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Autore: Oh miseriaccia    22/06/2012    0 recensioni
E’ dal 1997 che Eleanor Martha O’Connor vive nell’ospedale Addenbrooke's in Cambridg. A lei piaceva la sua vita così com’era, monotona. La mattina andava alla reception per salutare l’ex infermiera che cercava di aiutare altri malati, prendeva il caffè con scarsi risultati, passava per la stanza 201 per salutare George e Camille, andava nel reparto tumori per giocare con i bambini e poi, dopo aver parlato con gli altri compagni ritornava nelle stanza guardando silenziosamente cosa succedeva e, quando proprio si annoiava, cominciava a lamentarsi alla reception. Insomma, per lei era il massimo del divertimento ma mancava qualcosa..
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E’ dal 1997 che Eleanor Martha O’Connor vive nell’ospedale Addenbrooke's in Cambridg. A lei piaceva la sua vita così com’era, monotona. La mattina andava alla reception per salutare l’ex infermiera che cercava di aiutare altri malati, prendeva il caffè con scarsi risultati, passava per la stanza 201 per salutare George e Camille, andava nel reparto tumori per giocare con i bambini e poi, dopo aver parlato con gli altri compagni ritornava nelle stanza guardando silenziosamente cosa succedeva e, quando proprio si annoiava, cominciava a lamentarsi alla reception. Insomma, per lei era il massimo del divertimento ma mancava qualcosa.. a lei mancava il fatto di non poter essere la solita adolescente con problemi d’amore. In quel ospedale c’era moltissima gente, anche perché è stato costruito nel 1978, ma non c’era qualcuno di cui potesse innamorarsi. Non c’era quel qualcuno che aveva il filo rosso collegato con il suo mignolo e per lei questo era più triste del fatto di essere un fantasma.

Il lunedì mattina iniziò come tutti i giorni della settimana. The Beatles nello stereo che faceva partire sempre Mike Dyle, un militare di 25 anni morto negl’anni ’80 per tumore, le solite infermiere che si lamentavano dello stereo che si accendeva da solo, Monique Anystreet che dava aiuto ai nuovi fantasmi preceduti poche ore prima ed Eleanor che andava a salutare George e Camille. Entrò nella stanza 201 notando nuovi particolari. Vide che i due erano seduti sul letto vicino alla finestra e che guardavano il letto opposto al loro con aria di curiosità e di sorpresa e sentì dei passi e dei pianti che si avvicinavano sempre di più, per poi attraversare il suo corpo.
Eleanor, curiosa, chiese ai due anziano: ”Che succede qui? Nuovi fantasmi o i soliti malati?” George e Camille le sorrisero per poi riguardare il corpo steso nel letto opposto, Eleanor continuò a fissarli con lo sguardo che equivaleva a dire “Mi date una risposta?” George dopo dei minuti in silenzio senza degnare di uno sguardo Eleanor decise di parlare: “Quel ragazzo è in coma” lo disse con un pizzico di tristezza, poi Camille prese parola: “E abbiamo paura che sia..” Eleanor giurò che se non fosse stato per il fatto che i due erano fantasmi la coppia avrebbe pianto tra un paio di secondi, “E avete paura che sia?” Cercò di tirarle le parole da bocca, si stava iniziando a preoccupare.
Camille e George erano come dei nonni per lei, insomma, se non fosse stato per loro lei non avrebbe nessuno con cui parlare con il pseudo-cuore in mano, oppure non poteva più esprimere i suoi sentimenti e non avrebbe mai saputo come comportarsi e mantenere la calma essendo un fantasma. Camille e George si guardare prima di confessare tutto con calma a Eleanor “Lui è Eric, nostro nipote. E’ in coma per un incidente stradale capitato poco distante da qui. Monique ci ha raccontato tutto  e c’erano anche sua mamma qui, nonché nostra figlia Marie.” Eleanor dopo aver guardado con uno sguardo triste a Camille si alzò per vedere Eric. Capelli neri, carnagione piuttosto pallida e delle labbra carnose, le venne in mente Eric il principe di Ariel nel film della sirenetta della Disney. Voltò lo sguardo verso George quando iniziò a parlare ma poi dopo un po’ lo interruppe “Ma non dovrebbe essere un.. che ne so.. una specie di pseudo-fantasma come nel film che recita Kate Hudson che ci siamo visti domenica scorsa nella stanza di quel paziente malato di rene?” George sorrise per un attimo seguendo il ragionamento di Eleanor, infondo non era stupido quello che aveva detto, il contrario. Il problema è che non si sapeva quando potesse succedere e se sarebbe successo. Allora George iniziò a correre verso la reception, cercando Monique disperato, finche quando Monique iniziò ad urlarlo contro come una pazza dicendo di non correre in mezzo i corridori “Monique, scusami ma è urgente! Tu sei qui da molto tempo ed ho un urgente bisogno di sapere come si comportano i pazienti in coma” Monique lo guardò con sguardo interrogativo  per poi chiamare Anne McDoodle a pochi metri di distanza “Ora te lo spiega Anne, lei ci è passata. Ah e per la cronaca, non sono affatto vecchia come insinuavi” George la guardò con l’espressione confusa, lui avevo detto solo che lei c’era da più tempo e nient’altro. Anne camminava sorridendo verso George “Mi cercavi?” George annui per poi riprendere velocemente “Ho bisogno che mi racconti tutta la tua storia.” Anne iniziò partendo in quarta “Sono nata in una piccola villetta a Los Angeles negl’anni ’30 adoravo quel po..” George subito la interruppe  “No, non intendevo questo. Voglio solo sapere la tua storia quando sei arrivata qui Anne.” Allora, tristemente, Anne raccontò tutto quello che aveva da dire, George seguiva la storia con entusiasmo sapendo che tutto ciò portava cose buone allora finita la storia, egli corse verso la stanza del nipote cercando Camille e Eleanor in modo da spiegare tutto. “Bene! Allora il mio bellissimo bambolotto potrà vedermi, e parlarmi, e abbracciarmi e..” Camille tutta contenta della notizia che George le aveva dato non stava più nella pelle. Aveva appena scoperto che tra un paio d’ore avrebbe potuto parlare con suo nipote, ormai cresciuto, e poi lui avrebbe anche risposto!
Eleanor invece continuava a fissarlo, sentendo quel stupido rumore che emetteva la macchina e ripensava a Carl, il ragazzo di cui si era innamorata prima di morire, lui e Eric avevano molto in comune. Capelli neri e viso pallido, continuava a pensarlo da quando morì e da quando vide Carl piangere per la notizia, continuava a pensare lui e alle sue stupide manie di prenderle la mano e giocarci anche mentre era nel letto dell’ospedale, ad un tratto i suoi pensieri si bloccarono da una voce squillante “Dove sono? Cosa sono? Perché vi vedo bianchi e neri? Cosa sono diventato taltonico?” Continuava a urlare come una ragazzina facendosi prendere dal panico “Eric! Tesoro finalmente, noi siamo i tuoi nonni tesoro!” Eric iniziò a guardarli confuso per poi iniziare a urlare passando tra gli oggetti e dalle pareti “Impossibile, voi siete morti. Io sono pazzo, passo tra le cose. Sono pazzo, oddio no.. sono morto! Preferisco essere pazzo, ma non morto. Cioè, io sono morto?” Iniziò a urlare, per l’ennesima volta, cose senza senso ed Eleanor rimase scioccata. Neanche lei quando diventò fantasma rimase impassibile, rimase giorni in silenzio ma infondo è normale, ma Eric è un ragazzo e per giunta adulto, non dovrebbe fare così! “Eric, calma. Possiamo spiegarti tutto, tu non sei morto..”
“Davvero? Ma è fantastico! No, un momento sono pazzo! Perché nessuna infermiera è venuta?” Eleanor ancora sconcertata si girò verso Camille, divertita dal comportamento del nipote, disse “E’ normale che urli come una ragazzina e dica cose senza senso? Neanche Ed del 3° piano urlò così forte, e lui si trovava in un manicomio.” Camille rise alle parole della ragazza, aveva perfettamente ragione. Ed rimase divertito dal fatto di essere un fantasma, si divertiva a spaventare chiunque gli stesse avanti, fantasma e non. “Eric Tommaso Pavese stai calmo dannazione! Qui c’è gente che dorme, sono le tre! Dovresti smetterla di parlare e starci a sentire!” urlò divertita Camille a suo nipote, al quale il volto diventò serio e preoccupato. Camille iniziò a raccontargli tutto quello che sapeva, lui sconvolto ascoltava con attenzione ogni parola che la donna diceva “Allora, non sono in coma?  E’ tipo come nel film di Kate Hudson!”
“Esatto, l’ho detto anche io! Ah e secondo me è un film bellissimo! Magari capitasse a me con la fortuna però di ritornare viva e vegeta come una volta” Disse Eleanor con una risata soffocata vedendo che Eric si spaventò del fatto che la ragazza uscì dal muro come se fosse niente, anche se per lei era niente “E tu chi sei?” Disse Eric con un pizzico di paura e timore, allontanandosi “Ah si, scusa. Io sono Eleanor, piacere” rispose Eleanor con un sorriso che Eric pensava fosse il più bello che abbia mai visto, rimase molti secondi a fissarla come se non avesse mai visto ragazza più bella finche Sarah, una bimba di 6 anni, non la chiamò per giocare come erano di solito fare.
Eric rimase impalato, con la bocca semi aperta e con aria impacciata sentiva delle risate provenire dai suoi nonni “Chiudi la bocca Eric, ti vediamo le tonsille da qui!” scherzò George, Eric fece una smorfia per poi riprendere il discorso che stavano avendo riguardo all’essere o non essere un fantasma “Insomma, io che sono? Cioè.. Non sono un fantasma ma io vi vedo e parlo con voi che siete morti!” continuando a muovere la mano come era suo solito quando era nervoso “E poi passo tra le pareti e non posso to.. ccarvi” disse mentre si accorse che poteva toccarli benissimo tramite il lamento di suo nonno dopo aver ricevuto un pugno sulla spalla “Certo che puoi toccarci sciocchino!” disse Camille facendo la finta maestrina “Tu puoi toccare noi ma non gli umani! E’ una cosa ovvia, non vedi mai i film?” Eric con faccia pensierosa “Ma in Ghost  lei può toccare lui, e lui è umano!” George rise “Ma è solo un film quello!” Eric rimase sconvolto di come erano incoerenti i suoi nonni anche dopo essere morti, hanno sempre fatto questo. Un giorno dicevano che mangiare troppo faceva male e l’altro giorno ti costringevano a mangiare come maiali, ormai era abituato “Tesoro ora ti accompagniamo nel reparto tumore, c’è anche El che gioca con i bambini, perché non vai anche tu?” Lui aveva sempre odiato i bambini, per lui erano solo fabbricatori di cacca e di caccole, ma infondo stava insieme a Eleanor. Mentre si incamminarono per i corridori Eric si sentiva come se stesse a una fiera, si sentivano risate, musica e mentre entravano nel reparto Eric vide Eleonor giocare la stessa bambina di prima, aveva pensato che forse era sua sorella o cose del genere “Ciao Eric! Vieni anche tu per giocare?” Disse Eleanor divertita, Eric le sorrise e poi andò a giocare insieme a dei bambini, un’ora, due ore e si fecero le 21.00. Eleanor si alzò per andare alla reception, come sempre, ma questa volte Eric la seguì “Hei, aspetta ti accompagno.. Sai non voglio rimanere solo, ho paura dei fantasmi” disse scherzando e pensando che fosse una delle peggio battute che potesse dire, Eleanor sorrise imbarazzata.
Arrivarono alla reception, Eleanor si mise a lamentarsi e Eric la guardava divertita, non è una cosa da tutti i giorni vedere un fantasma lamentarsi “Che cosa stai facendo?” disse Eric ridendo. Eleanor si girò e sorrise divertita “Ma come non si vede? Taglio cipolle! Che mai posso fare? Lamentarmi ovvio” e rifece quei rumori in segno di lamentela “E perché?” Eleanor, iniziò a perdere quel sorriso da fantasma che aveva e si mise a sedere per terra, nella stanza semi buia senza dire niente per un bel po’ fin quando non iniziò a raccontare la sua storia, di come è morta e di come gli mancasse la vita da adolescente, e anche di come si sentisse sola anche se aveva molti amici nell’ospedale. Eric si stette zitto, ascoltava e poi riprese a parlare “Sai, infondo la nostra storia è uguale. Fine adolescenza, amore perduto e incidente. L’unica differenza e che tu sei morta e io no” disse in modo da farla sorridere. Passarono tutta la notte insieme, parlarono, scherzarono, si divertivano insieme e cantarono anche.
“.. e all’improvviso sono caduto dalle scale quando mio padre aprì la porta” Eric le stava raccontando di come cadde per spiare il padre, Eleanor ride di gusto, non se lo aspettava così divertente, ma che era imbranato se lo aspettava e come “mio padre uscì e mi iniziò ad urlare come un pazzo non solo per averlo spiato ma anch…” Eric era sparito, Eleanor non vide più il suo fantasma. El si alzò e iniziò a guardare intorno cercando di capire se fosse stato uno scherzo dato che da quando aveva scoperto che poteva andare da una parte all’altra senza il bisogno di camminare Eric si divertì molto a prenderla in giro andando in altre stanze e nascondersi da lei “Eric? Dove sei? Andiamo è quasi mattina, vieni immediatamente!” urlò alla fine spazientita. Iniziò ad andare stanza per stanza del primo piano, finche si ritrovo avanti Camille e George “Eleanor ti stavamo giusto cercando! Ci sono due notizie, una bella e una brutta. Vieni a vedere su!” Camille prese per mano Eleanor ancora confusa su quali fossero le notizie “Ecco, guarda si è svegliato!” Eleanor vide Eric sveglio, nel letto, con i genitori che piangevano di felicità “Eleanor, dov’è?” Eleanor si sentì felice del fatto che un pseudo-fantasma che ha conosciuto solo un giorno fa, volesse parlare con lei. Peccato che lui non potesse sentirla, era una cosa che sapeva solo lui e basta. I genitori non capirono di cosa stesse parlando “Tesoro, sei vivo! Chi è Eleanor?” Eric confuso si guardò intorno “Nessuno” sorrise. Dopo un paio d’ore Eric ripensò a Eleanor e gli altri fantasmi, pensava a quello che aveva fatto con El quella sera e pensò che era tutto un sogno, niente di più.


Look at me now.
Allora, inziamo con le presentazioni.
Io sono Diamante e ho 15 anni.
Siate bravi nelle recensioni soprattutto perchè è la prima One-Shot che faccio.
Ah volevo dirvi di essere sinceri, sono un po' dislessica e mi aiuterebbero molto
i vostri commenti per migliorarmi. Spero che la storia vi sia piaciuta e che avremo
altre occasioni fkbmgo. Anyway, io vado e risponderò a qualsiasi vostra domanda.

#Muchlovebabies

  
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