Titolo: It should have been Jensen
Serie: Supernatural Rps
Character: Jared Padaleki, Jensen Ackles
Pairing: Jensen/Jared {J2 - bromance}
Rating: PG
Genre: Slice of Life
Note: La fic nasce da un'intervista di Jared da cui ho scoperto che
Jensen si è presentato per i provini di Captain America.
Se in Supernatural non posso non amare la wincest, per quanto riguarda il
legame di Jared e Jensen riesco ad immaginarlo solo come un bromance –
sarà che di contro supporto totalmente la Jared/Misha. Comunque,
anche così, adoro il rapporto che lasciano trasparire dalle interviste.
Word: 1.602
Disclaimers: I personaggi appartengono a loro stessi e tutto quello che
qui è stato scritto non è che frutto della fantasia.
«Captain
America. Chris... It should have been Jensen!»
Jared Padaleki
Poggiato contro un'auto dal colore inguardabile, tamburellava con le dita al
proprio addome, nervoso ed impaziente, mentre lo stivale destro picchiettava
con il tacco basso e squadrato contro le gomme nere.
Sul volto, gli occhiali da sole ne mettevano al sicuro lo sguardo puntato
verso l'edificio a qualche metro da sé, da cui aveva smesso di vedere gente
entrare o uscire; la visiera di un berretto da baseball aumentava l'ombra
calata a nascondere in parte lineamenti di un volto che, tuttavia, avevano già
attirato gli sguardi di molte delle ragazze che percorrevano la strada. Più di
una di loro si era fermata a fissarlo, lo aveva puntato con il dito o,
semplicemente, aveva urlato un "Jared I luv ya!" in sua direzione,
obbligandolo ad annuire imbarazzato, sorridere e poi sperare di sprofondare
nell'asfalto, incassando la testa tra le spalle ampie.
Ma essere alto -troppo alto- era una fregatura, essere famoso era un'arma a
doppio taglio ed essere costretti ad andare in giro con una macchina che
ricordava spaventosamente quelle di Barbie e Ken messe sul mercato dalla
Mattel, era il peggio che potesse capitargli.
Ricontrollò ancora una volta lo smartphone, sfilandolo dalla tasca posteriore
di un paio di jeans scoloriti, rimanendo deluso dall'assenza di messaggi o
chiamate. Gli ultimi risalivano a quella mattina, quando Jensen lo aveva
avvertito all'ultimo momento dei provini e lui si era ritrovato a dare buca a
Misha per poter poter accogliere l'amico non appena fossero terminati.
Se ci rifletteva ora, a mente lucida, si rendeva conto di quanto fosse stato
idiota da parte propria rimanerci male a leggere di Jensen e del provino per
il nuovo film sui fumetti della Marvel.
Capitain America.
Jensen e Captain America.
Dèi. E quel che era peggio è che quasi riusciva ad immaginarselo in
quel costume ridicolo a brandire il suo scudo e blaterare di giustizia,
coraggio e patriottismo.
Ricontrollò ancora il cellulare, tanto per essere sicuro, nonostante fossero
passati solo una decina di minuti da quando aveva parcheggiato l'auto ed era
sceso ad aspettare, ma il tempo gli sembrava trascorrere più lento del solito.
Incrociò le braccia al petto, sollevò il capo verso il cielo, inspirò a pieni
polmoni e poi sciolse l'incrocio per distendere le braccia lungo i fianchi e
ricominciare ad incrociarle.
Iniziava a diventare ridicola la cosa, considerando che quello nervoso non
sarebbe dovuto essere lui, così come non si sarebbe dovuto trovare lì;
l'ultimo messaggio di Jensen era stato fin troppo chiaro: "Ricordi la battuta
sui provini di Captain America? Ero serio, ci vado. Se vieni ti ammazzo".
Bisognava concederglielo: il ragazzo sapeva essere incisivo.
All'ennesimo "OhmygoshJareeeed" di una fan particolarmente accanita,
decise di allontanarsi dall'auto, muovendo qualche passo verso gli studios in
cui stavano terminando i provini, convincendosi che cercare di intrufolarsi di
nascosto per spiare quello di Jensen e portare sfiga a tutti gli altri, fosse
assolutamente maturo.
Non fece molta strada, attraverso il vetro delle porte girevoli notò un
gruppetto di ragazzi uscire; avevano tutti i capelli biondi, chi più lunghi,
chi più corti, il corpo ben modellato, polo o camicie di jeans a fasciare il
busto e l'aspetto affascinante del sex-symbol che ogni americano avrebbe
voluto avere.
Sollevò il braccio destro, agitandolo con infantile foga, riconoscendo tra
loro Jensen che camminava con le mani in tasca, accanto a qualche altro attore
che incontrato a qualche festa o qualche altro provino o con cui erano
entrambi entrati in amicizia e, quando il co-protagonista di Supernatural, si
avvicinò a lui sbuffando, gli sorrise.
«Sorpresa!» esclamò, schivando un'occhiata seccata del più grande e seguendo
distrattamente la sfilata del resto del gruppo, che spariva di lì a poco verso
auto, taxy e quant'altro.
«Ehi, quello era Chris?» domandò, indicando uno dei biondi che aveva fatto un
cenno di saluto verso di lui.
«A-ah.»
«E gli altri? Tutti vostri cloni? Ci dobbiamo aspettare un'invasione?»
Jensen tacque, limitandosi ad uno sguardo eloquente, con un sopracciglio
inarcato ed il capo reclinato un po' più in alto, per riuscire a guardare il
volto di Jared che, dal canto proprio, non sembrava aver finito con le
domande.
«Allora com'è andata?» chiese infatti.
«E' andata.»
«Eddai, man. Dettagli.»
«Sono entrato, ho fatto quello che dovevo, sono uscito ed ora sto parlando con
te.»
Jared sbuffò.
«Come li racconti tu certi eventi della vita, nessuno mai. Guarda, ho perfino
la pelle d'oca per il pathos che mi hai trasmesso.»
«Spiritoso.» commentò solamente, per poi muovere un cenno del mento in
direzione dell'auto parcheggiata dietro l'amico «Non possiamo allontanarci da
quell'oscenità? Potevi aspettarmi vicino alla tua di auto.»
«...»
«Jared...» al suo silenzio, un orribile sospetto si fece largo tra i pensieri
«Non sei venuto con quella macchina, vero?»
«Veramente...»
Lo sguardo di Jensen fu scandalizzato, tirò perfino indietro il capo
allontanandosi di un passo, in una smorfia schifata, storcendo il naso a
guardare il colore verde acceso di quell'auto, il modello buffamente
tondeggiante e la grandezza claustrofobica che lo portò a chiedersi come
diavolo potesse starci Jared in tutta la sua altezza.
«La mia è dal meccanico e quando sono andato a noleggiarne una, questa
Barbie-Mobile era l'unica disponibile...» mormorò l'attore, arricciando le
labbra in un'espressione da cucciolo abbandonato che avrebbe sciolto il cuore
di qualunque fan, un po' meno quello del più grande che si limitò a scuotere
la testa e roteare gli occhi al cielo, allungando la mano per lasciare qualche
pacca amichevole alla sua spalla.
«Loser.» per l'appunto, nessun cuore sciolto come neve al sole.
«Fanculo.»
«Dai, molla qui la carretta di Ken e avverti qualcuno perché venga a prenderla
e la porti indietro. Noi prendiamo la mia macchina.»
Non molto distante da lì, una BMW cabrio nera illuminò i fari con un "bip-bip"
quando Jensen schiacciò il pulsante delle chiavi, facendo scattare le
serrature e tirando indietro in automatico il tettuccio.
Jared guardò prima l'auto e poi lui, con l'aria commossa di un cagnolino fuori
misura e un'impazienza silenziosa che l'altro riuscì ad interpretare
perfettamente.
«E non guardarmi così, fai quello che devi e finiamola in fretta.» sbottò,
esasperato, sentendo lo sguardo di Jared colargli sulla pelle, aspettandosi da
un momento all'altro che si mettesse a scodinzolare o che gli leccasse la
faccia facendogli le feste.
«Evvai!» esclamò invece (stupidamente infantile e maledettamente tenero,
rifletté a malincuore Jensen), allungando le braccia verso di lui, per
stringerlo in un abbraccio caldo, abbassandosi con il mento contro la sua
spalla e sorridendo affettuoso.
Jensen socchiuse gli occhi per qualche secondo, lasciandosi sfuggire una
risata bassa e ruvida, respirando il suo calore, prima di incrociare
casualmente lo sguardo con un paio di passanti.
«Ci stanno guardando tutti...» il tono fatto diventato rigido come i muscoli.
«E' tutto fanservice.»
«Fanservice un cazzo, hanno tirato fuori i cellulari.»
«Vai tranquillo.»
«Jared, sono serio, ci sono anche degli iphone e quelli hanno un'ottima
risoluzione.»
«Lo so, ce l'ha anche Mishi.»
«Eddai, brò, sono sicuro che quella tipa col vestito giallo ci stia
anche filmano.»
Le braccia di Jared si strinsero più forte intorno alle spalle ampie
dell'attore, mentre le dita si aggrappavano alla sua maglia ed il volto
affondava contro il collo, solleticato dalla barba pungente che gli macchiava
il mento di un chiaro castano.
«Se questo finisce in qualche fanfic o in giro per tumblà, giuro che ti
spezzo le gambe.» borbottò Jensen, insieme a qualche imprecazione, ma
lentamente sollevò le braccia, ricambiando l'abbraccio, un po' impacciato e un
po' imbarazzato, concedendogli di stare in quella posizione per qualche altro
secondo ancora, sentendo nelle orecchie il rumore dei flash di qualche
macchina fotografica e obbligandosi a non lanciarsi in insulti contro i soliti
curiosi.
Per un po' si limitò ad abbracciare e farsi abbracciare da Jared in silenzio,
sentendosi addosso il peso che era ricaduto sulle spalle dell'altro quando gli
aveva scritto dei provini; forse anche per quello non glielo aveva preferito
non dirglielo di persona.
Scosse il capo, allungando le dita verso la sua nuca, pizzicandogli la base
del collo, per poi afferrargli una ciocca dei lunghi capelli castani e tirarla
dispettosamente.
«Smetti di abbracciarmi come se stessi per andare in guerra, tanto lo sai che
non ho intenzione di mollare te e Supernatural.»
Dovevano essere le parole che Jared aspettava di sentirsi dire, perché appena
l'ultima venne pronunciata, il più alto allargò le braccia, liberando Jensen
dall'abbraccio, guardandolo con occhi che si erano fatti più brillanti e che
rendevano ancora più indistinguibile quel miscuglio di grigio e nocciola che
li dipingeva.
Jensen gli tirò un colpetto dietro la nuca.
«Pensavi davvero che potessi piantarti in asso?»
«Per Captain America, io lo farei.»
«Come no, mister “Supernatural-è-una-grande-famiglia-feli
«Ehi, non lo dico proprio così!»
«Lo so, ma mi riesce difficile imitare anche il tuo tono da ragazzina
innamorata.»
Jared gli fece il verso.
«Not cool, man. Totally not cool.»
Jensen ghignò, ma poco dopo riprese discorso in sospeso che sapeva interessare
Jared più di quanto avrebbero mai ammesso entrambi.
«C'era anche Chris. L'hai visto, no?»
«Yep.»
«È piaciuto da morire a Johnston.» buttò lì, iniziando ad avviarsi verso
l'auto «Non credo di avere molte speranze.»
Jared scosse il capo con disapprovazione.
«Chris.» ripeté «Boicottiamolo.»
«Idiota.»
Risero di nuovo, con più leggerezza, lasciandosi alle spalle anche questa
parentesi.
Ci sarebbero state le riprese della quinta stagione di Supernatural a cui
pensare, per ora poteva bastare.
~
Seduto alla poltrona in pelle di Nerd, godendo di quel po' di aria del
piccolo ventilatore poggiato sul tavolino di fronte, Jared assottigliò lo
sguardo.
«Captain America.» mormorò a denti stretti, all'indirizzo della fan che
aveva pronunciato il titolo dell'omonimo film.
«Chris... It should have been Jensen.»