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Autore: francescajosh    24/06/2012    0 recensioni
Salve!
Primo capitolo della prima fanfiction!
Come potete leggere, parla di una semplice ragazza costretta dal padre a partire. Il padre non è mai stato presente per Francesca, è sempre lontano da casa per lavoro. Un giorno, decide di farla partire per un motivo a noi ancora sconosciuto. Francesca piange un'intera settimana.
Mi raccomando, recensite se vi piace! Scusate se è troppo corto, ma è il primo ed è una specie di introduzione alla vera storia :)
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Partirai tra una settimana- disse mio padre sistemandosi la cravatta.
-Ok- risposi ancora assonnata mentre allontanavo la sedia dal tavolo per fare colazione. Mi ci buttai a peso morto, quando mi rialzai di colpo dopo aver capito realmente quello che aveva detto. -Cosa?!- gridai. -Francesca, hai capito benissimo. Ci vediamo stasera- disse lui sbattendo la porta. Cominciai a piangere silenziosamente, non ci potevo credere. Io? Allontanarmi dalla mia vita, dai miei amici? No, non potevo farlo. Non ne avevo il coraggio. Non ero pronta.
Mia madre, piangendo anche lei, mi mise davanti una tazza di latte. Feci colazione e andai a prepararmi per andare a scuola.
-Buongiorno- salutai i miei amici. Josh mi diede un forte bacio sulla guancia, come aveva sempre fatto da nove anni. Arrivammo a scuola. Durante il tragitto non uscì neanche una parola dalla mia bocca. -Fra, è successo qualcosa?- mi chiese Josh. -No no, è tutto apposto- risposi, accennando un sorriso. -Ok, ci vediamo dopo- mi diede un altro bacio e si diresse verso la sua classe; io verso la mia.
Quella mattina non dissi niente a nessuno di quello che le mie orecchie avevano sentito qualche ora prima. Trascorsi l’intero pomeriggio a piangere. Quando tornò mio padre, gli dissi insistentemente che non volevo partire.
-Ormai ho già fatto il biglietto e ho trovato una famiglia in grado di mantenerti. Ti troverai bene, non ti preoccupare- disse.
-Come posso stare bene in una famiglia che non conosco?!- risposi arrabbiata.
-Fidati, ti tratteranno benissimo-
-Ma fammi almeno finire l’anno scolastico! Non posso partire tra due settimane?- chiesi piangendo.
-Ti ho detto che ho già fatto il biglietto, partirai tra una settimana!-
Andai nella mia camera, lasciando la cena sulla tavola. Mandai un messaggio a Josh ‘quando puoi chiamami’. Lo fece subito, capì che qualcosa non andava.
-Pronto?-
-Fra dimmi-
-Vieni un attimo a casa mia? Devo dirti una cosa- risposi con voce tremolante.
-Ok, vengo subito-
Dopo 5 minuti era già a casa mia. -Josh, devo darti una brutta notizia- dissi ancora con le lacrime agli occhi. -Dimmi Fra, cos’è successo?- chiese Josh preoccupato. -La prossima settimana partirò- scoppiai a piangere di nuovo, le lacrime non finivano più. Josh mi abbracciò, fu l’unica cosa che fece, perché in quel momento era l’unica cosa di cui avevo bisogno. Dopo una lunga conversazione e dopo aver visto l’ora che si era fatta, Josh tornò a casa. Mi promise che ci saremmo visti almeno due o tre volte al mese. È un ragazzo d’oro, lo amo. È il mio migliore amico e darei la vita per lui.
 
‘Sveglia Fra, sveglia. Sono io, Josh! Svegliati!’
Era la mia sveglia. E quello era l’unico momento in cui odiavo la sua voce.
Quella mattina non feci colazione per non vedere mio padre, così mi chiusi in bagno per prepararmi. Decisi di non andare a scuola. Josh era d’accordo, così andammo in Via del corso, a Roma. Chiamai anche Harriette, la mia migliore amica. Appena arrivò alla stazione, dissi tutto anche a lei. -Stai scherzando, spero- disse, accennando un sorriso. -Purtroppo no- risposi -Josh verrà a trovarmi tre volte al mese, se vuoi potrai venire anche tu-. Fu una bruttissima notizia per tutti. Ma quel giorno volevamo trascorrerlo al meglio, così cercammo di non pensarci. Josh mi comprò addirittura due vestiti, Harriette un po’ di accessori. -Dovrei partire più spesso se siete così gentili!- dissi ridendo. Risero anche loro, mi diedero due pacche sulle spalle e mi abbracciarono. Ci facemmo diecimila foto, volevo portarle tutte con me quando sarei partita. Dovevo portarmi qualcosa di loro, no?
‘Non ho il coraggio di lasciarli, anche se li vedrò tre volte al mese. Ora li vedo tutti i giorni ed io voglio continuare questa vita! Perché devo partire? Mio padre non mi ha detto neanche per quanto tempo starò lontana da casa. Non mi ha detto in quale città andrò. Non mi ha detto niente. Ed io dovrei partire così, senza sapere niente? Non c’è mai stato per me e ora vuole farmene andare così, all’improvviso, dicendomelo solo una settimana prima!’ continuavo a pensare.
Dopo aver preso un gelato –mi pagarono anche quello– tornammo a casa. Passammo anche il resto della giornata insieme... e tutti i giorni rimasti prima della mia partenza.
  
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