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Autore: reidiota    23/06/2012    4 recensioni
Con la mano libera raccolse una foto da per terra, la guardò con attenzione. Ritraeva loro due, qualche anno prima. Il braccio di uno sulle spalle dell'altro, le chitarre imbracciate, due espressioni felici adagiate su dei volti stanchi che, tuttavia, fecero sorridere il corvino spontaneamente, illuminandogli il volto di gioia pura, quella che può nascere solo in fondo al cuore. Ricordava quella sera, ora. Non è che fosse stata speciale, anzi. Avevano tenuto un concerto in un locale tutto sommato piccolo, per un pubblico limitato, ma che aveva comunque dato loro un sacco di calore e di affetto.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aoi, Uruha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In some ways it never fades away.







«Yuu, ti prego... Vieni qui...»

Una sola supplica sussurrata all'altro capo del telefono, la voce di Kouyou spezzata dai singhiozzi, e il chitarrista corvino si ritrovava ora più agitato di quant'era stato nel back-stage del Tokyo Dome, cosa che non avrebbe mai creduto possibile. Senza alcuna esitazione, senza nemmeno chiedere cosa fosse successo, pronunciò un frettoloso «Ok!» che lasciava trasparire tutta la preoccupazione di cui era invaso in quel momento, e si catapultò fuori di casa.
Quando entrò nell'appartamento del band-mate, rimase così sorpreso ed esterrefatto che, forse, non esagererei a dirlo addirittura sconvolto.
Nel soggiorno regnava un gran caos: c'erano foto sparse dappertutto, mensole aperte, la cenere delle sigarette fungeva da particolare costellazione, buttata qui e lì a casaccio sul parquet che, altrimenti, sarebbe stato perfettamente lindo come di consuetudine. Yuu avanzò qualche passo, incerto.
«Kou-chan... ?», chiamò titubante, guardandosi in giro, ma nessuna risposta giunse alle sue orecchie. Procedette in direzione del divano, quasi trattenendo il fiato, come nella speranza di reprimere così quell'ansia crescente nel suo petto. Cosa stava accadendo?
«Kou?!», ripeté a voce più alta e, questa volta, sentì un rumore di bottiglia rovesciata provenire dietro il bracciolo del sofà, seguito da un «Ma porc- !»
«Kou, che succede?», domandò infine, sconsolato dalla visione che gli si era presentata davanti. Takashima stava accasciato malamente contro il muro, le gambe lisce e nivee spalancate senza indugio, sembrava un sacco dell'immondizia buttato in mezzo al marciapiedi, da tanto dava l'impressione di essere mal messo. Teneva le palpebre abbassate, troppo pesanti per essere sostenute, le iridi troppo vergognose per essere mostrate, i capelli spettinati e la maglietta sgualcita e macchiata dal mascara che era colato sulle sue guance. Affianco a lui stava una bottiglia di Jack che, con tutta probabilità, non era vuota solo perché qualche secondo prima l'aveva colpita facendola cadere sul pavimento. Tutto ciò che il primo chitarrista fu in grado di articolare fu un suono indefinito, somigliante ad un grugnito. Non sembrava avesse voglia di parlare o, più semplicemente, in quel momento non ne era in grado.
Aoi si inginocchiò, posando delicatamente una mano sul ginocchio piegato dell'altro, carezzandolo amorevolmente. Con la mano libera raccolse una foto da per terra, la guardò con attenzione. Ritraeva loro due, qualche anno prima. Il braccio di uno sulle spalle dell'altro, le chitarre imbracciate, due espressioni felici adagiate su dei volti stanchi che, tuttavia, fecero sorridere il corvino spontaneamente, illuminandogli il volto di gioia pura, quella che può nascere solo in fondo al cuore. Ricordava quella sera, ora. Non è che fosse stata speciale, anzi. Avevano tenuto un concerto in un locale tutto sommato piccolo, per un pubblico limitato, ma che aveva comunque dato loro un sacco di calore e di affetto. Portò gli occhi sull'altro, sembrava addormentato. Lasciò cadere la fotografia per passare gentilmente le dita sul suo volto, facendolo così riprendere da quell'apparente sonno. «Yuu... ?»
«Kou... Mi spieghi che è successo?», la voce morbida, l'animo inspiegabilmente tranquillo. «Uh, non so. Ero triste e...», lasciò cadere la frase, come se stesse ripercorrendo a fatica gli avvenimenti che l'avevano condotto in quello che sapeva essere uno stato pietoso. Singhiozzò nuovamente, pareva che, per quanto fosse in suo desiderio proseguire, le parole gli morissero in gola. «Mi manchi, Yuu-», esplose in lacrime gettandosi in avanti, rannicchiandosi su se stesso. L'altro l'abbracciò, portando la sua testa nell'incavo del suo collo, posando il mento sulla sua nuca. Lo strinse forte, quasi volesse immobilizzarlo tra i suoi arti e impedire ai singulti di scuotere il suo corpo. «Sono qui, ci sono sempre, lo sai.», sussurrò al suo orecchio.
Rimasero fermi in quella posizione per un lasso di tempo inquantificabile, fino a quando Kouyou non decise che ne aveva abbastanza di piangere, e si staccò dall'abbraccio, tirando su col naso assai poco elegantemente. «Va un po' meglio, ora?»
«No, mi sento un coglione.», ridacchiò, mentre con un polso si asciugava i residui di lacrime. «Ma dai, che ti frega! Sai che non ti giudico...»
«Eh va be', ma oggettivamente lo sono. Mi allontano, poi mi accorgo di averti perso, mi ubriaco e ti faccio correre qui per consolarmi...»
Yuu rimase colpito da quelle parole. Che stava farneticando?
«Perso?»
«Boh, non hai più tempo da dedicarmi. Cioé, non che sia colpa tua, ovvio.»
«Kou!»
«È così, ma ho sbagliato io.»
Shiroyama sospirò, abbassando lo sguardo. Il caso volle che i suoi occhi si posassero su quella stessa foto che poco prima aveva stretta tra le dita. «Non sarei corso da te, se mi avessi perso, no?»
«Boh, tu sei buono. Lo sei proprio, altroché Yakuza! Hai un cuore d'oro e-»
«E ti voglio bene! Non l'ho fatto per nessun altro motivo, lo sai Kou. Come... Come po-»
Calde lacrime ripresero a rigare il volto del primo chitarrista. Yuu gli voleva ancora bene, come faceva? Non se lo meritava, non se lo meritava proprio. «Anche io te ne voglio, Yuu... !», esclamò, interrompendolo.
 




Cullato da possenti braccia, Kou, ti senti amato.
Avvolto da intangibili tenebre, ora, non hai più paura.



















Diciamo che sto sperimentando. Cosa di preciso, non importa.
Comunque sia, non ci vedo necessariamente un'intesa amororsa, tra i due, ma potrebbe starci. Vedete voi come preferite vederla, sostanzialmente. Ma la vedo come un'amicizia perché in questo frangente è più facile allontanarsi da una persona solo in superficie, diciamo. Capita spesso di perdersi di vista, ma ciò non significa che tu sia stato abbandonato o abbia abbandonato quella persona. Se siete davvero amiche, vi riprenderete e nemmeno vi accorgerete di esservi allontanate perché sarà tutto esattamente come prima. Però sì, potrebbe esserci un amore, tenuto ben in segreto. 
Spero vi sia piaciuta, in ogni caso, e spero che vorrete lasciarmi una vostra opinione!



PS: Nessun personaggio m'appartiene e nulla si ispira a fatti realmente accaduti.
  
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