Fandom: Hart of Dixie
Personaggi/Pairing(s): Wade Kinsella/Zoe Hart
Timeline: un giorno qualunque di un mese qualunque.
Challenge/Prompt: scritta per la V Notte Bianca @ maridichallenge, prompt Wade/Zoe – “Dammit, Zoe!”.
Note: voglio bene a questi due e voglio bene ad Alister
che li ha promptati ♥ (in realtà ero
partita con il prompt della chitarra, poi sono passata a questo mentre scrivevo
xD). E il titolo è stupidissimo, ma volevo
evitare di mettere di nuovo il prompt
come titolo.
Disclaimer: i personaggi di “Hart of
Dixie” non mi appartengono, purtroppo.
Tre di notte
«E questa tu la
chiami “musica”?»
Erano poche le cose
che Wade sopportava quando si trattava di Zoe Hart. Eppure riusciva sempre a
risponderle in modo sarcastico, in un modo o nell’altro. I battibecchi
tra di loro erano pane quotidiano per chiunque li conoscesse.
Alle tre di notte,
Zoe spalancò la porta della sua camera in pigiama e sputò quella
frase dopo l’ennesimo battibecco. Invece di risponderle a tono, si
limitò a lanciarle un’occhiata di sufficienza e riporre la
chitarra.
«Buonanotte,
Zoe.»
Zoe lo fissò,
sorpresa che avesse acconsentito così facilmente a spegnere tutto e non
risponderle male. Decise di bloccare con un piede la porta che Wade le stava
per chiudere in faccia, «Stai male, per caso?» domandò
schietta.
«Sto benissimo.
Voglio dormire.» sbottò Wade, rinunciando a cacciarla fuori.
Aggrottò le
sopracciglia, fissandolo mentre si infilava a letto, «Ti sei arreso
troppo facilmente.»
«Ho sonno.»
puntualizzò secco.
Lei spalancò
la bocca sconvolta, «Oddio, ti sei offeso!»
Wade si portò
il cuscino sopra alla testa nel sentire quelle parole, «Non sono offeso,
non sono arrabbiato, non sono niente.
Voglio solo dormire.»
Il materasso
cigolò, facendogli intuire che Zoe non si sarebbe arresa e avrebbe
indagato anche a costo di rimanere lì tutta la notte ad infastidirlo.
Sbuffò, levandosi il cuscino dalla faccia; la trovò inginocchiata
di fianco a lui, con i capelli per aria a guardarlo, con occhi divertiti. In quel
momento pensò che se non fosse stato tanto arrabbiato, l’avrebbe
presa in giro per essersi presentata da lui in quello stato.
«Ti sei offeso.
È ridicolo!» gli disse, mentre lui si alzava a sedere per
fronteggiarla, «Tu non ti offendi mai per quello che dico, al massimo mi
rispondi male!»
«Infatti non
sono offeso.» ripeté a denti stretti, scocciato.
«È così
strano vederti offeso.» continuò lei imperterrita.
«Dannazione,
Zoe!» esplose Wade. Solo lei riusciva ad esasperarlo fino a quel punto,
ma con quell’imprecazione ottenne come risultato soltanto una sonora
risata.
Zoe scese dal letto
prima che lui potesse decidere di lanciarle contro tutti i cuscini e si diresse
soddisfatta verso la porta. Quando si girò per augurargli la buonanotte,
lo trovò con le mani sul viso, nel tentativo di soffocare la
frustrazione e l’esaurimento nervoso che gli aveva fatto venire a quell’ora
di notte, in meno di cinque minuti.
«Comunque, non
intendevo che la tua musica fa schifo… o che non sai suonare la chitarra.»
disse Zoe, scrollando le spalle, «Solo che alle tre di notte diventa un
tantino insopportabile. Prova a suonare prima di quell’ora.»
Wade la fissò
un attimo, prima di scoppiare a ridere, «Non ero offeso.»
«No, certo che
no.» lo assecondò Zoe, chiudendosi poi la porta alle spalle.
Il mattino dopo,
Lavon si svegliò di botto nel sentire risuonare per tutta la tenuta un
urlo arrabbiato.
«DANNAZIONE,
ZOE!»
Con una smorfia,
ricacciò la testa sotto il cuscino: doveva decidersi a comprarsi dei
dannati tappi per le orecchie.