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Autore: Fuuma    23/06/2012    3 recensioni
Sulla strada verso il pub, Sam si fermò voltandosi indietro, cercando di osservare tra le ombre della sera e le maschere di Halloween. Gli era sembrato di vedere occhi familiari spiarlo dal finestrino di un'auto nera. Scosse il capo, proseguendo.
E a qualche metro di distanza, troppo lontano per essere visto, Dean, tratteneva il fiato, rendendosi conto di aver incrociato per un solo fugace istante, dopo tanto tempo, lo sguardo con suo fratello.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima stagione
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Titolo: Dad's on a hunting trip
Serie: Supernatural
Character: Dean Winchester, Sam Winchester
Pairing: Dean/Sam {Wincest - oneside}
Rating: PG
Genre: Introspettivo
Words: 1015
Note: Missing Moment della puntata Pilot. Di nuovo un missing moment che sfocia nel dialogo della puntata.

Il titolo è preso proprio dalla frase pronunciata da Dean.


 

Il motore acceso rombava a ritmo con la batteria dei Metallica che riempiva l'abitacolo della loro musica.
Le labbra si muovevano seguendo, alle volte, le parole della canzone, intervallandole a frasi che si era portato dentro da anni e che nella testa avevano preso forma dal giorno in cui aveva visto la schiena di suo fratello uscire dalla porta del motel in cui pernottavano (uno dei tanti, troppi) con la promessa di non farvi più ritorno.
Trattenne il fiato per qualche secondo, rilasciandolo lentamente, svuotando i polmoni nello stesso modo in cui glieli aveva svuotati lo sguardo deciso di Sam, la sua decisione di andarsene a Stanford ed il fatto che suo padre non fosse riuscito a fermarlo - e lui neppure. Non era mai riuscito a perdonarglielo totalmente, poteva accettare che suo fratello volesse una vita normale (chi non l'avrebbe desiderata dopo tutto quello che avevano visto e vissuto?), che fosse disposto a dimenticare la morte di loro madre e che non volesse più avere a che fare con una caccia al male iniziata ancor prima che imparassero ad andare in bicicletta, quando gli altri bambini ancora non conoscevano neppure la differenza tra bene o male. Poteva accettare che suo fratello avesse girato le spalle alla famiglia, ma c'era anche lui in quella dannata famiglia, aveva lasciato indietro lui, aveva preferito una vita normale (farsi nuovi amici, metter su una famiglia, avere una casa che non puzzasse di sigarette, sesso ed alcool come i motel in cui si fermavano) a lui.
Strinse i pugni intorno al volante, sbiancando le nocche e affondando le unghie nella pelle nera che lo ricopriva, al sicuro dietro ai vetri dell'auto, mentre spiava il ragazzo troppo alto che spiccava tra i compagni di università; perfino così, immerso in quella sua "vita normale" riusciva a sembrare diverso da tutti loro. Bastava guardare il modo in cui piegava le labbra in un sorriso che non era mai completo, ma che timidamente si faceva strada sul volto quasi a chiedersi se meritasse di stare lì, gli occhi dal taglio sottile ed il colore indescrivibile -un misto tra grigio, verde e venature nocciola- e quel suo modo un po' rigido di camminare, con l'ansia costante che gli gonfiava le vene.
Non ebbe bisogno di chiedersi perchè suo fratello fosse ansioso, Dean conosceva fin troppo bene quella sensazione, era nata durante l'infanzia, nei primi anni di caccia e da allora non li aveva abbandonati: il timore di dover essere attaccati da un momento all'altro li accompagnava ogni giorno, senza sosta.
Continuò a mormorare sotto le note di Fade to Black, mettendo in moto l'auto quando vide suo fratello voltare in direzione di un pub, mano nella mano con una biondina che, ovviamente, non riconobbe.
«Il piccolo Sammy si fa uomo...» mormorò beffardo, intuendo si trattasse della sua ragazza e, conoscendo la fedeltà del fratello, doveva essere stata uno di quegli amori iniziati da tanto tempo e portati avanti fino a sfociare in una sdolcinata dichiarazione sotto qualche albero fiorito o sulla riva di un lago al tramonto.
«All'inferno...»
Era rivolto più a se stesso, ai propri pensieri e a... cos'era quella cosa? Gelosia? Patetico. Come la propria pretesa di riprensentarsi nella vita di Sam a reclamare il proprio posto al suo fianco (a pretendere che Sam tornasse ad occupare il posto affianco a sè!), senza una telefonata, una lettera o un telegramma sprecato in questi anni.
«Papà è sparito.» Si disse, ripetendoselo per la decima volta, convincendosi che fosse una ragionevole motivazione, convincendosi che fosse solo per quello.
Papà è sparito. E a lui non era rimasto più nessuno.
Papà è sparito. E Sam si trovava a qualche metro dall'auto nuovamente parcheggiata, in un locale di cui vedeva poco o niente attraverso la finestra scura.
Papà è sparito. Era una dannata ottima scusa per convincere suo fratello a non mollarlo da solo in quello schifo di vita, l'unica che, dopotutto, Dean aveva imparato a vivere.
«Papà è sparito...» e lui non era abbastanza forte da cercarlo e combattere da solo contro tutto quel male. Poteva nascondersi dietro ai sorrisetti boriosi, gli occhiolini da mascalzone e la voce ruvida e sexy, poteva farsi scudo con il fatto che fosse il fratello maggiore, che certe responsabilità spettavano a lui e che questo bastasse a renderlo più forte, più duro e più resistente di Sam, ma sapeva perfettamente di starsi illudendo.
Non era lui il più forte tra i due.
Non lo era mai stato.
Anche se Sam aveva l'aspetto di un ragazzino, anche se Sam lasciava sempre parlare lui per primo, anche se Sam... soprattutto perchè Sam gli aveva dimostrato di poter proseguire la propria vita senza di lui.
Dean spense la radio, con la canzone dei Metallica tranciata a metà ed i propri pensieri che si interrompevano di colpo, tranciati da quel gesto.
Batté una mano contro il volante, sollevandole poi entrambe per affondarle tra i capelli corti spruzzati di gel, continuando a mantenere lo sguardo in direzione del pub preso d'assalto dalle maschere di mostri che regnavano nella notte di Halloween e quando, ad un'ora indecente, vide l'ombra di Sam mischiarsi all'oscurità insieme alla bionda con cui era arrivato, fece retromarcia riprendendo a pedinarlo a debita distanza, fino a che non lo vide chiudere il portone di casa dietro alle proprie spalle.
Spense il motore dell'auto, respirando a fondo l'aria gelida di fine ottobre.
Sorrise. Temporeggiando stupidamente.
«E' ora di riunire la famiglia.»
E, abbandonando la sicurezza dei sedili dell'Impala, avanzò in direzione della vita di Sam e di una porta che non pensava avrebbe aperto lui per primo, pronto a riprendersi ciò che gli apparteneva.

 

«Dad's on a hunting trip. And he hasn't been home in a few days.»
La frase gli rotola con naturalezza sulla lingua attirando totalmente l'attenzione di Sam, intrappolandolo in un'unica scelta possibile. Per quanto il bisogno di ritrovare suo padre sia forte quanto quello di sapere che sta bene (che è ancora vivo!), Dean sacon certezza che, da quel momento in poi, Sam rimarrà al suo fianco.
E le loro vite tornano ad essere intrecciate com'è sempre stato.

   
 
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