio che poi era morto. La sua reazione era stata troppo evidente, magari.
-Merda! Se lei lo dice... se lei... sarà la fine del nuovo mondo. Non posso permetterlo.- Light si strofinò il viso con le mani. Aveva paura, tanta. Paura delle sue azioni, per la prima volta: paura di ciò che aveva fatto, paura di ciò che aveva pensato, paura della sua sicurezza invincibile che l'aveva resa incauta. Paura impossibile, che le faceva tremare le gambe.
Cosa ho fatto?! Sono morta. Si sentiva come una bambina, in balìa degli eventi, catapultata in un mare di terrore. Ma sua madre non avrebbe risolto la situazione, suo padre non l'avrebbe abbracciata dicendole che andava tutto bene.
Non va tutto bene. Niente va più bene. Tutto è sbagliato.
-Devo sopravvivere, per il bene altrui... io sono la giustizia!- balbettò, così confusamente che le parve di stare cercando di convincere se stessa. -Io ho liberato i deboli dal terrore del male, sono la regina del nuovo mondo che tutti sognano. E diabolico è chi si ribella a me, lei è quella malvagia. Devo fermarla...- Lo sguardo della ragazza ricadde sul quaderno. Ma certo. Il nome della giornalista troneggiava di fronte a lei, sulla scrivania, in una targa.
-Sei stata troppo ingenua, L. Un pizzico di furbizia in più, e forse sarebbe stato divertente affrontarti.- Improvvisamente, vedeva tutto in maniera più logica.
Rise, affrettandosi a scarabocchiare "Lind L. Taylor" sul Death Note. Ecco fatto. Quaranta secondi... e se avesse rivelato la verità prima dello scadere del tempo?! No, doveva morire subito.
"Infarto momentaneo", aggiunse.
-La tua arma è qualcosa di così spiet- Gli occhi della giornalista si velarono e si accasciò, con uno strillo, sulla scrivania.
Un'ondata di caldo e rassicurante sollievo la travolse, il nodo doloroso che la stava soffocando spietato si sciolse in un sospiro. Era andato tutto per il meglio. Proprio così. Ma l'aveva rischiata grossa... troppo grossa. Una cosa così terribile non sarebbe mai più dovuta succedere. No, no.
-E ora tutto il mondo vedrà che cosa succede a mettersi contro di me, mia cara L.- Light trovò il coraggio di sorridere flebile. Aveva vinto lei, e quell'idiota non era stata abbastanza furba.
C'era qualcosa che non quadrava, però, mentre rifletteva a mente lucida. Come poteva essere sicura che non avesse detto niente a nessuno? E soprattutto, sapendo del Death Note...perchè aveva mostrato il suo volto e il suo nome? Nessuno poteva essere tanto deficiente.
Degli uomini stavano portando fuori dallo studio il corpo esanime e senza vita di Taylor.
-Che ti succede, non parli più?!- scherzò acida, mentre gli occhi rossastri di Ryuk non la perdevano di vista un istante.
Light rifletteva. Il pericolo sembra scampato, o almeno quello più imminente. Ma...
E i dubbi assillanti della ragazza, in quel momento, divennero indissolubile certezza. D'un tratto -come nelle scene migliori dei film horror- una lettera nera comparve su sfondo bianco.
Era una L.
Light capì ma era terribilmente, irrimediabilmente, schifosamente tardi.
-Incredibile... Ho voluto provare proprio per sicurezza, ma non avrei mai pensato ad una cosa simile.- La voce, proveniente dal televisore, ghiacciò il sangue nelle sue vene. Era contraffatta, aspra e inquietante come le ombre della notte in una casa sopita. -Kira, tu sei in grado di uccidere la gente a distanza... Non ci avrei mai creduto, se non avessi visto con i miei occhi. Ascoltami bene: se sei stato veramente tu ad uccidere Lind L Tayor, la donna che è apparsa in tv, sappi che era una condannata a morte la cui esecuzione era prevista per oggi... e non ero io.- Light sussultò. Era tutto troppo assurdo per potere essere la realtà. -La polizia aveva tenuto la tv e i giornali completamente all'oscuro della sua cattura, da ciò che vedo pare che nemmeno tu sapessi della sua esistenza.-
-Ti ha fregato, eh?- Le parole di Ryuk le giunsero così lontane che parevano provenire da un altro pianeta. Non rispose. Non sapeva più parlare.
Era tutto un bluff. Nessuno sapeva del quaderno. Era solo...
...uno scherzo. L aveva giocato con la sua paura.
-Ma io esisto davvero. Forza, prova ad uccidermi. Forza, prova ad uccidermi.- ripetè la voce con enfasi. Con decisione.
Light voleva urlare. Si sentiva un aggressore con una pistola scarica stretta fra le mani. Impotente, inutile, sciocca. Si era fatta imbrogliare in quel modo... come una bambina.
Lei... così lucida e attenta... aveva perso la testa e... 
Come una stramaledetta bambina!
Aveva rovinato tutto.
-Che aspetti... avanti, prova ad ammazzarmi. Ti vuoi muovere? Uccidimi! Che ti prende...- sussurrava diabolica la voce, incalzante. Provocando. Distruggendo. Ancora e ancora. -Fatti sotto, Kira. Che c'è, non ce la fai? Si direbbe proprio che tu non riesca ad uccidermi.-
Bastardo. Ma che... bastardo! Ryuk rise deliziato. Light tremava. Dalla furia. Dalla paura. Dall'impotenza.
Si odiava, odiava L, odiava Ryuk che continuava a ridere, odiava la tv che non si spegneva.
-Quindi ci sono persone che non puoi uccidere. Grazie per il prezioso indizio. In cambio, però, lascia che ti spieghi un'altra cosa: questo annuncio è stato presentato come una diretta internazionale, ma in realtà è stato trasmesso solo nel Kanto, in Giappone.-
Cosa? No.
No. No.
NO.
Merda!
-Avevo in programma di mandarlo in onda in altre regioni, ma ora non è più necessario. So che ti trovi nel Kanto.- Quella dannata voce! Si stava divertendo un mondo, a disintegrare ogni cosa. Tutto il plastico perfetto che Light aveva diligentemente costruito. Sapeva troppo, L. Sapeva tutto.
-Davvero astuto, questo L!- commentò lo Shinigami.
-E anche se la polizia non se n'è accorta, perchè era un piccolo criminale, io so che la tua prima vittima è stata il sequestratore di Shinjuku: con tutti i grandi criminali morti per arresto cardiaco, quella morte è sembrata una fatalità. Inoltre, aveva fatto notizia soltanto in Giappone ed è stato questo che mi ha permesso di arrivarci. Ho capito che tu sei in Giappone e quell'uomo, la tua prima vittima, è stato soltanto la tua cavia. Ho trasmesso nel Kanto perchè è una regione altamente popolata, e ho fatto centro.- spiegò L con rapidità. -Francamente non mi aspettavo che le mie previsioni fossero esatte, ma visti i risultati, il giorno della tua condanna a morte non è poi così lontano. Kira, sono proprio curioso di scoprire come fai a commettere quegli omicidi. E non sarà facile, perchè per farlo dovrò catturarti. Ci vediamo, Kira.- concluse in un soffio. Light era sicura che stesse sorridendo.
-Il giorno...della mia condanna a morte, hai detto?- Imbrogliata. Truffata. Un tranello in cui era scivolata con un'ingenuità sconcertante.
Ma il gioco non era affatto finito. Non era nemmeno iniziato.
-Interessante.- Sollevò la testa, Light, che era fiera e non si sarebbe arresa. Che riconosceva il suo errore. Non poteva farne più, se voleva vincere. -Perchè no? Accetto la sfida.-
L contro Light. Light contro L. Una partita, un gioco? No, una guerra.
-Stai pur certo che ti troverò, e ti ucciderò, perchè io sono... la giustizia.-
Non poteva sapere che, in sincrono, L stava esclamando quelle stesse parole. Ora la storia si faceva interessante per davvero.





































Note dell'Autrice: Mamma mia, sono in imperdonabile ritardo! Nel postare il secondo capitolo, poi. Iniziamo bene, direte voi. -.-"
Il punto è che sono stata in vacanza tre giorni, e non ho avuo tempo di finirlo prima... ma insomma, tutto ciò non vi interessa.
L'idea di Sayu maschio mi piaceva, però doveva cambiare completamente. Non potevo mantenere un carattere così tanto femminile. Perciò mi sono presa la libertà di renderlo l'esatto contrario: se Sayu era la classica ragazzina, Sanzo è il classico ragazzino. Non c'è molto altro da aggiungere.
La parte del nascondiglio era un'opportunità perfetta, così l'ho completamente cambiata. Una ragazza non va a fare tutta quella pappardella noiosa dell'elettricità, dài... l'idea della catena è un po' idiota, ma pazienza. Non mi è venuto in mente niente di meglio. E lo smalto invece della penna? Dite che ho esagerato? XD E vabbè, ragazza seria o meno, gli smalti non possono mancare.
Anche il modo in cui viene scoperta doveva essere diverso. Una Light ragazza, così prudente e lucida, non avrebbe mai agito d'istinto solo per una banale provocazione. Perciò ho fatto in modo che venisse spinta dalla paura, e mi è sembrato anche più comprensibile.
Fine. Cambiare il sesso di Lind L Taylor è stato del tutto inutile, ma era tanto per fare le cose per bene. Ovviamente L parla di sè come se fosse un maschio -"sono curioso"- perchè non vuole fare capire di essere una donna. Ma a questo punto avrei fatto meglio a lasciare Taylor uomo. o.o
Pazienza, ragazzi. Sono troppo pigra per correggere tutto. u.u
Benebene, spero recensirete per dirmi cosa ve ne pare di questo secondo capitolo!
Lucy
ps: Matsuda con le trecce! XD

  
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