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Autore: BellaLuna    25/06/2012    4 recensioni
purtroppo, la pace non dura mai per sempre ... e stavolta il destino del pianeta Wonder è nelle mani di una antica profezia. nell'eterna lotta tra luce e buio le principesse gemelle scopriranno come ,per ritornare a esseri liberi e ritrovare se stessi, basti rispecchiarsi nella propria ombra e come l'amore sia capace di spezzare anche la più crudele delle maledizioni ... "Rein abbassò lo sguardo nascondendo le calde lacrime che le solcavano il viso provato dalla battaglia. la presa sui suoi polsi e sulle sue caviglie divendava ogni istante più ferma e pungente. -Dimmi perchè!- le ordinò scrutandola come se cercasse di entrare nei meandri più segreti della sua anima. E lei sorrise, amara ,come se quelle due parole nascondessero un significato più profondo. - Dimmi perchè continui a sperare che la luce ti salvi?- la sua voce è dura,tagliente e sprezzante ... vuota di qualsiasi emozione. E pensi che in realtà non lo sai nemmeno tu il perchè! poi li rivedi, nella tua mente, le figure dei tuoi cari,dei tuoi amici,di lui che ti sorride. loro non ti abbandoneranno ... lo sai! ed è per questo che ora riesci a fronteggiare di nuovo quello sguardo di fuoco ... più sicura,più speranzosa ... più innamorata. - perchè sono sicura che lui verrà a salvarmi!-"
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fine, Nuovo Personaggio, Rein, Shade
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La Sottile Linea Fra Lumos e Tenebros

 

Gray continuava a proseguire a passo spedito verso il lungo corridoio di mattoni di pietra nera che attraversavano quasi tutta l’aria del palazzo.

La sua meta non era ormai molto lontana e ,avanzando nel buio, cercò di ristabilire la calma perduta da tempo ,concentrandosi sulle parole più consone che avrebbe dovuto miseramente elargire al padre per spiegargli come si era fatto sfuggire da sotto il naso di nuovo quella spavalda paladina delle legge.

Era inammissibile!

Pensò, stringendo talmente tanto forte i pugni lungo i fianchi da far sbiancare le nocche.

I suoi uomini avevano personalmente circondato tutto il bosco di Hale.

Le ombre nere sorvegliavano dall’alto ogni qualsiasi spostamento interno e ,allora, come era potuto accadere che una bambina ,che possibilmente non sapeva nemmeno quello che faceva, riuscisse a scomparire così dal nulla?!

La pelle del giovane principe vibrò, scossa da un potente flusso di energia negativa, il buio gli vorticò davanti al viso contratto dalla rabbia, mentre l’aria intorno a lui sembrava assumere le sembianze di una tempesta di scariche elettriche.

Quasi arrivato alla Sala del Trono, Gray si ritrovò suo malgrado a fermare la sua avanzata notando la figura sinuosa di Siçil venirgli incontro.

Imprecò mentalmente e maledì chiunque avesse cominciato a cospirare contro di lui e la sua scarsa dose di pazienza e ,facendo finta che la ragazza non esistesse, continuò a proseguire diffidente per la sua strada.

Ma, ovviamente, la serpe non perse occasione per attaccare bottone con lui, con il suo sottile sorrisino da carogna mascherata da angelo.

Siçil si contrappose fra lui e la sua strada, i suoi occhi grigi ardenti di malizia e il sogghigno altezzoso di chi sa sempre di avere tutto sotto controllo.

Se c’era un’altra persona all’interno di quel palazzo che a Grey dava maggiormente sui nervi ,oltre alla figura onnipotente di suo padre, quella era proprio la smorfiosa che come una maledizione lo perseguitava ,piombandogli davanti sempre nei momenti meno opportuni.

Avrebbe dovuto sbarazzarsi di lei prima che diventasse una così importante pedina nelle mani del suo signore.

Ora, a chiunque era impedito addirittura sfiorarla con un dito.

Pena la morte.

Trovandosela a meno di un piede di distanza da sé ,con quell’arrogante ghigno provocatorio sulle labbra piene e scarlatte, Gray si concesse di inspirare profondamente per non farle intendere quanto fosse nervoso.

La giovane reclinò appena la testa, i suoi lunghi capelli paglierini erano come un pugno in un occhio in tutto quel panorama di nero vischioso.

<< buonasera, mio principe.>> lo salutò, sbattendo angelicamente le lunghe ciglia e portandosi le mani dietro la schiena.

La nota derisoria con cui l’aveva chiamato sarebbe stata udibile perfino al Castello di Re Leonida e Gray si ritrovò indeciso sull’afferrare una buona volta la giovane per il collo e lanciarla dalla finestra oppure far finta di stare al suo gioco.

Sebbene la sua vena da sterminatore continuasse a pulsargli visibilmente sulla fronte, decise, per una volta, di dar retta alla sua parte più razionale.

Incrociò le braccia e fissò la biondina nella maniera più sprezzante che potesse mettere su.

<< Siçil.>> sputò fra i denti, sperando che la ragazza si accorgesse al più presto che se era in vena di litigare quello non era senz’altro un buon momento.

Ma se c’era una dote di cui Lady Dark non faceva altro che vantarsi in continuazione quella era la perseveranza.

Così, facendo finta di non aver colto la sottile minaccia di morte che gli occhi del giovane principe continuavano a lanciarle, gli schioccò una delle sue espressioni più ammiccanti.

<< ho saputo del tuo perpetuo fallimento, oh tesoro, non sai quanto mi dispiaccia … >> recitò, scuotendo teatralmente il viso.

Gray digrignò i denti e represse nuovamente l’istinto di avventarsi contro la giovane.

<< immagino.>>

<< vedi, Gray, se non fossi sempre così dannatamente orgoglioso io potrei, caritatevolmente addirittura, offrirti il mio cospicuo aiuto, ma visto il modo con cui continui ad avercela con me … oh … sarai condannato a vederti pian piano sempre sorpassato di un gradino in più dalla sottoscritta.>>

<< non esserne così sicura, il gioco è appena iniziato.>>

<< e tu ,a quanto pare, ti stai facendo battere da una ragazzina indifesa che non ha mai nemmeno letto il regolamento, un po’ patetico, non trovi? >>

Stavolta il Tenebros afferrò di malagrazia il braccio della giovane, avvicinando il suo corpo al suo e scrutandola ardentemente negli occhi carichi di rabbia.

<< se ci tiene alla pelle ,Lady Dark, ti consiglio caldamente di tenere le tue opinioni per te.>> le sussurrò malevolo a un soffio dal sul viso, i denti digrignati e l’espressione contratta dallo sdegno.

Siçil ghigno compiaciuta, socchiuse appena le palpebre e ,leccandosi le labbra con la punta della lingua, rispose alla minaccia del principe, poggiandogli una mano sul petto.

<< sennò che cosa mi fai, Gray? Vorresti uccidermi? >>

<< non sai nemmeno da quando … >> le rispose il giovane, continuando a fissarla dritta negli occhi per scorgere anche la più piccola scintilla di timore.

Ma gli occhi di Siçil assomigliavano alle acque torbide di un lago grigio, sempre in continua tempesta.

Non un misero accenno di paura albergava in quegli occhi così chiari e al tempo stesso così micidiali da aver soggiogato al loro volere anche il potente signore delle tenebre.

Gray sentì la bocca improvvisamente diventargli secca e la gola bruciargli come se avesse ingoiato un frammento di carbone ardente.

C’era qualcosa ,negli occhi di quella serpe, che riusciva a far perdere il controllo a chiunque osasse sbirciargli dentro per un tempo più lungo di un secondo.

Eppure, per quanto di ghiaccio fosse il colore dei suoi occhi, non era gelo la sensazione che sentiva strisciargli in corpo, ma di fuoco.

Un fuoco nero che bruciava qualsiasi cosa potesse ostacolarlo, con la lentezza esasperante di una sanguisuga che attaccandosi alla pelle non la lascia fino a quanto non ha aspirato anche l’ultima goccia di sangue presente nel corpo.

Il fuoco vivo di cui tanto osavano vantarsi i Lumos.

Un fuoco impregnato di Luce.

Gray si ritirò appena al contatto corpo a corpo con la ragazza, ma Siçil teneva ancora la sua mano minuta premuta sul cuore del giovane e con la più studiata delle sue espressioni angeliche si premurò di ricordargli.

<< non puoi neanche toccarmi, Gray. Non saresti capace di alzare una mano contro di me. >> gli soffiò sulle labbra, accarezzandogli con un dito la linea della mascella contratta.

Il Tenebros ridusse gli occhi in due fessure taglienti, ma fu costretto ad ammettere, almeno a se stesso, che purtroppo la ragazza aveva la ragione dalla sua.

Fino a quando non avrebbe scoperto il suo segreto, Siçil sarebbe rimasta per sempre circondata dalla sua preziosa campana di vetro.

Non puoi toccarmi.

Chissà come mai, quelle parole gli bruciavano il petto più delle sue dita che ancora indugiavano ad accarezzargli il volto.

Sarebbe potuto apparire un gesto suadente e tenero agli occhi di chiunque, una lieve carezza gentile come il tocco dei raggi solari.

Ma su Tempo il Sole non esisteva e la gentilezza era morta con la sua Regina.

Schiaffeggiò via la mano della ragazza per poi ritornare a fissarla accigliato.

<< mi hai stancato. togliti dai piedi. ora.>>

La bionda curvò le sue labbra cremisi all’in su, fissò ancora per un istante l’espressione schiva e minacciosa del principe ,per poi dargli le spalle con aria soddisfatta.

<< peccato.>> sibilò, ormai lontana da lui di qualche passo.

Digrignando i denti Gray lanciò verso di lei l’ennesimo sguardo di fuoco, bloccato con la mano poggiata sul pomello d’ottone che apriva la sala del Trono.

<< sarebbe stato divertente giocare insieme, … >>

<< ti ho già detto che non mi serve il tuo aiuto per togliere di mezzo quella scocciatrice, c’è la farò da solo! >>

La risata cristallina della giovane riecheggiò dolcemente fra le pareti scure del palazzo, scuotendo pericolosamente i nervi ormai ceduti del moro.

<< scommetto che cambierai idea quando vedrai che cosa la mia pupilla è in grado di fare … >>

Strabuzzando sorpreso gli occhi, Gray riportò la sua totale attenzione sulla sagoma di Siçil che gli dava ancora le spalle.

<< hai intenzione di usare lei? >> le chiese sospettoso, mentre un guizzo di stupore gli attraversava lo sguardo.

La bionda si voltò a fissarlo con fare addolorato, attorcigliandosi una ciocca di capelli sul dito.

<< sì, poverina, si annoia tanto a starsene qui tutta sola, credo sia arrivato il momento di riportarla dai suoi amici, tu cosa ne pensi, sei d’accordo? >>

Il ragazzo ghignò ,poggiandosi le mani ai fianchi e fissando scettico la sua interlocutrice.

<< credi davvero di riuscire a controllarla? Attenta ,Lady Dark, è di una Lumos che stiamo parlando.>>

<< esatto, quella che tu non sei riuscito ad annientare mentre io si.>>

La mascella di Gray tornò a contrarsi e uno spiacevole spillo di umiliazione gli perforò il cranio, consapevole che ,anche quella volta, aveva servito a Siçil l’ennesimo pretesto per colpirlo sul vivo.

Viscida sporca serpe.

<< facciamo una scommessa! >> trillò d’un tratto Lady Dark, avanzando di qualche passo verso di lui con un’aria improvvisamente più allegra e civettuola.

Gray non emanò fiato, ma continuò a squadrare la ragazza cercando di intuire le sue astruse intensioni.

Ogni volta ne sapeva sempre una più del diavolo!

<< se il mio piano dovesse andare in porto e la mia pupilla riuscisse a rintracciare la nostra simpaticissima prescelta, tu ,caro mio, dovrai fare una cosa per me … >>

Il principe deglutì amaro, anche se avvertì una strana eccitazione percorrergli il corpo osservando l’espressione maliziosa e compiaciuta della bionda.

<< che cosa? >> domandò, più incuriosito che intimorito.

<< voglio la tua spada al mio servizio, pensa cosa potremmo creare noi due insieme. sarebbe un’esperienza entusiasmante!>> affermò risoluta, incrociando le braccia al petto.

Gray si domandò quale fosse il reale motivo per cui Siçil desiderasse così ardentemente averlo come compagno di giochi.

Forse solo perché le piaceva umiliarlo, o magari perché anche lei aveva riconosciuto avere dei limiti.

Molto più probabilmente, l’eccitava l’idea che anche il principe si abbassasse a diventare un burattino nelle sue mani.

Come quella Lumos, sempre se, come Siçil orgogliosamente sosteneva, era vero che si era lasciata abbindolare dalle moine di quella megera dagli occhi da gatta.

Era davvero curioso di scoprire in che modo la ragazza fosse riuscita a piagare l’animo ribelle di quella maledetta.

O, in caso contrario, sarebbe stato divertente assistere di persona alla disfatta di Siçil proprio mentre la giovane rossa riprendeva coscienza di sé e, perché no, magari sarebbe stata proprio lei a levargli di mezzo quella scocciatura bionda di torno una volta per tutte.

Invaghitosi di quella allettante prospettiva Gray abbassò il capo ,fino a quando non fu occhi negli occhi in quelli della ragazza.

<< ci sto.>> pronunciò in tono strisciante e calcolatore ,rivestito da soffi di velluto.

Siçil ricambiò il sorriso divertita, con una luce maligna che le brillava nel profondo delle sue iridi perlate.

<< ma se vinco io … >> proseguì il ragazzo, prendendo a giocare con una ciocca dei capelli della giovane.

<< e il tuo piano dovesse accidentalmente fallire, tu dovrai fare una cosa per me … >> copiò le sue battute, soffiandogli aria caldo sul viso.

Nonostante la tempra ferma Lady Dark si ritrovò a trattenere il respiro per un lungo istante, assaporando la sensazione da brivido che l’alito del principe le procurava sulla pelle.

Nessuno riusciva a risvegliare in lei il fuoco come incredibilmente era in grado di fare Gray senza che neanche se ne accorgesse.

Ignaro di tutto era già diventato una delle sue pedine preferite.

<< che cosa? >> gli domandò allora, osservando le sue dite fasciate di nero artigliate fra i suoi capelli d’oro per avvicinarla pericolosamente di più verso di lui.

<< voglio vedere il tuo marchio, dovrai mostrarmi l’occhio del tuo drago. >>

 

**********

 

Era una giornata come un’altra nel regno Solare.

La luce tenue del primo pomeriggio sfiorava le cime degli alberi creando magnifici giochi d’ombra nel giardino del palazzo reale.

Nascosta all’ombra di un alto albero la piccola Milky osservava le nuvole rincorrersi in un gioco che non aveva fine.

Il piccolo labbro inferiore sporgeva leggermente donandole un’aria imbronciate e malinconica mentre le mani ,ancora un po’ paffutelle, giocavano con i fili d’erba soffice nella quale era seduta.

Fu così che Fine la trovò quando ,esortata dagli altri principi che si erano riunii a palazzo per una riunione speciale ( come l’aveva denominata tutto eccitato Tio), era corsa a cercarla in giro per il castello.

<< ecco dove eri andata a nasconderti! Sciocchina, ci hai fatto preoccupare! >> esordì sorridente, facendo leggermente spaventare la piccola principessina del regno lunare.

Milky puntò i suoi enormi occhi azzurri su quelli cremisi dell’amica e ,un po’ a disagio, distolse lo sguardo ritornando a fissare il cielo.

<< scusami Fine … >> mormorò, con un’aria così afflitta che non sfuggì allo sguardo della ragazza al suo fianco.

<< ehy, qualcosa non và? >> le chiese Fine preoccupata, sedendole accanto e prendendole dolcemente la mano.

La rosa osservò il sorriso candido che la principessa le rivolse e tirò leggermente su con il naso.

<< Shade … >> sussurrò appena, portandosi poi le ginocchia al petto e abbracciandole con le braccine corte.

Gli occhi di Fine si strabuzzarono e fissò perplessa la sua piccola amica aggrottando le sottili sopracciglia.

<< cosa è successo a Shade? >> le domandò allarmata.

Milky si lasciò sfuggire un lungo sospiro, nascondendo metà del viso fra le gambe strette al petto.

<< è da più di due settimane che non lo vedo, non vorrei si fosse cacciato nei guai … >>

La fucsia ridusse le labbra in una linea sottile, abbassando lo sguardo alla ricerca delle parole giuste da usare per confortare la principessina.

A dire il vero, anche lei era molto in pena per Shade.

Certo, neanche per un momento si era illusa del fatto che lui preferisse starle sempre accanto per confortarla piuttosto che correre in giro per l’intero pianeta per riportare Rein sana e salva a casa, però ,almeno, aveva sperato in una sostanziosa collaborazione da parte sua.

Invece, come le aveva ricordato Bright, Shade preferiva fare le cose a modo suo, da solo e senza badare al parere di chi gli stava intorno.

Se Rein fosse stata ancora a palazzo lo avrebbe di certo rimbeccato, affermando qualcosa come “ il solito irritante lupo solitario!”

Ma Rein non c’era e quindi non c’era nemmeno ragione che Shade continuasse a frequentare lei e la sua combriccola ,come lui stesso li aveva denominati quando, all’inizio di tutta quella stramba vicenda, gli aveva proposto di unirsi a loro per le ricerche di Rein.

“ troverò da solo Rein, non ho bisogno dell’aiuto di nessuno!”

Ricordava ancora perfettamente il tono sicuro e rabbioso con cui aveva affermato quelle parole, con un tale ardore che gli risplendeva inferocito nel profondo delle sue iridi cobalto, alche nessuno se l’era sentita di fargli cambiare idea.

La domanda che l’aveva tartassata a lungo quel giorno era stata: si sarebbe comportato allo stesso modo se a sparire fossi stata io e non lei?

Ma quello non era di certo il tempo per far riaffiorare la sua gelosia, non poteva permettersi distrazioni se voleva che Rein ritornasse al più presto a casa, nel posto che ancora le aspettava di diritto.

Così, scacciando via tutti i pensieri antipatici e facendo riaffiorare i buoni propositi, rivolse alla piccola rosa uno dei suoi sorrisi lucenti ,dandole un leggero buffetto sulla guancia.

<< vedrai che Shade starà bene! lo sai come è fatto tuo fratello, proprio non ci riesce a stare con le mani in mano per più di un minuto, sarà partito in groppa a Regina per qualche luogo remoto del nostro pianeta ,per trovare Rein e riportarla qui da noi.>>

Milky cercò di contraccambiare il sorriso radioso di Fine, ma l’unica cosa che le riuscì fu una smorfia un po’ tirata mentre sentiva gli occhi pungerle per le lacrime.

Regina era ancora nella sua stalla.

Avrebbe voluto far presente all’amica, ma proprio non riuscì a vastare il suo appena ritrovato buon umore mentre le porgeva una mano per rialzarsi e ritornare dagli altri che li aspettavano trepidanti.

Non riuscì nemmeno a dirle come fosse possibile che Shade fosse scomparso di botto, così dal nulla ,chiuso in camera sua.

Forse aveva ragione Fine e si stava preoccupando troppo.

Forse avrebbe ritrovato Shade steso sul divano in camera sua a fissare le stelle quando sarebbe tornata a palazzo.

Forse era stato solo un abbaglio ,dovuto alla troppa fame, quella luce accecante che si era propagata dalla stanza del fratello proprio poco prima che sparisse.

C’erano un po’ troppi forse, ma a otto anni Milky non poteva certo ancora ben distinguere ciò che differisce una semplice coincidenza da una realtà dei fatti.

Ma i bambini ,si sa, immaginano così tante cose che i grandi alla fine finiscono con il credere che ogni cosa che esca dalla loro bocca sia una fantasia.

Forse nemmeno Fine avrebbe creduto che un libro avesse risucchiato suo fratello.

 

***********   

 

Con un gesto veloce del gomito Shade si asciugò il sudore che gli grondava la fronte e si concesse qualche istante per riprendere il respiro.

Osservò la ripida salita della vallata e i raggi solari risplendere di una tonalità più scura dietro le montagne.

Nonostante fosse già pomeriggio inoltrato, il Sole era ancora incredibilmente alto nel cielo terso di Spazio.

Non sarebbe mai riuscito a capire come un clima all’apparenza così arido e afoso potesse aver generato tanto verde.

<< ehy Shade, tutto bene? >> gli domandò Gon, qualche passo davanti a lui, voltandosi nella sua direzione.

Il giovane principe si limitò ad annuire, riprendendo ad avanzare e raggiungendo il compagno di squadra.

<< quando hai detto che tramonta il Sole qui su Spazio? >> domandò nuovamente al castano, con aria interrogativa.

<< beh … su per giù … circa un’ora prima di mezzanotte, perché? >>

<< oh.>> le labbra di Shade rimasero posizionate nel pronunciale la vocale per alcuni secondi mentre, alzando nuovamente il viso verso la stella splendente e calda, continuava a camminare nello sterrato.

<< è astronomicamente impossibile.>> stabilì fra sé a sé di punto in bianco, lasciando un po’ di stucco l’undicenne.

<< cosa? >> volle informarsi quest’ultimo, che, anche se non era mai stato un asso in astronomia , era veramente affascinato e orgoglioso di tutte le meraviglie del suo splendido regno.

Non esisteva posto migliore - a suo parere - e anche se i Tenebros ,con le loro armate nere e le stragi di sangue, continuavano insistentemente a macchiarne il suolo insudicendolo, Spazio rimaneva comunque il gioiello dell’intero Cosmo.

<< beh, tecnicamente, anche se qui il tempo scorre più in fretta che su Wonder, il Sole dovrebbe sempre seguire la stessa orbita visto che in teoria è lo stesso.>> spiegò brevemente il cobalto, portandosi una mano sotto il mento con aria assorta.

Gon assunse una faccia perplessa e ,fermandosi un attimo, alzò scettico gli occhi al cielo, scompigliandosi la ribelle capigliatura bruna.

<< forse in realtà i Soli sono due … >> pronunciò con una alzata di spalle, dopo aver elaborato ,nel giro di pochi istanti, varie teorie astronomiche che potevano, senza ombra di dubbio, essere campate solo in aria.

Shade continuò a lanciare sguardi confusi in direzione di Gon, fin quando non si decise a lasciar perdere l’argomento prima che Castel riprendesse di nuovo a lamentarsi del loro andamento troppo lento.

“ Non eri tu quello che voleva raggiungere in un batti baleno il Labirinto? Continuando così, dubito che ritroverai mai la ragazza che stai cercando.”

Se ripensava alle parole che gli aveva rivolto subito dopo pranzo, quando si era fermato un attimo per esaminare di nuovo lo strano Libro che l’aveva risucchiato e poi sputato fuori a pochi metri da Rein, sentiva ancora ribollirgli il sangue nelle vene.

Non si era scaraventato contro il Lumos solo perché sapeva che non aveva altra scelta che sottostare ai suoi comandi per arrivare ,al più presto possibile, al confine fra i due Regni di Spazio e Tempo: Il Labirinto di Nebbia.

Ma il Guardiano non gli stava di certo rendendo la vita facile.

Da quando avevano avuto quell’incontro ravvicinato con un battaglione Tenebros ,nel bosco di Hale, sembrava essere diventato ancora più diffidente del solito.

Se prima si limitava solo a lanciargli una volta ogni tanto occhiate seccate, ora pareva che ogni scusa era buona per scaricare tutte le colpe su di lui.

Sicuramente qualcosa lo aveva profondamente turbato nella foresta, ma qualunque cosa gli fosse successa lì dentro non gli dava certo il diritto di trattarlo come campo espiatorio di tutti i suoi guai.

Se avesse continuato con le sue irritanti insinuazioni non avrebbe più risposto di sé!

Logorandosi su questi pensieri, aveva continuato la scarpinata lungo la vallata fianco a fianco con il più giovane Guardiano, il quale non aveva smesso un attimo di tenerlo d’occhio confuso.

Castel proseguiva la sua scarpinata in silenzio, i morbidi capelli arancio appiccicati sulla fronte perlata dal sudore.

In testa nient’altro che il viso irritante di quel maledettissimo Tenebros dagli occhi di smeraldo.

Strinse i denti con foga, poggiando così duramente i piedi a terra che sarebbe quasi riuscito a frammentare la solida roccia.

Aveva avuto la sua occasione perfetta per farlo fuori e lo aveva lasciato andare.

Quel maledetto!

Con che faccia era tornato a marcare il suolo del suo regno?

Come aveva osato tornare dopo tutto quello che aveva fatto?

Se ripensava ad Allison sentiva ancora il cuore sanguinare per ferite mai realmente rimarginate e lo stomaco contorcersi in una morsa che gli toglieva il fiato.

Allison si era fidata, ciecamente, ed era morta.

Quante volte l’aveva avvertita di stargli alla larga, quante volte l’aveva messa in guardia da quel tipo?

Era un Tenebros.

Non possedeva né un’anima né un cuore.

Non era nulla, solo un dannatissimo concentrato d’odio messo al mondo per seminare guerra e distruzione.

Come aveva potuto perdere la testa per un mostro simile, senza badare all’evidenza dei fatti?! 

Rilasciò un ringhio frustato aumentando il passo e reprimendo la voglia di scagliarsi contro qualcuno.

Ecco a cosa inducevano a fare i Tenebros!

Potevano ispirare solo altra Guerra.

Eppure, lo sguardo del ragazzo ,quando lo aveva affrontato, pareva essere diverso da quello inferocito di quando lo aveva incontrato la prima volta.

Non c’era solo odio a ferirgli gli occhi, ma anche qualcos’altro.

Quel qualcos’altro che vedeva riflesso anche negli occhi del Principe della Luna.

Nonostante provenissero da due mondi completamente differenti, quei due parevano emanare la stessa identica luce.

Una luce scintillante di mistero, generata dall’alternarsi di sentimenti contrastanti.

Probabilmente era per quella ragione che continuava a sospettare di Shade.

Di sicuro, quel moccioso non gli aveva rivelato tutti i particolari della storia.

Era impossibile che una ragazza di Wonder potesse ,senza una guida, riuscire ad approdare magicamente su Spazio o sul loro Mondo in generale.

Doveva esserci stato un collegamento, un emissario di Destion che l’aveva teletrasportata nel Regno.

L’incognita era per quale arcana ragione Destion avesse richiamato una Wonderiana.

Era tutto così assurdo.

E se il ragazzo gli avesse raccontato una menzogna?

Magari era tutto un piano di quella manipolatrice di Lady Dark … magari il principe in realtà era uno di loro!

Si voltò a fissarlo con sguardo truce, mentre il giovane procedeva a sguardo basso ,accanto a un trotterellante Gon, immerso totalmente nei suoi pensieri.

Stringeva la borsa ,che conteneva quello strano Libro, come se fosse diventata la sua unica ragione di vita.

“ Quel Libro …”

Un lampo gli balenò nello sguardo e una piccola lampadina parve improvvisamente accendersi nella sua testa.

<< come ne sei venuto in possesso? >> gli domandò d’un tratto, interrompendo la sua scarpinata.

Shade sembrò destarsi dai suoi pensieri e ,insieme a Gon, gli rivolse uno sguardo dubbioso.

<< a cosa ti riferisci? >> si informò, quindi, in tono scettico.

Castel destinò un’occhiata perforante alla sua borsa e il principe comprese dunque – come aveva già cominciato a sospettare da tempo -  che il Guardiano aveva iniziato a dubitare della sua versione dei fatti.

Ovviamente, non aveva potuto raccontare a Castel e Gon tutta la verità.

Aveva solo detto che la principessa era "scomparsa" e che a lui era stata affidata la missione di riportarla a casa.

Non aveva nominato né lo strano ragazzo che era venuto a palazzo insieme a lei né che Rein ,in realtà, si era dileguata di sua spontanea volontà.

Poi era uscita fuori tutta la storia della Prescelta, dei Tenebros e dei Lumos e la questione era diventata ancora più intrigata.

Un dubbio era da subito sorto fra i pensieri di Shade quando Gon gli aveva rivelato che la famigerata prescelta - salvatrice indiscussa del loro popolo - doveva provenire proprio dal regno di Destion.

E non era forse quello il luogo da cui il giovane che si era presentato a palazzo diceva di provenire?

Possibile che Rein fosse …?

<< allora?! Vuoi deciderti a rispondermi? >> continuò a bersagliarlo Castel, con voce più imperiosa e meno diplomatica di prima.

Shade sospirò, cercando di gestire al meglio il proprio autocontrollo, non volendo assolutamente mettersi a discutere in quel momento con lui.

<< l’ho trovato … in una biblioteca.>> parlò serafico, preferendo estromettere la parte dell'entrare furtivamente al palazzo solare per prenderlo in prestito.

L’arancio inarcò all’in su un sopracciglio e cominciò a fissarlo con sguardo inquisitorio, come se quelle parole non dette gliele potesse leggere in faccia.

<< non dire sciocchezze, un libro del genere non si trova in una comune biblioteca … >>

“ Già “ avrebbe tanto voluto rispondergli  - essendo quello uno dei punti in cui si era maggiormente fermato a riflettere – mentre si limitava a storcere in una smorfia seccata le labbra e a riprimere la voglia di affondare le mani nelle tasche, gesto che compiva sempre quando era parecchio nervoso.

“ da dove proveniva veramente quel Libro? ”

<< non fare quella faccia Castel! >> lo ammonì Gon, notando il cipiglio ironico dell’amico e poggiando poi una mano sulla spalla del principe << io gli credo.>>

Castel sbuffò esasperato, portandosi una mano a strofinare la fronte tesa e leggermente arrossata.

<< non ho detto questo ,Gon! Non hai mai pensato, Shade, che forse qualcuno volesse che tu lo trovassi? magari proprio quella tua principessina di Wonder … >>

Shade distolse un istante lo sguardo da quello del compagno di squadra, stizzito e vagamente offeso per quella insinuazione sulla sua perspicacia.

Anche in lui, naturalmente, era insorto lo stesso dubbio, eppure, perché Rein avrebbe dovuto fare una cosa del genere?

Inoltre, quando l’aveva intravista – se era davvero lei – nella foresta, sembrava allibita di vederlo lì, non aveva di certo la faccia di una che aveva programmato in anticipo il loro incontro!

Ciò nonostante non aveva escluso la possibilità che qualcuno avesse davvero voluto che fosse lui a trovare quel maledetto libro.

La domanda però rimaneva sempre la stessa: chi? E ,soprattutto, perché?

Ripensò al sogno fatto la notte in cui il Regno dei Mulini a Vento era stato attaccato - da quella che ora sapeva essere al cento per cento un’ombra nera – e cercò di riportare alla memoria qualche possibile postilla che l’avrebbe aiutato a rimettere in ordine il quadro della situazione.

Che fosse stata quella donna a far si che lui trovasse il Libro?

Se fosse stato quello ,in realtà, il messaggio contenuto in quel sogno?

Tirò un lungo sospiro, prima di articolare una risposta decente da rivolgere al maggiore del gruppo<< non credo che lei centri qualc- >> dovette zittirsi immediatamente quando avvertì dei rumori propagarsi da sopra la collina.

Castel si irriggidì di botto e fece saettare lo sguardo verso il luogo da cui il suono proveniva, poi ,con un segno del braccio, fece loro segno di seguirlo verso quella direzione.

Shade lanciò un’occhiata allarmata a Gon, che sembrava voler dire “ma è diventato matto?!”

Ma il castano gli rispose stringendosi nelle spalle per poi ubbidire liberamente al comando dell’arancio.

Si arrampicarono su per la strada ciottolata della vallata, per poi prendere una scorciatoia secondaria per non arrivare proprio a sbattere il naso contro un nuovo ,possibile nemico.

Arrivati in cima, non senza qualche fatica visto il loro fiatone, Castel intimò loro di nascondersi dietro una roccia che affondava nello sterrato.

Shade e Gon non se lo fecero ripetere due volte e si appiattirono dietro al masso dalla forma ovale.

Castel li imitò, continuando a tenere sott’occhio tutta la situazione.

Qualche istante dopo il rumore si fece più netto e vicino ,infatti, non fu per loro molto difficile capire che si trattava del marciare di una squadriglia.

Il maggiore li riconobbe subito dallo stemma a forma di stella a otto punte che portavano sull’armatura splendente: erano dei soldati dell’esercito di Re Leonida.

<< sono i nostri soldati.>> bisbigliò infatti sollevato Gon, sbirciando da sopra la spalla dell’arancio.

Shade riprese finalmente a respirare con regolarità e rilasciò un lungo sospiro.

Poi, imitando i due compagni di squadra, prese a spiare da dietro la roccia l’andamento del battaglione.

<< dove stanno andando? >> domandò curioso.

<< a combattere >> gli rispose febbricante il più piccolo, gli occhi scintillanti d’entusiasmo.

Il principe lo fissò un attimo come si fissa un bambino che ha appena detto di detestare i giocattoli e si chiese se l’atteggiamento di Gon fosse dettato dalla sua voglia di mettersi alla prova ,dimostrandosi così totalmente sprezzante di fronte al pericolo, oppure da una sadica e prepotente voglia di morire.

Corrugando la fronte però, si limitò solo a chiedere lanciando un’occhiata fugace ai soldati  << e che fanno allora qui? non dovrebbero essere al confine? Su Tempo? >>

Castel gli fece poco garbatamente segno di fare silenzio, perché proprio in quel momento gli uomini in armatura passarono di fianco alla roccia, continuando poi a marciare in salita.

<< ci stanno andando ,infatti.>> decretò poi, rivolto verso il cobalto, quando la squadriglia ormai si era distata di qualche metro da loro.

<< cosa?! >> quasi non strillò Shade, trattenendosi nel non scattare in piedi indignato.

<< ma se sono ore che noi ci dirigiamo proprio nella direzione opposta alla loro per raggiungere la medesima meta! >> constatò, particolarmente irritato dallo sguardo di sufficienza che il Lumos continuava a lanciargli facendo continuamente ruotare gli occhi al cielo.

Castel sbuffò, fulminandolo poi con i suoi occhi d’ambra.

<< fa silenzio! >> lo istigò piuttosto scocciato << non voglio che qualcuno scopra che noi siamo qui! >> continuò, puntandogli minacciosamente l’indice contro.

Gon ,che si ritrovava fra i due, si fece piccolo-piccolo e pregò che non si ritrovasse a dover interpretare la parte dello scemo in mezzo.

Anche perché, sinceramente, non aveva ancora capito chi fra Castel e Shade poteva essere il più pericoloso.

Di una cosa, però, era assolutamente certo: erano entrambi ugualmente suscettibili e facilmente irritabili, due bombe ad orologeria pronte a esplodere non appena la miccia sarebbe stata accesa.

Sperò vivamente che quest’ultima prendesse fuoco quando avrebbero avuto a che fare con l’esercito di Astro e non quando lui, sfortunatamente, si trovava in una situazione indubbiamente svantaggiosa.

Quando vide Shade diventare quasi viola per la rabbia, pensò che forse sarebbe stato meglio trasformarsi in un falco e prendere il largo, prima che la cosa degenerasse.

<< vuoi essere allora così gentile da spiegarmi cosa diavolo succede?! >> si intestardì infatti caparbio il giovane Wonderiano, ormai livido di rabbia repressa e confusione.

Castel fece ruotare di nuovo gli occhi al cielo – cosa che alterò maggiormente Shade che quasi non diede per sbaglio una gomitata sul naso dell’undicenne quando cominciò a far entrare e uscire le mani dalle tasche - e, borbottando parole incomprensibili sottovoce, si mise seduto sul terriccio con la schiena poggiata alla roccia.

<< il Labirinto di Nebbia non è l’unico modo in cui un Lumos può raggiungere Tempo.>> precisò, in tono strascicato come se parlare gli costasse un’immensa fatica.

Shade continuò a lanciargli occhiate perplesse e a squadrarlo storto, ma il Lumos aveva afferrato la sua borraccia e ,ignorandolo bellantamente, aveva cominciato a bere a lungi sorsi.

Così il principe, incrociando gambe e braccia in una studiata posizione intimidatoria, spostò i suoi occhi indagatori in quelli grigi dell’altro Guardiano.

Inizialmente Gon lo fissò con una smorfia seccata, come per dirgli “ era ora che ti ricordassi anche della mia presenza” poi, scombinandosi i capelli e impallidendo ,visto il bagliore omicida che vorticava negli occhi blu notte del ragazzo, si apprestò a rispondere agli innumerevoli punti interrogativi del suo nuovo amico.

<< beh, vedi, Shade … a dire la verità noi non usiamo mai il Labirinto per passare dall’altra parte, cioè su Tempo. Ci limitiamo ad utilizzare semplicemente le nostre Ombre nei luoghi più indicati.>>

In un primo momento Shade aprì la bocca per replicare acidamente un “ e per quale caspita di motivo non me lo avete detto prima?!?” poi ,però, i suoi sopraccigli si rilassarono e la sua espressione assunse un’aria vagamente confusa.

Gon dovette immediatamente comprendere il suo disorientamento, perciò si sbrigò ad aggiungere serio << in pratica, prima che scoppiasse la Guerra, c’era una barriera magica ,eretta dal regnante del Regno di Destion, che divideva indiscutibilmente i due regni di Spazio e Tempo, che erano destinati a non venire mai in contatto fra loro perché di natura troppo diversi.>> cominciò, cercando di ricordare alla perfezioni le stesse parole che suo padre aveva utilizzato nel narrargli quella storia, quando anche lui era all’oscuro di tutto e quando ancora non sapeva di essere un Guardiano.

Shade concentrò tutta la sua attenzione sul ragazzino il quale ,schiarendosi la gola, continuò in tono solenne.

<< quando però Re Astro, Signore delle Tenebre, compì il Sacrilegio la barriera si incrinò, e le ombre dei Lumos e dei Tenebros presero vita permettendo al popolo di Astro di poter attraversare la barriera e piombare così sul nostro pacifico regno, comprendi adesso?! Solo chi possiede un’ombra nera o bianca può passare dall’altro lato anche senza dover per forza arrivare al Labirinto di Nebbia.>>

Shade rimase un attimo interdetto, con le labbra socchiuse e la mente che cercava di assorbire il più possibile tutte quelle numerose e nuove informazioni.

La sua testa continuava a elaborare una valanga di domande così, si apprestò a fargli quella che più gli premeva: << e allora come ho fatto io da Wonder a finire qui? >>

<< è stata la mia ombra a portarti qui.>> gli rispose in tono neutro Castel, fissandolo di sbieco.

Gon annuì proseguendo << né i Lumos né i Tenebros possono recarsi materialmente su Wonder, solo le nostre ombre possono attraversare quella barriera.>>

Shade poggiò quasi violentemente la testa sulla roccia, come se improvvisamente stesse pesando troppo e il suo collo non riuscisse più a sorreggerla.

<< certo, >> asserì poi, rimettendo a posto le idee << ecco perché siamo stati attaccati solo da quell’ombra nera, ma che c’entrava il nostro Pianeta? Perché lo hanno attaccato? >> chiese allarmato.

<< avevano teso una trappola per attirare l’attenzione della prescelta.>> chiarì l’arancio, mentre Gon gli strappava dalle mani la borraccia e se la portava alla bocca.

Dopo aver tirato un sorso, il ragazzino si appuntò di specificare << infatti solo la prescelta può recarsi fisicamente su Wonder, perché la sua ombra è speciale! >>

<< ed è per questa ragione che i Tenebros la cercano?! Perché grazie a lei possono impadronirsi anche del nostro mondo? >> cominciò a connettere meglio il principe, ora che molti suoi dubbi erano stati risolti.

<< sì, anche per quello, ma non solo … >> Castel lasciò volutamente la frase in sospeso e si rimise in piedi, scrollandosi la polvere dai calzoni.

<< ora basta chiacchierare, dobbiamo rimetterci in marcia, tra un po’ ci sarà il crepuscolo.>> affermò poi intransigente, voltando loro le spalle.

Prima che Gon potesse rimettersi in piedi, Shade lo afferrò per un braccio e lo fece ricadere a terra.

<< qual è l’altro motivo? >> si informò, affamato di altre preziose informazioni.

Gon si grattò una tempia, non sapendo esattamente come e cosa dire all’amico.

<< ehm …, in pratica la Prescelta ha il potere di controllare tutte le ombre, sia quelle nere che quelle bianche, Astro vuole impossessarsi di questo potere, in questo modo nessuno riuscirebbe più a contrastarlo! >>

<< ma noi Guardiani non lo permetteremo! Per questo stiamo cercando la prescelta, per proteggerla.>> spiegò ancora Castel, con gli occhi persi in un punto imprecisato davanti a sé.

Shade si alzò in piedi e si affiancò a lui, ora certo più che mai di dover continuare il suo viaggio fino alla fine.

Non si trattava più solo di riportare a casa Rein sana e salva – anche se quello ovviamente aveva la priorità assoluta – ma anche di proteggere il suo Mondo da una Guerra che non gli riguardava affatto.

Si scambiò un’occhiata eloquente con Gon, che poi gli sorrise incrociando come di consueto le braccia dietro il capo.

Si voltò allora verso Castel che lo osservava di sottecchi mentre il cielo cominciava a tingersi di rosa.

<< chiunque sia questa Prescelta potete stare pur certi che la troveremo, costi quel costi! >> stabilì con rinnovata determinazione.

L’arancio gli sorrise mesto, tornando a fissare il sentiero davanti a sé << l’importante è trovarla prima che lo facciano i Tenebros. >>

Shade continuò a camminare al suo fianco, insistendo a porgergli altre numerose domande.

<< e in caso la trovassero loro … come farebbero per rubargli i poteri? Dovrebbero ucciderla? >>

Castel parve pensarci su un attimo, prima di rispondergli scuotendo di poco il capo << prima di ucciderla, devono marchiarla  con il loro stemma, il così detto occhio di drago >>

<< tutti i Tenebros ne hanno uno marchiato proprio nel petto, lì dove si trova il cuore. >> volle intervenire anche Gon, portandosi alla destra dell’arancio.

Castel annuì fermamente, per poi continuare << marchiando la Prescelta con il suo simbolo, Astro sarebbe in grado di risucchiarle ogni potere covato all’interno del suo corpo, fino all’ultima goccia di magia. Poi, potrebbe pure caritatevolmente decidere di tenerla in vita, tanto sarebbe come se fosse già morta.>>

Il principe deglutì amaro mentre avvertiva una brutta sensazione serpeggiargli lungo la schiena.

<< e che succede invece se un Lumos normale viene marchiato? >> incalzò ancora.

<< solitamente si limitano a farci fuori … >> gli rispose dapprima Gon, esibendosi in una smorfia sdegnata << … inoltre tutti dicono che è solo una Leggenda.>>

Poi fu il turno di Castel, che aveva ripreso il suo andamento da marziano, conficcando agitato quasi i piedi nel terreno << se un Lumos viene marchiato dall’occhio di Drago la sua stella a otto punte si spegne … >>

L’undicenne riprese la parola adombrandosi e abbassando gli occhi, le braccia che gli ricadevano lente lungo i fianchi << … il che significa che continui a vivere anche se l’unica cosa che desideri è morire, allora stringi un patto con la morte … >>

<< … più persone condurrai al male, più lei sarà in grado di restituirti il fuoco >>

<< co- cosa intendete per fuoco? >> aveva decisamente bisogno di po’ d’acqua, visto che aveva quasi iniziato a balbettare in preda all’orrore, pensò Shade mentre porgeva loro la domanda.

<< l’anima >> fu la netta risposta di Castel, che si fermò di scatto stringendo con veemenza i pugni e alzando gli occhi per ammirare il Sole che lento scompariva dietro le montagne.

<< la Luce >> fu invece la risposta di Gon, sussurrata in tono candido e innocente come se la Guerra, il sangue e il dolore non gli appartenessero e non avessero mai minimamente osteggiato la brillantezza della sua stella.

Quella stessa Stella che crudele ora li stava abbandonando, facendo sì che il buio bussasse alle loro porte.

 

 

Angolo dell’Autrice Dispersa …

Inizio ,come al solito, con lo scusarmi per il madornale ritardo >-<

Spero di essere più puntuale ora che le vacanze sono iniziate, anche se non posso promettere niente visto che la mia ispirazione in questo periodo fa i capricci, facendo così partorire al mio cervello solo degli obbrobri.

Spero che questo capitolo non sia uno di quelli xP

Le prime due parti sono state abbastanza facili da scrivere ( mi è piaciuto davvero un mondo fare la prima **) ma la terza è stata mooolto più complicata del previsto .-. infatti è anche quella che mi convince di meno!

Se notate qualche incoerenza o errore non esitate quindi a farmelo notare, purtroppo è questo quello che comporta quando si abbandona per un po’ di tempo una storia * me sospira sconsolata *

Okay, penso di aver parlato già abbastanza xD perciò concludo ringraziando chi ha recensito lo scorso capitoletto: _BlueLady_, littemoon, _Li_ e tata_angel.

Mi date davvero un sacco di stimoli ragazze *//*( in senso buono ovviamente!^W^ ) 

Alla prossima, bacioni a tutti

BellaLuna

P.S. scusate se non ho potuto aggiornare quando promesso ma ho avuto problemi con la connessione!!!

  
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