Come la notte che ricopre tutto distendendo i suoi tetri raggi sul paesaggio
si scontra con il sole che tutto riscalda durante i caldi mattini d’estate;
come il fuoco che brucia nel cuore quando tu mi passi accanto
si erge contro l’acqua del fiume di indifferenza che scorre tra noi;
come l’aria che respiriamo e che ci rende la vita,
insieme alla terra, nostra eterna madre, che ci protegge,
come due elementi opposti e nel contempo complementari,
cosi noi viviamo la nostra vita, lontano l’una dall’altro
sognando da una finestra durante l’ultimo tramonto
una possibilità, anche una sola, di poter passare la vita insieme,
ma come può la morte restare affianco alla vita?
Per definizione una è l’esclusione dell’altra
e quindi non possono coesistere. Sono leggi della natura…
Chi siamo noi per cambiarle?
C’è chi dice che esista un ultimo elemento
che non viene mai citato come tale,
qualcosa che ricorda ogni giorno all’uomo
il piacere di poter gridare al
mondo:
”Ci sono anch’io” e “Sono qui per te”
Potremmo mai noi farlo?
Potremmo mai avvicinarci e dirci che è tutto indifferente
che nulla importa quello che succederà…
che a nulla serve preoccuparsi per quelle che saranno le loro reazioni?
No, non potrà mai succedere…
Noi siamo troppo diversi e nel contempo troppo uguali…
Starti accanto sarebbe per me il miglior regalo in questo giorno
in questo ultimo giorno…
Ti vedo al di la di quella linea che segna un confine immaginario tra le due fazioni
un confine che per noi è diventata una barriera insormontabile…
Ecco si comincia… Ricordi la promessa amore mio?
Ti vedo correre nella mia direzione e io faccio lo stesso,
è l’unico modo, continuo a ripetermi che è l’unico modo…
“AVADA KEDAVRA”…
Ecco è tutto finito, non sento più nulla, solo un grosso vuoto
ma so anche che una parte di quel vuoto si è già riempita,
tu sei di nuovo qui con me mio dolce angelo.