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Autore: Zomi    22/06/2012    2 recensioni
Mi addosso alla cornice di legno che costeggia il ponte, perdendo lo sguardo sulle onde notturne del mare, mentre ascolto i battiti frenetici del mio cuore, che sembra urlare tutto questo stupido sentimento che mi ha reso così imbranato e stupido, così goffo persino nel parlarti, che mi ha tolto il sonno, e che mi uccide da dentro, punendomi per il mio silenzio nel non urlarti quanto ti amo...
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ANGOLO DELL’AUTORE:
A Mitica Rosa_pessima 94…

Zomi
 

 … E SONO UN IMBRANATO!
 


 
La luna illumina il ponte, colorandolo delle sue ombre blu e giocando con i fili d’erba, che ondeggiano mossi da un flebile vento.
Ho finito gli allenamenti già da un po’, ma non è ancora ora di dormire.
No, questa sera no.
Questa notte voglio restare sveglio ancora un po’, a pensare, a ricordare, a decidere, a trovare quel coraggio che solitamente ho nei miei scontri, ma che contro di te non riesco mai ad usare.
Però questa notte lo voglio trovare.
Voglio trovare quella forza strana e instancabile che mi permetterà di dirti ciò che sento, che provo per te.
Perché è impossibile che il grande Roronoa Zoro, io, il futuro miglior spadaccino al mondo, diventi uno stupido e imbranato ragazzo quando incontra il tuo sguardo.
Perché devo trovare la forza di dirti ciò che sento e sconfiggere il tremore che mi fa rabbrividire di piacere, quando ti vedo, che mi fa perdere il senno nel guardare la tua bianca pelle, il tuo profumo stuzzicare i miei polmoni, il fuoco dei tuoi capelli bruciarmi l’anima…
Milioni e sottili pensieri volteggiano veloci e forti nella mia mente, roteando corteggiatori attorno ad un unico e dolce pensiero: Nami…
 

E' iniziato tutto per un tuo capriccio
Io non mi fidavo... era solo sesso
Ma il sesso è un'attitudine
Come l'arte in genere
E forse l'ho capito e sono qui
 

 

Da quanto?
Da quanto ho capito di essere innamorato di te, mocciosa?
Da Punk Hazard?
Da Skypea?
Da Alabastra?
Da sempre?
Non lo so…
Tutto quello che so, è che credevo che fosse sesso, un semplice capriccio del mio corpo, che bramava ardentemente di poter assaggiare la tua pelle e di scoprire quel dolce corpo di bambina cresciuto tropo in fretta. Il disperato bisogno di stare assieme a te, per poche ore rubate al mondo. L’indomabile desiderio di un uomo di possederti, di posare le mie mani rudi e callose sui tuoi fianchi scoscesi e diafani, di sfiorare i tuoi seni e sentirti gemere con me. Credevo fosse solo passione sfrenata per quel tuo corpo di curve e profumo, bramosia di assaggiarti…
Ma non era così…
Perché da quel mero e effimero sesso, che mi attanagliava e attanaglia tutt’ora il mio corpo e la mia mente, è diventato tutto più puro e forte, un sentimento che non aveva niente a che fare con due semplici corpi uniti da sudore e voglie, chiassosi di brutali respiri rotti da gemiti sconnessi e egoisti, ma che assomigliava sempre più all’arte delle anime nell’ascoltarsi in silenzio, nel parlare con i sorrisi, nel toccarsi con gli sguardi, nell’amarsi a distanza…
 

 

Scusa sai se provo a insistere
Divento insopportabile
Ma ti amo… ti amo... ti amo
Ci risiamo... vabbè, è antico, ma ti amo...
 

 

Perché è successo, si, è successo anche a me, ex cacciatore di taglie e futuro miglior spadaccino al mondo. È successo anche a me.
Mi sono innamorato, e ho permesso che il destino mi prendesse il cuore e ci giocasse come un bambino viziato. Gli ho permesso di donarti la mia anima, e di iniziare a tormentarmi, orinandomi di dirti le due parole più pericolose al mondo: ti amo…
Vorrei urlare al mondo questo sentimento che mi brucia dentro.
Vorrei poter alzarmi la mattina e gridare nell’aria dell’alba: Nami ti amo…
E lo so, non sono per niente originale o romantico, non so affatto come si corteggia una donna e come si possa conquistare il suo cuore, ma ti amo, ti amo, ti amo, e voglio che tu sia mia…
 

 

E scusa se ti amo e se ci conosciamo
Da due mesi o poco più
E scusa se non parlo piano
Ma se non urlo muoio
Non so se sai che ti amo…
 

 

Mi addosso alla cornice di legno che costeggia il ponte, perdendo lo sguardo sulle onde notturne del mare, mentre ascolto i battiti frenetici del mio cuore, che sembra urlare tutto questo stupido sentimento che mi ha reso così imbranato e stupido, così goffo persino nel parlarti, che mi ha tolto il sonno, e che mi uccide da dentro, punendomi per il mio silenzio nel non urlarti quanto ti amo…
Perché ti amo, ti amo mocciosa… perdonami, ma ci sono cascato anch’io, e mi sono innamorato di te…
 

 

E scusami se rido, dall'imbarazzo cedo
Ti guardo fisso e tremo
All'idea di averti accanto
E sentirmi tuo soltanto
E sono qui che parlo emozionato
…e sono un imbranato!
 

 

Vorrei averti qui, acanto a me.
Vorrei potermi vedere riflesso nei tuoi occhi, in quei tuoi due meravigliosi occhi di cioccolato, pregando di potervi annegare dentro, di non riemergere più dal quel mare di dolcezza e amore.
Tremo, tremo d’imbarazzo.
Tremo nell’immaginare la tua mano, morbida e leggera, accarezzarmi sul petto nudo ed ascoltare il pazzo cuore di quest’uomo folle e imbranato che ghigna nervoso al solo sognare la tua presenza. Tremo, desiderando di essere solamente tuo, di rubare pochi secondi di te, di poter vivere insieme questo amore bruciante e sottile che riempie la mia mente e il mio corpo, questo corpo di spadaccino che trema nascosto nel buio, nel silenzio della notte che cela il mio amarti clandestino e proibito. Che nasconde il mio essere imbranato nel non saper ancora dirti che ti amo…
 

 

Ciao… come stai?
Domanda inutile!
Ma a me l'amore mi rende prevedibile
Parlo poco, lo so, è strano, guido piano
Sarà il vento, sarà il tempo, sarà... fuoco!
 

 

-Whaaa… Zoro… perché non vieni a letto?-
Sobbalzo nel sentire la tua voce.
Ti vedo avvicinarti a me, uscendo da sotto coperta traballando dal sonno e sbadigliando, con indosso solo da quella tua esile camicia da notte che non ti copre nemmeno metà coscia. Sorrido, nel sapere che ti sei svegliata per me, forse non sentendo i miei passi strascicati passare davanti alla tua cabina, dirigendomi verso la mia. Ormai sei a non più di due passi da me e mi permetti di annegare dentro il tuo sguardo puro e ammaliatrice, mentre tu scruti il mio, e aspetti silenziosa una risposta. Il fuoco dei tuoi capelli oscilla per un filo di vento, ravvivandoli di quella brace che gli rende ardenti e incantevoli.
-Zoro… che c’è?- sussurri piano, fissando il mio occhio nero e buio, perso nel guardarti.
Cosa c’è? C’è che ti amo, ti amo, ti amo mocciosa.
C’è che da quando ci sei tu parlo ancor meno del solito, mi perdo sempre più spesso se non ci sei, desidero sempre più averti accanto, e sentirmi tuo, sogno di potermi perdere nel tuo sguardo, di poter accarezzare il fuoco dei tuoi capelli, di baciare il tuo soffio, di addormentarmi sulla tua pelle, e maledico il tempo che consuma così in fretta le poche ore che passiamo insieme, lasciandomi poi bruciare nel desiderio e nella bramosia di viverti ancora, di possedere altre ore di esile fuoco d’amore…
 

 

E scusa se ti amo e se ci conosciamo
Da due mesi o poco più
E scusa se non parlo piano
Ma se non urlo muoio
Non so se sai che ti amo…
 

 

Mi accarezzi ancora il viso, sorridendomi paziente.
E se tu non mi amassi?
Posso permettermi di perderti per un sentimento così stupido come l’amore?
Ti accarezzo il viso, facendoti tremare di sorpresa forse, ma poi ti riprendi e, sorridendo, stringi la mia mano al tuo volto, abbandonando completante il capo contro il mio palmo caldo, accarezzandomi dolcemente la pelle.
Muovo un solo passo, solo uno, quello che basta per unire i nostri corpi in un abbraccio. Ti stringo forte a me, abbracciandoti per la vita e posando l’altra mano tra i tuoi capelli di brace. Aspiro avido il tuo dolce profumo, mentre avverto il tuo cuore impazzire di battiti e le tue mani, tremanti, aggrapparsi a me con desiderio. Ghigno.
-Ti amo…- sussurro tra i tuoi capelli, posandoci un leggero bacio, mentre soffio tra le labbra il respiro più pesante e prezioso della mia vita.
 

 

E scusami se rido, dall'imbarazzo cedo
Ti guardo fisso e tremo
All'idea di averti accanto
E sentirmi tuo soltanto
E sono qui che parlo emozionato
...e sono un imbranato!
 

 

Ti guardo fisso e tremo, sentendoti così vicina e con quei tuoi occhioni grandi e caldi sorridermi, mentre piano alzi il viso dal mio petto e mi sorridi. Mi baci.
Un bacio semplice, leggero, delicato, ma che mi fa sentire tuo soltanto, mentre le nostre mani s’intrecciano e le labbra si parlano nel silenzio.
-Ti amo anch’io…- soffi a fior di labbra, baciandomi con foga e passione, come se avessi vissuto tutto questo tempo in attesa di sentirmi dire queste due parole.
Scoppio a ridere, abbracciandoti e stringendoti con forza a me, baciandoti maldestro su ogni centimetro di pelle che mi capita a tiro, mentre tu ridi divertita del mio essere impacciato e inesperto nello sfiorarti. Ti lasci abbracciare dalle mie braccia grandi e muscolose, abbandonandoti sul mio petto, mentre accarezzi il mio ghigno, baciandolo con amore, e sposti le mie mani sul tuo corpo, insegnandomi ad accarezzarti con meno imbarazzo e sbadataggine.
-Ti amo, buzzurro imbranato…- ridacchi baciandomi a fior di labbra.
-Ti amo…- rispondo con un leggero bacio d’amore.
Il bacio d’amore di uno spadaccino stupido e imbranato, innamorato di te.
Uno spadaccino che non sa come essere romantico o dolce, ma che imparerà ad essere più sicuro e forte crescendo giorno dopo giorno, soffio dopo soffio, notte dopo notte, bacio dopo bacio con te,  e che sa che lo amerai in ogni momento del giorno e della vita, che gli perdonerai ogni goffaggine ed errore, perché in fin dei conti…

 

 
… e sono un imbranato! 

 

   
 
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