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Autore: _Eleuthera_    22/06/2012    16 recensioni
«Credi che non sia più un prigioniero?» domandò Loki, fissandola negli occhi pieni di orgoglio. «Credi che io adesso sia libero? Ti svelo un segreto, Sigyn. La libertà è la più grande menzogna che ti sia mai stata raccontata. Qui dentro non deciderai mai per te stessa. La prigione non è quella che hai visto nei sotterranei. Asgard lo è. Tutto il mondo è una prigione».
[Post Avengers][Loki/Sigyn]
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Sigyn, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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EMPTINESS AND DECEPTION


 

Loki aveva capito immediatamente chi era la donna davanti a lui, fin da quando era venuta alla sua cella la prima volta. A dire il vero non ne era stato del tutto sicuro allora, perché non aveva avuto il tempo di osservarla a dovere. Tuttavia gli era bastata solo un’occhiata più lunga per riconoscerla subito. Aveva accolto con orgoglio il silenzio che era caduto tra la folla quando aveva fatto il suo ingresso ad Asgard, finché lei non aveva parlato. La sua voce non era stata nient’altro che un sussurro nel silenzio, ma lui era un dio, e quello era il suo silenzio. L’aveva vista, e l’aveva ricordata.
Ora era davanti a lui, e l’aveva in pugno. Era parecchio tempo che Loki non si sentiva così forte, e poco importava se quella forza provenisse dal prendersi gioco di una ragazzina. Era solo un’ancella, pensò, osservandola attraverso le sbarre. Biondiccia come tutti gli Asgardiani, e opaca e obbediente come tutte le donne.
In sostanza, non gli importava niente di lei.
Il messaggio di sua madre, ecco, quello l’aveva turbato. Qualcosa aveva stretto il suo cuore e non l’aveva più lasciato andare. Ma era così arrabbiato, così furente e folle e pieno d’odio, e tutto dentro di lui era annebbiato dall’ira. Lo irritava anche la paura sul volto della ragazza. Non gli aveva lanciato che sguardi pieni di terrore fin dalla prima volta che era scesa nelle prigioni. Per lei doveva essere stata come una discesa nell’oltretomba, e gli aveva rivolto la parola diligentemente, ma tremando come una foglia.
Da parecchio tempo Loki non sentiva di avere il controllo della situazione, ma improvvisamente le cose erano cambiate. Quella ragazza era completamente in suo potere. Era una sensazione inebriante, sublime.
«Allora» proseguì, guardandola dritta negli occhi «Che cosa stavi dicendo di così importante, mentre tutti tacevano?»
Lei tentennò, come se stesse ancora rielaborando il trauma.
«Dicevo a mia cugina che volevo andare via» parlò così piano che Loki fece fatica a sentire. Non era esattamente la risposta che si aspettava.
«Non volevi assistere al ritorno del potente Thor con il suo bottino di guerra?» Loki esibì un sorrisetto ironico «Stento a crederci. Lo spettacolo non era di tuo gradimento?»
La ragazza abbassò lo sguardo.
«No, mio signore, non lo era».
Loki ricordò l’agente Romanoff, l’ultima donna con cui aveva parlato. Era stata meschina tanto quanto lui. L’ancella che gli rivolgeva la parola adesso, invece, era così
pura da disgustarlo. Incassava i suoi colpi troppo facilmente, subiva senza emettere un suono. Iniziava a irritarlo.
Proprio come aveva fatto con l’agente Romanoff, Loki sferrò un pugno alla porta, avvicinandosi ad un soffio dalle sbarre, cogliendo di sorpresa la ragazza. La osservò sussultare e soffocare un grido, e se ne compiacque.
«Come sei ingenua» sussurrò sprezzante «La vista del Dio degli Inganni in catene ti avrebbe dovuto rallegrare, invece. Non hai idea di quello che potrei fare a te, a tutti voi, e che farò non appena sarò fuori di qui. E, credimi, accadrà. Se chi ti ha mandato qui sotto lo ha fatto con lo scopo di farmi intenerire, è ingenuo tanto quanto te. E adesso, sparisci».
La ragazza si coprì la bocca con le mani, gli occhi grandi pieni di panico. Per un attimo rimase ferma, poi si voltò e corse via.
Loki, soddisfatto, restò accanto alla porta per qualche secondo ancora, ascoltando il rumore di passi, poi si allontanò dalle sbarre con il sorriso sulle labbra. Un grande vuoto si stava allargando dentro di sé, ma lui fece finta di niente, crogiolandosi nella sua piccola prepotente vittoria.
Si chiese che cos’avrebbe riferito l’ancella a chi l’aveva mandata da lui - non era del tutto sicuro che fosse veramente la dama di compagnia della madre, o che sua madre l’avesse incaricata di portargli un messaggio. No, molto più probabilmente era un’idea di Thor, un piano che aveva architettato allo scopo di rompere il silenzio e farlo uscire allo scoperto. Purtroppo per lui, non ci era affatto cascato.
Era preso da questi pensieri quando udì di nuovo il rumore di passi.
Perplesso, Loki tornò verso la porta e si ritrovò davanti la ragazza.
Aveva il viso arrossato e una forza insolita nello sguardo. Loki aprì la bocca per intervenire, ma lei fu più veloce. Parlò tutto d’un fiato, senza fermarsi.
«Quando eravate ai cancelli di Asgard me ne volevo andare perché avevo paura di voi. Non volevo venire qui sotto e non vi volevo vedere. E non sono venuta lo stesso perché me l’aveva ordinato la Regina. Sono venuta perché vostra madre è logorata dall’angoscia. Non è ancora pronta a perdervi, l’ha detto lei stessa, e voi non avete idea di quanto stia male. Ha
bisogno di sapere che state bene. Quindi, non me ne andrò finché non mi darete un messaggio da portarle. Verrò di nuovo, se mi farete fuggire. Non ce la faccio a tornare dalla Regina e a dirle che mentre lei si consuma nel dolore, suo figlio non ha pensato a lei nemmeno per un istante».
Tacque, il respiro affannato. Loki era rimasto a bocca aperta, le parole non dette bloccate tra le labbra. Il suo primo impulso era stato di gridare più forte della ragazza, sovrastare la sua voce e farla tornare al suo posto. Ma se prima aveva ostinatamente ignorato l’immagine di Frigga, adesso invece occupava tutta la sua mente e Loki si rese conto con orrore del groppo che gli era salito in gola.
Deglutì, lasciando che il dialogo si dilatasse in un silenzio troppo lungo. La ragazza, ancora ferma dall’altra parte della porta, non si mosse. Loki ne era sorpreso. Si chiedeva che cosa fosse successo in lei, dove avesse trovato il coraggio, o l’ardire, di rivolgersi a lui in quel modo.
Abbassò lo sguardo, pensando pensieri di cui non riusciva più a dimenticarsi. Poi si avvicinò alle sbarre e alzò gli occhi sull’ancella. Poteva quasi sentirla tremare.
«Di’ a mia madre che sto molto meglio, dopo aver ricevuto il suo messaggio» disse. Nessun sarcasmo attraversò la sua voce, e nessun sorriso maligno spezzò il suo volto. La ragazza lo fissò per qualche istante, e per un attimo a Loki sembrò che capisse tutto, ma non ne era affatto sicuro.
Alla fine l’ancella chinò il capo.
«Con permesso» disse, e si allontanò. I suoi passi svanirono nel buio, ma Loki rimase ancora accanto alla porta, legato allo spiraglio di luce.
Questa volta, il vuoto lo sentì benissimo. 

«Non ce la faccio a tornare dalla Regina e a dirle che mentre lei si consuma nel dolore, suo figlio non ha pensato a lei nemmeno per un istante».
Sigyn terminò di parlare e solo allora si rese veramente conto di quello che aveva fatto. Fissò Loki incredula, senza sapere che cosa aspettarsi.
Era arrivata quasi fino alle scale prima di fermarsi e decidere di tornare indietro. In quel momento si era accorta che la rabbia dentro di lei stava superando ogni possibilità di controllo. Era arrabbiata perché si era fatta spaventare ed era fuggita. Era arrabbiata perché la Regina l’aveva di nuovo mandata là sotto. Era arrabbiata perché aveva obbedito, sapendo che non sarebbe riuscita a portare a termine il compito non tanto a causa del pericolo, ma della sua stessa paura. Ed era arrabbiata perché si era lasciata docilmente umiliare da Loki.
In un attimo aveva dovuto prendere una decisione.
Poteva salire le scale e tornarsene nella sua stanza.
Oppure, poteva voltarsi.
Sigyn aveva chiuso gli occhi, confusa. Sapeva che, fra qualche ora, quando fosse stata al sicuro nella luminosa quiete della sua camera, la sua mente sarebbe ritornata a quel momento e avrebbe trovato le parole giuste con cui rispondere, e si sarebbe costruita un piccolo trionfo.
Sarebbe stato troppo tardi, però, per viverlo.
Poi aveva pensato alla Regina. La stava aspettando, piena di angoscia e di speranza.
Non sapeva perché avesse scelto lei, ma l’aveva fatto. Fra tutte, aveva scelto proprio lei.
A quel punto Sigyn si era voltata ed era tornata verso la cella con il cuore in gola.
Adesso stava davanti a Loki quasi senza respirare, mentre le sue stesse parole le turbinavano in testa, disordinate e reali. Non aveva parlato a nessuno con quel tono da quando era arrivata a corte. In quegli ultimi mesi tutte le sue parole erano state pacate e gentili. Si era dimenticata di essere
anche così.
L’adrenalina pompava nel suo sangue, ma lei era fin troppo vigile. Temeva la reazione di Loki.
Poi lui alzò gli occhi e la inchiodò con lo sguardo.
«Di’ a mia madre che sto molto meglio, dopo aver ricevuto il suo messaggio».
Non era la risposta che Sigyn pensava di ricevere. Attonita, aspettò ancora un istante, pensando che a quel messaggio sarebbe seguita un’altra battuta, forse ironica, o malvagia, ma arrivò solo silenzio.
Loki la stava ancora guardando. Il suo sguardo la metteva a disagio.
Sigyn ebbe la prontezza sufficiente ad accennare un inchino e un saluto, e si dileguò.
Le parole di Loki le risuonarono in testa per tutto il tragitto. Il cuore le batteva forte dall’emozione e dalla paura e mano a mano che si allontanava tutto iniziava ad apparire irreale e sbiadito. Non sapeva come sentirsi, né che cosa provare. La vergogna e l’adrenalina si mescolavano nel respiro e lei entrò nella sua stanza come una furia, andando quasi a sbattere contro Grete.
«Dèi! Grete!» esclamò, mentre la cugina l’afferrava gli avambracci, impedendole di cadere.
«Sigyn! Cosa…?» l’espressione del viso di Grete cambiò completamente. «Sei andata di nuovo laggiù, vero?»
Suonava come un rimprovero. Sigyn sospirò.
«Sì, Grete, ho dovuto. Per ordine della Regina». Sigyn cercò di rivolgerle un sorriso rassicurante, ma probabilmente non ci riuscì.
«È pericoloso, Sigyn! Non puoi dirle di no?»
«Grete, non posso “dire di no” alla Regina» spiegò pazientemente Sigyn. La cugina emise un mormorio frustrato, quasi un’imprecazione.
«Tu stai bene?»
Sigyn annuì.
«Voglio che mi racconti tutto» proseguì Grete. Sigyn alzò gli occhi al cielo, ma la prese ugualmente per mano, dirigendosi verso il piccolo balcone di cui era provvista la camera. Aveva bisogno di aria fresca. Il cuore sembrava ancora impazzito.
Raccontò tutto a Grete, e quando ebbe terminato si sentì un po’ più sollevata.
Grete, d’altro canto, la fissava ad occhi spalancati.
«Va tutto bene, Grete» insistette Sigyn «Alla fine è andata meglio di quanto pensassi. Mi ha anche dato un messaggio per la Regina».
«Sigyn… ma non hai capito?»
Interrotta dalla voce preoccupata di Grete, Sigyn corrugò la fronte. «Capito cosa?»
«Perché ti ha risposto così. Non hai capito?»
«Si tratta di sua madre, probabilmente è ancora…»
«No, Sigyn, io lo so perché ti ha risposto così» intervenne Grete, concitata «Con una risposta del genere, la Regina vorrà sicuramente che tu torni da lui. Vorrà mandargli altri messaggi e sapere di più. Sigyn… lui l’ha fatto perché vuole che tu vada di nuovo là sotto. Vuole rivederti e vendicarsi».
Grete tacque, e Sigyn rimase in silenzio, gli occhi sgranati.
«Grete, io non credo proprio che… lui non sembrava…»
«Sigyn, è il Dio degli Inganni».
Improvvisamente sembrava tutto così palese. Era ovvio che non ci fossero buone intenzioni dietro quel messaggio, ed era altrettanto ovvio che Loki non si sarebbe dimenticato di lei così facilmente. Aveva commesso un errore spaventoso, e l’avrebbe pagata molto cara.
Ogni traccia di soddisfazione sparì dai suoi sentimenti mentre realizzava la formula della trappola. Vacillò, allontanandosi dal parapetto.
«Devo andare dalla Regina» disse distrattamente. Grete le gridò dietro qualcosa, ma Sigyn aveva già aperto la porta.
Non c’era nient’altro che potesse fare.















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Sono davvero contenta: voi siete sempre di più e io scrivo, scrivo, scrivo. Ho iniziato la mia seconda fan fiction: per ora non voglio svelarvi nulla, ma spero la leggerete quando vedrà la luce. Aspetterò di essere almeno a metà della stesura prima di pubblicarla.
Ah, sarà un'altra Loki/OC. E sarà quasi spiritosa.
La scrivo nei ritagli di tempo, perché Hymeneal resta comunque la mia priorità. Cerco sempre di scrivere almeno un capitolo tra un aggiornamento e l'altro e sono un poco più avanti rispetto a quello che pubblico.
La trama si infittisce, inganno e confusione ovunque... Ricordate solo una cosa: la storia procede per punti di vista, quindi la verità c'è e non c'è. In questo capitolo spero sia chiaro che Sigyn e Grete hanno letteralmente inventato una malefatta che Loki non aveva intenzione di attuare, e questo era evidenziato nel pov di Loki. Questo genere di intrecci sarà piuttosto ricorrente nella fan fiction, fateci caso. :)
Spero vi stiate tutti appassionando alla lettura e che la storia non abbia ancora iniziando ad annoiarvi!

Passiamo ai ringraziamento. Siete tantissimi!

Chi ha recensito il quarto capitolo: LilythArdat, akachika, Warumono, EDVIGE86, Geilie, Elweren, mirianval, LittleBulma, virgily, blackpearl_, Nat_Matryoshka, camomilla17, maura 77 e TsunadeShirahime che si è unita al gruppo di lettori/recensori commentando il primo e il secondo capitolo.
Chi ha inserito la storia tra le preferite: Astrid Cuordighiaccio, HelleonorGinger, Vampire_heart, Veruschka, virgily, Warumono
Chi ha inserito la storia tra le ricordate: BadWolfSherlokid, Chihiro, Jun M, Out of my head
Chi ha inserito la storia tra le seguite: akachika, amidala1202, Amora the Enchantress, asok, blackpearl_, BradDourif89, camomilla17, Darma, Didyme, EDVIGE86, Elweren, flavianolamanoo, Francesca Akira89, Geilie, GingerTrickster, Ila_Chan91, kenjina, Lady Aquaria, Lady of the sea, LilythArdat, LittleBulma, MaRmOtTeLlA, maura 77, Morrigan Aensland, Nat_Matryoshka, Nemsi, Paddina, PhoenixOfLight, Princess_Klebitz, aku89, sasuchan7, Sherlockian7, snoopevious, TsunadeShirahime, Warumono

Continuate a seguirmi, ormai la storia ha preso il via e stanno per arrivare ulteriori complicazioni. Gli inganni, quelli veri, saranno presto rivelati. Ancora un po' di pazienza!
Au revoir,
Eleu
   
 
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