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Autore: DirtyCharity    23/06/2012    7 recensioni
Era arrivata anche al campo d'addestramento – ehi, si dice sempre di iniziare a cercare nell'ultimo posto dove ti aspetti di trovar qualcosa, in questo caso qualcuno! - ma non ebbe fortuna nemmeno lì, così come all'Ichiraku, al negozio della Yamanaka -nemmeno lei c'era, per la cronaca- né all'ospedale, che aveva controllato perché non si sa mai.
[ShikaTema Day 2012 - Brace yourself, Black is coming!]
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Shikamaru Nara, Temari | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Lullaby

Non credeva di certo che Nara la stesse aspettando davanti alle porte del villaggio di Konoha, come faceva sempre, né che le avesse lasciato un messaggio su come trovarlo ad Izumo o a Kotetsu – sia mai che gli venisse in mente di fare un gesto carino – ma soprattutto non poteva immaginare di passare una buona mezz'ora a cercarlo per tutta la città come se stessero giocando a rimpiattino.


Dopo non averlo stanato alla magione dell'Hokage, dove nessuno aveva visto Shikamaru quel giorno, si era diretta a colpo sicuro nel suo posto segreto -che tanto segreto non era visto che lo conoscevano lei, Choji e Ino- dove avrebbe provveduto a fargli una lavata di capo, visto che avevano appuntamento al campo d'addestramento quasi un'ora prima: rimase di stucco non trovandolo stravaccato sul prato a dormire, a rilassarsi o a fare qualsiasi cosa faceva lì da solo solitamente. Si riprese quasi subito pensando all'ultima possibilità: era rimasto bloccato a casa, schiavizzato dalla madre per qualche oscuro motivo: beh non sarebbe stata la prima volta! Decise perciò di dirigersi a casa Nara.


Qualche Kami si stava divertendo non poco a farle perdere tempo alla scoperta di Konoha, questa sconosciuta. Yoshino le disse soltanto che era uscito di casa un'oretta prima, ma non aveva idea di dove fosse andato. Si scusò addirittura per non esserle stata d'aiuto; non capiva proprio come Shikamaru potesse considerare quella brava donna un mostro. Bah.


Era arrivata anche al campo d'addestramento – ehi, si dice sempre di iniziare a cercare nell'ultimo posto dove ti aspetti di trovar qualcosa, in questo caso qualcuno! - ma non ebbe fortuna nemmeno lì, così come all'Ichiraku, al negozio della Yamanaka -nemmeno lei c'era, per la cronaca- né all'ospedale, che aveva controllato perché non si sa mai.


Probabilmente qualcuno aveva avuto pietà di lei e dei suoi nervi perché intravide Choji per strada, decise che avrebbe acceso un cero a qualche dio a caso più tardi nel caso l'Akimichi avesse avuto idea di dove fosse il suo compagno di squadra.


Lo raggiunse in fretta, tagliando la strada a diverse persone, facendogli prendere un colpo per la sorpresa e per essere stato artigliato al braccio. Il ragazzo guardò la giovane donna sorpreso ma la salutò con calore subito dopo essersi ripreso: «Temari! Bentornata, come vanno le cose?» .


Lei cercò di tagliar corto dicendogli che stava bene, il viaggio era filato liscio, i suoi fratelli godevano di ottima salute, la ricostruzione delle città andava a gonfie vele e l'economia del paese era in rapida espansione -nel caso avesse voluto far altre domande-. Sempre senza dargli il tempo di rispondere con felicitazioni o peggio ancora con altre domande, chiese a bruciapelo se sapeva dove si trovasse Shikamaru.


«Shika? Bé l'ho lasciato a casa di Kurenai e.. » rispose frastornato, ma non ebbe il tempo di finir la frase che Temari si era già congedata ed era sparita dietro l'angolo più vicino, per poi ri-sbucare cinque secondi dopo chiedendo indicazioni per la suddetta abitazione. Infine la perse definitivamente.


Choji sorrise compiaciuto, quei due insieme lo divertivano terribilmente! Poi riprese la sua strada, se tardava ancora Ino lo avrebbe ucciso a furia di parole. Rabbrividì al sol pensiero.




Temari non ebbe difficoltà a trovare l'appartamento ma rimase un attimo indecisa sul da farsi, a conti fatti non aveva mai avuto modo di conoscere la padrona di casa. Ma aveva un lavoro da fare e voleva sbrigarlo in fretta: peccato che senza la presenza di quel piagnone non poteva andare lontano, quindi prese un bel respiro, gonfiò le guance e suonò il campanello.

Appena sentì dei passi avvicinarsi lasciò uscire l'aria trattenuta e sperò che fosse il ragazzo in persona.


Decise al volo che i ceri da accendere sarebbero stati anche quattro o cinque.


Stava per colpirlo verbalmente quando inquadrò un fagottino tra le sue braccia che identificò immediatamente come marmocchio dai portentosi polmoni. Ora capiva il motivo del ritardo.


Stava per deriderlo quando l'espressione disperata e il caldo benvenuto di Shikamaru -che a stento si intuiva al di sopra del pianto disperato del neonato- non le bloccarono, nuovamente, le parole in gola.


Sicuramente Kurenai non doveva essere in casa, altrimenti non avrebbe lasciato l'erede di Asuma a perdere la voce perché, annusò lievemente l'aria, voleva essere cambiato. Così lasciò perdere epiteti di diversa natura e colore, prese tra le braccia il bambino, scansò Nara ed entrò in casa senza tante cerimonie.


Non dovette cercar molto per trovare la camera della piccola puzzola e tutto l'occorrente era pronto e ordinato vicino al fasciatoio. Con gesti esperti spogliò il bambino -sì, era un maschietto- lo lavò e cambiò il pannolino senza problemi, anzi parlandogli con dolcezza e calmando il pianto disperato.


Tutto sotto lo sguardo sconcertato e apertamente ammirato di Shikamaru: in nessun caso l'aveva vista così sicura e gentile. Era proprio vero che non si finiva mai di imparare!


«Cos'è tutta questa sorpresa? Ho due fratelli più piccoli, ti ricordo!» disse Temari scontrosa, quello sguardo da pesce lesso la stava irritando.


Spostò l'attenzione al più meritevole tra i maschi presenti in quella stanza, lo prese in braccio e iniziò a cullarlo: ora che era pulito e profumato il sonno si faceva sentire. Si dimenticò in fretta del giovane “baby-sitter” - fosse stato per lei non lo avrebbe pagato un ryo bucato – e come aveva fatto tante volte in passato iniziò a canticchiare piano una dolce ballata del suo paese.


Nonostante lei si fosse estraniata, Shikamaru era anche troppo sveglio in quel momento, quella giornata, da pessima che era partita, stava diventando sempre più interessante e piacevole. Avrebbe scommesso tutti i suoi sonnellini pomeridiani che l'orgogliosa sorella del Kazekage non fosse capace di certe gentilezze, perdendo miseramente.


Sorrise nel vederla così rilassata e si godette la voce bassa e musicale, le parole della ninnananna gli erano sconosciute -probabilmente si trattava di un dialetto del paese del Vento- ma dolci e stranamente nostalgiche. Non poté non amarla ancora più profondamente.


Poi l'incanto finì e Temari sistemò il bambino nella culla, gli rimboccò le coperte, ultima carezza al volto paffutello e si girò verso il giovane, sfidandolo a dire qualcosa di stupido e sconveniente.


Shikamaru sorrise tranquillo, non era intenzionato a farle guerra, tutt'altro. Lasciò che si avvicinasse, la abbracciò per i fianchi e si perse nel suo profumo consapevole che, anche se si trattava di una seccatura di prim'ordine, sarebbe stata una madre stupenda.
























N.d.A.


Buon ShikaTema day!!!! Il giorno più nero dell'anno 8D


Dedico questa cosina carina e tenerina (e terribilmente ooc... ma è fluff, tanto basta XD) a Crì e Clà <3

Per Crì che ama tantissimo i marmocchietti e che quando scrivo di bimbi e simili le “si stringono le ovaie”, come dice sempre! dicevo, la dedico per il suo compleanno che era ieri, ma vabbè x°D

Per Clà (il cui compleanno era due giorni fa, ma ehi, sono una persona poco puntuale u.u”) perché magari impara a scrivere delle fluff e non robaccia angst! è.é


(Non chiedetemi perché ci sono due grandezze diverse nei caratteri o.o)

Che il nero sia sempre con noi <3

   
 
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