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Autore: kymyit    23/06/2012    2 recensioni
Grandi cose stanno per accadere alla WW Academy. La sorella del terribile Ivan Braginski, Natalia torna dai suoi fratelli... dall'oltre tomba! Chi l'ha uccisa? Riuscirà il russo a salvare la vita della sorella maggiore e a proteggere il suo "schiavetto" Toris? Ludwing riuscirà a vincere le elezioni e diventare il rappresentante degli studenti o Alfred e gli Alleati la spunteranno? Fine? Macché! Un altro fantasma torna a tormentare due ex studenti e il loro rapporto incrinato. Questo ed altro ancora in quest'assurda fan fiction!!
Genere: Drammatico, Comico, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lituania/Toris Lorinaitis, Russia/Ivan Braginski, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 9: Lo vedi che i fantasmi esistono?!


Che ne dicesse quel pidocchio assillante di Gilbert, la festa trascorse relativamente in tranquillità. Certo c’erano diavoli dispettosi che alzavano le gonne a isteriche streghe e angeli poco angelici che s’insinuavano con i lupi mannari negli anfratti della scuola per lasciarsi andare ad effusioni poco caste. Cibi e vivande erano ovunque nella sala e la musica spettrale tutt’intorno conferiva a quel sabba eterogeneo una parvenza assai inquietante nella sua finzione.
Non c’era da avere paura, era tutto finto.
Erano finti i denti di Roderich, erano finte le corna da diavolo di Feliciano Vargas e l’aureola storta di Ludwig, era un po’ meno falso il costume adamitico di quel francese, com’era vero, invece, quel povero disgraziato di un inglese che tentava di gettargli qualcosa addosso. Ed era anche vero Alfred Jones che frignava in un angolo della sala ciondolando con la testa raccolta fra le gambe. In realtà, era forse la cosa più inquietante che si potesse vedere là dentro.
Beh, c’era anche qualcos’altro di vero e svolazzava a pochi centimetri dalla sua testa. Elizaveta lottava contro il perenne desiderio di dare a quel fantasma molesto due o tre ramazzate, peccato che sarebbe stato inutile, perciò si rassegnò a sopportarlo finché non gli avesse indicato gli obbiettivi che questa Natalia avrebbe tentato di colpire.
Mentre si concedeva allegre chiacchiere sui bei vecchi tempi andati con delle conoscenti, la ragazza si rese conto che qualcosa non andava. Non c’era effettivamente un qualcosa, non vide nulla di sospetto, però l’aria tutt’intorno pareva come ostile, non avrebbe saputo definire quella sensazione. Aleggiava come un senso di macabra attesa tutt’intorno, eppure le casse fissate ai lati del salone sparavano la musica ad altissimo volume e gli altri studenti (eccetto Alfred Jones) sembravano divertirsi come e più di prima. Neppure Roderich pareva essersi accorto di alcunché.
-La sentì?- le domandò mefistofelico Gilbert, sussurrandogli quelle parole all’orecchio. Elizaveta quasi saltò sul posto per lo spavento.
-Che c’è?- le domandò il fidanzato notando il suo improvviso pallore.
-Un brivido di freddo…- mentì lei scoccando un’occhiata torva al fantasma. Se non fosse stato bello che morto non avrebbe esitato a fargli una bella gastroscopia col manico della scopa. O forse una bella coloscopia?
Roderich le gettò appena un’occhiata all’abito sbracciato ed arrossì, credette alla bugia del brivido e tentò di intavolare con lei un discorso più o meno divertente sul riciclaggio dei materiali per la realizzazione degli abiti in maschera.
-Donzella in pericolo ad ore tre!- annunciò il fantasma -Donzella in pericolo ad ore tre!!-
Elizaveta si voltò e vide non una ma almeno dieci donzelle fare capannello e parlottare fra loro.
-Non mi sembra ci sia nulla di strano…- disse.
-In che senso?-domandò Roderich.
-No, nulla…- rispose la ragazza bevendo qualcosa per poi voltarsi nuovamente verso le ragazze. Gilbert svolazzò oltre il gruppetto e le indicò una ragazza che, con aria abbattuta, si allontanava dal salone. Elizaveta si trovò così costretta a seguirla.
-Scusa Roderich.- disse interrompendo il discorso monotematico del ragazzo -Devo andare al bagno, torno subito.-
Non gli diede neppure il tempo di ribattere che scomparve fra la folla. Roderich rimase sconcertato con ancora in bocca un -Il bagno è dall’altra.- Le donne erano davvero creature strane, ma Elizaveta probabilmente lo era più di tutte. Sembrava cara e gentile e poi saltava fuori quel suo lato inquietante.

L’ungherese riuscì a fatica ad uscire dal mare di folla che la sballottava con violenza qua e la per la sala. Il corridoio era pressoché deserto.
-Va a destra!- esclamò Gilbert, precedendola -Muoviti, donna, muoviti!-
-Smetti di dirmi quello che devo fare!- lo minacciò lei, dandosi all’inseguimento di quell’invasato. Non era facile stargli dietro, perché quello s’infilava fra i muri e tendeva a perderlo di vista e lui tornava indietro a recuperarla con quell’aria strafottente stampata in faccia.


-Lukas, Lukas!- eccolo lì, di nuovo, quel mentecatto. Lukas sospirò pesantemente. Già aveva le sue grane personali con quella presenza, in più ci si metteva quel fesso ubriaco a rompergli le scatole.
-Lukas! Lukas!- continuava a sbraitare Mathias agitando il braccio.
-Che vuoi?- domandò ostentando un tono calmo.
-Il punch è ottimo, ne vuoi assaggiare?-
-No, non vedi che ho da fare?-
Mathias si guardò intorno -Non mi pare che tu stia ballando con qualcuno o facendo qualsiasi altra cosa.-
-Ho di meglio da fare, io.- rispose quello. Mathias lo scrutò da capo a piedi, constatando che per quanto un marinaio zombie possa essere grazioso con quella maglina e quel berretto alla Paperino, Lukas non faceva alcuno sforzo per entrare nella parte.
-Andiamo, cerca di divertirti un po’! Mollati!- lo incitò, ma quello niente, stava lì in attesa di qualcosa. Forse era per la questione del fantasma, ma cavolo… in realtà a Mathias, che il fantasma ci fosse o meno era indifferente, non si sentiva turbato. Non ancora almeno. Oh, certo, era stato inquietante quello che era accaduto a Lorinaitis e Braginski, però lui non aveva un dono, non poteva sentire, perciò per lui era come se quanto accaduto fosse solo un episodio a se stante, una cosa strana che non si sarebbe ripetuta, che ne dicesse Lukas. Sapeva di non poter capire e non se ne faceva certo una colpa.  
Mentre i due nordici si battibeccavano in mezzo al caos, Bella De Vries, secondo anno, si ritirò dalla festa. Passò loro accanto, triste e sconsolata, piangeva, ma in mezzo a quella marea di gente chi mai poteva accorgersene? Lukas sentì qualcosa di strano, in realtà, come un senso di sollievo.
La cappa d’angoscia che sembrava avvolgere il salone si era allontanata. Non dissolta, piuttosto, era come se si fosse ritirata, se fosse scivolata lungo le pareti per infiltrarsi in ogni pertugio, ma fosse ancora presente, in agguato. E quando passò Elizaveta, e Mathias ancora dava aria alla bocca, Lukas lo vide.
Afferrò la manica del costume del danese e lo tirò.
-Seguimi.- gli disse trascinandolo. Mathias obbedì, pensando che fosse strano se d’improvviso quello aveva voglia di appartarsi. Non che non ne fosse contento.
Una volta nel corridoio, Lukas si orientò seguendo il suo sesto senso, ogni tanto lo scorgeva, lo sentiva, c’era un fantasma in quel corridoio, no due fantasmi.
-Senti, ma dove mi stai portando?- domandò Mathias malizioso. Lukas si fermò di botto, quasi facendolo inciampare su di lui e gli chiuse la bocca con la mano. Con un cenno gli fece segno di seguirlo muto come un pesce, ma era impossibile, perciò lo zittì nell’unico modo che quella testa di capra comprendeva.
Lo baciò.
Impetuosamente, violentemente, e finalmente lo zittì.
Mathias rimase immobile, sconvolto da tanta intraprendenza e si lasciò poi condurre come un bravo bambino per i corridoi deserti della scuola.


Elizaveta trovò finalmente la ragazza, quella Bella De Vries. Stava affacciata a una finestra e piangeva.
-Che aspetti, vai, vai!- le ordinò Gilbert.
-Vedi di calmarti.- bisbigliò l’ungherese -Cosa diavolo dovrei dirle?-
-Beh, che… non lo so, pensaci tu, la mia mente superiore non può abbassarsi anche a questo!-
Perché era morto?
Perché non poteva padellarlo al muro? Sarebbe stato bello aspirarlo con un aspirapolvere o spalmare il suo ectoplasma appiccicoso alla parete.
Mentre tentava di cacciarlo, Bella la vide e la fissò, imbarazzata, si asciugò le lacrime e fece per andarsene.
-Aspetta!- la chiamò Elizaveta -Va tutto bene?-
La ragazza, una bionda dall’aria graziosa ed energica, nonostante apparisse molto triste, si voltò appena e annuì. Mentiva ovviamente. Elizaveta la guardava mentre si allontanava, tentando di pensare a qualcosa, qualsiasi cosa da dirle.
Insomma, non poteva dirle che era in pericolo perché una fantasma infuriata voleva farsi suo fratello e aveva bisogno di un corpo!
Bella compì qualche passo, poi sentì una voce, una voce che non veniva dalle sue spalle. Era una voce sottile e gelida, che veniva da davanti a se, e nonostante lei si avvicinasse, questa non aumentava d’intensità.
Le parole che le disse le spezzarono il cuore.
“Non sei importante per lui.”
Già, se lo fosse stata quello scemo non avrebbe risparmiato anche sui gesti d’affetto. Dopotutto chiedeva solo uno stupido ciondolo, mica la luna. Le ritornava in mente la volta che per risparmiare sul Babbo Natale della festa in famiglia, e gliel’aveva promesso che non l’avrebbe fatto, aveva fatto vestire di rosso il suo compare, Antonio Fernández Carriedo.
“Se lo fossi te lo dimostrerebbe.” Continuava la voce “Io lo so, noi sappiamo che è così, lo sappiamo entrambe. Anche mio fratello è così. Loro pensano solo alla propria felicità, non a noi.”
Oh, quanto era vero. Nel profondo del cuore sperava fosse una subdola menzogna, ma provava un profondo senso di sollievo.
Così profondo, che si sentì mancare, precipitare.
Nel buio, nel sonno.

Elizaveta, Lukas e Mathias (che erano arrivati proprio al momento cruciale, ma erano rimasti indietro, appena all’inizio del corridoio) videro il corpo di Bella contorcersi in preda agli spasmi per qualche secondo. Le gambe le tremavano come elastici lasciati andare, la testa guardava il soffitto senza che i suoi occhi vedessero, mugolava. Tremò ancora, prima che gli scossoni cessassero e si voltò, verso Elizaveta e fissò Gilbert.
Emise una risatina macabra e camminò in direzione dei due. Elizaveta indietreggiò, preoccupata.
-Sei tornato per mettermi i bastoni fra le ruote?- domandò Bella. -Anche tu non vuoi che io stia con lui?-
Alla sua destra c’era la bacheca in vetro con l’ascia da usare solo in caso d’incendio. Bella infranse il vetro con un pugno e strinse il manico dell’ascia, incurante delle schegge che le si conficcarono nella carne. I suoi occhi verdi erano cattivi, il suo ghigno malefico e freddo.
-Io taglierò tutti… tutti quanti…-
-Che cosa sta…- Mathias era spaventato, alla buonora, pensò Lukas che nonostante tutto gli scoccò un’occhiata furba.
-Un fantasma l’ha posseduta.- gli disse.
-Un fantasma?- ridacchiò istericamente quello –Non mi starai facendo uno scherzo?-
Lukas non gli rispose, Bella avanzava nel corridoio brandendo quell’ascia. Tagliava l’aria con striduli sibili di morte, la ragazza davanti a loro sembrava atterrita, al punto che l’ascia le sfiorò il petto, strappandole un pezzo del costume.
A quel punto Elizaveta urlò.


Al momento della possessione di Bella, le luci nella sala tremarono e mancarono del tutto per alcuni minuti. Abel De Vries sentì un profondo senso di disagio. Ivan si strinse a Toris, in un senso di protezione misto a paura. Non solo paura per il compagno, ma anche per se stesso.
-Sta arrivando… sta arrivando…- piagnucolò. Toris gli strinse la mano per confortarlo e si guardò intorno, nel buio. Tutta quella situazione gli stava facendo aprire le ulcere.
Un urlo femminile scatenò il panico, Alfred Jones si nascose sotto un tavolo e Francis Bonnefoy lo ricacciò fuori, per ridarsi all’inseguimento del suo caro inglese, che fuggiva gattonando e lanciando inquietanti maledizioni. Il caos, nel bene e nel male, regnava sovrano e, intanto, in ospedale, il cuore di Kat’ja collassò.



Fine capitolo 9


Non so più se sono demente o troppo cattiva, beh, spero che vi sia piaciuto il capitolo. Per Bella e Abel ho usato i nomi che ho visto più gettonati. Beh, per lui non saprei, visto che io lo chiamo sempre Holland. Mentre per il cognome ho scelto uno dei più usati cognomi olandesi, per entrambi.
Ora, riuscirà Elizaveta a sfuggire all'ascia di NataliaBella? Ah, io non lo so.
Più importante è sapere se riuscirà Iggy a sfuggire a quel pervertito di Francis?


   
 
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