Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: ToraStrife    24/06/2012    1 recensioni
Un veterano appassionato di Rock si ritrova, a fine serata, durante una "colazione" con una bottiglia di Beck's insieme alla sua attuale compagnia, a riflettere sulla sua vita, sulla sua unica passione, e su come gli altri abbiano sempre interpretato entrambi.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Beck's for Breakfast La cameriera mi guarda storto.
Sì, hai capito bene, voglio una Beck's, non ne frega nulla se sono le sette di Domenica Mattina, stiamo tutti seduti al bar e il resto della mia compagnia ha ordinato uno stuolo di "Cappuccio e Brioche".
Dopo una serata con ben sette medie chiare in corpo, di cui solo la metà offertami dal padrone dell'abituale birreria, in memoria dei vecchi tempi, non mi sembra che faccia una gran differenza ormai.
Ma gli altri difficilmente potranno capirlo, saranno tutti più giovani di me di almeno dieci anni.
Mentre sorseggio dalla mia bottiglietta verde, osservo quanto tempo sia passato, quanto sia cambiato tutto e contemporaneamente non sia cambiato nulla.
Per esempio, i passanti mi guardano ancora storto, per la strada, vedendomi addosso magliette di gruppi rock e una fascia sulla fronte come quella di Axl Rose: una volta per disapprovazione sociale, oggi semplicemente perché è fuori moda.
Poco importa se sono ormai un vecchietto sulla soglia degli 'anta' e quella fascia mi serve per coprire una calvizie che mi ha decimato la fronte, nonostante, per il resto, i capelli li abbia ancora lunghi fino alla schiena.
Oppure saranno questi stivali, questi bracciali alle braccia, i pantaloni in pelle e il cappello da cowboy che mi ostino ancora a indossare.
A una prima occhiata la gente mi vede come un anacronistico personaggio ritagliato dagli anni '80,  e, a seconda dei casi, viene per complimentarsi su quanto fossero mitici i Poison e i Motley Crue, o al contrario, fare qualche battuta imbecille tipo "E il cavallo dove lo hai lasciato?" (in riferimento agli stivali e il cappello).
E ancora coloro che chiedono: Ma chi te lo fa fare? La stessa gente che non sente il bisogno di fare simili domande se vedono un uomo con la tonaca. Non può essere semplicemente perché uno ci crede e basta? Altrimenti, a che sarebbe servito diplomarsi al Conservatorio? O tutti quegli anni a suonare con la chitarra e a comporre?
I miei coetanei? Ormai sono tutti sposati e con una famiglia da mantenere, non riuscirebbero più a slegarsi dalla routine lavoro/famiglia che la vita ha imposto loro. E quelle poche eccezioni non sono poi così diverse dai pensionati con i quali chiacchiero il pomeriggio quando vado al bar-tabaccheria per un pacchetto di sigarette e un caffè.
E per la maggior parte
comunque è difficile che  coltivino  ancora le mie stesse passioni.
Al giorno d'oggi il rock, quello vero, non preconfezionato da Mtv, se lo cagano (scusate il francesismo) in pochi.
Certo, ci sono quei ragazzini che, ammaliati da un album dei Guns, rimangono estasiati dal miraggio della rockstar che un po' vedono in me, propongono di mettere su una band, per poi mollare, neppure alla prima difficoltà: al primo minimo sacrificio.
Come un banale hobby: se ruba più tempo del necessario, molliamo tutto e mettiamo la testa a posto.
Oppure virano il sound della band verso territori più commerciali, sperando in improbabili talent scout: illusi.
Di solito finisce che il musicista 'serio' si rompe i cosiddetti e se ne va dal gruppo, il divetto di turno si monta la testa e gioca a fare il fotomodello, la qualità della musica si appiattisce, il successo non arriva, la conseguente frustrazione fa nascere incomprensioni e conflitti, e infine la band si scioglie.
Non parlo per esagerare, potrei elencarvene decine di questi casi 
.
Ma non bisogna biasimarli: forse avevano solo scambiato una passione per un gioco, tutto lì.
Ma conosco anche gente che ha fatto fortuna: qualcuno particolarmente talentuoso con la chitarra, o qualche modella con un po' più di cervello rispetto alla media, che hanno fatto il colpaccio della loro vita e si sono trasferiti negli States.
Mi dicono sempre che un giorno mi inviteranno per una lussuosa vacanza a fare notti brave in giro per L.A. e la California. Dopo il decimo anno, mi sono convinto che rimarranno promesse a vuoto.
Finisco la mia Beck's, osservo i miei attuali compagni di bisboccia: qualche donna sta già sonnecchiando con la testa appoggiata sulla spalla del suo ragazzo, tutti non vedono l'ora di andare a dormire.
C'è qualche temerario che mi propone di andare a fare una spaghettata mattutina: rifiuto, scherzando sul fatto che ormai io sia un vecchietto e non che non abbia più l'età per certe cose.
La verità è che adesso vorrei solo dormire, dal momento che Lunedì mi attende il canonico lavoro di giardiniere, e quindi almeno per Domenica pomeriggio vorrei essere tornato abbastanza lucido per esercitarmi un po' con la chitarra e magari comporre qualcosa.
Mentre ci salutiamo, pondero l'idea di farmi dare uno strappo da qualcuno con la macchina, ma decido di avviarmi a piedi per prendere la corriera: l'aria del mattino è piacevole, nonostante le mie condizioni, e mi aiuta a pensare, mentre il sole che sorge saluta un nuovo giorno dell'ordinaria vita della sottoscritta, banale e anacronistica"rockstar".



Dedicata a un caro amico che nonostante gli anni non ha mai rinunciato a una passione.



  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: ToraStrife