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Autore: The Cactus Incident    23/06/2012    4 recensioni
Stavo suonando con tutta me stessa per scaricarmi e non pensare a per quale cazzo di motivo non mi parlava se era stato lui a cominciare, quando la mano bianca e ossuta di Jimmy si posò sul mio polso che si muoveva freneticamente.
Alzai di scatto la testa, nervosa e lo trovai a mostrarmi un sorriso tranquillo che contagiava anche quelle iridi così azzurre nascoste dietro gli occhiali.
“Faccio troppo rumore?” “Non abbastanza da coprire quello del tuo cuore che si spezza e sanguina”
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Matthew Shadows, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zacky Vengeance
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sch chapter 2

Stacey P.O.V.
Mio padre mi avvertì che era ora di svegliarsi con la sua solita delicatezza.
“Stacey Cazzo! Ti vuoi svegliare? E’ tardi!” Chissà perchè, quando mi sveglia lui è sempre tardi. Vabbè.
Dopo essermi preparata per bene, scesi a fare colazione (con tutta la calma, altro che tardi) e mentre mi lavavo i denti, suonarono alla porta.
“Stacey! Sbrigati! è arrivata Meggie!” finii di sciacquarmi la bocca, mi diedi una ravvivata ai boccoli, controllai eventuali sbavature della matita e mi fiondai giù dalle scale.
“Prima o poi le scale te le fai di faccia” commentò mia madre “Ciao mamma! Buona giornata anche a te!” dissi sarcastica e mi trascinai Meggie fuori dalla porta.
“Buongiorno!” dissi solo dopo aver chiuso la porta. Lei sorrise e s’incamminò fuori dal vialetto. Faceva davvero caldo per essere ottobre. Il clima era mite e temperato, come in primavera. Pazzesco.
Appena voltato l’angolo, tirai fuori il pacchetto di Pall Mall Los Angeles e tirai una bella boccata. Ah, ci voleva.
“Mi presti l’accendino?” mugugnò Meggie con fra le labbra una sigaretta spenta. Allungai il braccio e la feci accendere. “Grazie”
Prese una grossa boccata e parlò “Allora, pronta per il primo giorno?” “Si, direi di si. E tu pronta a farmi da guida?” “Si, direi di si” “Come sei arrivata fin qui?” “Jimmy” disse tranquilla.
“Ma era il tipo biondo dell’altra sera?” “Si, quello” “Ma è alto due metri o cosa?” “Nah, solo 1,93” sorrisi della sua faccetta divertita e continuammo il tragitto commentando quello che ci circondava e Meggie cominciò a spiegarmi qualcosa della scuola.
Quando arrivammo non potevo crederci: l’ingresso era delimitato da palme.
“Ma che diam…” “Benvenuta in California! Nazione di surfisti, birra e palme in grande quantità” disse lei, divertita “Dovrebbe anche essere la nazione dell’abbronzatura, ma non tutti ci stanno” disse con fare teatrale, come se fosse una sorta di segreto che non doveva essere divulgato.
“Tipo te?” dissi inarcando un sopracciglio, divertita “Tipo me” “Ok, mi accompagni in segreteria? Devo ritirare l’orario” “Certo”
Una tipa grassa, vecchia e sorridente, con un paio di occhiali a culo di bottiglia stava seduta dietro una cattedra trascinata lì e fatta passare per scrivania.
“Dimmi tesoro” “Salve, io sarei Stacey Floor, una studentessa nuova” “Oh si, me ne hanno parlato. Ecco a te, tesoro” dopo un mezzo sorriso sgommammo via.
“Ok, prima ora?” “Biologia, laboratorio 1B26” “Ok, è al secondo piano. Il corridoio che t’interessa è segnato con una B e penso che fino a 26 tu sappia contare” disse scrutando il mio orario e confrontandolo col suo. “Uh figo, alla quarta abbiamo fisica insieme e oggi pomeriggio due ore di teatro. Mi raccomando, sempre secondo piano. Il primo numero indica il plesso, il secondo il nome del corridoio e il terzo il numero dell’aula, ok?” annuii “Si, facile” “Io devo andare che ho lezione nel terzo plesso, dall’altro lato di questa baracca. Ci vediamo dopo, ok?” disse mentre già sia allontanava, lasciandomi sola in quella baraonda.
La salutai con un cenno della mano e cominciai a salire le scale.
Tutto sommato non ebbi grossi problemi. Bastava chiedere ogni tanto a qualche bidello o qualche professore e arrivai tardi solo alla terza ora perchè nel terzo plesso.
Come ogni primo giorno che si rispetti, lo passai completamente da sola, solo qualche domanda delle mie nuove compagne ogni tanto.
Alla quarta ora trovai Meggie nel corridoio. “Allora, come sta andando?” “Bah, non male. Cosa ci aspetta con fisica?” In fisica me l’ero sempre cavata egregiamente “Prova pratica nel laboratorio”
L’ora di fisica passò abbastanza velocemente “Ehi la mensa è al primo piano, chiedi al bidello o segui la corrente di alunni affamati. C’incontriamo direttamente lì, ok?” “Va bene”

All’ora di pranzo, Meggie si fece gentilmente trovare davanti alla porta e entrammo insieme. Dopo aver preso qualcosa da mangiare andammo a sederci ad un tavolo vuoto, poco più a destra del centro.
“Allora, come ti trovi?” chiese mettendo in bocca una forchettata d’insalata. “Piuttosto bene per essere il primo giorno. Non sono male i californiani sai?” “Parli di esemplari maschili o di noi in generale?” feci un mezzo sorriso “Tutt’e due” “Qualche giorno ti presenter….” “Neeeeessiiiie!” un urlo (più simile ad un grido di battaglia spaventosamente acuto) si diffuse della mensa e il tipo sembrava puntare diritto verso di noi. “Oh Cristo” Meggie lasciò cadere la testa, afflitta. Si, il tipo puntava decisamente verso di noi.
Osservai la fonte delle grida e vidi un tipo biondo, con un taglio di capelli che lo faceva vagamente somigliare ad un ananas (rasati tutt’attorno alla testa e “in cima” folti ciuffi scombinati e biondi) e che correva verso di noi. Aveva qualche tatuaggio sulla parte superiore del braccio destro e, sinceramente, non era tanto bello (per non dire che era proprio brutto). Però aveva dei bei occhi scuri.
“Dolcezza! Sai che non ti trovavo?” disse sedendosi vicino a Meggie “Ma certo, Bri, accomodati pure” disse lei, caustica “Oh, sapevo che lo avresti detto” sorrisi appena e questo sembrò attirare l’attenzione del ragazzo.
“Ciao, io sono Brian” disse sorridendo e tendendomi la mano che strinsi “Stacey” mi limitai a dire “Sei un’amica di Nessie?” “Di chi?” chiesi alzando un sopracciglio “Si Bri, è amica mia. Che vuoi?” Allora era lei Nessie? Come il mostro di Loch Ness? Ma WTF?
“Oggi passi da Matt?” “Non posso, ho da fare con Stacey. E’ nuova, l’aiuto con il trasloco” “Non vuoi che abbia a che fare con i tuoi amici di una vita?” disse facendo una strana faccia, forse per impietosirla, ma non ebbe effetto.
“Sai com’è, vorrei salvaguardare i suoi neuroni almeno fino a Natale” “Se i neuroni te li salvaguarda lei, sei fottuta, tesoro” disse voltandosi verso di me. “Ok  Haner, passiamo domani, va bene?” le schioccò un bacio in testa “Benissimo mostriciattola. Ci vediamo dopo a musica” “Ok” “Stacey, ci si vede e occhio: se si arrabbia, morde” “Haner sgomma!” urlò Meggie tirandogli dietro un cucchiaio di plastica mentre afferrava il suo vassoio e se ne andava. Scoppiai a ridere.
“Bene, quello è Brian Haner, coglione amico di una vita” “Andate molto d’accordo, eh?” dissi sarcastica “Uh si, propri tanto” rispose ridendo, sempre in tono sarcastico.
Non riuscii a finire di dire una frase che arrivò una ragazza davvero carina con i capelli corti fino alle spalle e nerissimi, forse per via della tintura a giudicare dai riflessi viola decisamente innaturali. Aveva un pantalone verde militare enorme, una maglietta bianca di cotone che lasciava una striscia di ventre scoperto. Sopra, una camicia da boscaiolo di cotone decisamente troppo grande.
“Ehi Meggie” “Val!” “Libero?” chiese quasi incerta, mordendosi il labbro “Per te, sempre” disse la castana, sorridendo. Val sorrise e scivolò sulla panca di plastica dal lato di Meggie.
“Val, lei è Stacey. E’ arrivata da poco da Orlando. Sty, lei è Valary” le strinsi la mano e poi mi misi ad ascoltare la loro conversazione.
“Sai dirmi dov’è Matt? Gli ho prestato il distorsore due mesi fa per un live con gli MPA e ancora non me l’ha ridato” “Credo ce l’abbia ancora il chitarrista” “Lo conosco?” “Zacky? E’ un tipo strano che si fa chiamare Vengeance” Inarcai il sopracciglio e Meggie fece una faccia perplessa.
“No, decisamente non lo conosco. Boh parlerò con Matt. Indi per cui, dov’è?” “A casa con la febbre. Ieri s’è beccato un’insolazione da record per aiutare quei cretini di Dameon e Abell alla capanna”
Meggie scosse la testa, afflitta “Prima o poi quei due ci moriranno là dentro” “Fin quando crepano quei due e Matt si salva non è questa grande perdita” e scoppiarono a ridere. Io intanto le osservavo un tantino perplessa. Bah. Avrei capito un giorno? Forse si.
Poi Val portò  suoi grandi occhi nocciola su di me.
“Allora Stacey, qual è la tua prossima lezione?” tirai fuori il foglietto dalla tasca.
“Scrittura creativa” “Con Shoffol?” “Uhm… si” “Ok, allora possiamo andare insieme” disse sorridendo. Però, gentile “Magari…” “Primo giorno?” “Si, si nota tanto?” dissi grattandomi la testa, imbarazzata “Nah, sei già seduta ad un tavolo con altre forme di vita, non ti và poi così male” sorrisi della battuta e lei fece lo stesso.
“Oggi passi da Matt?” chiese poi, voltandosi verso Meg “No, aiuto lei con il trasloco, forse domani. Se provano gli MPA rimango a casa” “Mi pare…” “Ok, ci vediamo un’altra volta” “Dai! Haner si preoccupa!” “Haner lo inculo a sangue. L’ultima volta mi ha distrutto il “Wah Wah” per fare il cretino e ancora non me l’ha ricomprato”
Ok, non ci stavo capendo un cazzo. Che diamine era il “Wah Wah”?
Presi a guardarmi intorno e trovai tre ragazze che puntavano nella nostra direzione con alla testa una quasi identica a Valary. Aveva una lunga chioma castano scuro e delle ciocche bionde sparpagliate nel ciuffo laterale e sulla testa, in più, era vestita in modo molto più femminile rispetto alla sorella.
“Ehi ragazze” “Ciao Mich” disse Meggie stiracchiando un po’ il sorriso. L’avevo vista sorridere un’infinità di volte quella giornata e questa volta mi sembrava un tantino finto.
“Ciao Meggie! Oggi passi da Matt?” “Sai che sei la terza a chiedermelo nel giro di venti minuti? Comunque no, ho da fare” “Oh, mi dispiace. Vabbè, mica hai visto Brian?” “Si, prima mentre inseguiva un pavone sui muri, in cortile. Se ti sbrighi lo trovi ancora” Mich fece una faccia strana.
“O-ok” poi spostò lo sguardo su quella che doveva evidentemente essere la sorella gemella “Val, passi per casa?” “Si, devo prendere un paio di cose e poi vado da Matt” “Ok, ci vediamo dopo” “Ok Mich” e si dileguò con le due al seguito.
Guardai un tantino interrogativa Meg e Val le lanciò una strana occhiata.
“Se mi stai simpatica tu non vuol dire che lo debba essere anche lei solo perché avete la stessa faccia” si giustificò la mia amica di penna “Si, ma sono tre anni che vi conoscete, un minimo…” “Quando la smetterà di guardarmi con sufficienza e ti ascoltare i Back Street Boys ne riparliamo, ok?” Valary sorrise soddisfatta.
“Sei una stronza, lo sai?” Meggie scrollò le spalle e sorrise all’amica.
“Sono cose che capitano, non tutte le ciambelle riescono col buco” disse sorridendole.

Finito il pranzo, io e Valary ce ne andammo per la nostra strada, verso l’aula di scrittura creativa.
“Allora. Con Shoffol bisogna semplicemente seguire due regole: sorridi e annuisci. Se sorridi e non lo mandi a fanculo passi il suo corso senza dover aprire nemmeno un libro” “Ah si?” “Si, è un vecchio rimbambito che altri due anni e se ne và in pensione. Giusto per far diplomare noi senza intoppi, ti pare?” Mi sorrise complice e io la ricambiai. Possibile che la maggior parte dei californiani fossero davvero così affabili come si raccontava nel resto del continente?
Comunque, Valary aveva decisamente ragione: Shoffol era un coglione.

Margaret P.O.V.
“Nessie! Aspettami!” mi fermai e aspettai che Haner mi raggiungesse.
“Oh, grazie” disse sistemandosi meglio la chitarra in spalla e osservando che io non ce l’avevo.
“Dov’è finita Beast?” “Oggi l’ho dimenticata. Mi farò dare la cara vecchia acustica mancina abbandonata nel ripostiglio”
Sfortunatamente, quando andai cercare la chitarra in questione, non la trovai.
“Prof, mi scusi, ma non riesco a trovare la chitarra acustica mancina” “Oh si Window, l’ha presa il ragazzo di un altro corso. Un certo Zacky Baker, un ragazzo davvero strano, ma dotato” Possibile che fosse lo stesso Zack del distorsore? Questo Zack non lo conoscevo nemmeno e già mi stava sui coglioni.
“Oh, grazie. Quindi? Mi metto alle percussioni?” “Si Window, aiuta Farrell che mi sembra un tantino in difficoltà con quei piatti”
Farrell era una cretina che si era iscritta al corso di musica per mancanza di altro. L’unica cosa che era stata in grado d’impugnare erano stati i piatti e andava pure fuori tempo.
Andai a sedermi in cima ad gradini, vicino a Farrell che guardava quei due piatti come se fossero un testo in arabo.
“Dai Veronika, ti serve una mano?” dissi scocciata, poggiandomi al muro, osservandola. Dal basso della sua postazione di chitarrista, sotto al naso del prof (ovvero dove stavano gli strumenti solisti), Haner mi faceva la linguaccia. Gli mostrai un terzo dito e il prof mi richiamò.
Veronika rifiutò di farsi aiutare e su un ennesima piattata sbagliata, mi colpì il naso con uno di quei cosi.
“Aaarrrgghh!” Buttai una sorta di grido demoniaco, tenendomi il naso e allontanandomi da quella stronza inetta.
”Ma sei cretina, cazzo? Ma ci vedi o gli occhi ce li hai in culo?!” avevo gli occhi pieni di lacrime per il dolore e come se non bastasse era appena cominciata una bella emorragia nasale che sgocciolò sul pavimento, facendo diventare verdi un paio di ragazzi.
“Su Windonw, non faccia così, non l’ha fatto volontariamente. Haner, accompagnala in infermeria, in quanto a lei…..” e cominciò a fare una ramanzina a Farrell. Scesi i gradini stringendomi il naso e Haner mi diede un fazzoletto di carta che in breve tempo si tinse di rosso, mentre andavamo in infermeria.
“Ce la fai a camminare?” “Ha provato a staccarmi il naso, mica un piede” Alzò gli occhi al cielo, esasperato e sorrisi. “Tranquillo, tu mi hai fatto di peggio” dissi divertita “E’ un modo per farmi sentire in colpa?” “Forse”
Facemmo qualche passo in silenzio, quando sentii la testa girare e mi poggiai al muro, lasciando anche un’impronta sulla piastrella per via della mano sporca di sangue.
Haner mi circondò le spalle con un braccio.
“Non mi pare che tu ce la faccia, sai?” “Si è abbassata la pressione, come al solito. Mi basta un attimo” “Ti serve una mano?” alzai un sopracciglio, mentre guardavo il suo visetto stranamente e insolitamente innocuo.
“Cosa avresti intenzione di fare?” “Prenderti in braccio” “Dici sul serio?” “Scommettiamo una birra che lo faccio sul serio?” il solito sorriso beffardo gli tinse le labbra e capii che non scherzava affatto.
“Manca tutto il terzo plesso, il cortile e fra tre minuti suona la campana quindi i corridoi si riempiranno di gente che ti vedrà. Mi porti sul serio in braccio fino all’ingresso dell’infermeria?” “Ci stai a scommettere?” “Certo che si!” Anche se stavo decisamente meglio, mi feci prendere in braccio da Haner. Passò un braccio nella piega delle ginocchia, uno attorno alla schiena e mi sollevò da terra senza sforzi.
“Diamine, non pesi un cazzo” scrollai le spalle, mentre continuavo a tenermi il naso col fazzoletto.
“Come sei sexy, Nessie” “Tu nemmeno da questa prospettiva, Bee” dissi scompigliandogli quei ciuffi biondi rimasti su quel testone.
La campanella suonò e i corridoi si riempirono di studenti e di qualche professore.
Passammo davanti a Valary e Sty che ci guardarono ridendo e dopo aver attraversato il plesso, incrociammo Michelle a cui Haner fece l’occhiolino e il suo sorriso sghembo migliore. Lei sorrise a lui e lanciò un’occhiata indecifrabile a me. Ti brucia, eh?
“Ti piace?” chiesi dopo averla sorpassata. Haner diventò appena appena rosso sulle guance semi scavate.
“Nah” “Nah, eh?” “Forse un po’” “Un po’ tanto, direi” alzò gli occhi al cielo e si fermò per affermarmi meglio.
“Ok, mi piace. Adesso mi sfotterai fino alla morte” “No, su questo no. Potrei sfotterti dicendo che somiglia ad un cavallo e che è la versione discount, commerciale e zoccola di Valary, che è un oca e che mi odia per un motivo a me non molto noto, ma non lo farei mai” dissi sorridendo. Gli avevo appena detto tutto il possibile, dicendo che non glielo avrei mai detto: era divertente, dai.
“E quello che hai appena finito di dire tu come lo chiami?” “Constatazioni realiste” dissi convinta, provando ad allentare la presa sul mio naso dolorante e sentendo ancora più dolore.
“Mamma che combino a Farrell se mi capita sotto mano” “Tu occhio ai piatti: potrebbe diventare peggio di Xena” “Seh, vabbè. Ma l’hai vista? Il massimo che può fare è scoppiare a piangere per impietosirmi” “Si, ma tu ricordati che il fratello sta nella squadra di rugby” “E tu ricordati che Jimmy quest’estate l’ha pestato a sangue” fece una faccia compiaciuta e mi poggiò per terra: eravamo arrivati.
“Nessie, mi devi una birra” “Ci sto, sono stata comoda. Bravo Haner”
In infermeria mi fermarono l’emorragia e mi diedero un lecca lecca. Per par codicio, l’infermiera lo diede anche ad Haner. “Ok, adesso tornate in classe” disse apprensiva la cara Sweetheart.
“Perché non passi da Matt con quella riccia… Stacey?” disse giocherellando col chupa chups in bocca, le mani in tasca “Perché dobbiamo sistemare casa sua e perché non voglio averti fra i piedi” dissi tranquilla tirando fuori il dolciume e osservando la sua colorazione rossa brillante.
“Uff…. nemmeno io ho tanta voglia di starmene al garage a sentire i MPA” “Bee, ma tu mica conosci un certo Zacky Vengeance?” “Più che altro di vista. E’ il chitarrista dei MPA ed è un tipo davvero strano” “Cazzo se lo dici tu deve essere sul serio fuori di testa sto ragazzo” mi diede uno schiaffetto su un braccio e io gli diedi una spallata che gli fece deviare la traiettoria perfettamente diritta del vialetto.
“Ehi, saltiamo quest’ora?” propose lui ammiccando “Hai le sigarette?” “Certo” Ovvio, che domande stupide che facevo. “Ok, andiamocene nel cortile est”
Il cortile est era l’ex unico cortile che poi era stato abbandonato quando ne avevano fatti in quantità industriale un po’ in tutta la struttura. Il cortile est era un posto che non si cagava nessuno e che in pochi conoscevano perché separato dal campus da una rete coperta da una siepe che, in un punto nascosto da alberi e rami della siepe, Jimmy aveva bucato con un paio di tenaglie in modo da farne un’apertura abbastanza larga per far passare anche tutto il suo metro e novantatre e quando saltavamo qualche ora andavamo a rintanarci lì.
Mi stesi sul vecchio tavolo di legno, lì abbandonato e Brian si stese sulla panca messa di fianco al tavolo.
Chissà per quale strano motivo, quando eravamo soli noi due, (quasi) smettevamo di prenderci per culo e stuzzicarci in continuazione.
“Dai Bri, passa una Marlboro” sbruffò e mi passò una sigaretta, già accesa.
“Allora, Haner, come ti va la vita?” “Bah, tutto normale. A te?” “Alla grande: ho un bel po’ di amici simpatici, una mia grande amica si è appena trasferita nella mia stessa città e non trovo uno schifo di ragazzo da agosto. Tutto perfetto direi” “Jimmy ucciderebbe chiunque si avvicinasse troppo a te” “Uh, fin ora si sono sempre salvati tutti dal mirino del Reverendo” rise soddisfatto.
“Quanti anni sono che ci conosciamo noi due?” Sbottò Haner dopo un po’. Dovetti pensarci un po’, prima di rispondere con chiarezza.
“Uhm….. dalla recita il primo anno delle elementari per me e il secondo per te, giusto? Quando misero me a fare la bella addormentata e te il principe” “Cristo è vero. Sai che mia madre tiene ancora in bella mostra la foto di noi due e di quel bacio che mi costò la mano di Margot?” “Cristo Margot! Provò a picchiarmi. Da quella recita sono ufficialmente diventata un maschiaccio e credo sia colpa tua” dissi sedendomi a gambe incrociate, sempre sul tavolo.
“Ehi, io ti ho dato il tuo -e mio- primo bacio!” disse tirandosi su a sedere sulla panca “No idiota, il primo bacio me l’ha dato Jimmy una sera nel cortile del nostro condominio” “Perché?” “Perché era San Valentino. Si, grande storia d’amore, durò dalla merenda fino all’ora di cena a quel punto decidemmo che eravamo troppo amici per fare i fidanzati” rise divertito.
“Ehi! Jimmy era davvero un bel bimbo. Molto biondo e sorridente” dissi in difesa del mio vicino/fratello acquisito “Anche io ero molto biondo e sorridente” “Vuoi mettere il fascino di un bel paio di occhi azzurri?” “E tu vuoi mettere il fascino di un bel paio di occhioni scuri?” “Ce li ho anche io quelli” scrollò le spalle.
“Sulle altre ragazze funzionano” “Io non sono mica le altre ragazze” dissi alzando il mento, orgogliosa. Sgranò gli occhi e mi guardò come se avessi svelato la formula della coca cola.
“Cazzo, vuoi dire che sei una ragazza?!” “Se fossi stato qualcun altro ti avrei proposto di controllare, ma piuttosto che dartela faccio la zitella acida” sorrise divertito.




Deeeeeeeeh
Aggiorno subito, visto? V.v
Sono brava, dai v.v
Non mi viene da dire granchè, tranne che cominciano a vedersi un po’ tutti i personaggi (e Val al liceo era bruuuuna) e che mi sto rompendo per questo aggiorno v.v
Ma voi sapete mica se Val ha partorito? Io aspetto ancora questo pargolo armato di rubber ducky blu v.v
Vabbè, me la lasciate una recensioncina piccina picciò? *fa la faccia da cucciolo o piazza davanti qualsiasi sevenfold voi preferiate*
Dai, lo so che ci siete, belve! V.v suvvia, non siate timidi!
(se siete timidi la cancello e.e no, vabbè scherzo)
Dichiamo amore a _diable_ che è una ragazza fantastica, anche se senza volto v.v
E boh, bye bye =3
The Cactus Incident (Diamine, stavo per firmare col mio vero nome….)

  
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