“I don’t care about that”.
“You might, if you knew what it meant”.

Jon era ancora troppo giovane per capire appieno ciò a cui avrebbe dovuto rinunciare, diventando un Guardiano della Notte: nessuna famiglia, né una moglie da amare né figli da crescere. Eppure, suo nipote era pronto a voltare le spalle a tutto prima ancora di sapere cosa volessero dire realmente quelle cose. Ma sicuramente sapeva cosa volesse dire l’approvazione di un padre, il sorriso di un fratello, la risata di una sorella, il calore di una famiglia: quelle erano le cose di cui avrebbe sentito la mancanza. Di una sola cosa, non avrebbe avuto nostalgia: l’amore incondizionato di una madre.
Quello, Jon non l’aveva mai provato in sedici anni di vita.  

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Molte persone sembrano dimenticarlo, ma Benjen è uno Stark e merita di essere ricordato (almeno finché Martin non lo farà riapparire... perché Benjen deve essere vivo ùù). Qui, mi sono concentrata sul suo rapporto con Jon, perché ho sempre pensato che non volesse che suo nipote entrasse nei Guardiani e perdesse tutte le cose a cui lui aveva rinunciato.
Questa è l'ultima drabble per la famiglia Stark: Jon, infatti, non porta questo nome e ho pensato che sarebbe stato meglio inserirlo nella raccolta sui Guardiani della Notte (che arriverà col tempo).
La prossima raccolta sarà sui Greyjoy, ossia Balon, Yara e Theon; per Euron, Victarian ed Aeron (ammesso che lo inseriscano) aspetterò di vederli nella serie TV.

Un grazie a chi ha letto, in silenzio o lasciando una recensione, e un grazie a chi segue questa raccolta: grazie di cuore.