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Autore: Fuuma    25/06/2012    2 recensioni
Gli occhi maliziosi delle ragazze che passavano per la strada si erano soffermati più di una volta sul ragazzo alto, poggiato contro l'auto dal colore imbarazzante. In molte avevano riconosciuto il volto sbarbato di Jared Padaleki e, per quanto avesse sperato, almeno per questa volta, di passare inosservato, gli urletti delle fan più concitate lo avevano già raggiunto.
Forse avrebbe dovuto dare ascolto all'sms di Jensen e dimenticarsi l'idea di buttarsi al suo collo dopo i provini e piangere disperato perchè l'altro voleva abbandonarlo per la gloria di Captain America...
Mhm, ok, vista così suonava proprio patetica.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: It should have been Jensen
Serie: Supernatural Rps
Character: Jared Padaleki, Jensen Ackles
Pairing: Jensen/Jared {J2 - bromance}
Rating: PG
Genre: Slice of Life
Note: La fic nasce da un'intervista di Jared da cui ho scoperto che Jensen si è presentato per i provini di Captain America.
Se in Supernatural non posso non amare la wincest, per quanto riguarda il legame di Jared e Jensen riesco ad immaginarlo solo come un bromance – sarà che di contro supporto totalmente la Jared/Misha. Comunque, anche così, adoro il rapporto che lasciano trasparire dalle interviste.

Word: 1.602
Disclaimers: I personaggi appartengono a loro stessi e tutto quello che qui è stato scritto non è che frutto della fantasia.


«Captain America. Chris... It should have been Jensen!»
Jared Padaleki




Poggiato contro un'auto dal colore inguardabile, tamburellava con le dita al proprio addome, nervoso ed impaziente, mentre lo stivale destro picchiettava con il tacco basso e squadrato contro le gomme nere.
Sul volto, gli occhiali da sole ne mettevano al sicuro lo sguardo puntato verso l'edificio a qualche metro da sé, da cui aveva smesso di vedere gente entrare o uscire; la visiera di un berretto da baseball aumentava l'ombra calata a nascondere in parte lineamenti di un volto che, tuttavia, avevano già attirato gli sguardi di molte delle ragazze che percorrevano la strada. Più di una di loro si era fermata a fissarlo, lo aveva puntato con il dito o, semplicemente, aveva urlato un "Jared I luv ya!" in sua direzione, obbligandolo ad annuire imbarazzato, sorridere e poi sperare di sprofondare nell'asfalto, incassando la testa tra le spalle ampie.
Ma essere alto -troppo alto- era una fregatura, essere famoso era un'arma a doppio taglio ed essere costretti ad andare in giro con una macchina che ricordava spaventosamente quelle di Barbie e Ken messe sul mercato dalla Mattel, era il peggio che potesse capitargli.
Ricontrollò ancora una volta lo smartphone, sfilandolo dalla tasca posteriore di un paio di jeans scoloriti, rimanendo deluso dall'assenza di messaggi o chiamate. Gli ultimi risalivano a quella mattina, quando Jensen lo aveva avvertito all'ultimo momento dei provini e lui si era ritrovato a dare buca a Misha per poter poter accogliere l'amico non appena fossero terminati.
Se ci rifletteva ora, a mente lucida, si rendeva conto di quanto fosse stato idiota da parte propria rimanerci male a leggere di Jensen e del provino per il nuovo film sui fumetti della Marvel.
Capitain America.
Jensen e Captain America.
Dèi. E quel che era peggio è che quasi riusciva ad immaginarselo in quel costume ridicolo a brandire il suo scudo e blaterare di giustizia, coraggio e patriottismo.
 Ricontrollò ancora il cellulare, tanto per essere sicuro, nonostante fossero passati solo una decina di minuti da quando aveva parcheggiato l'auto ed era sceso ad aspettare, ma il tempo gli sembrava trascorrere più lento del solito.
Incrociò le braccia al petto, sollevò il capo verso il cielo, inspirò a pieni polmoni e poi sciolse l'incrocio per distendere le braccia lungo i fianchi e ricominciare ad incrociarle.
Iniziava a diventare ridicola la cosa, considerando che quello nervoso non sarebbe dovuto essere lui, così come non si sarebbe dovuto trovare lì; l'ultimo messaggio di Jensen era stato fin troppo chiaro: "Ricordi la battuta sui provini di Captain America? Ero serio, ci vado. Se vieni ti ammazzo".
Bisognava concederglielo: il ragazzo sapeva essere incisivo.
All'ennesimo "OhmygoshJareeeed" di una fan particolarmente accanita, decise di allontanarsi dall'auto, muovendo qualche passo verso gli studios in cui stavano terminando i provini, convincendosi che cercare di intrufolarsi di nascosto per spiare quello di Jensen e portare sfiga a tutti gli altri, fosse assolutamente maturo.
Non fece molta strada, attraverso il vetro delle porte girevoli notò un gruppetto di ragazzi uscire; avevano tutti i capelli biondi, chi più lunghi, chi più corti, il corpo ben modellato, polo o camicie di jeans a fasciare il busto e l'aspetto affascinante del sex-symbol che ogni americano avrebbe voluto avere.
Sollevò il braccio destro, agitandolo con infantile foga, riconoscendo tra loro Jensen che camminava con le mani in tasca, accanto a qualche altro attore che incontrato a qualche festa o qualche altro provino o con cui erano entrambi entrati in amicizia e, quando il co-protagonista di Supernatural, si avvicinò a lui sbuffando, gli sorrise.
«Sorpresa!» esclamò, schivando un'occhiata seccata del più grande e seguendo distrattamente la sfilata del resto del gruppo, che spariva di lì a poco verso auto, taxy e quant'altro.
«Ehi, quello era Chris?» domandò, indicando uno dei biondi che aveva fatto un cenno di saluto verso di lui.
«A-ah.»
«E gli altri? Tutti vostri cloni? Ci dobbiamo aspettare un'invasione?»
Jensen tacque, limitandosi ad uno sguardo eloquente, con un sopracciglio inarcato ed il capo reclinato un po' più in alto, per riuscire a guardare il volto di Jared che, dal canto proprio, non sembrava aver finito con le domande.
«Allora com'è andata?» chiese infatti.
«E' andata.»
«Eddai, man. Dettagli.»
«Sono entrato, ho fatto quello che dovevo, sono uscito ed ora sto parlando con te.»
Jared sbuffò.
«Come li racconti tu certi eventi della vita, nessuno mai. Guarda, ho perfino la pelle d'oca per il pathos che mi hai trasmesso.»
«Spiritoso.» commentò solamente, per poi muovere un cenno del mento in direzione dell'auto parcheggiata dietro l'amico «Non possiamo allontanarci da quell'oscenità? Potevi aspettarmi vicino alla tua di auto.»
«...»
«Jared...» al suo silenzio, un orribile sospetto si fece largo tra i pensieri «Non sei venuto con quella macchina, vero?»
«Veramente...»
Lo sguardo di Jensen fu scandalizzato, tirò perfino indietro il capo allontanandosi di un passo, in una smorfia schifata, storcendo il naso a guardare il colore verde acceso di quell'auto, il modello buffamente tondeggiante e la grandezza claustrofobica che lo portò a chiedersi come diavolo potesse starci Jared in tutta la sua altezza.
«La mia è dal meccanico e quando sono andato a noleggiarne una, questa Barbie-Mobile era l'unica disponibile...» mormorò l'attore, arricciando le labbra in un'espressione da cucciolo abbandonato che avrebbe sciolto il cuore di qualunque fan, un po' meno quello del più grande che si limitò a scuotere la testa e roteare gli occhi al cielo, allungando la mano per lasciare qualche pacca amichevole alla sua spalla.
«Loser.» per l'appunto, nessun cuore sciolto come neve al sole.
«Fanculo.»
«Dai, molla qui la carretta di Ken e avverti qualcuno perché venga a prenderla e la porti indietro. Noi prendiamo la mia macchina.»
Non molto distante da lì, una BMW cabrio nera illuminò i fari con un "bip-bip" quando Jensen schiacciò il pulsante delle chiavi, facendo scattare le serrature e tirando indietro in automatico il tettuccio.
Jared guardò prima l'auto e poi lui, con l'aria commossa di un cagnolino fuori misura e un'impazienza silenziosa che l'altro riuscì ad interpretare perfettamente.
«E non guardarmi così, fai quello che devi e finiamola in fretta.» sbottò, esasperato, sentendo lo sguardo di Jared colargli sulla pelle, aspettandosi da un momento all'altro che si mettesse a scodinzolare o che gli leccasse la faccia facendogli le feste.
«Evvai!» esclamò invece (stupidamente infantile e maledettamente tenero, rifletté a malincuore Jensen), allungando  le braccia verso di lui, per stringerlo in un abbraccio caldo, abbassandosi con il mento contro la sua spalla e sorridendo affettuoso.
Jensen socchiuse gli occhi per qualche secondo, lasciandosi sfuggire una risata bassa e ruvida, respirando il suo calore, prima di incrociare casualmente lo sguardo con un paio di passanti.
«Ci stanno guardando tutti...» il tono fatto diventato rigido come i muscoli.
«E' tutto fanservice.»
«Fanservice un cazzo, hanno tirato fuori i cellulari.»
«Vai tranquillo.»
«Jared, sono serio, ci sono anche degli iphone e quelli hanno un'ottima risoluzione.»
«Lo so, ce l'ha anche Mishi.»
«Eddai, brò, sono sicuro che quella tipa col vestito giallo ci stia anche filmano.»
Le braccia di Jared si strinsero più forte intorno alle spalle ampie dell'attore, mentre le dita si aggrappavano alla sua maglia ed il volto affondava contro il collo, solleticato dalla barba pungente che gli macchiava il mento di un chiaro castano.
«Se questo finisce in qualche fanfic o in giro per tumblà, giuro che ti spezzo le gambe.» borbottò Jensen, insieme a qualche imprecazione, ma lentamente sollevò le braccia, ricambiando l'abbraccio, un po' impacciato e un po' imbarazzato, concedendogli di stare in quella posizione per qualche altro secondo ancora, sentendo nelle orecchie il rumore dei flash di qualche macchina fotografica e obbligandosi a non lanciarsi in insulti contro i soliti curiosi.
Per un po' si limitò ad abbracciare e farsi abbracciare da Jared in silenzio, sentendosi addosso il peso che era ricaduto sulle spalle dell'altro quando gli aveva scritto dei provini; forse anche per quello non glielo aveva preferito non dirglielo di persona.
Scosse il capo, allungando le dita verso la sua nuca, pizzicandogli la base del collo, per poi afferrargli una ciocca dei lunghi capelli castani e tirarla dispettosamente.
«Smetti di abbracciarmi come se stessi per andare in guerra, tanto lo sai che non ho intenzione di mollare te e Supernatural.»
Dovevano essere le parole che Jared aspettava di sentirsi dire, perché appena l'ultima venne pronunciata, il più alto allargò le braccia, liberando Jensen dall'abbraccio, guardandolo con occhi che si erano fatti più brillanti e che rendevano ancora più indistinguibile quel miscuglio di grigio e nocciola che li dipingeva.
Jensen gli tirò un colpetto dietro la nuca.
«Pensavi davvero che potessi piantarti in asso?»
«Per Captain America, io lo farei.»
«Come no, mister “Supernatural-è-una-grande-famiglia-felice”.»
«Ehi, non lo dico proprio così!»
«Lo so, ma mi riesce difficile imitare anche il tuo tono da ragazzina innamorata.»
Jared gli fece il verso.
«Not cool, man. Totally not cool.»
Jensen ghignò, ma poco dopo riprese discorso in sospeso che sapeva interessare Jared più di quanto avrebbero mai ammesso entrambi.
«C'era anche Chris. L'hai visto, no?»
«Yep.»
«È piaciuto da morire a Johnston.» buttò lì, iniziando ad avviarsi verso l'auto «Non credo di avere molte speranze.»
Jared scosse il capo con disapprovazione.
«Chris.» ripeté «Boicottiamolo.»
«Idiota.»
Risero di nuovo, con più leggerezza, lasciandosi alle spalle anche questa parentesi.
Ci sarebbero state le riprese della quinta stagione di Supernatural a cui pensare, per ora poteva bastare.
 


~

 

Seduto alla poltrona in pelle di Nerd, godendo di quel po' di aria del piccolo ventilatore poggiato sul tavolino di fronte, Jared assottigliò lo sguardo.
«Captain America.» mormorò a denti stretti, all'indirizzo della fan che aveva pronunciato il titolo dell'omonimo film.
«Chris... It should have been Jensen.»

   
 
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