Era una serata ventosa ed ero da poco uscita di casa per andare dalla mia amica Romina, ma ad un tratto cominciò a piovere e mi riparai sotto un ponte. Erano passati una decina di minuti quando mi accorsi di un uomo non molto distante da me che mi osservava. Era inquietante. Così cercai di evitare il suo sguardo ma non appena mi rigirai vidi che si avvicinava, così mi alzai e cominciai a camminare sotto la pioggia con passo spedito verso la casa di Romina. Mi seguiva. E ad ogni metro che passava io accelleravo il passo ma sentivo la sua presenza costante. Cominciai a correre. Svoltai un angolo e poi un altro ancora, sentivo la paura crescere dentro il mio petto ma non potevo fermarmi altrimenti mi avrebbe raggiunta.
Dopo un paio di minuti che mi parvero interminabili, arrivai vicino casa di Romina. Presi il cellulare e la chiamai:<<Romi, sono Emma. Sto per arrivare a casa tua fammi trovare la porta aperta!>> Senza acorgermene gridavo. Cominciai a correre più veloce.
Arrivata vicino la casa che mi avrebbe salvata, trovai la porta aperta e Romina spaventata che mi attendeva sull'uscio. Entrai ancora correndo, ad un tratto gridai:<< Chiudi!>>
Mi sedetti a terra in un angolino sperando di riprendere fiato. Romina fece passare qualche minuto prima di dirmi:<<Cos'è successo? Mi hai spaventata...>> fece una pausa poi continuò:<<Ti stava seguendo qualcuno?>>
<<Sì, non so chi fosse ma mi seguiva>>
<<Oddio, come è fatto? Descrivimelo...>> Aveva la voce tremante per la paura.
<<Era un uomo sulla quarantina, occhi porcini e...>> feci una pausa e cominciai a piangere. Si alzò e venne verso di me. Mi abbracciò e poi aggiunse:<< Se non te la senti di tornare a casa, puoi restare qui per la notte. Domattina decideremo il da farsi.>> mi guardò negli occhi e fece un sorriso.
Era un'amica fantastica e non potevo far altro che ringraziarla per la sua benevolenza. Così risposi:<< Ok, grazie>> e l'abbracciai.
Passammo la serata a guardare la tv e ogni tanto sbirciavamo fuori dalla finestra per vedere se c'era qualcuno. Ma la strada era stranamente troppo vuota, così andammo a letto convinte di restare tutta la notte a parlare. In realtà ci addormentammo poco dopo.