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Autore: Lucy95Lucia    25/06/2012    6 recensioni
“ Un'altra banca!”
“ Ancora?”
“ Sì Lopez, ed è sempre Lei.”
“ Dios! Dove?”
“ Tra la sedicesima e la ventitreesima.”
“ Sto andando!”
La più grande ladra di tutti i tempi, occhi azzurri e una frangetta bionda. L' agente più in gamba mai vista, occhi e capelli neri e una passione per le sfide. Il miglior poliziotto che Santana abbia mai fronteggiato, Sebastian Smythe.
La storia è ambientata a New York e i protagonisti sono bene o male tutto il cast del Glee riportato in un mondo parallelo, ognuno con un lavoro e un ruolo differente. Nasce come idea Brittana ma non ne sono convinta... piuttosto, sono sicura che sarà una storia piena di colpi di scena.
"Le due si mandarono un lungo sguardo, la mora riuscì a sbirciare una frangetta bionda uscire dalla copertura e si perse, per qualche attimo, nei suoi persuadenti occhi azzurri."
Un saluto da Lucy!
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Brittany/Santana
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Passarono una decina di minuti. Le ragazze chiacchierarono amichevolmente nella cucina ancora per un po'. Brittany aveva rovesciato il suo latte addosso nell'intento di dare un bacio sulla guancia a Santana. Le due si erano divertite a ripulire tutto, tra le battutine della più grande e l'altra che fingeva di offendersi. D'un tratto, poi, era scesa con fare assonnato, la piccola Kai. Si strofinò gli occhi e sbadigliò un paio di volte, stiracchiandosi tra un passo e l'altro. Quando arrivò nella cucina, Santana stava riposando le stoviglie al loro posto, sciacquandole rapidamente prima di infilarle in lavastoviglie, e Brittany stava guardando la grande macchia sul pigiama, che si era proprio andata a formare sulla testa del gatto. Ci mise meno di un secondo nel ricordarsi che quello era il suo pigiama.

Quello è mio!” L'improvvisa esclamazione di Kai spaventò le due ragazze, che non l'avevano neanche vista arrivare.

Che spavento, Kai!” Sussultò Brittany.

Perché ha addosso il mio pigiama?”

Perché non lo avevi addosso tu, semplice.” Rispose secca Santana.

Cosa c'entra! Ci tengo a quel pigiama e me l'ha anche sporcato!”

È stato un incidente.”

Non mi interessa! È roba mia, decido io cosa farne!”

Ti vuoi dare una calmata?”

No che non mi calmo! Sono stufa!” Esordì furiosa prima di risalire al piano di sopra con passi pesanti.

Brittany e Santana si guardarono confuse, la mora anche con una leggera incazzatura che si lasciava intuire dalle sopracciglia aggrottate.

Santana...”
“ Che c'è?”
“ Avevi detto che potevo indossarlo!”

Hey, non ti ci mettere anche tu!”

La 17enne arrivò alla propria camera come una furia. Si preparò i vestiti da indossare e lo zaino con tutti i libri. Quella mattina sarebbe tornata a scuola. La cosa la rendeva felice, finalmente sarebbe potuta stare con le sue amiche e avrebbe potuto tornare a far parte del Glee Club della scuola. In verità era anche abbastanza eccitata dalla notizia della nuova arrivata, Taylor, la ragazza di cui le aveva parlato Peter Evans. Forse sarebbe stata la giusta occasione per trovarsi una nuova amica. Magari sarebbe stato un tipo particolare, intrigante, o forse niente di che. Ad ogni modo la curiosità la stava divorando e per un secondo quasi si dimenticò di essere arrabbiata con la sorella.

La cosa che le aveva dato al cervello erano le attenzioni che Santana dedicava alla bionda. Con lei non si era mai comportata in un modo così dolce e apprensivo, perché per quanto con lei si fosse aperta, la mora non demordeva dal continuare ad essere la persona meschina e antipatica che era con gli altri e la cosa non le andava per niente a genio.

Piegò in malo modo e buttò un pantaloncino nello zaino, dato che quel giorno avrebbero fatto le prove di corsa, e corse in bagno a lavarsi e a vestirsi. Non le importava che era un po' in anticipo e tanto meno che non avesse fatto colazione. Non sarebbe certamente morta di fame, ma soprattutto non poteva vedere quella biondina che faceva le moine attorno a sua sorella. Nonostante tutto, però, non riusciva a farle del male concretamente. Avrebbe potuto svelare il suo segreto a chiunque e farla arrestare e roba del genere, ma non lo aveva fatto. Non ne aveva né l'intenzione né il coraggio.

Quando uscì dal bagno, perfettamente in ordine e lievemente truccata, scese le scale rapidamente diretta alla porta d'ingresso.

Kai.” La chiamò ferma la sorella. Un tono di voce abbastanza profondo da spaventare Noah Puckerman.

Che vuoi?”

Vieni qui.”

Devo andare a scuola.”
“ La tua scuola apre tra mezz'ora e tu ci metti circa 10 minuti per arrivare.”

Ripeto: Che vuoi?”

Dobbiamo parlare.”
“ Mi pare lo avessimo già fatto ieri.”
“ No, invece.”

A me è bastata come conversazione.”

È stata una discussione e anche abbastanza brusca!”

Tu non conosci altri modi di fare una discussione!” Si girò a guardarla negli occhi la più piccola, con una smorfia disegnata in volto.

Non ti puoi permettere di rivolgerti a me così!”

Ah no? Chi sei? mia madre?”

No, ma sono l'unica cosa più simile a una madre che tu potrai mai avere.” Kai si ammutolì ferita. Batté in ritirata, pronta ad andare a scuola, ma la latina le afferrò un braccio e la porto a sedere al tavolo della cucina. Brittany guardava la scena in silenzio, ripensando ogni tanto alla sua Taylor.

Kai, da quanto ho capito ieri... tu sei gelosa.”

Non dire minchiate.”

Sì invece!”

No, ho detto!”

Kai smettila di opporre resistenza! Non ne hai alcun motivo.”

Dio, perché non capisci?” Esclamò sbuffando.

Sì, è vero, non capisco. Spiegamelo.”

Non è niente che tu, grande prodigio del corpo poliziesco, non possa comprendere!” Detto ciò si alzò dal tavolo e corse fuori casa. Il silenzio piombò tra le due ragazze.

Gli occhi scaltri della bionda cambiarono direzione nervosamente, cercando in tutti i modi di non mettere in imbarazzo l'amica, rimasta indignata e sull'orlo di una sfuriata delle sue. Irata si alzò gesticolando fremente e parlottando ad un tono di voce troppo basso. Camminò un po' avanti e indietro per la cucina per pi girarsi all'improvviso verso la ragazza più piccola, che guardava il suo pigiama con molta concentrazione.

È stupida o cosa?” Ma l'altra non rispose. Non aveva davvero capito niente di quella situazione, ma esternare un disagio del genere sarebbe stato da sciocchi, e lei non voleva apparire più sciocca di quanto fosse già apparsa. Si limitò, così, ad abbassare il capo sconsolata, non sapendo veramente cosa dire. I passi di Quinn interruppero il silenzio. Il suo sguardo, per niente troppo assonnato, era decisamente comprensivo ed eloquente. Era palese che le avesse sentite discutere. Santana la guardò esasperata.

Non è niente di che, non soffermatevi su qualche stupido litigio.”

D'accordo.” Rispose semplicemente Quinn, non volendo per niente forzare la sua migliore amica. Sapeva com'era e come ci si dovesse comportare con lei, insistere non sarebbe servito a nulla.

 

Quando arrivò davanti al cancello della scuola questo era ancora chiuso. Sbuffò un paio di volte e si avviò verso il primo bar che vide nelle vicinanze. Ordinò il cappuccino che ordinava sempre: Con tanto zucchero e tanto latte.

Si accomodò al bancone e lo sorseggiò in piena calma, aspettando che Peter Evans la raggiungesse. Di solito era lì che si incontravano per entrare a scuola insieme, entrambi frequentavano gli stessi corsi. Iniziò a girare il cucchiaino di plastica nella bevanda notando, con un certo fascino, che il colore del cappellino era simile alla sua pelle. Santana glielo diceva sempre quand'era piccola. “ Hai la pelle al cappuccino.” e lei le rispondeva “ E tu gli occhi di caffè!”. Si divertivano spesso, da piccole, a prendersi in giro, soprattutto quando Kai sapeva che qualunque cosa le avesse detto non se la sarebbe presa perché era lei la più grande e doveva sopportarla senza aprire bocca. Non a caso, fino ai 17 anni, Santana giocava spesso con la sorella, facendola sorridere sempre. Faceva la buffa trattandola da bambina e a Kai non dava per nulla fastidio, poiché sapeva che, quando le circostanze lo richiedevano, Santana sapeva anche essere seria e matura. Le piaceva l'idea di avere a disposizione entrambi i lato della sorella, la quale tendeva a dividere categoricamente, si sentiva parecchio privilegiata. Tutti pensavano che fosse una persona cattiva, ma non lo era. Santana era stata forse la figlia che aveva sofferto di più in famiglia il divorzio e l'odio reciproco con i suoi genitori. Chris era sempre stato più forte, aveva solo pensato a come difendere le sorelle, fregandosene altamente di cosa quegli stupidi dei suoi genitori dicessero e facessero, mentre Santana aveva preso la situazione a cuore e aveva combattuto molto in quella famiglia e per molteplici motivi. Kai era troppo piccola per comprendere a pieno ciò che succedeva, ma quando lo capì non ne fece per nulla un dramma, lei aveva i suoi fratelloni a proteggerla, non le sarebbe mancato niente se avesse avuto soltanto loro. La secondogenita, invece, aveva da crescere la sorellina e, al contempo, doveva crescere sé stessa. Chris, per quanto le volesse bene e le avesse aiutate, non poteva interferire troppo nella vita di un'adolescente donna alle prese con i suoi problemi di ogni genere e natura, per cui aveva iniziato a darle i suoi spazi e ad intervenire solo se veniva chiamato a soccorrerle.

Sorrise vagamente, ripensando a cosa fosse rimasto della sua famiglia. Chris era sempre lo stesso, ma Santana?. No, lei non era la stessa. Lei aveva aperto il suo cuore a qualcuno, qualcuno che non era lei. Eppure non era gelosa di Santana, no, era gelosa del suo affetto. Aveva necessariamente bisogno di affetto e lo desiderava dalla sorella maggiore che aveva sempre stimato. Col passare del tempo, poi, la latina crebbe e diventò una stronza. Nel vero senso della parola. Kai non la riconobbe più, iniziò ad essere sempre frustrata e nervosa e, anche se credeva che nessuna l'avesse mai scoperta, la piccola sapeva che Santana aveva iniziato ad andare a letto con chiunque, come per sfogare questa sua rabbia costante. All'inizio lo era solo con gli altri, in 'famiglia' -Kai e Chris- cambiava carattere e diventata la ragazza di sempre, col passare del tempo, però, iniziò a comportarsi così anche in casa, in seguito le violente litigate tra lei e sua madre. Continuò a imporsi questo atteggiamento finché non divenne parte di lei e non divenne una stronza con i fiocchi. Da allora, le due sorelle, si erano distaccate sempre di più.

Hey...” Sussurrò Peter avvicinandosi a Kai.

Hey.”

Tutto okay?” Domandò sorridente, proprio lo stesso sorriso del fratello. La mora lo guardò per un secondo, poi si decise a non dirgli nulla. Del resto, che ne avrebbe capito?

Sì, Te?”

Non ce male.” Rispose guardando la ragazza in modo insistente.

Che c'è?”

Oggi è un giorno speciale.”

Perché?”

La prima ora è Spagnolo.”

Non ci trovo nulla di speciale.”

È una di quelle ore che condividiamo con la nuova arrivata! Avanti, Kai! Non ti incuriosisce neanche un po'?”

Perché dovrebbe?” Disse acida l'ispanica, accorgendosi di aver perso tutto l'entusiasmo che aveva provato inizialmente alla notizia della nuova ragazza.

Non ne ho idea! Le altre ragazze erano molto allegre!”

Beh, spero proprio che non mi deluda.”

Oh, ci puoi scommettere, è uno spettacolo per gli occhi.”

Stai male.”

Devi vederla!”

Che mi importa, Pet! Presentami un bel ragazzo piuttosto!”

Sì,sì come vuoi... Avanti, andiamo.”
“ Sì.”
I due si diressero verso scuola con passo pesante. Il cancello era aperto e il garage della scuola brulicava di gente. Kai e Peter si andarono a sedere sul muretto accanto all'entrata e chiacchierarono lì finché non suonò la campanella.

Quando entrarono si accomodarono vicini e iniziarono ad osservare tutte le persone che entravano nell'aula, cercando di scorgere quel viso nuovo che sarebbe dovuto entrare a momenti.

Gli occhi di Kai facevano su e giù tra il materiale scolastico, che stava poggiando sul banco, e la soglia della porta, come se non volesse perdersi l'entrare epica che avrebbe fatto. Peter la guardava divertito senza dire una parola. A volte, Kai, diceva l'esatto opposto di quello che provava, ed in quel momento ero ovvio che fosse curiosa.

Quando finalmente la ragazza fece il suo ingresso Kai ne rimase davvero stupita.

Aveva degli gelidi occhi verdi, modi altezzosi e tratti tipici degli svedesi, eppure le avevano detto che proveniva dall'Irlanda. Labbra serrate, sottili e poste in una smorfia di strafottenza. Capelli biondi e pieni di boccoli che le scendevano sulle spalle. La pelle bianca e delicata, alta e slanciata, con marcati muscoli sulle braccia. Davvero una bella ragazza. Peter aveva fatto sì che l'unico posto disponibile fosse accanto a lui e gli altri, come se si fossero messi d'accordo, avevano occupato tutti i posti. A quanto pareva quella ragazza non era simpatica a nessuno.

La giovane diede un'occhiata veloce alla classe e, una volta trovato il posto libero, ampiamente indicato dagli imbarazzanti gesti di Peter, si accomodò senza rivolgere la parola a nessuno.

Dici che sa parlare?” Sussurrò una Kai stranita. Quella ragazza sembrava una figura divina e lontanissima dall'essere definita umana. Come se fosse chiusa in una sfera di vetro, lontana da tutti.

Certo! È molto timida.”

Timida? Non mi sembra l'aggettivo adatto.”

Non sono tutti estroversi come noi, Kai.”

Sì, sì, lo so.”
“ Ad ogni modo, Taylor, ti presento Kai, Kai, ti presento Taylor.” Il ragazzo si portò indietro con la sedia, facendo si che le due ragazze si potessero guardare. La mora guardò la ragazza con un espressione un pò confusa. Nel viso di Taylor c'era qualcosa di familiare, come se l'avesse già vista, ma era sicura che quello fosse decisamente il loro primo incontro. Senza pensarci troppo allungò una mano perché venisse stretta,
 ma la bionda non lo fece, si limitò a squadrarla per bene e dire.

 

Piacere.” Kai la guardò male. Non era affatto educato da parte sua comportarsi così. Ritirò la mano in un secondo e portò attenzione al professore, ignorando totalmente lo sguardo stranito di Peter.

 

Le lezioni passarono svelte, come sempre. Il professore di spagnolo era quasi sempre impegnato a rimorchiare quella di matematica, per cui le loro ore non valevano niente. Ore di totale rilassamento. Le due ore di storia passarono con un film, quindi decisamente poco impegnativa come lezione, dopo di che suonò la campanella e tutti si diressero nella mensa.

Kai aveva perso di vista Taylor, era subito uscita dall'aula, come se temesse che qualcuno la seguisse. Con noncuranza, la mora, chiamò l'attenzione del suo compagno di banco con uno schiaffo sulla spalla.

Ahya!”

Pet, dobbiamo andare a mangiare, se non ti muovi a mettere le cose in cartella, giuro che ti taglio una ciocca di capelli in un punto compromettente della tua testa.”

Mio Dio! Quando fai così mi sembri tanto tua sorella!”

Non ci provare nemmeno a paragonarmici!”

Come non detto! Andiamo in mensa!” Annunciò il ragazzo uscendo con Kai dall'aula. I due si diressero, come al solito, ai propri armadietti, dividendosi momentaneamente, e fu allora che Kai si accorse che l'armadietto accanto al suo era di Taylor. Sulla superficie metallica vi era un'etichetta che portava il suo nome e cognome, un'altra cose che voleva dire        “ distinguersi dalla massa” dato che nessuno lo faceva.

Taylor Pierce...” Lesse avvicinandosi sempre di più.

Cosa fai? Cerchi di vederci attraverso?” Una voce melodiosa la colse alla sprovvista, facendole cadere i libri che portava al petto. Kai si girò un istante, scontrandosi con i suoi bellissimi occhi.

Come?”
“ Dicevo, che ci facevi vicino al mio armadietto?”

Niente.” Rispose sbrigativa per poi piegarsi a prendere tutte le scartoffie che erano stese sul pavimento.

Sembrava volessi vederci attraverso.” Sussurrò Taylor abbassandosi alla sua altezza e aiutandola a raccogliere i fogli.

Stavo leggendo il tuo nome.”

Qualcosa non va col mio nome?”

Non ho detto questo.”

Allora sei mezza cieca per doverlo leggere da così vicino.”

Perché ti infastidisce tanto? Non ho fatto niente!” Esclamò Kai tra lo spazientito e l'incuriosito.

Non starmi appiccicata, Lopez. Finisce male.”

Io non ti stavo appiccicata! Ho solo dato un occhiata al tuo armadietto.”

Credi che sia nata ieri? So come funzionano queste cose e solo perché abbiamo gli armadietti praticamente attaccato l'uno all'altro, non vuol dire che tu possa spingerti oltre e sbirciare il mio.”

Io non stavo sbirciando!” Improvvisamente si accorse che proprio dove Taylor aveva inciso il suo nome, vi erano delle fessure per arieggiare l'interno dell'armadietto. Era probabilmente che la bionda avesse frainteso.

Per chi mi hai presa, Lopez?”

Senti, odio quando mi chiamano Lopez.”
“ È un motivo in più per farlo.” Sorrise divertita per poi svanire tra la folla di persona che aleggiava nel corridoio. La mora guardò stranita la figura minuta che si allontanava. Era davvero magra e aggraziata. Una bella ragazza, dopo tutto.

Ti ho vista, sai?”

Eh?”

Ti ho vista, mentre le parlavi!” Sorrise eccitato Peter. “ Allora? Cosa ti ha detto.?”

Niente di che. Credeva che stessi spiando il suo armadietto.”

Oh...”

Tranquillo, credo che abbiamo chiarito.”

Meglio per te, non mi sembra esattamente un rivale scarso. Non ti ci conviene metterti contro.”
“ Ma se nemmeno la conosci.”

Sì, insomma, è un impressione!”

Si ma adesso andiamo in mensa? Sto morendo di fame!” Esclamò in modo teatrale Kai, facendo sì che Peter scoppiasse in una leggera risata.

 

 

  
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