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Autore: youmoveme    25/06/2012    4 recensioni
Sebastian Smythe, Dave Karofsky. Due persone più diverse non si possono immaginare. ma fose c'è qualcosa (nella mia mente bacata) che li accomuna. Ci sarà un lieto fine o andrà tutto a puttane per la ninfomania di Seb e l'abitudine di picchiare la gene di Dave?
Genere: Angst, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dave Karofsky, Sebastian Smythe, Warblers/Usignoli | Coppie: Nick/Jeff
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Make it shine.


'Quindi sono dell'opinione che, pur lasciando intatti i dialoghi per mantenere integro il pensiero del poeta drammaturgo, l'opera vada contestualizzata nella realtà attuale in modo da arrivare meglio allo spettatore moderno.'


Wes Montgomery pose quel punto con infinito sollievo: aveva passato, o, a suo dire, sprecato un intero pomeriggio della sua vita per scrivere un saggio talmente noioso che, con ogni probabilità, il professor Reid non avrebbe neanche aperto. Maledetto senso di colpa che lo assaliva ogni volta che c'era qualcosa di non fatto; perché non poteva semplicemente fregarsene come tutti gli altri? Forse perché era una brava persona.

Ora mancava solo la parte peggiore: consegnare il saggio e deprimersi per tutto il resto dell'anno. “Tanto cinque minuti non cambieranno la situazione” e bussò alla porta.

Sì, chi è?” rispose una voce attenuata dalle spesse porte in mogano.

Professor Reid, sono Wes Montgomery. Devo consegnarle il tema.”
“Entra pure.”

Il Warbler aprì con cautela la porta, prima uno spiraglio quasi inesistente, quasi spaventato da quello che poteva ritrovarsi davanti. La visione era stranamente normale: il professor Reid stava seduto alla sua scrivania scura, in linea con l'arredamento sobrio della stanza e con la giornata temporalesca, sul banco di lavoro c'era una tazza di caffè espresso, una di tè, un flacone di Aspirine e un libro.

Il professore gli fece cenno di tacere, mentre il ragazzo si avvicinava alla scrivania e sbirciava di cosa trattasse il libro. Precisamente era a pagina 54 e esponeva in maniera orribilmente dettagliata tutte le torture che Jack lo Squartatore infliggeva alle sue vittime; accanto, sui margini, c'erano scritti a matita molti appunti, le parole a malapena distinguibili fra loro tanto era minuta la grafia.
“Sì, certo. A domani. Ti amo anche io, Morgan.” e si infilò il cellulare in tasca, borbottando fra i denti qualcosa che assomigliava molto a “Prima o poi si farà ammazzare.”
“Morgan, il mio compagno, agente dell'FBI, Unità Analisi Comportamentale” si sentì quasi in dovere di spiegare, “ma, si sieda pure” disse indicando la sedia di fronte a lui. Wes si sedette e gli tese il saggio, cauto come se stesse cercando di arruffianarsi uno squalo con un pesce morto. Il professor Reid prese il foglio fra le mani e si sistemò più comodamente sulla sedia, mentre lo studente osservava le sue reazioni chiedendosi se non fosse stato meglio perderci più tempo e fare qualcosa di decente.

Spencer Reid notò per prima cosa la grafia: elegante, minuta, leggermente tendente verso sinistra, ma molto calcata, così tanto che toccando il retro della pagina si potevano sentire le lettere in sovrappressione. Anni e anni di studi, nonché la convivenza con Morgan, avevano sviluppato ulteriormente la sua capacità innata dell'osservare le piccole cose, traendone informazioni importanti. E la grafia di Wes Montgomery denunciava esattamente questo: una personalità forte, combattiva e sicura di sé, e incazzata, e neanche poco.

Era tutto quello che aveva visto, e tutto quello di cui aveva bisogno; del contenuto, fondamentalmente, non gliene fregava nulla. Avrebbe anche potuto scrivere la lista della spesa. Quando trovò una cancellatura inarcò un sopracciglio che poi si spianò di nuovo, facendo posto ad un sorriso: la parola era cancellata in maniera tale da rendere visibile quella sottostante “poeta drammaturgo”. Chiarezza di pensiero e trasparenza; ecco qualcuno che non aveva paura di accettare i suoi errori, una volta corretti.

Wes a cui era venuto un breve ictus vedendo l'espressione stranita del professore, si rilassò un poco, dopotutto magari quel saggio non faceva così schifo. Per ingannare il tempo iniziò a giocherellare nervosamente con la penna che aveva in mano, facendo apparire sparire* la punta con un ticchettio pressante, finché l'altro gli rivolse un'occhiata di disapprovazione da sopra al foglio. Wes smise immediatamente e ritornò a fissare il libro, iniziando ad avvertire ansia. Insomma, era con un uomo dagli strani interessi in una stanza nell'ala degli insegnanti che aveva la densità di popolazione più bassa del deserto di Atacama.
“Lavoro ammirabile, signor Mongomery. Mi congratulo con lei.”
“Grazie mille” rispose con il tono più neutro che possedeva.
“L'ho convocata qui perché ho bisogno che lei faccia qualcosa per me” esordì il professor Reid, mentre Wes continuava a recitare nel ruolo del 'ragazzo annoiato che sa di essere trattato ingiustamente, un po' sul modello di Rachel' “ho bisogno che lei diriga lo spettacolo.”
“Cosa?! Che sta dicendo?”
“E' l'unico in grado di fare una cosa del genere.”
“Ma.. lei mi ha esonerato dalla rappresentazione e, in più, vietato espressamente di partecipare alle audizioni.”
“Questo solo perché sarai tu a dirigerle” replicò con un sorriso.
“Ma io monopolizzo l'attenzione...”
“Ecco perché ho bisogno del tuo entusiasmo, ma non voglio che gli altri ne siano oscurati. Abbiamo così tanti talenti, sarebbe un peccato non lasciarli brillare. I Warblers indossano un'uniforme proprio per ricordarci che siamo uguali.”
“Warbler anche lei?” chiese sorpreso Wes.
“Molto tempo fa...” disse con un sospiro, guardando di sfuggita una foto su uno scaffale della libreria scura. C'erano due ragazzi, uno, con ogni probabilità il professore, l'altro di colore, che stavano mano nella mano, tenendo in quella libera il diploma; in testa avevano un tocco blu notte con la nappina rossa.
“Spetterà a te scegliere l'assegnazione delle parti, ovviamente.”
Wes indossò uno sguardo combattivo “Sebastian non avrà mai il ruolo di Romeo, fosse anche l'ultima cosa che faccio.”
“Il ragazzo che ha citato la Meyer? Potrei essere d'accordo con te, ma meglio lasciare tempo al tempo. Chissà che non faccia lui l'audizione migliore”
“Farò del mio meglio per essere imparziale” disse Wes alzandosi.
“Confido nelle sue capacità di giudizio”, bloccò il ragazzo “a proposito, penso sia meglio che rimanga fra noi questa conversazione. Ci vediamo sabato alle audizioni, allora. Si ricordi di arrivare mezz'ora prima”.
Wes si precipitò fuori dalla porta; aveva una missione: preparare Dave.


Era arrivato il tanto temuto giorno delle audizioni e David Karofsky si sentiva morire. Anche se Wes lo aveva 'allenato duramente' e lo aveva rassicurato circa un migliaio di volte che tutto sarebbe andato nella maniera migliore, non c'era verso che gli elicotteri che gli volavano nello stomaco atterrassero. Qualcosa delle dimensioni di un sasso gli pulsava nella gola ed era sul punto di vomitare i tre biscotti integrali che Wes gli aveva prudentemente concesso di mangiare a colazione. Cercava di fingere di star bene. Dopotutto era questo il senso della recitazione: fare finta di essere qualcosa che non si è.
Cerò di concentrarsi sui consigli confortanti dell'amico e sul tono tranquillo con cui li aveva pronunciati, ma un ticchettio nervoso di un tacco lo tormentava. Si rassegnò e aprì gli occhi.


Era seduto in uno dei camerini dietro l'auditorium assieme agli altri Warblers. Ognuno gestiva l'ansia a suo modo: Nick e Jeff parlavano fitto fra loro mentre si stringevano le mani, Thad ripeteva mentalmente le battute mimando con le labbra le parole, Trent teneva il tempo di chissà quale canzone con il piede, David (l'altro) si mangiava le unghie osservando di tanto in tanto il risultato e Sebastian si guardava intorno annoiato.
Il primo a fare il provino fu Trent, seguito a ruota da Jeff, David, Thad e Nick. Alla fine erano rimasti solo lui e Sebastian che ora lo stava fissando.
“Nervoso?” gli chiese con un sorriso.
“Potrei mettermi a vomitare sangue” rispose Dave tetro.
“Su, andrà benissimo. Durerà cinque minuti. Che sono cinque minuti rispetto ad una vita intera? Poi chi ti vedrà? Solo quello schizzato di Reid”
“Ti pare facile? Tu ti esibisci da sempre. Per me è la prima volta!”
“Potrei fraintenderti” ghignò Sebastian, poi riprese il controllo della conversazione “Una volta che l'avrai provato non potrai più farne a meno. E' più intossicante di una droga.”
“Mi stai mettendo paura, Seb.”
“Chissà... magari era proprio questo il mio intento”
“Beh, se era questo ci sei riuscito benissimo. Oddio, cosa mi è venuto in mente quando ho deciso di fare questa cosa folle?” mormorò passandosi le mani fra i capelli e seppellendo il volto nei polsi.
Sebastian si alzò dalla sua sedia e si sedette su quella accanto a Dave. Gli prese le mani, intrecciandole con le sue, mentre l'altro lo guardava sorpreso, in realtà praticamente scioccato. “Passerà anche questa, vedrai. Può essere peggio del coming-out forzato?”
“No.” sospirò altro mentre accarezzava con i polpastrelli le infinite linee che ci rendono unici.
“Ecco, infatti. La cosa peggiore che potrebbe capitarti è vomitare davanti a Reid, inciampare nel tuo vomito, cadere giù dal palco e morire per trauma celebrale.”
“Non mi stai aiutando” mugugnò Dave.
“Ma non succederà.” Diede un'occhiata al polso, tirando leggermente su il polsino della camicia. Le ferite si stavano rimarginando, notò l'altro. “Merda, ti devo lasciare solo con la tua depressione: è finito il tempo di David.”
“Ti prego, non lasciarmi qui.” lo trattenne Dave.
“Spiacente, il dovere chiama. Call of Duty. Ok, no, scusa. Era pessima. May the odds be ever in your favor. Meglio?” disse liberandosi dalla stretta dell'altro
“Non sto andando a morire in un'arena” protestò Dave.
“Da come la fai tragica sembra di sì” e si alzò. Diede un ultimo sguardo al viso angosciato del compagno e si abbassò finché le sue labbra non gli sfiorarono l'orecchio. Con le dite scostò i capelli e disse “Mut”, poi si allontanò e chiuse la porta dietro di sé.

L'iperventilazione di Dave era peggiorata sensibilmente, il cuore gli era schizzato in gola, non riusciva a parlare e la sua lingua pareva foderata di carta vetrata. Poi che gli significava mut? Era forse muto? Beh, comunque la sensazione delle labbra di Sebastian che gli solleticavano l'orecchio ce l'aveva ben chiara. Ma era meglio non pensarci. Non voleva mandare a farsi fottere gli ultimi brandelli di sanità mentale che li rimanevano.
Passò il resto dei quattro minuti e 45 secondi a contare le pecore, 283, per la precisione, poi inspirò profondamente e aprì la porta dell'auditorium.


Fece qualche passo alla cieca, brancolando senza meta, accecato dalla potenza delle luci. Appena ebbe riacquistato la vista, si rivolse verso lo scranno fra le file del pubblico. Ovviamente c'erano il professor Reid, Wes e il preside Lewis. Ehi, un momento... cosa diamine ci faceva Wes lì? Dave fece un'occhiata perplessa e proprio Wes iniziò a parlare con voce professionale: “Allora, per che parte ti presenti?” mentre gli faceva cenno di parlare da sotto il banco.
“Sono David Karosfky e mi presento per la parte di Romeo” disse con il suo tono più deciso. Si sentiva un emerito demente, le ginocchia tremolavano come la gelatina durante un terremoto.
“Può iniziare” annunciò il Warbler, mentre da sotto spuntava un pollice alzato.
“Potrei avere un partner per la scena?”. Davanti a lui Wes faceva di tutto per farsi notare, ma il preside Lewis lo ignorava. Liquidò la faccenda con un cenno “Andate a prendere il ragazzo di prima.”
Oh oh. Ops. Si stava mettendo nella merda da solo. La scena del balcone con Seb. No, questo non ci voleva proprio. Sperava solo che fosse ben chiaro al destinatario e non alla giuria che era solo una recita e lui non intendeva davvero quello che stava dicendo.


Sebastian entrò nell'auditorium con passo baldanzoso, come se passasse la vita ad interpretare Giulietta senza preavviso. Rifiutò il copione offerto dal professore, affermando di sapere il testo a memoria.
Salì le scalette e si affacciò al balcone, posando il mento sugli avambracci con aria languida.


*aziona la canzone del momento: Just A Dream*
http://www.youtube.com/watch?v=a2RA0vsZXf8
“O Romeo, Romeo! Perché sei tu Romeo? Rinnega il tuo nome, rinnega tuo padre e rifiuta il tuo nome. O, se non vuoi, legati in giuramento solo all'amor mio, ed io non sarò più una Capuleti.”
Dave, che era rimasto un po' in disparte, si avvicinò per sentire meglio. “Starò ancora ad ascoltare o rispondo a questo che ha detto? Io ti piglio in parola: chiamami soltanto amore ed io sarò ribattezzato.” Si alzò sulle punte dei piedi cercando di incrociare lo sguardo di Sebastian che però si sottraeva al contatto.

Se quel cretino avesse sabotato la sua audizione, non avrebbe mai potuto perdonarlo.
“Chi sei tu che, così protetto dal manto della notte, inciampi nei miei più segreti pensieri?”
“Il mio nome mi è odioso, perché è odioso a te.” Dave salì su un sgabello, arrivando solo a sfiorare le punte delle dita del ragazzo. Sebastian si sporse verso di lui, lasciandosi prendere per mano, Dave salì un altro gradino per ritrovarsi al livello delle sue spalle.

Come sei potuto venire qui? I muri del giardino sono alti e difficili da scalare, e questo è per te un luogo di morte.” Mentre Sebastian pronunciava la battuta continuavano a fissarsi.
Dave scavalcò con attenzione la ringhiera del balconcino e si avvicinò ancora di più a Sebastian, mantenendo il contatto visivo. “Con leggere ali d'amore ho superati questi muri perché non ci sono limiti di pietra al nostro amore. Ciò che amore può fare, amore tenta. I tuoi parenti non sono un ostacolo.”
“Va via. Se ti vedono, ti uccideranno” disse, avvicinandosi ancora di più a Dave.
Erano vicinissimi; i loro nasi si sfioravano quasi, i corpi stretti uno contro l'altro, lo sguardo di Dave perso in quell'oceano verde davanti a lui in cui poteva navigare e vedersi riflesso.
“C'è più pericolo negli occhi tuoi che in venti delle loro lance. Basta che tu mi guardi e farò tutto quello che vuoi.” Beh, in realtà la battuta non era esattamente così, ma, si sa, l'improvvisazione. Ancora qualche millimetro... Riusciva a sentire i loro respiri, coordinati alla perfezione, e quelle labbra si facevano vicine, e vicine, e sempre più vicine...

“Perfetto, benissimo, davvero grandioso. Basta così” li interruppe il preside Lewis.

Quella voce estranea li risucchiò fuori dalla Verona medioevale e li riportò all'America nel ventunesimo secolo, strappandoli dal loro sogno ad occhi aperti.

Wes li fissava con l'aria di chi ha appena visto un fantasma, invece Reid era entusiasta, si capiva da come non riuscisse a smettere di applaudire. Sebastian si staccò velocemente da Dave, quasi di fretta e uscì dall'auditorium con passi controllati. Dave rimase per qualche secondo fermo. Era tutto così reale, poi vide la sagoma di Seb che andava via e scese anche lui dal balcone. Si riappropriò dal palco e ringraziò.

Appena in platea si ritrovò soffocato dall'abbraccio stritolante di Wes.

Sei stato fantastico! Davvero non ho parole!! Stavo per mettermi a fangirlizzare davanti a quei due.”
“Ma Reid non è stato così discreto. Non riesco ancora a crederci.” sussurrò Dave con un sorriso.
“Passiamo alle cose serie. Non è che mi devi dire qualcosa su te e Sebastian?”
“Non è che tu mi devi spiegare perché stavi in quella giuria?”
“Prima tu, sono un gentiluomo” e si allontanarono parlottando fra loro, accompagnati in sottofondo da versetti inconsulti di Wes e dai sospiri di Dave.



Wes richiamò all'ordine i Warblers con il suo inseparabile martelletto. “E' venuto il tempo di annunciare i ruoli dello spettacolo”

Mercuzio è Thad.” applausi
“Il principe di Mantova è David.” applausi
“Benvolio è Trent.” applausi
“Il padre di Giulietta è Nick.” applausi
“Il frate di cui non ricordo il nome è Jeff” applausi
“Romeo è... rullo di tamburi, prego... Dave!”
Dave si alzò accompagnato da un boato assordante: tutti i Warblers erano in piedi. C'era chi lo abbracciava, chi gli dava pacche sulle spalle, chi applaudiva, chi saliva sule sedie (Blaine docet), chi gli urlava le sue congratulazioni. Solo una persona era rimasta ferma, congelata con uno sguardo glaciale sul volto, quella di cui desiderava di più l'approvazione e l'incoraggiamento: Sebastian.

Nel frastuono generale nessuno tranne loro due sentì l'ultimo annuncio di Wes: “Paride è Sebastian.”

Note dell'autrice:
-
Ovviamente l'analisi grafologica è fatta molto alla cazzo, mica sono una grafologa, io :3
- Mi dicono che non shippo Morgan!Reid. Ma come potrei fare altrimenti? Sono la cosa più afjhdhfgshkjfsfkjasfadsfsh di questo mondo *cuore*

* dotta citazione di qualcuno (Pascoli, forse?)
- Il deserto di Atacama sta in Cile ed è il luogo in cui piove meno nel mondo, oltre che quello in cui si registrano le temperature più alte e le escursioni termiche maggiori*fine momento professoressa* per altre informazioni → http://it.wikipedia.org/wiki/Deserto_di_Atacama
- #lol altri elicotteri. Contenta, Carlotta?
- #battutetristiistheway
- Sto poco in fissa con Hunger Games, non si nota, vero?
-
Mut significa Coraggio in tedesco. E' la mia personale versione di Côuragè
- Le canzoni di questo capitolo sono due, una per il senso generale, un'altra per un momento preciso.

Senso generale: Make it shine di Victoria Justice (aka la canzone più bm di questo mondo, ma tralasciamo questi particolari...) http://www.youtube.com/watch?v=nFg0pz6eK34
Momento preciso: Just a Dream, cover di Sam Tsui e Christina Grimmie (suggerita da quella santa di Siry) http://www.youtube.com/watch?v=a2RA0vsZXf8

E' tipo la canzone più belafkdfbkaskj che esista, quindi sentitela
- Wes che fangirlizza. Non potevo non mettercelo #lol.


Il capitolo è dedicato ad Isabella, anche detta la donna inutile che shippa Seblaine D:
Neevvero, buuuuuuuurla, ti volio tanto bene :3 E TANTI AUGURI *tira coriandoli in giro per la casa* BUON COMPLEANNO

Ansiosa di sapere il parere sul regalo (ognuno fa quello che può)

Una new entry fra i ringraziamenti *w* Milvia!! #yayancheperte
Sei dolce :3


Eccomi ai miei soliti, ma non meno importanti ringraziamenti speciali :3


A Sofia, perché, baby, sei il Trent to my Wes, il Kurt to my Blaine, e il mio tutto, bà.

Ricordati sempre che sei importantissima per me, e nulla potrà mai cambiare questo.
“Nothing's gonna change, listen me” recentemente ho scoperto che dice “Nothing's gonna change destiny”, ma la mia versione continua a piacermi di più. #lol
“With you by my side, I'll fight and defend.” e il tutto si riduce ad una cosa #amoreperteeEragon Mi devi ancora ridare Eldest, BTW. Basta, sto divagando.


A Siry, davvero, i tuoi tweet mi risollevano la giornata. Non hai neanche idea di quanto sorrido quando li vedo. Sei troppo dolce, e scrivi in una maniera a dir poco ajfshfhsfskfhasfhrsgfrwjfhhasfosehfywrgferugeru *cuore*

Ti sottovaluti, e non va bene, perché sei una persona fantastica.
*non sa fino a che punto di sdolcinatezza si può spingere prima di oltrepassare il limite della decenza* *oltrepassa il limite*


A
Carlotta, che mi trova canzoni super truzzose da mettere ai capitolo. No, burla :3
#proudofyou Basta che ora mi porti Darren o Grant da LA
*Q* pago bene, io.
No, solo che sei tanto dolciosa e mi ascolti quando faccio telefonate nel bel mezzo delle crisi di panico :3 ed era davvero una cosa inquietante, devi ammetterlo.

Poi le 10 meravigliose persone che hanno messo questa misera ff fra le preferite.
Io davvero non trovo davvero parole per ringraziarvi. Magari sembra una cosa stupida, o prima di senso, ma mi dà la forza di andare avanti.
Anche alle 22 seguite e le 4 da ricordare.

Un rigraziamento djsajhfkdahfjahfja per le sette anime pie che mi hanno messo come autore preferito. Stavo per piangere, davvero. So di non essere all'altezza di molte altre fanwriter qui su EFP, e significa davvero moltissimo per me. Farò del mio meglio per non deludervi.


Ultimo ringraziamento, lo giuro, anche perché durano più i ringraziamenti del capitolo, fra poco, a William Shakespeare (che so che leggerà e recensirà). Senza di lui non avrei combinato questo schifesssa :3 spero non ti sia offeso se ho ritagliato di qua, modificato di qua, ma era troppo lungo il dialogo D:
Sono malvagia e perversa (come la mente di Seb #lol) e non li ho ancora fatti baciare.
Sì, 14 capitolo, e ancora niente bacio serio (non conto quello dell'ospedale). #cosahonellamiamentebacata ma, non vi preoccupate... prima o poi...


Firma anche tu la petizione per far licenziare il preside Lewis.

*slogan inventato sul momento*

PERCHE' LA DALTON HA BISOGNO DI TE.


  
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