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Autore: CyanideLovers    22/06/2012    3 recensioni
sentire di provare qualcosa per una ragazza che non fosse Jenny era....come una sbornia.
Lo aveva completamente sconvolto;
quella sensazione....quella sensazione era diventato amore;
un amore bruciante che avvolte lo lasciava senza fiato.
Anche un povero diavolo ha diritto ad un'altra chance.
Julian, l'affascinante demone innamorato di Jenny, è tornato. dopo anni dalla sua morte è riuscito, neanche lui sa come, a tornare sulla terra. Trasformato in un essere umano si innamore di una misteriosa ragazza da gli ipnotici occhi viola. intanto una nuova minaccia è pronta a distruggere la pace che si è creata. un nuovo uomo ombra vuole vendicarsi per il tradimento di Julian e un nuovo gioco sta per iniziare.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Stranger in a Strange Land




Enemy of mine
I'm just a stranger in a strange land
Running out of time
we better go.. go.. go!
Angel or demon
I gave up my soul
I'm Guilty of treason
I’ve abandoned control
Tonight...
[Mio nemico/Sono solo uno straniero in terra straniera/che ha esaurito il proprio tempo/ Meglio andare...andare...andare!/ Angelo o demone/ Ho rinunciato alla mia anima/ Sono colpevole di tradimento/ Ho perso il controllo/ Stanotte...]
30 Seconds to Mars- Stranger in a strange Land




La musica si era interrotta di colpo lasciando il gruppo interdetto per qualche secondo. Erano messi tutti molto male: Julian aveva un taglio spaventoso alla testa e perdeva tantissimo sangue, era bianco come un fantasma e, benché avesse ripreso un po' di colore, ancora non riusciva a reggersi in piedi. Michael aveva sbattuto la spalla quando era stato attaccato dal lupo e ancora gli doleva. Ma in generale tutti erano stanchi e provati. Erano passate a malapena due ore e avevano già affrontato fin troppi mostri. Tom e Zack trascinarono fino alla fine del corridoio Julian, Michael e le ragazze dietro di loro, davanti a loro adesso si apriva un bivio. Fino ad allora avevano seguito la musica ed erano riusciti ad orientarsi in qualche modo, ora invece erano abbandonati a loro stessi.
-Forza Julian, dicci che strada prendere.- Disse Tom cercando di fargli alzare un po' più il capo, era in uno stato pietoso e sentiva il suo respiro affaticato che gli tagliava il petto come mille coltelli. Chiuse gli occhi e prese un profondo respiro, poi un altro e un altro ancora. Riaprì gli occhi, che per un momento erano diventati di nuovo luminosi, e indicò il corridoio alla sua sinistra.
-Da quella parte. Dobbiamo percorrere tutta la strada dritta e poi girare a destra...- se avessero sentito solo la sua voce avrebbero pensato tutti che fosse invecchiato di colpo e certo, quei capelli argentei non li aiutavano a combattere questa immagine nella loro testa. Ripresero a camminare sempre più velocemente, man mano che percorrevano quei corridoi riuscivano a percepire qualcosa. Sentivano parlare delle persone, c'era qualcuno che si lamentava o piangeva. Quando voltarono l'ultimo angolo, guidati da quelle voci, si ritrovarono davanti ad una scena grottesca.
Julian era in piedi e in piena forma e stritolava in gracile collo di Elly, togliendole il respiro. Aveva un braccio abbandonato lungo il corpo e gli occhi stretti come se cercasse di concentrare tutte le sue forze nel tentativo di allontanare il ragazzo con l'altro braccio. Julian fece scivolare il braccio dalla spalla di Zack alla quale era appoggiato rimanendo agrappato solo a Tom, chiuse anche lui gli occhi e iniziò a pronunciare una serie di rune. Latro Julian si voltò verso di lui trasformandosi in Leanan.
-Noooo- urlò quando dalle mani Di Julian saettò un raggio azzurro che la fece sparire. Quando la donna sparì, sparì anche la sua magia. Elly cadde a terra, ormai senza vita. Corsero verso di lei e Julian per la fretta di raggiungerla cadde a terra. Si rialzò velocemente e si mise accanto a lei alzandole la testa e scrollandola. No, non poteva essere.  
-Elly svegliati! Ti prego, ti prego, ti prego. Non mi importa se non vuoi dirlo. Ma devi, DEVI, aprire gli occhi.- I suoi occhi, un tempo carichi d'odio e di derisione per gli umani, e poi aperti ai mille colori del mondo, ora erano scuri di paura e spalancati come quelli di un bambino, le pupille enormi e dilatate per lo spavento. Era bianco perfino alla luce della luna che faceva capolino dietro le nubi. E tremava, tremava come una foglia. Jenny non lo aveva mai visto tremare in quel modo, ne era quando era morto ne quando lei stessa aveva rischiato di morire. Quello era un tremore diverso. Era la dimostrazione che Julian non l'aveva mai amata veramente. Perchè Julian stava piangendo. Teneva il capo nascosto tra i capelli corvini di Elly bacindone alcune ciocche, sussurrandole parole incomprensibili, in lingue a loro sconosciute. La abbracciava e la toccava, stringendola delicatamente, come se fosse il corpo fragile ed inerme di un uccellino.
-Svegliti, svegliati...sveglliati ti prego...- potevano sentire il cuore dell'uomo ombra che si spezzava ad ogni suo respiro. Era come un bambino a cui avevano strappato via l'unica cosa che amava.
-Julian... non possiamo fare niente, dobbiamo andare.- Disse Tom impacciato. Anche lui era rimasto atterrito quando aveva visto il corpo di Elly scivolare senza vita. Tuttavia, anche se sul suo volto comparvero alcune lacrime non poteva dimenticare che sua moglie, la donna che amava, e i suoi più cari amici, rischiavano di morire se fossero rimasti in quel luogo.Ma il ragazzo non sembrava averlo sentito, continuava a cullare la ragazza con gli occhi chiusi.
(Improvvisamente capì una cosa: Non era per lui. L'amore non era nel suo DNA, non scorreva nelle sue vene. Era un sentimento troppo complicato per essere compreso ed apprezzato per un essere creato e concepito per la distruzione. Tutto ciò che aveva sempre desiderato, l'amore umano, tutto ciò che aveva invidiato ai colori della terra, non erano per un mostro come lui.)
-Noooo. No, ti prego, non lasciarmi.- singhiozzò asciando che le lacrime bagnassero il suo volto. Quel dolore era peggio di qualsiasi altra tortura, sarebbe stato meglio morire.
-Julian, per favore...- disse Jenny avvicinandosi e sfiorandoli una spalla. Neanche quel lieve tocco riuscì a risvegliarlo dal suo trance, sembrava sempre più disperato.
-Cederei la mia anima per farti riaprire gli occhi. Navigherei all'nferno, percorrerei le valli più oscure, morirei, solo per riavere un tuo sorriso- Elly continuava a rimanere immobile, lasciando sprofondare Julian nella disperazione più totale. Non c'era nulla che pottesse fare? Avrebbe dato qualsiasi cosa per lei. L'anima, l'orgoglio, il potere. Cosa significavano senza di lei.
Lievemente, piano, come la farfalla schiude con cura le sue ali dopo essere uscita dal suo bozzo, Elly aprì gli occhi. Sbatté due o tre volte le palpebre senza capire cosa fosse successo. La sua mente era confusa, perchè Julian la stringeva con così tanta cura se la odiava??
-Hmmm...Julian?- sussurrò sfiorandogli il volto con la mano. A quel contatto il ragazzo sussultò. Quando la vide con gli occhi aperti spalancò i propi per lo stupore, la fiamma che si era spenta dietro di essi si riaccese con un grande vigore, Sfiorò a sua volta la guancia di lei, studiandola come se fosse il più grande e raro tesoro dell'universo. Poi, tuffò il suo viso tra i suoi capelli abbracciandola forte, assaporando il suo profumo, aveva bisogno di sentire che era calda e viva.
-Grazie!- le sussurrò all'orecchio. Lei sorrise dolcemente accarezzandogli i capelli, erano stretti in un dolcissimo abbraccio difficile da sciogliere. Elly sarebbe rimasta volentieri così per sempre, ma c'erano cose da fare e persone da salvare. Intorno a lei però in quel momento infuriava una festa come mai non se ne erano viste: Jenny e Tom si abbracciarono teneramente, Zack e Summer si scambiarono un bacio carico di timidezza e Audrey e Michael rimasero semplicemente ad osservarli tenendosi per mano.
-Cosa è successo?- Domandò Elly Alzando la testa dal collo di Julian. Aveva la bocca secca e impastata, e le labbra erano gonfie per lo sforzo.
-Fai piano.- Disse aiutandola ad alzarsi. Quando furono in piedi Julian dovette appoggiarsi al muro per non svenire. Era ancora più pallido, sembrava perfino dimagrito. Aveva i capelli rossi per tutto il sangue che aveva perso e ancora un visibile tremore alle gambe.
-Julian, ma cosa ti è successo?!- Domandò spaventata la bruna facendolo sedere.
-Prima...prima tu. Dimmi cosa è successo.- rispose chiudendo gli occhi e portandosi un braccio sul ginocchio per appoggiare la testa, non avrebbe avuto la forza di parlare se prima non chiudeva per qualche secondo gli occhi. Non aveva mai desiderato tanto un letto caldo nel quale addormentarsi.
Elly raccontò loro tutto, tralasciando qualche ''piccolo dettaglio'', e infine raccontò loro anche della sfera. La meravigliosa sfera che l'aveva stregata, ammaliata, che le avrebbe fatto vedere ed esaudito i suoi sogni. Mentre raccontava si strappò un pezzo della gonna e iniziò a fasciare Julian, dopodiché sistemò anche il braccio di Michael.
-Non ero io.- disse dispiaciuto guardandola dritto negli occhi. I suoi occhi erano di un blu innocente come l'acqua dei fiori norvegesi. In quel momento capì cos'era stato: Un meraviglioso quanto spietato principe delle tenebre, così bello che cederesti l'anima per un bacio e nello scambio ti sembrerebbe addirittura di guadagnarci. Intrappolato in una valle oscura, che avrebbe dovuto chiamare casa ma che non sentiva come tale. Uno straniero in terra straniera, un bambino concepito nel ventre della solitudine che aveva imparato a combattere con le unghie e con i denti per ciò che desiderava, anche quando si trattava d'amore. Il fuoco che vedeva nei suoi occhi era antico, molto antico, e bruciava per lei. Poteva vederlo, poteva sentire quanto fosse sincero perchè lei poteva riconoscere la verità in mezzo alle menzogne.
-Lo so.-
Ripresero a camminare, ma il percorso era sempre più tortuoso. Ad ogni svincolo che prendevano i corridoi diventavano sempre più stretti, tanto che in alcuni punti erano costretti a camminare in fila indiana, non avevano il tempo di riposarsi un secondo che un nuovo mostro li assaliva. Quando il "mostro" che tormentava la mente di Summer li aggredì Julian dovette scusarsi. In fondo era colpa sua se gli scarafaggi adesso le facevano più paura, forse era stata una cattiva decisione quella di farla mangiare da uno di quegli insetti giganti. Il castello era sempre più vicino, ma più si avvicinavano più i mostri aumentavano.  
Non si fermarono fin quando un enorme cancello di ferro non bloccò loro la strada. Davanti ad esso c'era un uomo in giuba nera che gli ostacolava il passaggio. Julian si voltò verso gli amici e fece segno di fare silenzio per poi avvicinarsi al soldato. Quando fu abbastanza vicino da scorgere il suo volto attraverso l'oscurità la guardia gli domandò chi fosse e cosa sapesse.
-So tutto.- disse il ragazzo ombra rispondendo solo alla seconda domanda.
-Allora potrai dirci perchè la fontana del mercato che, di solito, gettava vino, ora si è prosciugata e non dà più nemmeno acqua.-Rispose La guardia allargando leggermente le braccia con fare speranzoso.
-Devo pensarci. Se mi farai vedere la fontana e mi farai uscire dalla città te lo dirò- promise il giovane. Il soldato assentì entusiasta e li condusse all'interno della città.
-Julian, ma che...?- iniziò a chiedere Audrey, ma lui la zittì portandosi un dito alla bocca.
-Qui mi conoscono e sanno che sono un traditore, se mi scoprono siamo morti.- sussurrò così piano che a mala pena riuscivano a sentirlo. Attraversarono la città protetti al soldato fino ad arrivare alla fontana al centro della piazza, era enorme e bellissima ma non sgorgava neanche un goccia d'acqua. Le statue asciutte, senza i giochi d'acqua, sembravano tristi, come se i loro poteri d'incantare i cittadini si fossero esauriti. Senza mai pronunciare una parola, Julian salì sul bordo della fontana e si fece scivolare fino al fondo. Toccò il centro e poi risalì il bordo, disse che aveva capito cosa fosse successo e quando il soldato lo spronò a dirgli qual'era la causa di quel guasto Julian rispose soltanto:
-Un patto è un patto, quando saremo fuori dirò tutto.-
Detto ciò iniziò a camminare facendosi sorpassare solo dalla guardia che fece loro strada fino alle mura della città. Quando superarono il cancello che li avrebbe fatti uscire dalla cittadina Julian si fermò e tutti si raccolsero intorno a lui, compresa la guardia, e ascoltarono la risposta del ragazzo ombra: -C'è un rospo sotto la pietra, cercatelo, uccidetelo e la fontana darà di nuovo vino in abbondanza.-
La guardia li ringraziò e consegnò loro una chiave d'argento, poi chiuse il cancello e girò loro le spalle. Lo guardarono tornare al suo posto di guardia con passo militare, come un burattino impettito.
-Credi sia un messaggio di quella donna??- chiese Jenny quando il soldato fu lontano dalla loro vista.
-No. perchè me lo chiedi?- domandò Julian riprendendo a camminare.
-Si chiama ''esperienza personale''. Tutto quello che ci finiva fra le mani, nei tuoi giochi, erano sempre messaggi e indicazioni per il gioco.-
-Oh, quello? Si, hai ragione. Ma qui c'è una differenza sostanziale.- rispose dopo averci pensato un po'
-E quale sarebbe??-
-Mi annoiavo. Eravate dei giocatori davvero noiosi e se non vi avessi aiutato in qualche modo sareste morti o avreste perso subito. Leanan si vuole vendicare, e se moriremo presto lei potrà tornare a fare ciò che ama di più.-
-Moooooolto poetico.- commentò con stizza Tom, innervosito.
-Scusa. Non sono fiero di ciò che ero prima.- riprese a camminare, mettendosi la chiave nella tasca del soprabito, con uno sguardo basso ma deciso. Se avesse portato fuori da quel posto i suoi amici avrebbe cancellato quella macchia rossa, quella colpa, che gli ricordava costantemente quale mostro fosse.
dopo quasi mezz'ora di cammino si ritrovarono ancora una volta davanti ad un cancello nero. Come in un Déjà vu si ritrovarono davanti una guardia che sbarrava loro la strada. Anche qui il guardiano della porta gli chiese chi fosse e cosa sapesse.
-So tutto.- rispose il ragazzo dai capelli color argento, rispondendo come sempre alla seconda domanda.
-Allora potrai dirci perchè l'albero della nostra città, che di solito portava mele d'oro, ora non mette più nemmeno le foglie.-
-Lascia che io  tocchi l'albero e alle porte della città ti dirò perchè il vostro albero sta morendo.-
Come se ormai si fossero abituati  a quella strana pantomima lo seguirono lungo le strade di una città fiorente quasi quanto la precedente. Come aveva fatto con la fontana, toccò il centro dell'albero ad occhi chiusi e iniziò a parlare a mezza voce. Fatto ciò fece un cenno di assenso e iniziò a camminare dietro il militare che li condusse alle porte della città, come aveva promesso Julian si fermò davanti all'uomo e con fare sicuro disse:
-Uccidete il topo che rosicchia le radici e l'albero darà di nuovo mele d'oro.- Per ringraziarlo il guardiano gli consegnò una luccicante chiave d'oro, così brillante che illuminava la mano di Julian come una piccola stella.
-Forza, andiamocene.- Disse con aria truce mentre faceva scivolare nella tasca la piccola chiave.
-Come facevi a sapere quelle cose?- domandò Elly camminandogli vicino, curiosa. Stavano camminando con passo spedito e, anche se erano tutti molto stanchi, lei era felice che almeno lui stesse un po' meglio. Non aveva dimenticato il suo sguardo che indugiava sul suo corpo esanime, terrorizzato. Non avrebbe mai dimenticato quegli occhi lucidi e carchi di tristezza e paura.
-Me lo hanno detto quegli oggetti. L'albero e la fontana.- spiegò con un mezzo sorriso, incontrando il suo sguardo color glicine.
- Questa sarebbe la cosa meno strana, presumo.- Sentenziò lei con aria ironica. Julian la squadrò con uno sguardo carico di ilarità. Forse, pensò, forse non si stupirebbe neanche se da un momento all'altro mi spuntassero le ali, come quello stupido di cupido.
Sorrise e continuò a seguire la strada avvolto nell'oscurità della notte. Alla luce della luna i suoi capelli sembravano emanare delle scintille di un azzurro difficile da definire. Era bello come le stelle del cielo, i suoi occhi erano come uno specchio che riflette il paradiso, ma la fiamma che bruciava al loro interno era la più nera dell'inferno.

-Che succede qui??-
Elly si era completamente estraniata, tanto che non si era accorta del corridoio che si allargava e si divideva in altri due tunnel men che meno aveva notato lo strano ammasso di stracci che aveva parlato. Si guardarono tra loro. Che fosse un incubo?
-Niente.- rispose Julian avanzando di un passo, portando una mano davanti ad Elly e a gli altri in modo protettivo.
-Niente? NIENTE, TRA LA LA??- La sua risata sferzò l'aria. Dal cumulo di stracci si eresse Leanan in tutto il suo splendore. Emanava pura malvagità, sembrava così crudele che il Diavolo in persona l'avrebbe lodata e le avrebbe ceduto il suo regno per dimostrare quanto fosse fiero di tale crudeltà. Portava con fierezza un sorriso sornione e guardava con trionfo misto a rabbia Julian stanco e provato, indossava un vestito corto e nero che evidenziava la bellezza della sua pelle bluastra, i capelli sciolti che le incorniciavano il viso e le spalle erano bianchi come la neve ma diventavano neri come il vestito nelle punte.
-Che cosa vuoi, Leanan? I mostri sono finiti, non puoi farci nulla finché non arriviamo nel secondo livello. Le regole non si possono cambiare.- disse alterato Julian parandosi davanti a lei in tutta la sua altezza.
-Calmati principino. Conosco le regole e ho sempre vinto senza mai violarle. Avevo solo voglia di chiacchierare un po', è molto noioso osservarvi mentre vi muovete come formichine nel mio gigantesco labirinto. Allora Julian, hai trovato il coraggio che ti serve per dire a Jenny quello che hai provato a dirle quando stavate per entrare nel labirinto??.- come un gatto si era seduta sul muro del dedalo che, solo per lei, era diventato abbastanza basso da poter rimanere seduta e poter guardare dall'alto al basso i suoi ospiti.
-Che cosa mi devi dire?- domandò Jenny guardando negli occhi Julian.
-Niente di importante. Lasciala perdere.-
-Come niente di importante? Non vuoi farle sapere che quando sei morto sei finito qui? Non vuoi dirle quanto è stato doloroso e tremendo e spaventoso essere imprigionato in questo posto, solo come un cane, dove il tuo unico passatempo, tra una tortura all'altra, era pensare a cosa stesse facendo di bello con il suo adorato Tom my? Sicuro che non sia importante?- La sua espressione e il suo tono di voce erano simili ad una dama ottocentesca che raccontava una favola o che faceva una domanda impertinente. Faceva ondeggiare il suo sguardo languido tra Julian e Jenny con un sorriso mesto stampato sulle labbra.
-è vero Julian?- Domandò Jenny prendendolo per il braccio per farlo girare verso di lei. Julian non rispondeva, non faceva altro che guardare con aria truce.
-è vero?- insistette Jenny scrollandolo ancora.
-Si, è tutto vero. Sono rimasto qui per anni cercando un modo di uscire. Ma quei dannati incubi, e i miei genitori mi trovavano sempre quando ero quasi al castello. Oh, quelli della mia specie, poi, sono pieni di fantasie quando si parla di torture!- rispose esasperato. Teneva quel peso nel cuore da così tanto tempo che era quasi piacevole vedere lo sguardo colpevole di Jenny.
-Io non lo sapevo.-
-Lo so.-
-Pensavo fossi entrato in un sogno. Non avrei mai creduto che ti potesse succedere una cosa del genere.-
-Lo so Jenny, e credimi non sto dicendo che sia colpa tua. Ma quella volta, prima che i miei antenati arrivassero, ti avevo chiesto di attraversare quella porta. Non dovevi fermarti, per una volta non potevi arrenderti? Fingere che fosse stato solo un brutto sogno e dimenticarmi?- domandò con gli occhi scuri, carichi di domande troppo difficili per trovarvi risposte, dietro di esse, c'era tutta la confusione ed il rammarico per aver scoperto che dopo tutti quegli anni di torture aveva semplicemente sbagliato persona.
-Non potevo lasciarti li.-
-Se mi avessi lasciato li, voi ora non sareste qui. Ma se tu non fossi tornata io non avrei mai conosciuto Elly e, forse, tutto quel tempo e tutto quel dolore sono serviti a qualcosa.- Sembrava tranquillo. Era così bello vedere la pace nei suoi occhi. Guardava Elly come se fosse l'angelo che lo aveva tirato fuori dall'inferno.
-Oh, odio questi sguardi sdolcinati. Dov'è l'odio, il senso di colpa, la rabbia?! Non la odi per quello che ti ha fatto, July caro? Conosco la tua razza. Voi non sapete neanche cosa sia l'amore! Voi distruggete tutto.- Ogni sua parola era carica d'enfasi, di passione, di forza. Ma Julian la guardò con scherno, con un meraviglioso sorriso rilassato.
-Non puoi farci nulla. non al momento, almeno.- concluse infine.
Sconfitta, Leanan scomparì in mille farfalle nere che svolazzarono intorno a loro per tre volte come un uragano prima di librarsi in aria lasciandosi dietro solo la sua voce, che con aria grave diceva:
Tutto ciò che possiedi è l'ennesima cosa che un giorno perderai.

Nel gruppo era calato il silenzio. Quelle parole avevano gelato il sangue nelle loro vene, ma la determinazione che stava nascendo in loro non era venuta meno. Erano forti, potevano farcela. Eppure qualcosa si era infranto, dentro di loro, dietro i loro sguardi. Julian li aveva chiusi in una casa e costretti ad affrontare i propri incubi, li aveva lasciati indifesi, li aveva umiliati e fatti passare per assassini. Era stato spaventoso, crudele, ignobile e cattivo, ma allo stesso tempo onesto,leale. Così leale da sprofondare lui stesso nelle sue stesse emozioni e di soffrire.
Così speciale, così antico. Eppure così dannatamente umano. Tutto il contrario di tutto, non si era sempre definito così??
-Siamo arrivati.-Rumpe il silenzio indicando un fiume, nero e gorgogliante, così profondo da far paura. Le acque turbinavano con forza, potenti.
-Che significa''siamo arrivati''? Non c'è niente qui.- Domandò Dee indicando davanti a se.
-C'è il fiume.-
-Si, ma non possiamo di certo attraversarlo a nuoto! Non puoi creare un ponte o roba del genere?- contestò ragionevolmente Audrey.
-Ceeeeeerto, e come no!- Rispose ironico -Non posso fare quello che voglio. Ci sono delle regole da seguire.- Commentò per poi sedersi per terra a gambe incrociate.
-E cosa facciamo ora?- Domandò Zack mettendosi di fronte a lui.
-Aspettiamo il traghettatore.-
-E ti sembra una mossa furba?- Domandò Dee come al solito piena di energie, pronta a combattere al primo ostacolo.
-Che altro potremmo fare? Non possiamo, volare, nuotare, materializzarci dall'altro lato e di sicuro non possiamo trasformarci in pesci.- Julian sembrava scocciato di quelle domande così insistenti e stupide.
-Si ma... e se il traghettatore, come lo chiami tu, non arrivasse mai? Potrebbe aspettare tranquillamente dall'altra parte del fiume che passino le dieci ore.- Il suo ragionamento non faceva una piega, ma Julian curvò il capo da una parte come se stesse ascoltando una conversazione vagamente interessante.
-Non può barare. Il traghettatore sarà qui tra poco, fidatevi.- come a confermare le sue parole, dopo una decina di minuti, una piccola barchetta sormontata da una figura incappucciata si fece largo tra le acque. Quando fu sulla riva li osservò tutti, studiandoli.
-Chi siete? cosa sapete?- domandò con voce cavernosa. Il mantello gli copriva tutto il corpo, lasciando scoperti solo gli occhi rossi come la brace.
-Tutto- rispose Julian alzandosi da terra.
-Dimmi allora, per piacere, perchè devo andare su e giù sul fiume senza che nessuno mi dia mai il cambio-
-Aspetta che tori e lo saprai.-
Felice, il barcaiolo li fece salire sulla piccola barchetta e iniziò a remare. Passato il fiume, approdarono su una terra nera come la pece, il un bosco nero come la notte. L'uomo guardò con tremore la foresta ma rivolse uno sguardo speranzoso a Julian, attendendo la sua risposta.
-Quando verrà qualcuno che ti chiederà di passare il fiume, mettigli in mano il remo e sarai libero.-
-Oh, Ti ringrazio ragazzo. E visto che io non sono una guardia e non posso consegnarti ne chiavi ne castelli, ti concedo di pormi una domanda.-
-In questo caso...da che parte per il castello?-



****
Buongiorno! :D
allora oggi non ho molto da dire. come avete potuto vedere non ho ucciso davvero Elly (mi sarebbe dispiaciuto, poveretta u___u)
mhà, in questo capitolo mi sono data agli indovinelli (che adoro. e poi a Julian piacciono no??)
sono presi in prestito da una vecchia storia che mi raccontava sempre mia nonna intitolata ''i tre capelli d'oro del diavolo''
in ogni caso:
la canzone all'inizio si chiama (come avrete già capito) Stranger in a Strange Land dei 30 Seconds to Mars.
mi piace da morire e la trovo perfetta per descrivere Julian, il nostro demone preferito tra cielo e terra :)
vorrei solo avvisarvi che andrò in vacanza e non potrò scrivere per un po' quindi i capitoli potrebbero tardare, ma cercherò di farli più lunghi per rimediare.
un mega salutone a tutti :**
un bacione
CyanideLovers 
   
 
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