T’insegnerò - Povia
Ti insegnerò a nuotare
Così vedrai che il mare saprà chi sei quando l' abbracci
E sulle sue onde ti farà dormire
Ti insegnerò che dare è meglio che avere
Perché se non ti aspetti niente
Ciò che ti arriva lo saprai godere
Ti insegnerò che avrai coraggio
Soltanto quando avrai paura e che la felicità
Se la vuoi si trova
Ricordati che vola solo chi osa
Diglielo tu al mondo come si fa
Diglielo tu al mondo come si fa
Dagli un motivo per cambiare qualcosa
E usa l'ironia che l'ironia ti consola
che te ne frega dai pure del tu
Dagli del tu a chi vuoi tu ..e tutto il mondo sarà una casa
Ti insegnerò a stirare e ai tuoi 18 anni mi stirerai il vestito
Ti prenderò la mano e sopra una carrozza ti porterò a ballare
Perché sarò il tuo re e non dimenticare che nelle scelte umane un re si può
sbagliare
E se succederà ti prego non lo odiare
Solo così vedrai che la felicità.
Se la vuoi si trova, ricordati che vola solo chi osa
Dimmelo tu amore come si fa,
dimmelo tu amore come si fa
dammi un motivo per cambiare qualcosa
e ascoltali i consigli poi però fai da sola
E che te ne frega dai pure del tu
Dagli del tu a chi vuoi tu e tutto il mondo sarà una casa. casa..casa
Avrai coraggio solo se avrai paura
rimpianti ed i rimorsi sono la stessa cosa
E se in un momento strano della tua vita
Senti che stai per cambiare
Bè, allora è l'ora
Bacio
Sei nato solo da poche ore.
Tua madre si è addormentata stanca dal lungo travaglio, gli altri sono andati già via dopo aver fatto baldoria e tra poco dovrò andare via anche io, almeno secondo le regole dell’ospedale.
Non è mai stata mia abitudine “seguire le regole”, forse oggi sarà una delle poche volte in cui lo farò.
Guardo dalla finestra la vita di Londra in questa notte di metà estate.
Anche se sono luoghi in cui sono nato e cresciuto sembrano diversi, quasi magici.
Forse è perché ci sei tu a tenermi compagnia.
I tuoi grandi occhi chiari sono ancora aperti, anche se dovresti essere addormentato da un pezzo. Scruti tranquillo il buio; muovi leggermente le tue piccole mani chiuse a pugno; ridacchi leggermente.
Chi sa a cosa pensi ora?
Forse ti stai chiedendo chi questo tipo che ti fissa insistentemente.
Non so più neanche io chi sono.
Fino a ieri ero solo James.
Il malandrino, il divo di Hogwarts, il miglior cercatore di Grifondoro, l’eterno innamorato di Lily Evans.
Ma adesso ci sei tu.
In una manciata di ore la mia vita è cambiata, e ora nuovi pensieri affollano la mia mente.
Come sarai domani?
Intelligente? Allegro? Felice?
Penso al futuro, alle colazioni a letto il sabato mattina; i giri in bicicletta; ti insegnerò a volare sulla scopa e a giocare a Quidditch; la domenica ti porterò a Diagon Alley e potremmo mangiare un gelato da Florian.
Penso al giorno in cui ti arriverà la lettera per Hogwarts; al giorno in cui, da bravo ometto inizierai ad affrontare la vita da solo.
Lì troverai amici sinceri e leali come io ho incontrato Sirius, Remus e Peter.
Forse diventerai anche prefetto, per far contenta tua madre!
E quante altre cose dovremmo fare insieme? Talmente tante che una vita intera non sembra sufficiente per farle tutte.
Ecco, tu hai chiuso gli occhi quasi come se i miei pensieri ti avessero fatto da ninna nanna.
Passo leggermente la mano tra il ciuffo scuro che ti ricade sulla fronte, mentre l’infermiera entra nella stanza per portarti via.
Do un ultimo sguardo alla finestra e sì, questa sera Londra è proprio diversa.
O forse quello diverso sono io. Perché non sono più solo James ma sono tuo padre, Harry.