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Autore: JustNikTheShanimal    25/06/2012    4 recensioni
Non riusciva a capire cosa stesse succedendo. Solo urla e rumore. Poi lo schianto. E il buio.
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"Lauren mi ha detto che cantavi in un gruppo.. Quando.. Sai, quando eri ancora in Italia." disse guardandola e sorridendo appena.
"Cantavo. Ora non più" rispose lei, spostando lo sguardo verso il cielo stellato. "Non riesco a farlo. Sento che ora che mio padre non c'è più, non ha senso cantare. Io lo facevo per lui. Per LORO."
Gerard le prese una mano, sospirò e dopo qualche minuto si decise a liberare i suoi pensieri "Allora.. Allora, canta per me."
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Gerard Way, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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-Niky’s pov.

Trovava decisamente ipnotico il movimento vorticoso delle pale del lampadario appeso al soffitto della sua camera. Ipnotico e a tratti rilassante. Era grata a Colin per aver avuto la geniale idea di appendere quell’enorme ventilatore al soffitto: il caldo di Los Angeles era insopportabile. Niky non aveva mai sofferto il caldo in vita sua, nonostante vivesse in una zona dell’Italia dove l’estate si faceva sentire eccome, con i suoi 30 e passa gradi.
Ma ora doveva ammettere che era un miracolo se non moriva soffocata.
Aveva preso l’abitudine di dormire al contrario sul letto, con la testa precisamente sotto il lampadario-ventilatore, così da avere il vento dritto in faccia.
Non bastavano gli incubi a tenerla sveglia, ora ci si metteva anche il caldo!
Erano circa le tre del mattino e si era addormentata e poi svegliata due volte, quindi aveva deciso che non aveva nessuna voglia di provare a riaddormentarsi, sarebbe rimasta a fissare il soffitto ancora un po’, quasi in dormiveglia.
Poi lo sguardo le cadde sulla macchina fotografica poggiata sulla scrivania, sommersa di fogli, colori e carte di caramelle di ogni tipo.
Si alzò e la prese tra le mani, accendendola e osservando le fotografie che aveva scattato da quando era arrivata in quella nuova città. Amava fare fotografie, e suo padre le aveva regalato quella reflex per il suo compleanno. Diceva che era molto brava e che avrebbe dovuto continuare a coltivare quella passione.
Sospirò avvicinandosi alla finestra rotonda e spalancata, guardò fuori e notò che l’aria era leggermente più fresca rispetto a quella della sua stanza, così calò giù la piccola scala di corda che aveva comprato qualche giorno prima da una negozio di falegnameria lì vicino, e scese nel giardino.
Appena i suoi piedi nudi toccarono a terra, si buttò di pancia in giù sull’erba fresca, sospirando di piacere.
Le piaceva stare lì, era fresco e silenzioso. Si sdraiava e pensava. In quel momento le venne in mente che aveva già letto quasi tutti i fumetti che aveva comprato quando era andata in fumetteria con Gerard.
Non lo vedeva da alcuni giorni e un po’ le mancava la compagnia del cantante. Ogni volta che le veniva in mente il ragazzo, le risuonava nelle orecchie quello che lui le aveva detto prima di tornare a casa.
“Se vorrai, quel qualcuno potrei essere io.”
Provava una strana stretta allo stomaco, e l’impellente bisogno di andare da lui e dirgli che sì, dannazione, aveva un disperato bisogno di qualcuno con cui sfogarsi e che trovava fantastico il fatto che lui si fosse offerto di aiutarla con tanta insistenza.
Perché poi? Questo proprio non lo capiva..
Quando vide l’aurora colorare leggermente il cielo decise che sarebbe rimasta qualche altro minuto a godersi il fresco e poi sarebbe rientrata, nella speranza di assopirsi almeno un po’.

Riaprì gli occhi di scatto, e li richiuse subito dopo, feriti dalla luce che entrava dalla finestra, ancora a perta dalla notte prima.
Osservò l’ora sullo schermo del cellulare: le otto e mezza. Aveva dormito per forse tre ore. Non male.
Si alzò e si diresse in bagno per una bella doccia ristoratrice e dopo essersi ripresa e vestita, scese con tutta calma in cucina per il suo solito ed amato caffè. Certo, il caffè lì non era neanche lontanamente buono come quello italiano, però poteva sempre berne di più, so what’s the matter?
Essendo Niky un bradipo morto, aveva impiegato un paio d’ore tra doccia e colazione, e ora non aveva nessuna intenzione di continuare a trascinarsi in giro per casa, quindi si armò si macchina fotografica e uscì per prendere dal garage il piccolo scooter che Col e Lauren le avevano regalato, “Così almeno riesci a vedere un po’ di più la città!”. In effetti, nonostante i due coniugi passassero il poco tempo libero che avevano a disposizione con la figlia adottiva, non avevano ancora avuto tempo di mostrarle la città come si deve.
Mentre cercava la chiave del garage tra quelle che aveva appese al portachiavi a forma di teschietto, sentì delle voci discutere nel giardino affianco al suo.

«Si può sapere cosa vuoi ancora da me Linsday? Prima mi chiedi il divorzio, porti via tutta la tua roba da casa, e poi fai storie per firmare delle stupide carte!?»
«Io.. Ero arrabbiata! Tu sei sempre così.. Perso nel tuo mondo! Volevo vedere se tenessi a me.. Non credevo che avresti ceduto così..»

“Senti senti.. Guai in paradiso?” Niky cercò di non farsi notare e continuò ad aprire la porta e a prendere il motore, come se niente fosse, mentre le sue orecchie erano ben orientate verso i due che continuavanoa  parlare.
Sentì un sospiro pesante e si girò appena, osservando un Gerard esasperato, che si massaggiava la fronte con una mano.

«Senti Lynz, non mi interessano le tue stronzate e i tuoi complessi, okay? Fino a prova contraria sei sempre tu quella che mi aggredisce, di che ti lamenti se po- »
«La verità è che tu non mi ami!»
Gerard rimase interdetto, fissando la donna davanti a lui con un sopracciglio alzato.
«Hai occhi solo per il tuo chitarrista. Il tuo Frankie. Ma non ti rendi conto che gli interessi!?»
Ora stava esagerando «Linsdey falla finita. Vattene.»
La donna lo guardò stizzosa «Tanto non finisce qui! Non ti libererai facilmente di me!» e così dicendo, si diresse verso l’auto parcheggiata all’inizio del vialetto, salì e dopo aver sbattuto lo sportello, partì a tutta velocità.

Niky non potette fare a meno di osservare la scena con gli occhi e la bocca spalancati. Quella donna era pazza. E.. “Ooh ca*zo! Rewind!” Gerard.. e Frank? Questa si che era bella! E pensare che tutti dicevano che il Frerard non esistesse!
Diede un taglio al suo “fangherlare” quando Gerard si voltò verso di lei, rendendosi conto che aveva visto e sentito tutto.
Si guardarono negli occhi per pochi secondi, e la ragazza notò quanto fossero dannatamente tristi e spenti.
Gerard dal canto suo si sentiva un emerito imbecille e voleva solo tornare in casa e strafogarsi di gelato alla nocciola.
E stava quasi per entrare in casa quando una mano afferrò la sua e lo fece voltare «Gee! A-aspetta. Io..» prese un respiro, Gerard continuava a fissarla senza fiatare, «B-beh.. Credo di non essere l’unica ad aver bisogno di qualcuno con cui sfogarsi, qui..»
Il ragazzo la osservò per qualche secondo, poi si sciolse in un sorriso «Ti va del gelato?»
«E me lo chiedi!?»






***
gn gn gn eeeeccolo.
mi serviva qualcosa per costringere quella testona ad aprirsi con Gerard, so.. ecco qua!
non so ancora se mi piace o meno questo capitolo.. quindi lo farò decidere a voi LOL
come sempre ormai i personaggi e la storia vanno come dicono loro, anche questo capitolo lo avevo immaginato diverso, ma vabbè.
pensavo di fare un disegno o, boh.
vabbè mi sto già dilungando troppo xD
vorrei solo ringraziare tutti quelli che hanno inserito la mia FF tra i preferiti, le seguite o le ricordate e tutti coloro che hanno avuto la pazienza di recensire ♥
ah, cosa importante, forse creerò degli spinn-off. Mi piace come idea :3 che dite? Magari potete proporre qualcosa che volete venga approfondita.. non so :3

okay, ora vado.
Nik xoxo
  
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