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Autore: MadLucy    16/06/2012    4 recensioni
Questa fanfiction è un esperimento, o almeno potremmo definirlo così. Guardate gli avvertimenti. Sapete che significa Gender Bender? Significa che i personaggi che in un manga/anime sono femmine diventano maschi, i maschi diventano femmine. Ed è esattamente quello che ho provato a fare. Riscrivere ogni episodio di Death Note... invertendo i sessi dei personaggi.
Quindi potrete trovare una Light fredda e brillante, determinata a divenire la padrona di un nuovo mondo, una L bizzarra e misteriosa che non ingrassa mai e... beh, se continuo così, cosa leggete a fare?
La storia non verrà modificata per quanto riguarda gli avvenimenti principali, ma di certo la trama verrà intrecciata diversamente. Questo, in definitiva, è un Death Note al femminile.
Buona lettura. ^-^
Genere: Mistero, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: L, Light/Raito, Mello, Near, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Gender Bender
Capitoli:
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Episoode 1

 1. RINASCITA.




L'aria nella classe stagnava placida fra i banchi picchiati dal sole, mentre i raggi arroventavano il pavimento di piastrelle grigie e le pareti giallastre. Gli studenti sonnecchiavano stanchi, bisbigliando fra loro ed ignorando il professore intento a spiegare. Una ragazza dai capelli castani osservava assorta il mondo inondato di fuoco all'esterno, il mento appoggiato sulla mano, una smorfia annoiata sul viso. Lo sguardo era spento e disattento, assottigliato dalla schermatura che le palpebre pesanti creavano.
D'un tratto, oltre il vetro, le parve di vedere qualcosa scivolare verso terra. Non era molto grande, scuro, forse rettangolare... un libro?! Aguzzò la vista, stupita, ma continuava ad apparirle tale. Era piuttosto distante dalla facciata di fronte, quindi non riusciva a spiegarsi come potesse essere caduto da una finestra. Eppure non c'era altra spiegazione.
Seguì con gli occhi l'oggetto, finchè non toccò il suolo. Rimase lì, a fissarlo, come inebetita.
Un libro. Un libro caduto dal cielo.
Un libro caduto dal cielo.

Light venne destata dai suoi pensieri, mentre si stava incamminando senza fretta verso la porta. -Co... oh, ciao.-
Valutò rapidamente le compagne che si affollavano davanti a lei, a sbarrarle la strada. Erano indubbiamente nella sua stessa classe, anche se non si era premurata di tenere a mente nessuno dei loro nomi. Ragazze comuni, come ne vedeva troppe ogni giorno, a sfoggiare orgogliose rossetti volgari e gonne pateticamente corte. Cercava, per quanto le fosse possibile, di evitare oche del genere.
Quella che aveva richiamato la sua attenzione era una bionda tinta, tanto anonima da non presentare alcun elemento capace d'identificarla in mezzo al suo stormo. In quel momento sorrideva, una Barbie ancora nella sua scatola.
-Yagami, ci sei?! Sei connessa?! Volevamo invitarti a pranzo con noi, se ti andava.- La sua voce era una stucchevole miscela di zucchero e veleno.
Uso più che discutibile dei tempi verbali utilizzati a parte, davvero credeva avrebbe accettato?! 
-Temo d'avere un impegno, quest'oggi. Mi spiace.- Persino Light riusciva ad avvertire il gelo scostante delle sue stesse parole.
-Ma che peccato. Sarà... per un'altra volta, allora!- La bionda si prese un paio di istanti per squadrarla indignata, prima di filare accompagnata dal rumore ossessivo dei suoi tacchi. Le altre la seguirono, uno sciame a disperdersi nel corridoio, bisbigliando concitate fra loro. 
-Ma chi si crede di essere, Yagami?! Una superstar?!-
-Solo perchè prende bei voti, se la tira in quel modo...-
-Non la si può neanche avvicinare, è una bisbetica acida e basta!-
-Vi avevo detto di non chiederle niente.-
Light inarcò un sopracciglio perfetto, senza scomporsi. Non la sfioravano nemmeno, con i loro infantili commenti, che parlassero pure. Era superiore a quel genere di sciocchezze.
Davvero, in quanto ragazze di diciassette anni, non potevano sforzarsi di crescere e diventare qualcuno di migliore?! La sua società stava andando a pezzi, distrutta da gente come loro.
Gente che non pensava e sbagliava sempre, inevitabilmente, ferendo un universo in bilico. Un universo marcio, che necessitava d'essere scrostato dallo strato di superficialità e corruzione che lo insudiciava.
Light Yagami era furiosa quando ci pensava, quindi alzò la testa orgogliosa e proseguì verso l'uscita della scuola, incurante delle chiacchiere infime ma innocue che le scivolavano sulla pelle. Sicura, in mezzo alla pioggia, d'essere l'unica a non bagnarsi.


Era lì, davanti a lei. Piccolo, nero, consunto. Un quaderno qualsiasi, che ogni studente universitario potrebbe usare per prendere appunti. Un quaderno gettato, con grande slancio, da una delle finestre dell'edificio della scuola opposto al suo. E basta, nulla di particolare.
Però quel titolo, che lesse un paio di volte, perplessa e inquieta. Death Note. Death Note.
Quaderno della morte.
Ma che diavolo avrebbe potuto significare?!
Incerta sul da farsi, non si mosse. Un senso di disgusto la tratteneva -chissà a chi era appartenuto, non si prende ciò che è per terra- ma infine, cedendo ad una strana viscerale curiosità, si chinò e lo raccolse cautamente, con la punta delle dita. Solo per vedere di che si trattava, chiaro.
Lo aprì, mentre quella sensazione orrenda che aveva provato dal primo istante che l'aveva visto non desisteva dal tormentarla.
How to use it, recava scritto dietro la copertina, sotto la miniatura d'un teschio ghignante. In inglese, dunque: proseguì a leggere.
The human whose name is written in this note shall die. Per un istante, avvertì uno strano brivido lungo le braccia.
La frase aveva un'unica traduzione possibile: l'umano il cui nome verrà scritto su questo quaderno... morirà.
Quello dopo, si sentì la più grande deficiente sulla faccia della Terra.
Morire?! Ma come aveva fatto a crederci, anche se solo per un millesimo di secondo?! E poi la definivano la studentessa più brillante del Giappone...
Light scosse la testa, rimproverandosi, e lo lasciò cadere a terra. Un simile scherzo poteva essere stato fatto solo da un gruppo di ragazzini particolarmente ignoranti e contorti.
Intanto che si allontanava, estrasse dall'elegante borsa a tracolla un pacchetto di fazzoletti, ne prese uno e vi ci strofinò le mani. Non si riconosceva in ciò che aveva appena fatto, raccogliere un quaderno sconosciuto e mettersi a leggere... un'idiozia bella e buona.
Morirà. Morirà. L'umano il cui nome... in this note... shall die... morirà.
Una sciocchezza, ripetè mentalmente, come per convincersi. Solo una sciocchezza. Non posso farmi turbare da una cretinata tanto assurda.
Morirà. No, non ce l'avrebbe mai fatta.
Il destino di Light Yagami non era d'abbandonare il quaderno e tornare a casa. Se una tale eventualità si fosse verificata, magari, sarebbe diventata un'investigatrice straordinaria, oppure un giudice. Avrebbe sicuramente fatto del suo meglio per migliorare il mondo, nel suo piccolo.
Invece fu colei che contribuì, più di chiunque altro, a distruggerlo.
Spinta da un istinto irrefrenabile, da una pazzia inaudita, tornò indietro. Afferrò il quaderno -era ancora lì ad aspettarla- e lo gettò nella borsa in fretta e furia, quasi temendo di pentirsi, per non dover più fissare il buio sinistro della copertina. Imboccò la strada verso casa, torturata dalla paura d'essere fermata dal proprietario legittimo, ma non accadde nulla di simile.
Questo perchè è uno scherzo e io ci sto cascando in pieno, tentò di convincersi per tutto il tragitto. La cosa migliore sarebbe stata lasciarlo lì.
Ma non l'aveva fatto, anzi si sentiva molto più tranquilla nell'averlo con sè. Sciocco, incredibile, illogico ma vero. Il motivo era ignoto a lei per prima.

Una volta arrivata in camera sua, Light decise d'affrontare subito quel maledetto quaderno. Non poteva sostenere un pensiero così assillante, doveva provarsi che non c'era nulla su cui arrovellarsi. Tutta la faccenda non aveva il benchè minimo senso, ma almeno avrebbe scacciato la noia.
Aprì la prima pagina e riluttante riprese la lettura, proseguendo altre il macabro primo punto.
Affinchè il quaderno abbia effetto, occorre avere in mente il volto della persona di cui si scrive il nome. In tal modo, si evita di colpire eventuali omonimi.
Se entro 40 secondi dopo aver scritto il nome vengono indicate le cause della morte, questa avverrà nella maniera stabilita. Se le cause non vengono specificate, le vittime designate moriranno per arresto cardiaco. Dopo aver indicato le cause della morte, si hanno 6 minuti e 40 secondi per scrivere eventuali dettagli sulle condizioni della stessa. Questo vuol dire che si può anche scegliere fra una morte rapida ed una lenta agonia.
Confusa, chiuse il quaderno. Era talmente strano... non riusciva a capacitarsi di ciò che aveva appena letto.
-Se non altro, direi che come scherzo è piuttosto... elaborato.- concluse aggrottando la fronte. Si alzò per lasciarsi cadere sul letto, stancamente.  
C'era qualcosa che non tornava. Anzi, nulla tornava! Era tanto coerente, preciso, articolato che non aveva idea di chi potesse averlo creato. Sembrava opera di una casa editrice, di un artista, più che di un moccioso in vena di prendersi gioco degli amichetti.
Ma era certa che non sarebbe mai stato permesso pubblicare niente di così dannoso per i giovani. Quello non era un articolo reperibile sul mercato, ovvio.
Dubbi atroci si stavano lentamente impadronendo della sua mente. E se... magari...
-Tu scrivi il nome di una persona... e muore.- ripetè pensosa. Sentendo come suonavano assurde simili parole, scosse la testa. -Ma che razza di stupidaggine è?!-
Impossibile. Sotto ogni punto di vista. Impossibile.
Il quaderno giaceva sulla scrivania, sotto le luci intense della sua lampada da lettura, ammiccando sinistro. Lo fissò per almeno un minuto, prima d'alzarsi.
Rise sottovoce, sedette e prese una penna dal contenitore. -Mi sono data tanta pena per una cosa del genere... sono più stupida di chi ha ideato questa roba.-
Rimase con la punta a un soffio dalla pagina, immacolata ed invitante. Pensò a un nome da scrivere -uno qualunque- ma non le venne in mente nessuno, a pensarci così momentaneamente. Nessuno, insomma, che odiasse in modo particolare. Il nome suo e dei suoi parenti non li avrebbe mai e poi mai scritti, per scaramanzia, nemmeno per scherzo.
Pensò a qualche sua compagna qualsiasi -tanto quell'affare era solo un quaderno!- tanto per sghignazzarci su, ma poi le venne un'idea migliore. Accese la tv.
Parlavano di un pazzo che il giorno precedente aveva causato un incidente a Shinjuku, uccidendo sei persone, e in quel momento si era barricato in un asilo con otto ostaggi. Mostrarono una foto e il nome: perfetto. Kuro Otoharada.
Imbecille di un criminale, se tu morissi sarebbe una vera fortuna per tanta gente. I parenti delle vittime, gli ostaggi... sì, tu fai proprio al caso mio. Saresti proprio la persona che, se potessi, ucciderei. La gentaglia come te non dovrebbe avere il diritto di vivere.             
Questi furono i pensieri che si agitarono nell'animo di Light Yagami, mentre incupita scrisse il nome sul quaderno. Il suo primo nome, caratteri ordinati e armoniosi sulla prima riga.
Poi Light lanciò un'occhiata all'orologio digitale sulla parete.
-Bene, caro quaderno.- proferì beffarda. Il sarcasmo traboccava da ogni sua sillaba. -In teoria dovrebbe morire di arresto cardiaco fra quaranta secondi. Su, ammazzalo.-
Ascoltò distratta commenti e chiacchiere dei giornalisti, senza farci caso. L'unica cosa importante era mettersi l'anima in pace, realizzando che sì, quello era solo uno scherzo di pessimo gusto. E lei una credulona fifona.
Guardò ancora l'ora: i quaranta secondi erano trascorsi in silenzio. -Lo sapevo, non succede niente.- esclamò con decisione, sorridendo spavalda all'indirizzo del sottile volume.
Eppure sentiva una bizzarra amarezza, un sapore aspro sul palato. Quasi... delusione. Dopotutto, a chiunque sarebbe tornata utile un'arma tanto insospettabile quanto micidiale. A lei per prima. Comunque, era naturalmente una bufala.
-Beh, c'era da aspettarselo.- commentò sprezzante. Spense la luce sulla scrivania e si alzò, allungando il telecomando verso la televisione, annoiata più di prima.
-Ah, un momento!- Lo strillo allarmato della giornalista la bloccò. -Pare che ci siano novità!-
L'immagina successiva mostrava dei bambini atterriti correre all'esterno dell'edificio circondato dalla polizia. L'inviato iniziò a balbettare. -Gli ostaggi stanno uscendo! Sembrano contenti! Al loro posto, sta facendo irruzione la polizia! Riusciranno ad arrestare il colpevole?- Pausa. Il cuore di Light martellava furioso. -Ma... un momento! Mi è giunta un'informazione! Incredibile, il sequestratore è morto!-
Light sentì il respiro mozzarlesi. Non riusciva a respirare.
-Pare proprio che sia morto!- insistette l'uomo alla televisione.                                                                                  
-Morto?!- gemette stonata la ragazza. I suoi occhi, che stavano cominciando a colmarsi di terrore, scivolarono rapidi sul quaderno. Kuro Otoharada. Aveva scritto così. La televisione divenne un brusìo indistinto ed inudibile.
Non riuscì a distogliere lo sguardo da quella dannata pagina. Le sembrava un incubo, opprimente e allucinante, da cui implorava di svegliarsi.
Morto. Morto. Morto. Morto. Morto.
Lei aveva scritto quel nome... lei... l'aveva ammazzato.
Arresto cardiaco... Non può essere! Infatti non aveva alcun senso. Ma era successo.
Impose al suo cuore di calmarsi. Riusciva ad avvertirlo nei polsi, nella gola, nelle orecchie come un martello pneumatico. Doveva esserci una spiegazione razionale.
Sarà stata una coincidenza, concluse sbigottita. Non poteva crederci, ma doveva crederci.
Altrimenti...
-Light!- chiamò suo padre dal piano inferiore. Sobbalzò per un istante, presa alla sprovvista. -Sono quasi le sei e mezza. Ti sei dimenticata della lezione?-
Inspirò a fondo. -No. Mi stavo giusto preparando.-
Infilò nella borsa il quaderno, determinata. Il Death Note... e se funzionasse davvero?! L'ipotesi non le pareva più così assurda, dopo la scena a cui aveva assistito. Devo assolutamente fare un'altra prova.

Durante la lezione, Light aveva riflettuto a lungo su chi dovesse essere la vittima. Un criminale, certamente: ma qualcuno della cui morte avrebbe potuto venire a conoscenza subito. Aveva bisogno di risposte. Quel maledetto quaderno funzionava o non funzionava?!
Più volte aveva adocchiato persone meschine, ma aveva bisogno dell'occasione giusta.
Finalmente, tornando a casa, il fato le fu favorevole. Dei motociclisti stavano aggredendo una povera ragazza indifesa, proprio fuori un'edicola, e ciò non poteva che lasciare Light indignata e disgustata. Vi ci entrò e finse di sfogliare una rivista.
Quello che le era parso il capo della banda aveva detto, ad alta voce, di chiamarsi Takuo Shibumaru. Bene, crepa, Takuo Shibumaru.
Dopo il nome, aggiunse "morte per incidente"; se ciò che era stato scritto fosse avvenuto, non avrebbe avuto più alcun dubbio. Strano a dirsi, ma la paura cominciava a scemare in lei, sostituita dal fermo desiderio di venire a capo della storia e trovare la soluzione più appropriata. E adesso vediamo che succede.
Avvenne tutto molto velocemente: la ragazza riuscì a divincolarsi e scappare via, disperata, verso la strada. L'uomo chiamato Shibumaru era balzato sulla sua moto, sfrecciando verso di lei, ma...
-Takuo, attento!- sbraitò uno del gruppo.
Un camion investì in pieno il criminale, sfracellandolo. Morto, inevitabilmente. Morto.
Light sgranò gli occhi impressionata. Ormai è sicuro... il Death Note... funziona davvero!
Quella che le parve una feroce euforia divampò nel suo petto.


Ecco quello che ho sempre voluto.
Come ogni sera, fece scattare la serratura della sua stanza e prese posto alla scrivania, impaziente. Una tempesta infuriava fuori dalla finestra, frustando gli alberi e assalendo l'asfalto, facendo crollare la stanza in un buio pesto e inquieto.
Estrasse il Death Note dal suo nascondiglio nel cassetto e lo aprì. Nel vedere tutti quei nomi tracciati, non riuscì a trattenere una risata insana. Ammirò la sua opera, entusiasta.
Tutti i criminali, tutta la feccia esistente nel mondo, eliminata. Non poteva credere nell'assurdo colpo di fortuna che le era capitato: a lei, alla ragazza giusta, che non l'avrebbe mai usato per tornaconto personale. Ma solo per il bene dell'umanità, per garantire una vita serena a tutti coloro che vivevano onestamente.
Non si può andare avanti così. Esiste forse qualcun altro che, dopo avere trovato questo quaderno, sarebbe capace di cancellare i parassiti dalla faccia della Terra?! Ma certo che no.
Ma io... io potrei farcela. Anzi: solo io posso farcela. Ho deciso. Userò il Death Note per cambiare il mondo!
Perchè io non sono malvagia. Io sono una studentessa modello... la migliore di tutto il Giappone. Io.
La padrona di un nuovo mondo. Ora la giustizia potrà...

-Vedo che ti piace.- Una voce cavernosa la fece voltare all'istante, agghiacciata.
Un lampo rischiarò la camera illuminando una figura nera, un volto mostruoso con occhi rossi e diabolici.
Light soffocò con tutte le forze un urlo lacerante, tappandosi imperiosamente la bocca con le mani. Era scivolata dalla sedia, con un frastuono sordo. Non voleva attirare ancora di più l'attenzione dei genitori al piano inferiore. Lei era così: metodica e prudente, in qualsiasi situazione. Capace di rimanere con la mente lucida.                                                                              -Perché ti sorprendi così tanto?- ribattè la creatura. -Ciao, io sono Ryuk, lo Shinigami che ha perso quel quaderno. Dal tuo atteggiamento, devo dedurre che ormai hai capito che non si tratta di un semplice quaderno.- Aveva una larga bocca, dalle labbra viola e i denti aguzzi. La pelle era cadaverica, i ciuffi sul capo formavano una fiamma bluastra.
Il cervello di Light iniziò a lavorare febbrile. In effetti, aveva un senso. Cercò di rilassare il corpo teso e rigido.
-Uno Shinigami, un dio della morte…Non sono affatto sorpresa, Ryuk.- mentì seria, aggrappandosi alla sedia per rialzarsi. Non era ancora sicura sulle sue gambe. Mostrarsi debole e impaurita non avrebbe fatto altro che svergognarla, però; l'orgoglio, la dignità, era ciò che riteneva i migliori valori per una donna. Riuscì a sorridere lieve. -Anzi… ti stavo aspettando, Ryuk.- decretò. Non sarebbe bastato uno Shinigami a sconvolgerla, dopo tutta la faccenda del quaderno.
-Uhm?...- Ryuk parve sorpreso. Light riprese a parlare, più disinvolta.
-Non avevo alcun dubbio sull’autenticità del quaderno dello Shinigami. Ma ora che ho avuto l’ennesima riprova, potrò certamente agire con maggiore convinzione.- riflettè, sollevando il mento.
-Capisco bene. Ma sai, sono io ad essere sorpreso.- commentò lo Shinigami, nell'ombra. -Ne ho sentite tante di storie su Death Note apparsi nel mondo degli umani ma, che io sappia, tu sei la prima ad avere ucciso così tanta gente in soli dieci giorni. Una persona normale inorridirebbe al solo pensiero.-
Light, compiaciuta, sedette sul letto. Il tremore nelle mani si era quietato.
-Sono pronta ad accettarne le conseguenze. Ho usato consapevolmente il quaderno di uno Shinigami.- ragionò apatica. Era la verità, in quel momento prese consapevolezza della svolta che quella visita avrebbe potuto portarle. Aveva ucciso, aveva usato un oggetto che non le apparteneva. -Ed ora tu sei venuto a trovarmi: che ne sarà di me? Ti prenderai la mia anima?- 
-Eh? Ma che dici? Questo è un preconcetto che avete voi umani.- replicò Ryuk. Le sue iridi rosse inchiodavano quelle della ragazza. -Non ho intenzione di farti nulla.-
Light lo fissò sorpresa, in attesa di spiegazioni.
-Nel momento stesso in cui il quaderno tocca il suolo, diventa proprietà degli uomini. Ciò significa...- allungò un dito, ornato d'un anello opaco e vistoso. -...che adesso è tuo.-
Light strinse fra le mani il Death Note, tentando di domare le proprie emozioni. -Cosa? Mio?!- sussurrò.
-Se non lo vuoi, puoi anche darlo a qualcun altro. Ma appena l’avrai ceduto, cancellerò dalla tua mente tutti i ricordi relativi al quaderno.- la informò.
-Allora, veramente non esigi da me alcun risarcimento per aver usato il Death Note?!- esclamò Light accorata.
-Beh, diciamo che… proverai una sofferenza e un terrore che solo chi ha usato il quaderno può comprendere. Inoltre, al momento della tua morte, scriverò il tuo nome sul mio quaderno, ma non farti illusioni perchè… per gli umani che hanno utilizzato il Death Note non esiste né il paradiso né l’inferno. Tutto qui.- ghignò.
Light rimase interdetta, mentre lo Shinigami sghignazzava allegro. -Ne riparleremo quando sarai morta.-
E Ryuk aveva capito, dalla luce che brillava omicida negli occhi impassibili e impietosi di Light Yagami, che gli umani erano uno spasso.


































Note dell'Autrice: E questo, signore e signori, era il primo capitolo. Meno uno! Ora ne mancano solo 36! Sono a buon punto, non credete?
Okay, sì, smetto di fare teatro e inizio questa nota con coerenza. Ricominciamo. Solitamente, dopo avere visto un anime/avere letto un manga immagino sempre i personaggi invertendone i sessi. E' molto divertente. Facendolo con Death Note, mi è venuto in mente di scriverci una storia: poi mi sono detta... e se invece la riscrivessi TUTTA?
La mia idea è di lasciarla inalterata per quanto riguarda i contenuti -voglio dire, se un personaggio muore non lo faccio sopravvivere, il finale avrà il medesimo esito dell'originale. Questa precauzione è soprattutto perchè non voglio risultare troppo OOC, perchè mentre si scrive una cosa come questa è facile.
Ma di cambiare scene, dialoghi, avvenimenti meno importanti... certo, ci sono cose (soprattutto, come avete potuto leggere, in questo primo capitolo: non è che potessi cambiare molto) che devono restare così come sono. Cambierò solo ciò che riterrò opportuno, nel verificarsi degli eventi. In pratica, ciò che veramente sarà modificato è il modo di pensare e certi aspetti del carattere dei personaggi.
Ovviamente, una Light ragazza non si comporterà proprio come un Light ragazzo. L'ho immaginata un po' più fredda, più razionale, più insensibile sotto certi punti di vista. Ma è risaputo che noi ragazze siamo più sadiche, no? XD
Chiudo qui, che è meglio. Man mano, nelle note, vi chiarirò magari perchè ho deciso di tagliare qualcosa, perchè ho cambiato una scena, eccetera. Se avete delle domande da farmi, potete benissimo porle nelle recensioni e vi risponderò.
Qualcos'altro da dire? Ah, sì... cambiare il sesso di Ryuk mi sembrava assurdo, non so se condividete questa opinione. 
Grazie mille per avere letto, mi farebbe molto piacere sapere che ne pensate!
Lucy
ps: tenterò di aggiornare in tempi brevi e con regolarità. Giuro.
  
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