Io non ho mai…
Alla
socia e a Crì, buon compleanno♥
Konoha,
una sera come tante altre, tiepida e placida.
Konoha,
una sera come tante altre, una casa come tante altre: solo, un po’ più
illuminata, rumorosa e piena di giovani e valenti ninja trepidanti e pronti per
una serata di festeggiamenti, chi più e chi
meno.
La
guerra era finita, la tensione si era allentata, nella Foglia sembrava che
tutto fosse tornato come prima, come se non fosse mai accaduto nulla. Già
quello era un ottimo motivo per festeggiare.
Ino si
era voluta occupare dei preparativi e aveva organizzato una festa in grande
stile, intenzionata a dimostrare ancora una volta il suo buongusto; tra il
tripudio generale Shikamaru aveva tentato di darsi alla macchia prima che fosse
troppo tardi, ma era stato braccato all’ultimo secondo e trascinato in casa
Yamanaka, dove era stato costretto a rassegnarsi a tentare una mimetizzazione
totale con il divano del salotto. Se ne stava rannicchiato nel suo angolo,
intenzionato ad immergersi e sparire in stoffa e cuscini mentre nel resto della
stanza regnavano chiacchiere, musica, balli ed euforia decisamente poco
contenuta, quando udì un sospiro e percepì qualcuno sedersi pesantemente
accanto a lui.
« Come
hanno fatto a convincerti a venire? »
Shikamaru
si permise un risolino decisamente scettico, per poi rispondere amaro:
«
Diciamo che è stata più che altro coercizione. »
Accettò
in silenzio la lattina di un qualcosa che sperava fosse alcolico che gli veniva
porta altrettanto in silenzio, e commentò:
« Non
pensavo saresti venuta. »
La
figura accanto a lui sospirò: « Gaara pensava sarebbe stato scortese non
partecipare, visto e considerato che tutti sanno che siamo ancora ospiti
dell’Hokage. E poi Kankuro pare avere un certo interesse per la tua amichetta
d’infanzia, hai notato? »
Shikamaru
sgranò gli occhi incredulo, voltandosi finalmente a guardare in faccia Temari:
« Seccatura, non starai mica facendo da Cupido?! Tra tuo fratello ed Ino fra
l’altro?! »
Lei si
riprese la lattina e rispose placidamente e con un’alzata di spalle, dopo un
piccolo sorso: « Io ho solo dato una spinta, per il resto si arrangerà. Sai che
lei non mi piace. »
« Sì, me
ne ero accorto. » sospirò lui, osservando sconsolato Kiba e Naruto che avevano
appena iniziato a ballare sul tavolino del salotto. Perlustrò con lo sguardo il
resto della stanza, si soffermò con orrore sul Sabaku di mezzo e la Yamanaka
constatando che sì, stavano fissando proprio loro con uno sguardo che non aveva
proprio nulla di rassicurante, si volse verso Temari e sospirò: « Forse sei
riuscita a realizzare tutte le possibili controindicazioni di una possibile
storia tra quei due, Seccatura. » e, allo sguardo interrogativo di lei tagliò
corto prendendola per un braccio e trascinandola tra la folla con un secco: «
Andiamo in cucina. »
***
« Ehiehiehi li vedi?! Dove sono andati?! »
Kankuro
cercò di sporgersi al di sopra di tutta quella gente, nel disperato tentativo
di individuare quei dannati codini, ma senza risultato: « Sono scappati, credo.
Da noi, probabilmente. »
Ino
soffiò via dal volto il ciuffo biondo e fece ondeggiare la coda di cavallo,
afferrò il braccio del suo complice ed iniziò a trascinarlo in giro per la
casa, intenzionata a frugare ogni angolo per trovare quei due: « Sono anni che aspetto l’occasione perfetta per
smascherarli, e questa lo è! Non me la lascerò sfuggire, giocherò ogni carta a
mia disposizione! »
Kankuro
ammutolì, e si limitò a seguirla barcollando, un po’ inquietato dalla furia che
facilmente si poteva cogliere nelle parole di lei, un po’ incantato
dall’ondeggiare ritmico dei suoi capelli, un po’ tutto preso a ringraziare il
suo solito trucco viola e le luci soffuse che avrebbero impedito di notare il
rossore sul suo viso cagionato dalla stretta di lei sul suo avambraccio.
***
Shikamaru
chiuse piano dietro di sé la porta della cucina, sospirando sollevato.
Temari
si poggiò al tavolo, osservandolo con un sopracciglio lievemente alzato e sussurrando
con un ghigno, tono malizioso annesso e connesso: « Mi hai portata qui per
approfittare di me Nara? Non ti pensavo capace di tutta questa iniziativa, di
solito devo fare tutto io! »
Lui ignorò
la provocazione, si limitò a commentare: « Credo che Ino abbia trascinato il
tuo caro fratellino nei suoi loschi tramacci, Seccatura. », le fece segno di
zittirsi e cominciò a rovistare nella montagna di dolciumi, patatine e alimenti
non meglio identificati alla ricerca di qualcosa di commestibile. Le lanciò una
confezione di salatini e si sedette sul piano cucina, sospirando: « Alla fine
tutti lo sanno Seccatura, potremmo anche dirlo apertamente senza doverci
nascondere ogni volta… »
« Ma
così è più divertente, » sussurrò lei avvicinandosi e facendosi abbracciare, «
E poi, se ufficializzassimo davvero questa cosa, sarebbe tutto più seccante… Non è meglio rimandare il più
possibile? »
Lui
rise, giocando con i suoi codini: « Farò finta di non aver colto il sarcas- »
Entrambi
si voltarono di scatto verso la porta d’ingresso, notando con terrore la
maniglia che si stava lentamente ed irrimediabilmente abbassando.
***
L’ispezione
delle varie stanze della casa si stava rivelando decisamente infruttuosa, ed
Ino stava iniziando a perdere la pazienza. Era sicura, certa, che tra quei due
ci fosse qualcosa da molto, molto tempo: all’inizio era solo una sensazione,
poi un sospetto, alla fine anche Choji aveva dovuto darle ragione. Aveva
indagato in ogni modo, con le più acute strategie, ma era impossibile
smascherarli avendo a che fare con loro separatamente. Eppure quella sera erano
entrambi in quei pochi metri quadrati, costretti dal loro profondo essere
sociopatici ad isolarsi dal resto della folla, ed erano nel suo territorio. Sei suoi piani fossero andati fin dall’inizio
come aveva programmato sarebbe stato un gioco da ragazzi usare Choji e la sua
capacità innata (di cui ancora dopo anni non riusciva a capacitarsi) di trovare
Shikamaru ovunque egli fosse, ma non aveva considerato la variabile del cibo
con cui aveva imbandito la tavola e a cui l’Akimichi si era subito arreso. E
così si era ritrovata a dover cooperare con quell’elemento made in Suna dalle
scelte estetiche di dubbio gusto, nella speranza che questi fosse dotato di un
radar sintonizzato sulla sorella. Speranza vana, perché il Sabaku pareva disporre
dell’espressività e della reattività delle sue care marionette.
Ino si
fermò di scatto, rischiando di mandare Kankuro, ancora ancorato a lei, a
sbattere contro il muro che aveva di fronte, ed individuò l’unica stanza in cui
ancora non erano entrati a controllare: la
cucina.
Kankuro
stava giusto per farle notare come fosse improbabile che si trovassero proprio
là, visto e considerato che a rigor di logica la cucina doveva essere una delle
stanze più frequentate, quando lei lo zittì premendogli una mano sulla bocca e
facendogli cenno di ascoltare.
Premettero
le orecchie alla porta, identificando le voci dei due obiettivi; la aprirono
delicatamente, quel tanto che bastava per fornire loro uno spiraglio da cui
osservare cosa diamine stesse accadendo là dentro.
« Per
quanto riguarda le pratiche da consegnare all’Hokage… »
«
Quand’è il termine per la consegna? »
« Tre
giorni. »
« E in
tre giorni dobbiamo organizzare la mobilitazione di tutti i ninja rimasti negli
accampamenti?! »
Ino
richiuse stizzita la porta, poggiandovi la schiena e scivolando fino a
ritrovarsi seduta a terra, pensierosa. Kankuro si chinò fino ad arrivare alla
sua altezza, sussurrando: « Io te l’ho detto, non c’è verso che tra quei due ci
sia qualcosa di più che- » ma venne prontamente zittito dalla mano della
Yamanaka che imperiosa andò a picchiare sulla sua nuca.
« Ahia!
Ma che ti prende?! »
Lei lo
fulminò con lo sguardo, sibilando a bassa voce: « Le mie non sono supposizioni,
sono certezze! Devo solo trovare le prove, quindi tira fuori un’idea o smettila
di blaterare! »
Kankuro
boccheggiò sconcertato per qualche secondo, per poi tentare esitante, incredulo
lui stesso di aver avuto una simile idea: « Beh, conosco una specie di gioco… »
Ino
ascoltò il piano del Sabaku prima scettica, poi dubbiosa, dunque sconcertata,
quindi stupita ed infine meravigliata: forse non aveva fatto un errore così
madornale quando aveva deciso di trarre nella squadra il ragazzo. Si riscosse
velocemente dal suo momento di smarrimento, stampò a Kankuro un veloce bacio su
una guancia, saltò in piedi e corse in soggiorno annunciando con un ghigno: «
Ragazzi, perché non facciamo un gioco? »
***
E fu
così che l’allegra combriccola si ritrovò radunata in cerchio all’interno del
salotto di casa Yamanaka, al centro un piccolo assortimento di bottiglie di sake,
ed un bicchiere ciascuno.
Ino si
schiarì la voce, ottenendo un relativo silenzio, controllò che tra i presenti
ci fossero anche loro due (ovviamente
a debita distanza, uno che osservava apatico una patatina dopo l’altra sparire
tra le fauci di Chouji, l’altra che osservava scandalizzata un Gaara mezzo ubriaco cercando di capire se
stesse bene) e poi cominciò a parlare tronfia: « Invece di buttarci sul tipico
obbligo o verità o su un banale gioco della bottiglia, questa sera
sperimenteremo un gioco detto Io non ho
mai. Ognuno di noi a turno deve formulare una frase del tipo “Io non ho mai
fatto…”: chi invece avrà fatto la determinata cosa dovrà bere come pegno. Tutto
chiaro?! Comincio io. » dichiarò
osservando con un ghigno prima Temari poi Shikamaru, che si lanciarono una
breve occhiata inquietata.
« Bene,
io non ho ma- »
Venne
però interrotta da Kiba –con immensa gioia da parte di due persone in
particolare-, che si alzò in piedi ridendo e gridando: « Io non ho mai baciato
un ragazzo! », affermazione che fu accolta da un’ovazione generale di fronte ad
un Naruto praticamente viola che veniva costretto ad ingurgitare il primo
bicchiere di sake, e le cui proteste sul fatto che si fosse trattato di un
dannato incidente venivano malamente ignorate. Ino sbuffò stizzita e sollevò la
voce per farsi sentire al di sopra del trambusto, e chiese maliziosa, fissando
tutta sorridente Temari: « Qualcuno che oltre a Naruto abbia mai baciato un
ragazzo? »
La
Sabaku dapprima s’irrigidì e la fulminò con odio; ma le bastò fare una breve
valutazione della situazione per rendersi conto di quanto poco valesse una sua
risposta affermativa, alzò le spalle, esordì con un atono « Kanpai! » e svuotò
in un solo sorso il suo bicchiere, tornando incurante ad osservarsi le unghie.
Ino sorrise compiaciuta, pronta per l’attacco finale: certo, aver baciato un ragazzo non era
decisamente la prova che le serviva, troppo vago, soprattutto visto e
considerato che la ragazza viveva a tre giorni di distanza da Konoha e della
sua vita privata lei e la maggior parte dei presenti sapevano poco o niente.
In ogni
caso, era ora di finirla: fece per prendere la parola –ma di nuovo venne
interrotta: quel maledetto gioco pareva aver riscosso un certo successo. Tentò
invano di attirare l’attenzione su di sé, ma pareva avrebbe dovuto aspettare la
fine del giro. Sopportò dunque per un tempo infinito una serie di “Io non ho
mai” inutili ed infantili, che variavano dal “Io non sono mai andata alle
terme” al “Io non ho mai tentato di vandalizzare il monte degli Hokage”,
sopportò in angosciosa attesa che Hinata riuscisse a formulare una frase tra un
balbettio e l’altro (e il fatto che Naruto la stesse incitando a gran voce non
aiutava decisamente). L’unico risvolto interessante si era avuto quando
qualcuno aveva proferito un: « Io non ho mai baciato una ragazza », ma l’intervento
di Ino era stato letteralmente soffocato dai boati increduli dei ragazzi
radunati attorno ad uno Shikamaru che si era visto costretto a riempirsi il
bicchiere. Dal canto suo, Nara Junior si era vendicato con un: « Io non ho mai
avuto una cotta per Ino Yamanaka! », assistendo ghignante all’imbarazzante
scena di un Kankuro viola come il suo makeup che cercava di affogarsi nel
bicchiere accanto ad una Ino boccheggiante per la sorpresa (e schivando per
miracolo la ciabatta che una certa Seccatura preoccupata per l’amor proprio del
fratello aveva deciso di scagliargli contro).
Alla
fine, tra una cosa e l’altra il gioco era andato divagando, e metà della gente
s’era già dimenticata che si fosse partiti da quello. La stessa Ino stava
chiacchierando tranquillamente con le ragazze, e fu allora che con un veloce
cenno del capo ed un’occhiata d’intesa Shikamaru e Temari iniziarono il loro
piano di fuga, discretamente e senza dare nell’occhio. Avevano già raggiunto la
porta e si erano già scambiati un gesto di silenziosa esultanza, quando dal
salotto giunse loro diretto ed oramai inaspettato: « Io non ho mai avuto una relazione amorosa con una persona presente
all’interno di questa stanza ».
E di
nuovo, quella tiepida e placida sera come tante altre, da quella casa tra tutte
le altre un po’ più rumorosa, illuminata e piena di vita si levò un’ovazione,
mentre Shikamaru Nara e Temari Sabaku no venivano placcati sulla soglia e
muniti di due bicchieri colmi di sake.
Shikamaru
e Temari si fissarono, una alzando le spalle con aria divertita, l’altro
sospirando rassegnato, e fecero cozzare tra loro i bicchieri: « Kanpai! »
Note:
Fanfic
scritta per lo ShikaTema day indetto dal forum nero The Black Parade! ( http://mosche
nere.forumfree.it )
La fine
fa schifo, e nonostante per una volta io non mi sia ritrovata a scrivere all’ultimo
non m’è venuto in mente un modo migliore per concludere t.t Ma tant’è, state
sintonizzati che comunque ci sarà di meglio nel
corso di questa giornata!
Buono
ShikaTema day! <3
E grazie
a chiunque abbia partecipato! <3