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Autore: damnvogue    23/06/2012    5 recensioni
Per quanto le parole di Sofia cercavano di infonderle sicurezza, Charlotte iniziò a far tremare nervosamente la gamba destra senza rendersene conto. Sentiva di averlo perso ancora la sera precedente, lo sentiva dal vuoto che percepiva nel petto. Quel bacio della buonanotte, quel bacio dato troppo velocemente, aveva tutta l’impressione di essere stato l’ultimo bacio.
«X-Factor del cazzo.» Sofia sorrise, dandole una pacca sulla spalla. Charlotte riprese a mangiare, sbattendo la punta della forchetta sulla ceramica del piatto. Non era giusto, per niente. Charlotte aveva bisogno di lui, non quello stupido programma. Che cosa avrebbe concluso se fosse entrato? Sarebbe diventato un cantante di successo del calibro di Leona Lewis? Ma per favore, quelle cose succedevano una volta su un milione, e lui non era di certo quell’uno.
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Prologo

 




- Siamo appena entrati, ci stanno intervistando e tra poco lo fanno entrare. Stiamo tutti dando di matto! -

Charlotte strofinò nervosamente le mani contro la stoffa del vestito color panna, non lasciando trasparire alcuna emozione dal viso. Era da un paio di ore che aspettava impaziente quell’sms, ed ora che lo aveva ricevuto si pentì di averlo desiderato così intensamente.
Tanto non riuscirà a passare.
«Tesoro, saresti così gentile da passarmi il sale?» La ragazza alzò lo sguardo dal telefono appoggiato sopra le proprie cosce e lo posò sulla donna che le aveva appena rivolto la domanda. Doveva essere la sorella o la cugina di qualche lontana zia, abbastanza lontana da non permetterle di riconoscerne il volto.
Tesoro. Classico aggettivo che usavano i parenti nelle riunioni famigliari quando, ritrovandosi in trappola, non ricordavano il nome di un altro consanguineo.
Charlotte corrugò la fronte coperta da svariate passate di cipria e la guardò con un’espressione interrogativa, facendole intuire che non aveva capito la domanda.
«Il sale, cara.» La ragazza allungò una mano verso la saliera e gliela passò, stando attenta a non permettere al braccio di tremare per la tensione.
Non ce la farà, è praticamente impossibile.
«Ti ringrazio.» Charlotte non rispose e ritornò a guadare il vuoto al di là della tavola imbandita, pronta ad eventuali vibrazioni.
C’è troppa gente più brava di lui ai provini, non può farcela.
Riprese a guardare lo schermo del telefono speranzosa, aspettando una risposta dalla sorella del ragazzo.
«Charlotte. Il telefono a tavola, per favore.»il padre la richiamò, lasciando la forchetta ferma a mezz’aria. La ragazza annuì accavallando le gambe, in modo da poter nascondere il cellulare fra le due ginocchia, e riprese a mangiare in silenzio.
Le mancava l’aria, e non solo per il corsetto da damigella che le avevano costretto ad indossare, ma per il volto sorridente del ragazzo che non ne voleva sapere di sparire dalla sua testa. Spostò lo sguardo preoccupato verso sua nonna, seduta a capo tavola. La donna anziana ricambiò sorridendole armoniosamente, facendo incurvare le rughe intorno agli occhi nocciola verso l’alto. Era ormai il quarto matrimonio del figlio dove presenziava, ma manteneva quell’espressione serena da quando aveva varcato la soglia del municipio. La nipote era convinta che quel sorriso fosse il risultato di anni di esperienza, dovuti alle continue partecipazioni a feste dove l’abito da cerimonia era d’obbligo. Si ricordò di un pomeriggio dove aveva sfogliato gli album di foto dei tre matrimoni falliti del padre, confrontando gli scatti che raffiguravano gli invitati che avevano partecipato ad un paio o addirittura a tutte e tre gli eventi, e fra tutti spiccava la figura tranquilla dell’anziana, sempre immortalata con un’espressione di quiete dipinta in viso.
Sentì il telefono vibrare.

- Adesso comincia a cantare –

Strinse i denti, chiudendo gli occhi. L’amica seduta accanto notò il petto della ragazza alzarsi ed abbassarsi troppo velocemente, e le posò una mano sulla schiena nuda.
«Tranquilla.»
«Si sta esibendo.» La voce di Charlotte si ridusse ad un sussurro.
«Anche se passa con il sì di tre giudici, lo fanno direttamente entrare nel bootcamp insieme a tutti quelli che hanno passato i provini, e non è detto che riesca a passare anche quello..»
Per quanto le parole di Sofia cercavano di infonderle sicurezza, Charlotte iniziò a far tremare nervosamente la gamba destra senza rendersene conto. Sentiva di averlo perso ancora la sera precedente, lo sentiva dal vuoto che percepiva nel petto. Quel bacio della buonanotte, quel bacio dato troppo velocemente, aveva tutta l’impressione di essere stato l’ultimo bacio.
«X-Factor del cazzo.» Sofia sorrise, dandole una pacca sulla spalla. Charlotte riprese a mangiare, sbattendo la punta della forchetta sulla ceramica del piatto. Non era giusto, per niente. Charlotte aveva bisogno di lui, non quello stupido programma. Che cosa avrebbe concluso se fosse entrato? Sarebbe diventato un cantante di successo del calibro di Leona Lewis? Ma per favore, quelle cose succedevano una volta su un milione, e lui non era di certo quell’uno.
Il telefono tremò. La ragazza chiuse gli occhi sentendo un brivido lungo la schiena che partì proprio da quella vibrazione, arrivandogli fino all’attaccatura dei capelli. Avvertì lo stomaco contorcersi per l’agitazione, e un’immagine di due occhi color smeraldo le si parò davanti. Prese il telefono e premette tremando il tasto centrale.

-E’ PASSATO! -

Il cuore della ragazza smise di battere.








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Ok, prima di cominciare devo dire che sono completamente in panico e se c'è qualche errore mi scuso, ma qualcuno (giulia, detta giuls, delilaah su efp e looubear su twitter) mi ha convinto a postare oggi stesso, dopo averle chiesto un semplice parere sul prologo.
Quindi ammetto che postarlo è stata una scelta avventata e presa d'improvviso, ragione del fatto che il titolo di questa ff mi è stato suggerito dalla stessa persona che mi ha spronato a postare, e che ringrazio con tutto il cuore.
Detto questo, spero vi sia piaciuto e vi ringrazio se siete arrivati fino a queste righe. E se non vi è troppo di disturbo potete anche lasciarmi una piccola recensione, cosa che sarebbe mooooolto gradita, riferendomi qualsiasi cosa, dal "ehi, hai sbagliato un verbo ignorante" al "ripigliati, hai saltato una riga e hai sbagliato un femminile". seriamente, qualsiasi cosa è ben accetta, mi farebbe davvero piacere sapere cosa ne pensate a proposito.
Concludo ringraziandovi un'altra volta, non avete idea di quanto mi rendiate serena facendomi sapere che avete letto questo misero prologo, davvero. Detto questo, alla prossima!

Geo.

  
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