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Autore: May be    23/06/2012    8 recensioni
Konoha, una sera come tante altre, tiepida e placida.
Konoha, una sera come tante altre, una casa come tante altre: solo, un po’ più illuminata, rumorosa e piena di giovani e valenti ninja trepidanti e pronti per una serata di festeggiamenti, chi più e chi meno.

[ShikaTema Day 2012]
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Shikamaru Nara, Temari | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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schifo

Io non ho mai…

 

Alla socia e a Crì, buon compleanno♥

 

Konoha, una sera come tante altre, tiepida e placida.

Konoha, una sera come tante altre, una casa come tante altre: solo, un po’ più illuminata, rumorosa e piena di giovani e valenti ninja trepidanti e pronti per una serata di festeggiamenti, chi più e chi meno.

La guerra era finita, la tensione si era allentata, nella Foglia sembrava che tutto fosse tornato come prima, come se non fosse mai accaduto nulla. Già quello era un ottimo motivo per festeggiare.

Ino si era voluta occupare dei preparativi e aveva organizzato una festa in grande stile, intenzionata a dimostrare ancora una volta il suo buongusto; tra il tripudio generale Shikamaru aveva tentato di darsi alla macchia prima che fosse troppo tardi, ma era stato braccato all’ultimo secondo e trascinato in casa Yamanaka, dove era stato costretto a rassegnarsi a tentare una mimetizzazione totale con il divano del salotto. Se ne stava rannicchiato nel suo angolo, intenzionato ad immergersi e sparire in stoffa e cuscini mentre nel resto della stanza regnavano chiacchiere, musica, balli ed euforia decisamente poco contenuta, quando udì un sospiro e percepì qualcuno sedersi pesantemente accanto a lui.

« Come hanno fatto a convincerti a venire? »

Shikamaru si permise un risolino decisamente scettico, per poi rispondere amaro:

« Diciamo che è stata più che altro coercizione. »

Accettò in silenzio la lattina di un qualcosa che sperava fosse alcolico che gli veniva porta altrettanto in silenzio, e commentò:

« Non pensavo saresti venuta. »

La figura accanto a lui sospirò: « Gaara pensava sarebbe stato scortese non partecipare, visto e considerato che tutti sanno che siamo ancora ospiti dell’Hokage. E poi Kankuro pare avere un certo interesse per la tua amichetta d’infanzia, hai notato? »

Shikamaru sgranò gli occhi incredulo, voltandosi finalmente a guardare in faccia Temari: « Seccatura, non starai mica facendo da Cupido?! Tra tuo fratello ed Ino fra l’altro?! »

Lei si riprese la lattina e rispose placidamente e con un’alzata di spalle, dopo un piccolo sorso: « Io ho solo dato una spinta, per il resto si arrangerà. Sai che lei non mi piace. »

« Sì, me ne ero accorto. » sospirò lui, osservando sconsolato Kiba e Naruto che avevano appena iniziato a ballare sul tavolino del salotto. Perlustrò con lo sguardo il resto della stanza, si soffermò con orrore sul Sabaku di mezzo e la Yamanaka constatando che sì, stavano fissando proprio loro con uno sguardo che non aveva proprio nulla di rassicurante, si volse verso Temari e sospirò: « Forse sei riuscita a realizzare tutte le possibili controindicazioni di una possibile storia tra quei due, Seccatura. » e, allo sguardo interrogativo di lei tagliò corto prendendola per un braccio e trascinandola tra la folla con un secco: « Andiamo in cucina. »

 

***

 

« Ehiehiehi li vedi?! Dove sono andati?! »

Kankuro cercò di sporgersi al di sopra di tutta quella gente, nel disperato tentativo di individuare quei dannati codini, ma senza risultato: « Sono scappati, credo. Da noi, probabilmente. »

Ino soffiò via dal volto il ciuffo biondo e fece ondeggiare la coda di cavallo, afferrò il braccio del suo complice ed iniziò a trascinarlo in giro per la casa, intenzionata a frugare ogni angolo per trovare quei due: « Sono anni che aspetto l’occasione perfetta per smascherarli, e questa lo è! Non me la lascerò sfuggire, giocherò ogni carta a mia disposizione! »

Kankuro ammutolì, e si limitò a seguirla barcollando, un po’ inquietato dalla furia che facilmente si poteva cogliere nelle parole di lei, un po’ incantato dall’ondeggiare ritmico dei suoi capelli, un po’ tutto preso a ringraziare il suo solito trucco viola e le luci soffuse che avrebbero impedito di notare il rossore sul suo viso cagionato dalla stretta di lei sul suo avambraccio.

 

***

 

Shikamaru chiuse piano dietro di sé la porta della cucina, sospirando sollevato.

Temari si poggiò al tavolo, osservandolo con un sopracciglio lievemente alzato e sussurrando con un ghigno, tono malizioso annesso e connesso: « Mi hai portata qui per approfittare di me Nara? Non ti pensavo capace di tutta questa iniziativa, di solito devo fare tutto io! »

Lui ignorò la provocazione, si limitò a commentare: « Credo che Ino abbia trascinato il tuo caro fratellino nei suoi loschi tramacci, Seccatura. », le fece segno di zittirsi e cominciò a rovistare nella montagna di dolciumi, patatine e alimenti non meglio identificati alla ricerca di qualcosa di commestibile. Le lanciò una confezione di salatini e si sedette sul piano cucina, sospirando: « Alla fine tutti lo sanno Seccatura, potremmo anche dirlo apertamente senza doverci nascondere ogni volta… »

« Ma così è più divertente, » sussurrò lei avvicinandosi e facendosi abbracciare, « E poi, se ufficializzassimo davvero questa cosa, sarebbe tutto più seccante… Non è meglio rimandare il più possibile? »

Lui rise, giocando con i suoi codini: « Farò finta di non aver colto il sarcas- »

Entrambi si voltarono di scatto verso la porta d’ingresso, notando con terrore la maniglia che si stava lentamente ed irrimediabilmente abbassando.

 

***

 

L’ispezione delle varie stanze della casa si stava rivelando decisamente infruttuosa, ed Ino stava iniziando a perdere la pazienza. Era sicura, certa, che tra quei due ci fosse qualcosa da molto, molto tempo: all’inizio era solo una sensazione, poi un sospetto, alla fine anche Choji aveva dovuto darle ragione. Aveva indagato in ogni modo, con le più acute strategie, ma era impossibile smascherarli avendo a che fare con loro separatamente. Eppure quella sera erano entrambi in quei pochi metri quadrati, costretti dal loro profondo essere sociopatici ad isolarsi dal resto della folla, ed erano nel suo territorio. Sei suoi piani fossero andati fin dall’inizio come aveva programmato sarebbe stato un gioco da ragazzi usare Choji e la sua capacità innata (di cui ancora dopo anni non riusciva a capacitarsi) di trovare Shikamaru ovunque egli fosse, ma non aveva considerato la variabile del cibo con cui aveva imbandito la tavola e a cui l’Akimichi si era subito arreso. E così si era ritrovata a dover cooperare con quell’elemento made in Suna dalle scelte estetiche di dubbio gusto, nella speranza che questi fosse dotato di un radar sintonizzato sulla sorella. Speranza vana, perché il Sabaku pareva disporre dell’espressività e della reattività delle sue care marionette.

Ino si fermò di scatto, rischiando di mandare Kankuro, ancora ancorato a lei, a sbattere contro il muro che aveva di fronte, ed individuò l’unica stanza in cui ancora non erano entrati a controllare: la cucina.

Kankuro stava giusto per farle notare come fosse improbabile che si trovassero proprio là, visto e considerato che a rigor di logica la cucina doveva essere una delle stanze più frequentate, quando lei lo zittì premendogli una mano sulla bocca e facendogli cenno di ascoltare.

Premettero le orecchie alla porta, identificando le voci dei due obiettivi; la aprirono delicatamente, quel tanto che bastava per fornire loro uno spiraglio da cui osservare cosa diamine stesse accadendo là dentro.

« Per quanto riguarda le pratiche da consegnare all’Hokage… »

« Quand’è il termine per la consegna? »

« Tre giorni. »

« E in tre giorni dobbiamo organizzare la mobilitazione di tutti i ninja rimasti negli accampamenti?! »

Ino richiuse stizzita la porta, poggiandovi la schiena e scivolando fino a ritrovarsi seduta a terra, pensierosa. Kankuro si chinò fino ad arrivare alla sua altezza, sussurrando: « Io te l’ho detto, non c’è verso che tra quei due ci sia qualcosa di più che- » ma venne prontamente zittito dalla mano della Yamanaka che imperiosa andò a picchiare sulla sua nuca.

« Ahia! Ma che ti prende?! »

Lei lo fulminò con lo sguardo, sibilando a bassa voce: « Le mie non sono supposizioni, sono certezze! Devo solo trovare le prove, quindi tira fuori un’idea o smettila di blaterare! »

Kankuro boccheggiò sconcertato per qualche secondo, per poi tentare esitante, incredulo lui stesso di aver avuto una simile idea: « Beh, conosco una specie di gioco… »

Ino ascoltò il piano del Sabaku prima scettica, poi dubbiosa, dunque sconcertata, quindi stupita ed infine meravigliata: forse non aveva fatto un errore così madornale quando aveva deciso di trarre nella squadra il ragazzo. Si riscosse velocemente dal suo momento di smarrimento, stampò a Kankuro un veloce bacio su una guancia, saltò in piedi e corse in soggiorno annunciando con un ghigno: « Ragazzi, perché non facciamo un gioco? »

 

***

 

E fu così che l’allegra combriccola si ritrovò radunata in cerchio all’interno del salotto di casa Yamanaka, al centro un piccolo assortimento di bottiglie di sake, ed un bicchiere ciascuno.

Ino si schiarì la voce, ottenendo un relativo silenzio, controllò che tra i presenti ci fossero anche loro due (ovviamente a debita distanza, uno che osservava apatico una patatina dopo l’altra sparire tra le fauci di Chouji, l’altra che osservava scandalizzata un Gaara mezzo ubriaco cercando di capire se stesse bene) e poi cominciò a parlare tronfia: « Invece di buttarci sul tipico obbligo o verità o su un banale gioco della bottiglia, questa sera sperimenteremo un gioco detto Io non ho mai. Ognuno di noi a turno deve formulare una frase del tipo “Io non ho mai fatto…”: chi invece avrà fatto la determinata cosa dovrà bere come pegno. Tutto chiaro?! Comincio io. » dichiarò osservando con un ghigno prima Temari poi Shikamaru, che si lanciarono una breve occhiata inquietata.

« Bene, io non ho ma- »

Venne però interrotta da Kiba –con immensa gioia da parte di due persone in particolare-, che si alzò in piedi ridendo e gridando: « Io non ho mai baciato un ragazzo! », affermazione che fu accolta da un’ovazione generale di fronte ad un Naruto praticamente viola che veniva costretto ad ingurgitare il primo bicchiere di sake, e le cui proteste sul fatto che si fosse trattato di un dannato incidente venivano malamente ignorate. Ino sbuffò stizzita e sollevò la voce per farsi sentire al di sopra del trambusto, e chiese maliziosa, fissando tutta sorridente Temari: « Qualcuno che oltre a Naruto abbia mai baciato un ragazzo? »

La Sabaku dapprima s’irrigidì e la fulminò con odio; ma le bastò fare una breve valutazione della situazione per rendersi conto di quanto poco valesse una sua risposta affermativa, alzò le spalle, esordì con un atono « Kanpai! » e svuotò in un solo sorso il suo bicchiere, tornando incurante ad osservarsi le unghie. Ino sorrise compiaciuta, pronta per l’attacco finale: certo, aver baciato un ragazzo non era decisamente la prova che le serviva, troppo vago, soprattutto visto e considerato che la ragazza viveva a tre giorni di distanza da Konoha e della sua vita privata lei e la maggior parte dei presenti sapevano poco o niente.

In ogni caso, era ora di finirla: fece per prendere la parola –ma di nuovo venne interrotta: quel maledetto gioco pareva aver riscosso un certo successo. Tentò invano di attirare l’attenzione su di sé, ma pareva avrebbe dovuto aspettare la fine del giro. Sopportò dunque per un tempo infinito una serie di “Io non ho mai” inutili ed infantili, che variavano dal “Io non sono mai andata alle terme” al “Io non ho mai tentato di vandalizzare il monte degli Hokage”, sopportò in angosciosa attesa che Hinata riuscisse a formulare una frase tra un balbettio e l’altro (e il fatto che Naruto la stesse incitando a gran voce non aiutava decisamente). L’unico risvolto interessante si era avuto quando qualcuno aveva proferito un: « Io non ho mai baciato una ragazza », ma l’intervento di Ino era stato letteralmente soffocato dai boati increduli dei ragazzi radunati attorno ad uno Shikamaru che si era visto costretto a riempirsi il bicchiere. Dal canto suo, Nara Junior si era vendicato con un: « Io non ho mai avuto una cotta per Ino Yamanaka! », assistendo ghignante all’imbarazzante scena di un Kankuro viola come il suo makeup che cercava di affogarsi nel bicchiere accanto ad una Ino boccheggiante per la sorpresa (e schivando per miracolo la ciabatta che una certa Seccatura preoccupata per l’amor proprio del fratello aveva deciso di scagliargli contro).  

Alla fine, tra una cosa e l’altra il gioco era andato divagando, e metà della gente s’era già dimenticata che si fosse partiti da quello. La stessa Ino stava chiacchierando tranquillamente con le ragazze, e fu allora che con un veloce cenno del capo ed un’occhiata d’intesa Shikamaru e Temari iniziarono il loro piano di fuga, discretamente e senza dare nell’occhio. Avevano già raggiunto la porta e si erano già scambiati un gesto di silenziosa esultanza, quando dal salotto giunse loro diretto ed oramai inaspettato: « Io non ho mai avuto una relazione amorosa con una persona presente all’interno di questa stanza ».

E di nuovo, quella tiepida e placida sera come tante altre, da quella casa tra tutte le altre un po’ più rumorosa, illuminata e piena di vita si levò un’ovazione, mentre Shikamaru Nara e Temari Sabaku no venivano placcati sulla soglia e muniti di due bicchieri colmi di sake.

Shikamaru e Temari si fissarono, una alzando le spalle con aria divertita, l’altro sospirando rassegnato, e fecero cozzare tra loro i bicchieri: « Kanpai! »

 

Note:

Fanfic scritta per lo ShikaTema day indetto dal forum nero The Black Parade! ( http://mosche nere.forumfree.it )

La fine fa schifo, e nonostante per una volta io non mi sia ritrovata a scrivere all’ultimo non m’è venuto in mente un modo migliore per concludere t.t Ma tant’è, state sintonizzati che comunque ci sarà di meglio nel  corso di questa giornata!

Buono ShikaTema day! <3

E grazie a chiunque abbia partecipato! <3

   
 
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