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Autore: Robin7    25/06/2012    4 recensioni
Era una notte tranquilla e la Sunny scivolava leggera sulle onde.
Era una notte tranquilla e una brezza piacevole scompigliava i capelli a un’irritata Nami, a cui quella brezza non piaceva per niente. Quella notte era toccato a lei il turno di guardia, poiché quell’ imbecille di Zoro aveva alzato troppo il gomito. Lui e il suo dannato sakè!, pensò infuriata la navigatrice.
Era una notte tranquilla, eppure qualcosa non andava.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aokiji, Franky, Mugiwara, Nico Robin | Coppie: Franky/Nico Robin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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.Prologo.

Era una notte tranquilla e la Sunny scivolava leggera sulle onde.

Era una notte tranquilla e una brezza piacevole scompigliava i capelli a un’irritata Nami, a cui quella brezza non piaceva per niente. Quella notte era toccato a lei il turno di guardia, poiché quell'imbecille di Zoro aveva alzato troppo il gomito. Lui e il suo dannato sakè!, pensò infuriata la navigatrice.

Era una notte tranquilla, eppure qualcosa non andava. Lo si poteva fiutare nell’aria, percepirlo sulla pelle. Qualcosa stava arrivando; e non si trattava di un ciclone o di un temporale (per quelli Nami non si preoccupava più di tanto), ma di qualcosa di molto peggio, una minaccia materiale.

Una folata di vento più forte delle altre riportò Nami al presente. Agitata abbassò lo sguardo sulle proprio braccia. Strinse con forza il bracciale di Nojiko, traendone conforto. Va tutto bene, non farti spaventare da un po’ di vento, si impose la rossa.

Così rimase sul ponte di prua, ammirando il paesaggio magnifico che il mare le riservava.

I timori di Nami, tuttavia, non erano così infondati: qualcosa stava effettivamente arrivando, o meglio, qualcuno. Una nave maestosa teneva d’occhio la Sunny da qualche settimana, aspettando il momento propizio per attaccarla. Non si trattava di una nave di civili e nemmeno di pirati in cerca di tesori. I Marines di quella nave erano determinati e pronti a tutto pur di portare a termine il compito a loro assegnato. Così si erano presi il tempo di osservare i Mugiwara da lontano, senza farsi notare, poiché erano consapevoli di non essere in grado di tenere testa a quella ciurma così vivace. Si erano invece tenuti a distanza, studiando le loro abitudini – cosa alquanto difficile in quanto tutto quello che succedeva sulla nave era a dir poco incredibile. Assistettero attoniti a una serie di episodi, sedati spesso e volentieri dalla ragazzina più giovane, e si fecero un’idea approssimativa di chi avrebbero dovuto affrontare.

A conti fatti, lo spadaccino sembrava un inutile perdigiorno, utile a svuotare bottiglie di sakè in pochi minuti. I litigi col cuoco aveva la media durata di due minuti, prima del sopraggiungere della navigatrice.

Il biondino spesso partiva in aria tra fiotti di sangue; altre volte si contorceva in modi improbabili e corteggiava le uniche due donne della ciurma, ottenendo uno sguardo omicida da una e un sorriso dolce dall’altra. A volte si univa a lui anche lo scheletro, ma senza contorcersi. Costui veniva sempre punito con le dure maniere della navigatrice anche se i Marines non riuscivano a capire cosa dicesse di tanto scandaloso per essere trattato in quel modo. Dopo la giornaliera botta in testa prendeva in mano la sua amata chitarra e suonava per ore intere.

Il capitano era un pozzo senza fondo che si dedicava alle attività più stupide con la renna e il cecchino. Ogni tanto si lanciava in acqua a recuperare oggetti, rischiando di affogare; solo il tempestivo intervento dello spadaccino lo salvava da morte certa.

Il tanuki sembrava più un animaletto da compagnia che altro, mentre il cecchino alternava il suo tempo libero tra stare col capitano e stare col carpentiere, che era un energumeno. Questi costruiva strane cose, dallo scopo imprecisato e coronava la fine della sua impresa con una specie di balletto, urlando “SUPEEEEER” e completando il tutto con una posizione strana con cui univa gli avambracci e di conseguenza la stella che vi era sopra.

La navigatrice amava riposarsi all’ombra dei mandarini e a volte spariva dalla scena, probabilmente per recarsi nella proprio stanza.

L’altra donna invece, l’archeologa, rimaneva più in disparte e teneva un comportamento più adulto e sobrio. L’unica cosa che faceva era leggere. Sempre.

Il responso? La nave sembrava una clinica psichiatrica galleggiante, senza personale.

I Marines però non si erano fatti convincere ed erano pronti ad attaccare. Quella notte si era rivelata quella giusta per sferrare l’attacco poiché al posto dello spadaccino – a cui tecnicamente toccava il turno – si era presentata la navigatrice. Era sicuramente un’ elemento importante della ciurma, ma non sarebbe riuscita a fermarli. Dopotutto quello che i governativi avevano progettato non era un attacco alla ciurma, ma un rapimento.


Angolo dell'autrice.

Allora... questa è la mia prima fanfic, quindi vi prego, non linciatemi :D

Mi basta qualche recensione, qui e li... Avevo in programma di pubblicare un capitolo ogni settimana, così nel frattempo mi faccio un'idea.

Però, essendo questo solo un prologo, oggi pubblico anche il primo capitolo.

Ok, ho finito... VADO.







  
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