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Autore: x13072011x    25/06/2012    1 recensioni
« Albus Severus Potter! » la voce del professor Paciock non poté essere più chiara. Nella Sala Grande piombò il silenzio più totale, l’unico a far rumore era James Potter.
« Cappello Parlante smistalo a Grifondoro o papà lo diserederà! » urlò alzandosi in piedi e giungendo le mani a mo’ di preghiera, scatenando le risate di tutta la Sala Grande. « Che c‘è? Non mi credete? »
« Oh, ti prego James piantala! » sbottò Rose Weasley dalla fila di studenti del primo anno lanciandogli un’occhiata furente.
Genere: Fantasy, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Rose Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Primo settembre 2017
 



« Albus Severus Potter! » la voce del professor Paciock non poté essere più chiara. Nella Sala Grande piombò il silenzio più totale, l’unico a far rumore era James Potter.
« Cappello Parlante smistalo a Grifondoro o papà lo diserederà! » urlò alzandosi in piedi e giungendo le mani a mo’ di preghiera, scatenando le risate di tutta la Sala Grande. « Che c‘è? Non mi credete? »
«  Oh, ti prego James piantala! » sbottò Rose Weasley dalla fila di studenti del primo anno lanciandogli un’occhiata furente.
Albus scosse appena la testa picchiandosi una mano sulla fronte, non c’era proprio speranza per salvarlo da quel terribile fratello che il destino gli aveva affidato. Era ovvio che suo papà non lo avrebbe diseredato, prima di salire sul treno aveva detto che lo avrebbe accettato anche se fosse stato smistato a Serpeverde.
Intanto la Sala Grande assisteva in silenzio allo scambio di battute tra James e Rose.
« Sta’ zitta, secchioncella! »
« Sta’ zitto tu, idiota! »
« Ragazzi, per favore! » s’intromise Albus lanciandoli un occhiata supplichevole. Dopo che Rose e James si scambiarono un’occhiata furente, che tra loro era più che abbastanza in momenti come quelli, Albus si avviò calmo verso lo sgabello sorridendo al professor Paciock che ricambiò tranquillamente.
L’ultima cosa che Albus vide fu James ancora in piedi accanto alla panca e Rose che gli lanciava occhiate furenti mentre gli altri ragazzi ridevano.
« Mmm, un altro Potter, eh? » iniziò il Cappello Parlante. Albus capì che quelle parole le stava rivolgendo a lui, e a lui soltanto.
« Vedo coraggio, oh sì. E c‘è anche un bel cervello… ereditato dai Weasley, quello! E… paura di essere smistato a Serpeverde? Eppure proprio tu che porti il nome di Severus Piton dovresti sapere che non conta la Casa ma il cuore… »
Ma Albus non ne voleva saperne e tra sé ripeteva: « Grifondoro, Grifondoro, Grifondoro! » nel frattempo James continuava a sussurrare la stessa cosa.
« Grifondoro, eh? » chiese il Cappello ad Albus, e lui senza sapere come ebbe l‘impressione che il Cappello Parlante stesse sorridendo. « Ma sì, perché no. In fondo il buon cuore, il coraggio, la pazienza e il cervello superano tutta la paura che hai. Quindi… GRIFONDORO! »
Albus intuì che l’ultima parola l’aveva urlata a tutta la Sala Grande. Il tavolo al centro esplose in urla, fischi e applausi e, con grande disappunto di Rose e Albus, James iniziò ad urlare: « Grazie mille, Cappello! Grazie! » e quando Albus fu a portata di braccio, James lo strinse in un abbraccio così forte che Albus pensò davvero che non avrebbe mai dormito nel suo futuro letto a baldacchino di Hogwarts.
« Lo sapevo che saresti stato come me, fratellino! » gli diceva James.
« James… coff… coff… vorrei dormire almeno una notte… coff… nel letto a baldacchino… coff… coff… di Hogwarts! »
Albus era rosso peperone, alcuni credevano per l’imbarazzante scena che James gli stava facendo fare, altri credevano perché gli mancasse l’aria. James, ignaro di tutto, continuava ad abbracciare Albus sempre più stretto, sorridendo.
Dovette intervenire la Preside Minerva McGranitt, che per la sua età possedeva una certa autorità anche su James, per farlo ragionare: « Signor Potter, signor Potter! Lasci suo fratello se non ha intenzione di ucciderlo! »
James, come se si fosse accorto solo in quel momento di stare uccidendo Albus, lo lasciò mettendogli le mani sulle spalle e guardandolo negli occhi. « Stai bene, Al? » Appunto.
« Se escludiamo il fatto che mi hai appena strozzato e mi hai fatto fare una figura di tu sai cosa nel giro di dieci minuti, sì, sto bene » sorrise Al al fratello.
La Sala Grande scoppiò in una risata unica, e anche alcuni professori si lasciarono scappare qualche sorriso. Quando si sedettero e fu tornato silenzio, il professor Paciock chiamò il nome che seguiva: « Marlene Thomas! »
Una ragazzina con dei lunghi capelli dorati e degli occhi nocciola si avvio tremante allo sgabello, e appena questo le sfiorò la testa urlò:
« CORVONERO! »
Questa volta è il tavolo più a destra a scoppiare in fragorosi saluti, i più vicini stringono la mano alla nuova arrivata e i più lontani le sorridono felici.
E’ rimasta solo Rose davanti allo sgabello, tremente. Non doveva essere smistata a Serpeverde per nulla al mondo, o papà l’avrebbe davvero cacciata di casa. Corvonero andava bene, sì. In fondo aveva un grande cervello come quello di sua mamma. Tassorosso era una Casa a posto, anche se avrebbe preferito non essere smistata lì. Grifondoro invece era perfetta, non poteva non finire a Grifondoro quando tutti i suoi parenti erano stati smistati lì, lei doveva seguire la tradizione.
« Rose Weasley! » chiamò il professor Paciock guardando dolcemente la piccola Rose avviarsi allo sgabello.
Albus incrociò le dita sotto al tavolo sperando che Rose venisse smistata a Grifondoro. Non riusciva ad immaginare due anni ad Hogwarts lontano da lei, lontano nel senso che non si sarebbero potuti sedere nella stessa sala comune e condividere lo stesso tavolo, ovvio.
Intanto James sussurrava: « Tanto finirà a Corvonero, quella secchioncella viziata! Anche se Serpeverde non le starebbe male »
« Oh, sta‘ zitto Jamie! Dici così solo perché riesce a zittirti! » ribatté Albus a voce altrettanto bassa, in modo che solo suo fratello lo sentisse. Tuttavia condivideva il parere del fratello sul fatto che Corvonero non le stesse poi così male, lei aveva un cervello enorme e tanta logica. Un cervello sprecato a Grifondoro.
Intanto Rose aveva paura di non finire nella stessa casa di Al, da quello che le stava dicendo il Cappello l’avrebbe smistata a Corvonero.
« …proprio come tua madre, uno spreco vederla nel Grifondoro con quel cervello. Sarebbe stata meglio nei Corvonero a mio parere, proprio come te. Ma c‘era qualcosa… qualcosa che ti ha passato… » le diceva il Cappello.
« Fa che sia qualcosa da Grifondoro! » sussurrò impercettibilmente. Voleva finire nella stessa Casa di Albus, stare in una sala comune non avendolo accanto non rispettava tutti i suoi sogni riguardanti Hogwarts.
« Ah, sì. Lo scoprirai presto, Rose Weasley. GRIFONDORO! »
Rose si rilassò e si sfilò il Cappello con un sorriso che avrebbe allontanato cento dissennatori, era proprio felice.
Corse verso Albus e James e si sedette accanto al primo, salutando i Grifondoro che le porgevano la mano calorosi.
« Contento James? » gli sussurrò Rose, quando il banchetto iniziò. Rose sapeva che James avrebbe preferito che finisse in un’altra Casa, tranne Serpeverde. In tal caso James si sarebbe dato la colpa di non aver convinto abbastanza il Cappello o di non aver cresciuto nel giusto modo Rose.
« Come una Pasqua! » rispose ironico James guardandola di traverso, ma quando gli occhi li caddero sui piatti pieni di cibo che avevano davanti, sul suo viso si aprì un sorriso a centoquaranta denti. Addentò subito due cosce per mano sotto lo sguardo disgustato del fratello e della cugina.
« Cofa afeve guvdafe? »
« Eh? » chiese Albus guardandolo ancora più disgustato di prima, se possibile.
Rose riuscì a nascondere la risata con un colpo di tosse molto convincente. Quei due non sarebbero mai cambiati, per fortuna e per sfortuna. Quando sarebbero arrivati anche Lily, Hugo e i gemelli Scamandro la scuola sarebbe caduta, ne era sicura la piccola Rose.
« Cosa avete da guardare? » ripeté James, ingoiando il cibo e guardando Albus interrogativamente. James era al settimo cielo. Cibo a volontà e il fratello a Grifondoro, cosa poteva volere di più dalla vita?
« Sei disgustoso » rispose Rose al posto del cugino sorridendo.
« Lo prendo per un complimento, cugina »
« Non è un complimento, cugino »
« E a me dovrebbe importare? » chiese James guardandola con il solito sorriso malandrino e una luce folle negli occhi. Quanto adorava, James, quei loro battibecchi.
« Dovrebbe, sì » rispose Rose a tono, tenendo lo sguardo fisso in quello di James. Ah, sì. Il Cappello aveva ragione, lei aveva un lato Grifondoro nascosto che stava già venendo a galla grazie a quel disgustoso cugino che aveva. E dire che le ragazze cadevano tutte ai suoi piedi, ma lo vedevano in questi momenti? Non potevano mica trovarlo affascinante!
« E se a me non importasse? Insomma uno non può mangiare quando a fame? »
« C‘è modo e modo di mangiare! Guarda Al, ad esempio. Sta mangiando ma non sembra mica un maiale! » ribatté Rose indicando il cugino che, per suo disgraziato destino, si era seduto tra i due.
La mascella di James raggiunse il pavimento.
« Mi hai appena paragonato a uno sporco, viscido e maleducato maiale, cugina secchioncella? »
« E‘ l‘animale che in questo momento ti assomiglia maggiormente, cugino disgustoso! » rispose acida Rose guardandolo malissimo. James era davvero sfigato ad avere una cugina con la risposta pronta. Ah, maledetta lei e le sue risposte!
« Ma come? Io sono bellissimo, affascinante, gentile, unico… »
Rose e Albus si scambiarono un’occhiata rassegnata, quando James iniziava era difficilissimo farlo smettere. Ne avevano passate di scene come quelle, a Natale quando Teddy lo prendeva in giro, in estate quando Rose riusciva a farlo sentire ignorante tirando in ballo qualche oggetto babbano, o quando Albus, in momenti disgustosi come quello, commentava le quattordicimila ragazzine che cadevano ai suoi piedi e come facessero a sopportarlo e avere il coraggio di guardarlo Shane Hurt, il suo migliore amico, e Constance Dane, la sua migliore amica.
« Abbiamo capito, Jamie » intervenne Shane che fino a quel momento aveva assistito in silenzio allo scambio di battute dei due cugini e lasciandosi scappare qualche sorriso di tanto in tanto. Accanto a lui Constance annuiva decisa. Anche loro dovevano aver assistito a migliaia di scene come quelle durante il loro primo anno.
« Avete capito che sono bellissimo, finalmente? » chiese lui guardandoli speranzosi. « C‘è voluto solo un anno intero per farvelo capire? Siete molto più veloci nell‘apprendere qualcosa di ovvio dei miei fratelli! »
Rose a Albus lo guardarono furiosi, era ovvio che loro erano veloci apprendisti anche se non lo appoggiavano.
« Mi spiace smontarti, James caro. Ma abbiamo capito che sei sempre il solito bellissimo pallone gonfiato » ribatté Constance con un tono di voce freddo e distaccato nonostante il dolce sorriso che aveva in viso.
« Sei davvero una bella amica, Connie! » borbottò James lanciandole un’occhiata che se potesse uccidere, in questo momento Connie sarebbe incenerita sul pavimento.
« Constance Dane, giusto? Hai la mia più profonda stima » commentò Rose guardandola ammirata e sorridendole cordiale. Connie ricambiò il sorriso.
« Chiamami pure Connie, Rose Weasley »
« E tu solo Rose, Connie »
Rose non si chiese neanche come facesse a sapere il suo nome, lei. Tutti la conoscevano, figlia di Ron Weasley ed Hermione Granger, i migliori amici di colui che ha sconfitto il mondo magico da Lord Voldemort, e anche se di solito le dava fastidio che tutti sapessero chi fosse mentre lei non conosceva nessuno in questo momento era felice che Connie la conosceva.
« Allora Jamie, quest‘anno provini per il Quidditch? » chiese Shane.
Albus guardò Rose, rinunciando alla bellissima idea di mangiare in santa pace. Se si parla di Quidditch insieme a James Sirius Potter non si poteva stare tranquilli fino a quando qualcuno riusciva ad imporsi e in casi di
Quidditch le uniche persone erano Ginny, Harry e la McGranitt.

« Ci puoi giurare! Il miglior cercatore di Quidditch da quando papà se n‘è andato! » si vantò James. « E tu miglior battitore! »
Shane sorrise.
« Tu Al, sei come James a volare? »
« Oh, sì. Anche meglio! » rispose Albus a Shane.
Rose scosse la testa rassegnata, per quanto Albus fosse un tipo calmo e tranquillo non poteva non vantarsi di quanto andasse meglio con la scopa di James. Connie la vide e rise di gusto.
« Deve essere difficile la vita con due cugini come loro, eh? »
« Non immagini quanto! James non fa altro che vantarsi di come gioca bene a Quidditch mentre Albus continua a ripetergli che è più bravo lui a volare perché gli ha insegnato papà mentre James ha imparato da solo volando con una scopa giocattolo! Una cosa terribile » rispose Rose facendo un cenno con il capo verso i due fratelli. Connie seguì il suo gesto e iniziò ad ascoltare la conversazione di Al e James.
« Ma smettila scricciolo! » sbottò James tirando un pugno affettuoso sulle spalle di Albus.
« Scusa se mi permetto, ma la scopa Nimbus 2006 di mamma è meglio della scopa giocattolo che ti ha regalato zio Bill! » ribatté a tono Albus incenerendo con lo sguardo James.
« Intanto io ho fatto tutto da solo, non ho avuto bisogno di maestri »
« Papà e zio Ron non ti aiutavano perché eri troppo pericoloso su quella scopa! »
« No, caro fratellino. Perché ero troppo bravo e non avevo bisogno di aiuto! »
La risata sguaiata di Rose e Connie li fece smettere. Avevano assistito in silenzio allo scambio di battute, ma quando Connie iniziò a ridere piano Rose non riuscì a trattenersi e scoppiò in una risata rumorosa che coinvolse prima Connie e poi Shane.
Invece Albus e James erano molto offesi. Al lanciava Avada Kedavra con lo sguardo a tutti e tre, aiutato dal colore degli occhi. Mentre James apriva e chiudeva la bocca senza dire nulla, rosso dalla rabbia.
A riportare silenzio e calma fu la professoressa McGranitt:
« Mi dispiace dovervi rubare cinque minuti di chiacchere per darvi alcune notizie. Quelli del primo anno prestino attenzione e anche qualcuno più grande prenda nota insieme a loro » la preside si interruppe qualche secondo per rivolgere lo sguardo a James, Shane e Connie, i quali sorrisero con una faccia d‘angelo. « L‘accesso alla Foresta Proibita è severamente vietato, e se volete sapere il perché chiedete pure al signor Potter, al signor Hurt e alla signorina Dane » gli studenti della Sala Grande scoppiarono tutti in una risata sguaiata, mentre i tre nominati erano arrossiti fino alla punta delle orecchie e si guardavano ridendo. Anche Albus e Rose ridevano, James aveva raccontato loro quella storia il primo giorno delle vacanze di Natale l’anno precedente quando Harry voleva sapere ogni malefatta che avesse fatto insieme ai suoi amici.
« Inoltre il coprifuoco è stato anticipato alle nove nei giorni della settimana e alle dieci il sabato e il venerdì » molte proteste arrivarono dagli studenti del sesto e del settimo anno, che ovviamente volevano rimanere in giro per i corridoi molto più a lungo. « Detto questo i Prefetti accompagnino gli studenti del primo anno nei dormitori. Buonanotte ».
 

  
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