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Autore: gaccia    22/06/2012    18 recensioni
"Aiuto mi si è allagata la casa!" a quanti è capitato? in questo caso che si fa? si chiama l'idraulico.
E normalmente arriva un uomo basso, grasso, calvo a un passo dalla pensione... a volte però i sogni proibiti si avverano ed arriva un adone di 'dottore dei tubi'
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Ciao a tutti,

eccomi pronta per un nuovo capitolo e un bannerino che ho già postato nello scorso capitolo, modificando quello che c’era.

È un regalo per tutti noi da Anto_Pattz e devo dire che quando l’ho visto sono esplosa, prima in risate e poi in complimenti… soprattutto la parte degli amici… E’ LEI! Davvero azzeccato.

 

Avevo premesso che questo era l’ultimo capitolo ma me ne è uscito un altro che allieterà il vostro prossimo venerdì. Pertanto godetevi il penultimo ufficiale di un arancione intenso!

Buona lettura…

 

 

 

«Pronta?» mi chiede guardandomi fisso negli occhi.

«Pronta» rispondo, passandomi la punta della lingua sulle labbra.

Annuisce ed alza il ricevitore «Pronto?» dice con la sua voce sexy.

Un brivido mi corre lungo la schiena, se parlerà così per tutta la sera lo sbatto al muro e lo stupro seduta stante!

 

«Lo sapevo che le cose si sarebbero fatte calienti!» dice Gary soddisfatto. Insomma, non sono una che scopa ogni tre secondi ma neanche una suora! Sembra che sia preoccupato che non faccia prendere abbastanza aria alla mia vagina… o forse Max lo sta tenendo a stecchetto? È fissato, ninfomane!

 

“Pronto? Sono Karen… ti prego, dimmi qualche cosa di bello, fammi dimenticare il resto del mondo…  ti prego” dice una voce bassa e roca e decisamente eccitata. Caspita! Questa è partita in quarta… anche se trovo qualche cosa di strano nella voce, ma l’esperto è Edward, quindi lo lascio fare e guardo attenta e curiosa.

Lui fissa il suo riflesso nello specchio appeso al muro oltre la scrivania, aggrotta le sopracciglia e sospira rumorosamente.

«Vuoi che parli, Karen? Vuoi che ti tocchi? Vuoi venire per me?» chiede suadente, mentre nel frattempo scrive un biglietto prendendo un foglio dal notes posato vicino al telefono.

“Voglio sentire le tue mani… annullare i miei sensi… sentire le tue dita sulla mia pelle…”. Karen geme ed io penso che si stia già accarezzando immaginando Edward su di lei. La mente è davvero un potente strumento di illusioni e qui si gioca proprio su questo.

«Ti sto toccando… non senti? Le mie mani sono sul tuo ventre… con le dita ti sfioro l’ombelico… è perfetto, ovale, conico, proprio come piace a me» sussurra l’idraulico e sono talmente assorta dalla conversazione che sobbalzo quando mi prende la mano e mi infila il foglietto tra le dita facendo segno di stare zitta.

Stupita, leggo ‘Vai alla stanza 7 (c’è il numero accanto alla porta) e dì a Jared che c’è il suo trans preferito sulla 2. Chiedi di occuparsene lui e se vuole, di passarmi il suo cliente di adesso’. Spalanco gli occhi sorpresa. Allora ci sono i clienti abituali.

Scendo silenziosamente dalla scrivania e raggiungo la stanza indicata. Busso e cauta apro. Due ragazzi bruni si stanno baciando con passione sul divano… per un attimo mi sembra di vedere Gary e Max in una delle loro sessioni a porte chiuse.

 

I due interpellati ghignano divertiti.

 

«Ciao» mi dice quello steso sopra. Fortuna che hanno ancora i pantaloni, anche se le magliette sono volate da qualche altra parte e i loro toraci muscolosi attirano il mio sguardo come una calamita.

 

«Noi gay siamo i più belli» si vanta Gary e Max annuisce mentre Amber e Lucy seppelliscono la faccia tra le mani e Rosalie gli ride in faccia. Sono opinioni, meglio non approfondire.

 

«Tu chi saresti?» chiede alzandosi e venendo verso di me. È poco più alto di me, ma grosso il triplo, mi fa un pochino impressione.

«Ho accompagnato Edward, siamo alla 3. Tu sei Jared?» al suo cenno affermativo, proseguo «Mi ha detto di riferirti che c’è il tuo trans preferito sulla 2 e di occupartene tu, passandogli il tuo attuale cliente» ripeto diligente.

«Oh! Hai sentito Quil? C’è Karen! Era da una settimana che non la sentivo… dai che ci divertiamo! Come vedi ora non ho nulla, piccola. Potete godervi il tempo libero per ora… salutami Eddy» e così dicendo si volta verso il telefono e schiaccia dei pulsanti. Un attimo dopo la stanza è piena di sospiri di quella che mi sembra una Karen (o un Karen) in partenza per la luna. Agito la mano in segno di saluto ed esco, tornando rapidamente dal mio idraulico.

«Fatto» annuncio chiudendo la porta alle mie spalle. Edward sorride alzando lo sguardo dal  cruciverba che sta studiando.

«Adesso aspettiamo un’altra telefonata… cosa vuoi fare, nel frattempo?» chiede posando la penna sulla scrivania.

«Raccontami come sei finito qui dentro» suggerisco.

«Niente di particolare. Mi trovavo in uno studio di registrazione per doppiare un film porno straniero… credo che fosse russo… o cinese, non ricordo. Comunque a un collega che doppiava l’altro “attore” diciamo, è piaciuto il mio modo di ansimare…» e qui si lascia scappare una risata «e mi ha passato questo indirizzo, se volevo arrotondare le mie entrate. Il tizio era Jared… e prima che tu possa chiedermelo, no. Non ci ha mai provato con me perché ha capito subito che ero e sono etero convinto» afferma

«E come l’ha capito?» lo stuzzico.

«Ero andato allo studio con una ragazza e mi ha beccato quasi al dunque durante una pausa» risponde leggermente imbarazzato.

Questa rivelazione mi lascia una sensazione di rabbia nello stomaco che cerco di scacciare immediatamente. Non posso essere gelosa di un ragazzo appena conosciuto, oltretutto per qualcosa accaduto tempo addietro. Ridicolo. Mi sforzo di sorridere e continuo con le mie domande.

«E’ da tanto che lavori qui?».

«Sei o sette mesi, ci passo due o tre sere la settimana… non è pesante e con gli altri ci divertiamo anche» risponde tranquillo. Non capisco cosa intenda per divertirsi e sto per chiederlo, quando sento bussare alla porta ed entrare Embry.

«Tra mezz’ora arriva cibo cinese… per voi va bene? Ero un poco stufo di pizza. Credo che Jared e Quil ne avranno ancora per un bel pezzo…» poi si rivolge direttamente a me «Se vuoi, sotto abbiamo la WII se ti scocci a guardare lui che ansima come un vecchio motore diesel. Io sono un vero campione… ti faccio compagnia» e sorride.

«Grazie, Embry, quando arriva la cena, scendiamo. Per la compagnia a Bella, ci penso io, non ti preoccupare» interviene Edward, facendomi sedere sulle sue ginocchia ed avvolgendomi la vita con un gesto protettivo e possessivo.

«Okay! Ci ho provato. A dopo» e senza perdere la sua allegria, Embry esce dalla stanza, lasciandoci soli e stretti l’uno all’altra.

Edward mi attira verso il suo torace e la mia schiena si adagia trovando una posizione comoda e perfetta. Intanto con la mano mi accarezza leggero il fianco e la pancia.

«Embry ci prova sempre con tutte le ragazze che porti qui?» chiedo, o meglio, indago.

«Credo che Embry ci provi con tutto ciò che respira ed abbia un buco dove poter infilare il suo arnese… io però non ho mai portato ragazze qui. In realtà non frequento molte ragazze». Sono felice di essere la prima ad entrare lì e soprattutto di non dover affrontare troppa concorrenza.

Mi scosta i capelli dal collo e mi lascia un delicato bacio alla nuca, che mi incendia i sensi. Sospiro rumorosamente e sento il suo alito sulla spalla coperta dalla sottile spallina della maglietta. Sta sorridendo della mia reazione, lo sento, ma non mi preoccupa minimamente la cosa, voglio solo che continui a stuzzicarmi così, con calma e tenerezza, facendomi pian piano impazzire.

All’improvviso sento lo squillo del telefono e sobbalzo. Vorrei alzarmi ma lui me lo impedisce ed io rimango spalmata sul suo petto, mentre respira lento e risponde a voce alta al telefono che ha impostato sul vivavoce

«Pronto» dice con voce roca, bisbigliandomi poi all’orecchio «Non un fiato, mi raccomando» indicando la lucina del microfono.

“… Oddio… che faccio adesso?...” una voce leggermente stridula ed imbarazzata, riempie la stanza, ed io cerco di non sbottare in una risata.

«Parlami… io sono Paul, tu come ti chiami?» chiede suadente Edward prima di baciarmi dietro all’orecchio, spezzandomi il respiro.

“Claire… mi chiamo Claire” risponde leggermente più calma.

«E’ la prima volta che chiami?» chiede cortese.

“…Sì… sì… ecco… io… non so cosa fare…” è imbarazzata… si percepisce chiaramente.

«Se vuoi possiamo parlare… credo che tu ne abbia bisogno». Edward ha abbassato il tono della voce, passando al confidenziale.

Sentiamo un singhiozzo da parte di Claire “… Oggi, ho trovato… il mio ragazzo a letto con un’altra… e volevo fargliela pagare… ma non ho avuto il coraggio di andare con un uomo a caso… pensavo che così fosse più semplice… oddio! Scusami…” comincio a chiedermi se questa è una linea erotica o un call center per supporto psicologico.

«Non preoccuparti. Mi dispiace per questa situazione. Tu lo amavi molto?» chiede cortese, staccandosi leggermente dal mio corpo. Sembra interessato alla telefonata.

“Sì… lui è stato il primo e l’unico” risponde la ragazza.

«Ma se sapeva quello che provavi per lui e ti ha tradito lo stesso, allora non ti merita. Non devi neanche pensare alla vendetta. Non devi abbassarti al suo livello, devi solo vivere e voltare pagina. So che è difficile ma non è scopandoti un reggimento o telefonando a me che risolverai il problema» risponde dolcemente Edward. Ha ragione, mai perdere il rispetto di se stessi. Se noi non ci rispettiamo per primi, chi altri può farlo?

“Hai ragione… grazie Paul” dice un pochino più sollevata.

«Adesso fatti bella ed esci con le amiche, vai al cinema e guardati un film di azione oppure, meglio ancora, uno comico demenziale, da morire dal ridere. La risata è la miglior cura e sono sicuro che la tua sia stupenda» incoraggia sorridendo soddisfatto.

Immagino Claire che annuisce convinta dopo aver chiuso la telefonata con un “Vado, ciao”.

«Dobbiamo farle stare al telefono, più parlano, più pagano. Per questo siamo anche un pochino psicologi e consulenti» spiega posando il ricevitore.

«Andiamo a cena?». Guardo l’ora stupita. È già passata quasi un’ora e non me ne sono accorta. Merito delle mani o della voce di Edward, mi estrania dal mondo.

 

«Hai tutta la mia comprensione» dice Rosalie portando le mani sul cuore.

«Non mi rubare le battute» la schiaffeggia bonariamente sulla spalla la piccola Amber.

«Però, non pensavo che in una hot line ci fossero questo genere di telefonate… sin’ora non abbiamo sentito niente di quello che mi aspettavo» dice Lucy perplessa.

«Ed è solo l’inizio» confermo.

 

Sul tavolo in salotto, troviamo i pacchetti della nostra cena e nessuna traccia di Embry. Mangiamo tranquillamente continuando a chiacchierare. Più conosco Edward e più mi accorgo che mi piace molto, come persona, ancora di più che come corpo.

«Torniamo su?» chiede appena finito «Scusami, ma questa sera siamo pochi e stiamo arrivando all’orario con più traffico» mi spiega indicando il grande orologio appeso al muro accanto le scale.

Infatti, appena entriamo nella stanza inizia a squillare il telefono.

«Al lavoro» borbotta Edward mettendosi seduto alla scrivania, mentre io mi appollaio sopra.

«Pronto» dice con voce rilassata inserendo il vivavoce.

“Cazzo! Ho sbagliato riga! Questo è un uomo!” dice un vocione contrariato. Ricorda un camionista, ed evidentemente voleva sentire una voce femminile… non credo che Edward possa fare molto in questo caso.

Non so cosa mi spinga, ma intervengo immediatamente, lasciando l’idraulico a bocca aperta dallo stupore.

«No… scusami…» faccio finta di tossire «Dimmi tutto, tesoro» dico cercando di rendere sexy la mia voce.

Edward sorride e mi fa cenno di continuare.

“Ciao amore. Questa sera ho voglia di sentire porcate… ho voglia di farmi una sega mentre sento che gemi per me… ho voglia di sesso…” dice ed io guardo Edward implorando aiuto. Subito lo vedo scrivere frettolosamente sul notes.

Chiedigli dove si trova adesso e cosa sta facendo”.

Ripeto diligente la frase, cercando di sembrare maliziosa ed Edward annuisce.

“Sono sul divano di casa ed ho appena finito di guardare un porno… ma non mi è bastato, porca troia” esclama.

“C’è nessun altro in casa? Siamo soli noi due? Allora lasciati andare, per me”.

Arrossisco ripetendo il suggerimento scritto sul foglietto. Ho paura di essermi cacciata in un bel guaio.

“Siamo soli, piccola. Tu, io e il mio uccello in tiro da paura” risponde ridendo sguaiato.

Io faccio una smorfia di ribrezzo, mentre Edward si trattiene dallo sghignazzare e scrive altri suggerimenti.

«… Allora, spogliati, fallo per me… voglio pensarti nudo sul quel divano…» sussurro mentre mi imbarazzo sempre di più a dire cose del genere a quello che mi immagino un brutto, vecchio, grasso e bavoso, porco di cinquantenne pelato pieno di pulci e con un olezzo nauseabondo.

“Anche tu ti devi spogliare e poi devi descriverti… voglio immaginarti davanti a me che ti tocchi” ordina perentorio.

Edward si alza velocemente e mi fa scendere dalla scrivania. «Se non riesci ad immaginare ti posso aiutare io» mi bisbiglia all’orecchio prima di togliermi repentinamente la maglietta e voltarmi verso lo specchio appeso al muro.

Sono in reggiseno e pantaloncini e la mia schiena è appoggiata al torace perfetto del mio idraulico preferito. Lo sapevo che finivo nei guai, ma questo genere particolare non mi dispiace per niente, a parte il leggero imbarazzo che sento adesso.

Chi sono? Cosa sto facendo? Ah, sì! Sono al telefono con un pervertito e sto per fare sesso telefonico e magari (spero) anche dal vivo.

Edward inizia a carezzarmi le spalle e le braccia per poi passare ai fianchi e al ventre, lentamente e con i palmi ben aperti. Le sue dita sono leggere come piume e la mia pelle si sta coprendo di brividi mentre cerco di ricordarmi come respirare.

«Guardati e descriviti a voce alta» mi ordina, bisbigliando all’orecchio.

«Sono in piedi… davanti a te… ti sto guardando negli occhi… ho solo un reggiseno ed i pantaloncini addosso» biascico a voce alta e mi arriva un sospiro rumoroso dal microfono.

“Togliti i pantaloncini” ordina roco il camionista.

Alle mie spalle, Edward sorride ed allunga le mani verso il bottone dei miei short. Con un gesto secco, sgancia l’asola, fa scendere la zip ed infila me mani all’interno per aiutarmi a far scendere l’indumento che si affloscia a terra.

Sospiro «Abbassi la zip e fai scendere i pantaloncini lungo le mie gambe…» dico con il respiro accelerato. Se questa è una recita, prenderò un oscar per l’interpretazione convincente che sto regalando al pervertito.

“Sì… ti sto toccando le gambe lisce… ti piace? E tu mi stai toccando l’uccello… Dio come sei bella! Descrivi, descrivi altro… ah” geme. Sento che sta smanettando il suo arnese ma in questo momento i miei sensi sono tutti rivolti alle mani che mi stanno accarezzando le cosce. Le stesse mani che si portano dietro la mia schiena e sganciano il reggiseno, per poi abbassare lentamente le spalline e farlo scivolare sulla scrivania, vicino ai cruciverba.

«Sono tre giorni che non dormo dal desiderio di toccartelo» un altro bisbiglio roco al mio orecchio mentre stringe un seno e mi fa gemere vergognosamente, soprattutto guardando il suo viso che, riflesso nello specchio, mi sta letteralmente divorando con gli occhi.

«Ho sganciato il reggiseno… l’ho tolto e mi sto accarezzando i capezzoli… li stringo… ah!» gemo mentre Edward mette in pratica quanto sto dicendo e pizzica le punte, eccitandomi ancora di più. Ho le palpebre pesanti, vorrei chiudere gli occhi ed abbandonarmi alle sensazioni che sento.

«Guardami» soffia nuovamente al mio orecchio, intuendo il mio desiderio, e non mi resta che spalancare gli occhi, mentre il mio petto si solleva ritmicamente per il respiro affannato che ho.

 

«Cristo! Sto per venire nelle mutande!» esplode Max a bocca aperta.
«Trattieni lo sperma, amore, mi sa che non è ancora finita…» commenta Gary.

 

“Sì… ti voglio sentire… sì… ah… ah” il camionista geme sempre più forte. “Toccati… infila la mano nelle mutande… e… fammi sentire che ti piace” ordina. Da come mormora sconnesso, la cosa non durerà ancora a lungo e non so se esserne felice, perché finalmente metterò fine a questa telefonata imbarazzante, o triste perché Edward smetterà di mettermi le mani addosso… anche se spero che continui.

Infatti, appena sente il cliente, il mio idraulico comincia a far scendere la sua mano verso le mie mutandine di pizzo, mentre l’altra sta ancora massaggiando il seno.

Non ce la faccio più! Ho una voglia di saltargli addosso e strappargli i pantaloni da sembrare un’infoiata scatenata. Che Dio mi aiuti! Ho voglia di scoparmelo sino a scoppiare.

«Ah… mi… mi sto toccando… sono bagnata… completamente… ah!» quando sento la pressione sul clitoride mi tremano le gambe. Non riuscirò a rimanere in piedi per molto, ancor meno a guardare nello specchio mentre mi palpa in questo modo.

“Ah… Sì! Ah” un lungo grido seguito da un grugnito animalesco, ci fa capire che il pervertito ha finito la sua corsa.

“Fantastico! Grazie, tesoro” e chiude la comunicazione.

Spalanco gli occhi per la sorpresa, mentre la mano di Edward scivola lentamente fuori il mio intimo. Cerco di tirare il fiato per regolarizzare il respiro. Mi sento stremata come se avessi corso per cinque isolati.

Lentamente mi volto verso di lui e lo guardo fisso negli occhi.

 

«Scusami… non ho capito una cosa: sei venuta?» chiede Amber.

«Ehm… no» rispondo.

«NO! Che dramma! Spero che la cosa sia… maturata!» rimarca Gary con uno sguardo comprensivo.

«Puoi scommetterci la prossima scopata! Non esiste che la nostra Bella si faccia lasciare a metà strada!» ribatte Max convinto e curioso come una comare.

 

Appoggio i miei palmi sul suo torace e sento il secco tamburellare del cuore. Lui non ha ancora lasciato i miei fianchi ed io sono praticamente nuda a pochissimi centimetri dal suo corpo. Sento che mi vuole, lo vedo dai suoi occhi, scuriti, pieni di desiderio e ci potrei scommettere la mia prossima lode a un esame, che anche i miei hanno lo stesso sguardo affamato.

«Non voglio che ti fermi» mormoro.

«Non voglio fermarmi» risponde e mi bacia, con foga, desiderio, lussuria. Un caleidoscopio di emozioni mi travolgono e la frenesia diventa padrona.

Gli tolgo velocemente la canotta e gli sfilo i pantaloni. Adesso siamo equamente svestiti e, a vedere come svetta il suo arnese racchiuso nei boxer in microfibra, sento l’acquolina in bocca per quanto mi sta per capitare.

 

«Hai la bava!» esclama Max.

«Ora si che le possiamo dare della lumaca in calore» ribatte Lucy.

 

Le mani continuano a toccare l’altro. Petto, culo, fianchi, spalle. Le labbra assaggiano la pelle. Collo, mento, seno, sterno, pomo d’adamo. Sono morsi, sono leccate, sono baci leggeri. Non c’è più controllo, solo la frenesia di volersi e di appartenere.

Edward si stacca con il fiato corto ed allunga una mano verso il telefono. Siamo ancora in piedi davanti alla scrivania, ma non vedo l’ora di stendermi sul divano che ci sta chiamando a gran voce e, giuro, non ho le allucinazioni.

«Meglio che stacco le c…» il suo indice non riesce ad arrivare al pulsante che il trillo perentorio avvisa una nuova chiamata in entrata.

«Cazzo!» dice.

«Merda!» dico.

 

«Fanculo!» questo è Gary.

 

---ooOoo---

 

Angolino mio:

Okay, è vero, le interruzioni sul più bello me le studio di notte e le scrivo di giorno. Oltretutto, questa storia è piena di stop telefonici che davvero mi sembra di scrivere in cerchio: torno sempre all’inizio.

 

Detto questo, spero che questo capitoletto vi sia piaciuto… io l’ho trovato stuzzicante. Poi, vedete voi! Adesso sono a palla, vedremo come risponderanno al telefono, e soprattutto chi sarà! (si accettano scommesse)

 

Sorprese nel prossimo capitolo.

 

Adesso termino con i ringraziamenti particolari a chi mi ha recensito in questi otto capitoli, dando voce alle sue perplessità, aiutandomi e spronandomi a continuare e a finire questa storiella che spero abbia divertito tutti quelli che l’hanno letta.

Un grossissimo ringraziamento accompagnato da due calorosi e bavosissimi baciotti per guancia (tranquilli, ho solo il raffreddore, ma via internet non sono contagiosa) a:

Perrypotter

Katia Cullen

Paperacullen

Cri riga

Moni68

Lalayasha

Giova71

Corny83

Alice_Nekkina_Pattinson

Sidney90

Anto_Pattz

Meggyna96

Maryc

Artemide88

Marabgo

Capricciobiondo

Wolfvale

Suellen

Bambola_e_bibola

Nehenia

Betta Masen

Cullengirl

GnappyL

Silvina73

Erika1975

Pandina90

PoisonHeart

Marco

Dreamer_56

Paride

Monica87mi

Jennij

Mix

 

Non mi resta che rinviare al prossimo venerdì la lettura dell’ultimo capitolo.

Grazie per l’attenzione

Alla prossima

baciotti

 

 

  
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