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Autore: goldfish    08/01/2007    14 recensioni
"Hermione alzò lo sguardo. Nel vederlo sbucare dal nulla sbiancò e si appoggiò all’auto, giusto per non sbattere per terra. “M-M-Malf…?” Due vite possono imboccare strade diverse. Ma a volte capita che le strade si incrocino di nuovo.
Parte da una One-shot, il seguito di 'Arrancare', che ho scritto mesi fa dopo le turbe da fine sesto libro (quindi mi giustifico così!).
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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15 – Era inutile girarci intorno

Lui stava male, era inutile girarci intorno. Era passato del tempo da quando teoricamente la sua vita avrebbe potuto prendere un’altra piega e lui avrebbe potuto essere più felice, normale. Ma si sa, la felicità, se il tuo nome è Draco Malfoy, non può essere così maledettamente facile da ottenere.

L’autunno era ormai ampiamente inoltrato e qualcuno, estraneo alla loro situazione, avrebbe potuto dire che non c’erano motivi per cui preoccuparsi. Aveva Hermione, la mezzosangue da disprezzare alla quale andava il merito di avergli fatto scoprire tutta una serie di emozioni che non credeva neanche di essere in grado di provare. Aveva Rebecca, quella figlia che aveva scoperto di avere e l’unica in grado di strappargli un sorriso sincero. Merlino solo sapeva come fosse possibile una cosa simile.

Ma poi c’era lui, e con lui andava tutto male.

Draco Malfoy era stanco. Stanco di svegliarsi la notte dopo aver di nuovo sognato quel maledetto marchio, segno di un passato che non aveva ancora sistemato: messo da parte, accantonato, ma non risolto.

Era stufo. Stufo di provare quel senso d’incertezza, quella costante possibilità che una qualsiasi Pansy Parkinson potesse distruggere l’unica cosa decente che aveva ottenuto in tutta la sua vita. Stufo di non poter essere altro che un comunissimo Derek Miller per le due persone più importanti che aveva.

Probabilmente, così come inizialmente lo aveva aiutato a restare in piedi, col tempo Hermione lo avrebbe fatto crollare, perché restarle accanto in quel modo equivaleva esattamente a una fuga da se stesso.

"Hermione, mi dispiace. Devo farlo."

Dopo una serata caratterizzata dai monosillabi, questa era stata la sua prima frase. Hermione, che fino a quel momento gli sedeva a fianco leggendo un libro, si voltò inorridita verso di lui fingendo di non capire, anche se in realtà sapeva benissimo cosa intendesse.

Lo sapeva fin troppo bene, da troppo tempo. Lo aveva intuito dal modo in cui talvolta lo vedeva guardare lei e la loro bambina. Ne aveva la conferma tutte le notti che lo sentiva agitarsi nel sonno e svegliarsi sfregandosi rabbiosamente il braccio sinistro; quando lei fingeva di dormire, silenziosa, anche se gli occhi le si inumidivano a tradimento. Aveva paura, temeva che non avrebbe più retto a quella situazione e le avrebbe lasciate di nuovo, vinto dall’esigenza di fuggire.

"Spero per te che sia sufficiente."

Parole che si era sentita dire tempo prima da una persona che, nonostante tutti i suoi difetti, sapeva meglio di lei quali fossero quei demoni con cui lui doveva fare pace, una volta per tutte. Ma Hermione aveva scelto l’ignoranza, aveva preferito fingere di non capire quale fosse quel tassello mancante. Si era auto-convinta che la sua presenza, assieme a quella di Rebecca, fosse davvero sufficiente.

No che non lo è.

"Fare cosa?"

Domanda stupida, Hermione.

"Lo sai. Ho deciso, Draco Malfoy non è morto ed è ora che si sappia."

La sua espressione era impassibile e gli occhi grigi, privi di ogni emozione, riflettevano quelli intensi di una donna carica di rabbia e terrore allo stato puro.

"Vuoi consegnarti? Scordatelo Malfoy. Ormai è tardi, dovevi pensarci tempo fa."

"Non hai capito, io non ti sto chiedendo un parere. Ti sto informando. E comunque non puoi dirmi cosa devo fare della mia vita, è inutile lamentarsi."

A queste parole lei proprio non riuscì a conservare la compostezza che avrebbe voluto.

"Io posso eccome, invece! Sei solo uno schifoso egoista e non ti permetterò di piantarmi di nuovo in asso, non dopo tutto quello che… che c’è! Cristo, te ne rendi conto che non si tratta più solo di noi due?!" sbottò su tutte le furie, alzandosi in piedi.

Lui scrollò la testa con gli occhi chiusi.

Me ne rendo conto. Mi rendo conto che sono solo un bastardo.

Uno schifosissimo bastardo.

"E tu non capisci che io non posso andare avanti così?!" sibilò. "Non fare finta di non sapere che dormo male la notte, e che di giorno sto anche peggio… io devo risolvere questa cosa, perché non arriverò mai a nulla fingendo di essere chi non sono e…"

"NO! Non te lo permetto! Ma porca… a Rebecca non ci pensi, vero?!"

Poi chiuse gli occhi stringendo i pugni e facendo appello a quanto più autocontrollo avesse. "Ma certo che non ci pensi, perché sei solo un bastardo. Non ti importa di farla soffrire, di farci soffrire entrambe, tu pensi solo a te stesso…"

A lui però importava, eccome. Ma sapeva anche che non sarebbe mai stato in grado di restarle accanto così. Come un signor nessuno che da un momento all’altro poteva venir scoperto.

"Lo so, ma…"

"TU NON LO SAI, DRACO! Altrimenti non la lasceresti." Era difficile per lei non gridare e la voce era ormai irrimediabilmente spezzata, nonostante riuscisse a trattenere il pianto. "Cazzo, me lo avevi promesso!" protestò, prima di sprofondare di nuovo nella poltrona stringendo la testa tra le mani. "Mi avevi promesso che non ci avresti più lasciate" mormorò. "Ricordi cosa ti dissi, Draco? Che potevi giocare quanto vuoi col mio, di cuore, ma non dovevi toccare quello della mia bambina…"

Risollevò il capo per fissarlo; finalmente anche lui non sembrava più così impassibile come prima.

"Andiamo, credi davvero che voglia farla soffrire? O che voglia far soffrire te?"

"E’ quello cha stai facendo, che fai tutte le volte che io commetto l’errore di fidarmi di te."

Lui si alzò in piedi e la raggiunse, inginocchiandosi vicino a lei e cercando di sfiorarle una mano, prontamente ritratta.

"Mi dici che cosa posso darle, che razza di padre sarei? Sempre in fuga da chissà cosa, costretto a nascondermi… cazzo, non posso neanche darle il mio nome, Hermione!"

"Ci sono cose molto più importanti di un fottuto nome che tra l’altro dici di odiare."

Lui fece una breve pausa, poi le sollevò il mento con due dita e la guardò diretto negli occhi.

"Questa volta è stata la Parkinson. La prossima volta? Chi sarà a rischiare di mandare a puttane tutto quanto? Non riuscirai a far ragionare tutti come hai fatto con lei…"

Lei lo guardò, con gli occhi gonfi e rossi, lucidi di rabbia. Contrasse le labbra in una smorfia, prima di arricciare di nuovo le palpebre e imporsi di non piangere. Si alzò e si avvicinò alla finestra, al di fuori della quale il cielo terso era un manto stellato.

"Io lo sapevo… lo sapevo che non dovevo farlo, non dovevo permettermi di cascarci di nuovo. Tu porti solo scompiglio nella mia vita" disse con lo sguardo sempre puntato fuori. Poi si voltò verso di lui. "Ma lo sai cosa mi fa più rabbia? Il fatto che per quanto ti odi in questo momento, forse un po’ ti capisco. E che se non mi ritrovassi con il cuore a pezzi ti direi che probabilmente è la cosa giusta da fare, se vuoi davvero rimpossessarti della tua vita."

Lui le si avvicinò di nuovo, cercando di toccarla, ma la donna si scostò.

"Devo farlo…"

Una lacrima.

"No che non devi."

"Sì."

Un'altra.

"Che cosa devi fare, papà? E perché mamma piange?"

Rebecca, probabilmente, si era svegliata sentendoli discutere e in silenzio si era trascinata verso il soggiorno. I genitori si voltarono contemporaneamente, sentendo queste parole, e la videro starsene in piedi sulla porta, con il suo pupazzo in mano e gli occhi assonnati.

Papà.

Era la prima volta che si sentiva chiamare così.

Cazzo, proprio adesso?

Hermione si asciugò stancamente le lacrime e si sforzò di sorridere alla bambina.

"Niente, tesoro, ora torna a letto."

Superò Draco per avvicinarsi a lei. Lui era silenzioso e la guardava, Hermione giurò di vederlo vacillare, forse per essersi sentito chiamare in quel modo. Di nuovo un’ombra scura comparve a intaccare quelle iridi trasparenti.

"Rebecca…" provò.

Hermione lo sentì farsi più vicino ma, bloccandosi di colpo, allungò un braccio per impedire che andasse oltre.

"Non provarci. Hai già fatto abbastanza, per stasera." Poi prese in braccio sua figlia mentre lui, in disparte, non poté fare altro che incrociare il suo sguardo in quello interrogativo della bambina, che lo guardava da dietro la spalla della madre succhiandosi un pollice.

Merda. Ora sono proprio fottuto.

~

Che cosa devi fare, papà?

Quella frase continuava a ronzargli per il cervello e sembrava non volerlo lasciare in pace. Sentirsi chiamare in quel modo lo aveva tutto sommato sconvolto ma non avrebbe cambiato la sua idea, a maggior ragione. Ne avrebbe sofferto, si sarebbe fatto odiare, ma almeno avrebbe sistemato gli ultimi cocci della sua esistenza, perché se inizialmente aveva creduto che riallacciare i rapporti con Hermione lo avrebbe aiutato, si sbagliava di grosso. Forse in partenza lo aveva spronato a prendere di nuovo in mano il controllo della sua esistenza. Ma alla lunga lo aveva portato a desiderare intensamente di andare fino in fondo.

Era un vigliacco, lo era sempre stato. Ma ora, Draco Malfoy aveva detto basta. Con che faccia sarebbe rimasto accanto a loro così, costretto a scappare? Non ce l’avrebbe fatta.

Poi, lei suonò alla sua porta. Lui lo sapeva ancora prima di vedersela davanti.

"Hermione."

"Draco. Temevo di non trovarti più."

Lui non disse nulla, perché non ce n’era effettivamente bisogno, e si limitò a osservarla entrare.

"Io ti odio. Ti disprezzo e sono stata una stupida a permetterti di entrare di nuovo nella mia vita…"

"Granger…"

"MA…" lo interruppe, "ma allo stesso tempo non ce la faccio a restare impassibile a guardarti mentre ti rovini con le tue stesse mani. Credo che una mia testimonianza  sul tuo pentimento ti farà comodo."

Lui la guardò con gli occhi spalancati. Che cacchio stava blaterando, quella pazza?

"Scordatelo! Ti caccerai nei casini e io non intendo lasciartelo fare!"

"Malfoy…" rispose Hermione, scrollando il capo. "A me non succederà nulla. Quando te ne sei andato quattro anni fa, presa dai sensi di colpa ho confessato tutto. Tutto. E alla fine, vuoi perché ero amica di Harry Potter, vuoi perché ti eri pentito e le informazioni che mi avevi dato erano state davvero importanti, hanno archiviato il mio caso, nell’euforia per la vittoria contro Voldemort. Dopotutto ero pur sempre un membro dell’Ordine e avevo procurato quelle informazioni... credo che non farà male rinfrescare loro la memoria" concluse la ragazza.

Lui la scrutò qualche attimo, realizzando quello che stava dicendo.

"Tu mi odi, mi disprezzi e non ti perdoni. Perché lo fai?"

Perché mi sono innamorata di te.

Perché sono una stupida.

"Non lo so."

Malfoy si allontanò da lei, passandosi una mano nei capelli.

"E Rebecca?"

Lei sussultò, riservandogli poi una risatina ironica. "E che vuoi che le dica?" disse rassegnata. "Il concetto del fare pace con un passato da cui stai scappando da anni mi pare un po’ troppo per una bambina di quattro anni, per sveglia che possa essere."

Come al solito, Hermione aveva ragione. Di nuovo Malfoy si portò più vicino alla donna, che lo guardava severa puntando gli occhi dritti nei suoi.

"Non insegnarle a odiarmi" le disse, sfiorandole una guancia.

"Non lo farò. Ma non ti garantisco che non lo faccia da sola."

Draco abbassò lo sguardo.

"Vorrei parlarle."

"E io vorrei che non mi abbandonassi ancora."

"Potrà suonarti assurdo, ma io non ti sto abbandonando."

"Sì, invece…"

E alla fine, mentre lo stringeva a sé, una singola lacrima traditrice scese a rigarle una guancia.

~

"Me lo dai un bacio, piccolina?"

Lei annuì e poggiò le labbra sulla sua guancia, nonostante fosse un po' imbronciata.

"Perché vai via, papà?"

"Perché devo."

"Ma poi torni?"

"Forse… e tu mi vorrai ancora?"

"Sì."

"Promesso?"

"Promesso. Ma io non voglio che tu vai via."

Lui restò zitto. Neanche lui lo voleva, ma non voleva neanche che lei crescesse senza poter dire chi fosse suo padre. Senza potersi far vedere con lui.

"Lo sai che ti penserò sempre, vero?"

Lei annuì di nuovo e lui la strinse a sé.

Probabilmente sua figlia l’avrebbe odiato, di lì a qualche tempo. O peggio, l’avrebbe dimenticato. Cancellato.

"Vuoi farlo un giro in scopa?"

Rebecca sorrise.

Improvvisamente non gli interessò più nulla dell’odio. Gli bastò quel sorriso.

...

Mentre richiudevano dietro di lui la porta della sua cella, Malfoy ringraziò Merlino, tutti gli stregoni del Medioevo e anche qualche santo babbano che non ci fossero più i Dissennatori, ad Azkaban, perché si sarebbe tenuto stretto quel ricordo che nessuno gli avrebbe mai potuto rubare. Quelle parole di una bambina impresse nella sua mente. E anche quei due occhi infuocati che lo guardavano un’ultima volta da lontano, prima che li separassero. Quello sguardo lucido e intenso che non avrebbe mai dimenticato.

~

VI PREGO NON AVADAKEDAVRIZZATEMI!!!

PERCHE’ IO, ESATTAMENTE COME DRACO, DOVEVO FARLO . SONO MASOCHISTA, LO SO, MA CREDO CHE SOLO COSì POSSA TROVARE DAVVERO UN PO’ DI TRANQUILLITA’ E SMETTERLA DI AUTOCOMMISERARSI. UFFI, A ME PIACCIONO LE STORIE ALLEGRE! DAVVERO!

VI RINRAZIO DI CUORE, SPERANDO DI NON ESSERMI GUADAGNATA IL VOSTRO ODIO CON QUESTO CAPITOLO ^_^’

UN BACIO A:

Alessandra (Concordo sul fatto che Draco non sia semplice come personaggio… o viene supersexy, o superfrustrato –che è il clichè in cui spesso temo di cadere-… Il mio amore per le commedie mi rende molto più semplici le ron/herm –me si fa pubblicità occulta >_>. Però se ti va leggile, ne ho scritte diverse! Ciao!!!), Valemione (Mamma mia, quanti aggettivi… ora mi commuovo! grazie, pensare che ti sei sparata tutta questa storia d’un fiato mi fa piacere. Ti ho mica depressa, ora? Nuuuuu…), Nightyrock (Come vedi, il problema non era Pansy, ma Dracuzzo stesso che è un po’ sfasato. Spero di non averti delusa, con questo chap, io a avevo il terrore di cadere nel patetico! Grazie e un bacio!), Gemellina (Purtroppo il Voldie è stecchito, ma il punto è Draco… che ne pensi? Secondo me era necessario…-tanto per citare il titolo! Ciao!), Lunachan62 (Ebbene sì, non durerà. Dopotutto sono Draco e Hermione. Che ne dici di questo? Per me è giusto così, se vuol davvero chiudere il capitolo ‘vigliacco’… Ciao e grazie della rece!), Truelena (mi ricordo il tuo nick in qualche altra mia storia –Ron/Herm, ovvio- e rivederlo qua, con te che mi dici che oltretutto non vai matta per la coppia, non può che farmi ancora più piacere. Anche perché mi hai lasciato un commento molto bello, grazie! un bacio!), Olivia86 (bellaaaaaa Oliviaaaaaa!, e far fare il tenerone a Draco, che è un noto pezzo di ghiaccio, mi diverte troppo… Anche se in questo capitolo… sniff, mi deprimo da sola. Bye!), Luz79 (Ma ciao! In effetti, mi è piaciuto un sacco scrivere il cap scorso, e se mi dici che mi è venuto bene sarà per quello… grazie mille tesoro! Un bacione!), Hila smemo4ever (hai centrato in pieno il problema dei dubbi… però credo che questo fosse necessario, per far chiudere il cerchio. Tu che dici? Ciao!), Sere85 (Ciao!sono contenta che la storia ti piaccia… considerato che ero convinta restasse una oneshot! Però tra un po’ si concluderà… ciao e grazie del commento!), Lady_Eowyn (come hai visto, non sono solo i carlini a creare problemi. A volte sono anche i biondi… ma avevo deciso così da tempo, ormai! Sono contenta che comunque ti sia piaciuta –almeno fino al cap scorso! Ciao!).

AL PROSSIMO CAPITOLO, L’ULTIMO!!

CIAOOOOO!!

 

 

 

  
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