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Autore: TooLateForU    25/06/2012    6 recensioni
Fisso le sue labbra, e noto che non fa quella cosa…quella cosa di tirare di più il sorriso da un parte piuttosto che dall’altra. Un punto in meno: non ha il sorriso come il suo.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 “you know that I could use somebody..
..someone like you..”
 

 
Tacchi. Vestito corto. Capelli raccolti. Sistemo in modo ordinato i grissini sulla tovaglia, in ordine di grandezza, e noto con la coda dell’occhio un cameriere fissarmi leggermente allucinato.
Non gli do peso, e prendo a contare quante bollicine ci sono sulla superficie dell’acqua nel mio bicchiere. Wow, sono proprio tante. Una, due, tre, quattro, cinque…
“Ehi, sei tu Amanda?”
Alzo lo sguardo, e capisco che il primo appuntamento al buio della serata sta per iniziare. Lo squadro dall’alto in basso.
Alto, capelli lisci e scuri, occhi azzurri.  Non gli assomiglia molto. Il fisico forse, le spalle.
Sorridi, sorridi, sorridi…
Gli stringo la mano, aprendomi in un sorriso “Sì, sono io. Dai, siediti.” Lo invito, e adesso lui non smette di sorridere.
Fisso le sue labbra, e noto che non fa quella cosa…quella cosa di tirare di più il sorriso da un parte piuttosto che dall’altra.
Un punto in meno: non ha il sorriso come il suo.
“Come ti chiami?” domando, aprendo svogliatamente il menù. Tanto non prenderò niente, visto che tra quattro minuti e trenta secondi dovrò..
“William, ma puoi chiamarmi Will.” Risponde, facendomi l’occhiolino. Ahia, mossa azzardata.
Un punto in meno: non fa l’occhiolino come lui. Lui chiude l’occhio sinistro, non il destro.
Forzo un altro sorriso “E cosa fai nella vita? Studi?” continuai.
William prende un grissino e così facendo mette in disordine tutti gli altri, che avevo messo apposto. Gli lancio un’occhiataccia, ma non ci fa caso.
“Oh, bhè, studio al college di Bristol per diventare, uhm, economista credo.” Replica, a bocca piena. Poi prende un altro grissino, sempre senza preoccuparsi di chiedermi se erano miei o no.
“Ma lo sai che questi cosi sono proprio buoni? Wow!” esclama.
Dieci punti in meno: non studia la sua stessa materia ed è schifosamente maleducato.
Lancio un’occhiata distratta all’orologio, e mi alzo delicatamente “Scusa, non mi sento affatto bene” soffio, mettendomi una mano sulla pancia ed esibendo una smorfia dolorante.
William assume una faccia quasi preoccupata “Devo portati a casa? O vuoi che chiamo un cameriere? Aspetta, ora lo chiam..Cameriere, cameriere!”
Santo cielo, smettila di strillare! “No no, non è il caso..E’ stato bello Will, ci vediamo.” Lo congedo in fretta, afferrando la mia borsetta e prendendo a correre verso l’uscita, senza girarmi a controllare la faccia di William.
Percorro giusto una decina di metri, nella fredda aria inglese, prima di entrare in un altro locale. Mi guardo intorno, e dopo qualche attimo individuo quello che deve essere Samuel.
Un ragazzo dai capelli ricci e biondastri mi fa un cenno di saluto con una mano, invitandomi a raggiungere il suo tavolo, che raggiungo in pochi secondi.
“Ciao.” Lo saluto, sforzandomi di sembrare entusiasta, e prendo a squadrarlo.
Un punto in più: è riccio come lui. Certo, i suoi capelli sono certamente meno morbidi dei suoi, ma sembrano okay.
Un punto in meno: ha gli occhi scuri, non come i suoi.
“Ciao splendida. Se tutte le ragazze agli appuntamenti al buio sono come te, cavolo, dovrei farli più spesso!” comincia subito a flirtare, senza neanche prendersi la briga di chiedermi il nome, e mi fissa come se fossi un pezzo di torta.
Un punto in meno: non flirta come lui.
Un altro punto in meno: ha un accento strano, non inglese. O forse è semplicemente incapace a parlare.
“Allora, Samuel, cosa ti piace fare nel tempo libero?” comincio, con voce bassa, dolce e comprensiva, anche se dentro di me vorrei rovesciare tovaglia e tavolo e mandare a fanculo tutto.
Ma sorrido.
“Sport. Oh, tantissimo sport! Io sono bravo in tutti gli sport. Li vedi questi, li vedi?” si tirò su una manica della maglietta, per mettere in evidenza i muscoli abbronzati “Bhè bambola, non ne vedrai altri in giro. Faccio surf, basket, calcio, canoa, baseball e triathlon.” Continua, fieramente.
“Wow. Che ragazzo occupato.” Mormoro, giocherellando con l’orlo del tovagliolo.
E poi continua a blaterare di come sia difficile organizzare la giornata rispetto a tutti questi impegni, di come sia dura la sua dieta per tenersi in forma, di quante vitamine contengono i rossi d’uovo, dei buonissimi frullati di avocado che prepara sua madre..
Dozzine, dozzine di punti in meno. A lui non piacciono gli sport, non segue nessunissima dieta, se ne sta spaparanzato sul divano a mangiare patatine quasi tutto il tempo. Non ha gli addominali scolpiti, ma è comunque bellissimo, e la sua pancetta lo rende ancora più bello.  
Non è australiano, come il tipo qua davanti invece ha ripetuto di essere almeno trenta volte. Le verdure gli fanno abbastanza schifo.
Dannazione, dovevo usare qualcuno come lui, non qualcuno che fosse il perfetto opposto!
Me ne vado anche da quest’appuntamento, accusando un terribile virus intestinale, e ne passo ad un altro.
Bob, Andrew, Simon, Nigel, Chris.. nessuno, nessuno sembra come lui. Mi serviva qualcuno come lui, altrimenti sarei impazzita.
Me l’avevano detto in tanti: supera, supera questa separazione, trovane un altro. Ed io l’avevo cercato. Un altro da usare.
Un altro come lui.
Alzo gli occhi davanti a me, fissando l’insegna viola fosforescente che recitava ‘live it up’.
Quello sarebbe stato l’ultimo appuntamento al buio della serata, o forse l’ultimo in assoluto. Che senso aveva cercare qualcuno che parlasse come lui, che conoscesse il mondo come lo conosceva lui, che portasse i capelli come li portava lui…che senso aveva cercare stupide imitazioni, quando io volevo solo il vero lui?
Sospiro, spingendo la pesante porta in legno per entrare.. Sul suo aspetto fisico, nella descrizione sul sito, aveva detto solo ‘bello e diciottenne’, il che mi aveva fatto storcere il naso all’inizio. Non aveva scritto neanche il suo nome.
Ma tanto, uno vale l’altro, no? Mi guardo intorno, alla ricerca di un ragazzo sui diciotto anni e ‘bello’ seduto da solo, ma la scarsa illuminazione del locale non aiuta.
Mi muovo fino ad arrivare vicino al bar, quando sento qualcuno picchiettare sulla mia spalla. Mi giro velocemente, e per poco la mia mascella non tocca terra a causa della sorpresa.
Capelli ricci e morbidi, esattamente come i suoi.
Occhi verdi trasparenti, esattamente come i suoi.
Sorriso sghembo, esattamente come il suo.
Elefanti che fanno il trenino nel mio stomaco, esattamente come tre mesi fa.
“Ciao Amanda.” Mi saluta, piuttosto allegramente. Come se non fosse successo niente.
“Tu..che…ma che cazzo ci fai qua?” lo aggredisco, tornando in me.
“E’ un appuntamento al buio, no? Non dovresti chiedermi cose come che fai nella vita, cosa studi, quante volte caghi al giorno..?”
Gli mollo uno schiaffo su una spalla “Sei osceno! E nel caso non lo sapessi, gli appuntamenti al buio si organizzano con degli sconosciuti!”
Harry sbuffa, passandosi una mano tra i capelli. Oh, un tempo lo facevo io.
Oh.
“Stammi bene a sentire, Smith, ho dovuto chiedere tue notizie ad un amico di un cugino di un mio vicino di casa che si trovava in vacanza a Long Island e cosa vengo a sapere? Che vai ad un appuntamento al buio diverso ogni sera! Ma dico, sei rincoglionita o cosa? Adesso mi dirai anche che hai preso ad ascoltare Marracash ed Gigi d’Alessio e abbiamo fatto bingo! Comunque, dopo averlo saputo ho chiesto a Sid, hai presente l’amico mezzo nerd mezzo fatto di tuo fratello, nah? Ecco, a lui, di prendere il tuo computer e controllare che siti frequentavi. Ora, non commenterò i siti di fan fiction né le ricerche ‘david beckham maglietta bagnata’ su google immagini, ma sappi che lo so. Lo so. Bhè insomma, ti ho rintracciata, ho organizzato l’appuntamento e mi sono fatto mezza città a piedi di notte perché il 61 si è rotto a Knightsbrigde  solo per dirti: mi dispiace Amanda di averti portato a fare queste stronzate. Perdonato?” conclude quasi con il fiatone, e sfoggiando un sorrisetto.
“Ti aspetti che questo discorsetto, per quanto convincente, metta apposto ogni cosa, Styles?” gli domando, tagliente.
“No, mi aspetto che questo metta apposto ogni cosa.”
Stavo per chiedere di cosa diavolo stesse parlando, quando mi avvicina con una mano sulla schiena e mi toglie il fiato con un bacio da urlo.
Campane. Onde del mare. Uccellini che cinguettano. Budella che ballano il mambo.
Era uno dei suoi soliti baci.
Ci stacchiamo, senza fiato, e lui appoggia la fronte sulla mia “Cercavo..cercavo di usare qualcuno come te.” Soffiai sul suo viso. Ma ero arrivata solo ad ‘usare..’ quando mi interruppe “Shh, zitta e baciami.”
Dannazione, ti amo Styles.







cagatina scritta qualche settimana fa, mi sono lasciata ispirare da 'use somebody' dei kings of leon  (e dalla loro cover, *coff coff*)
come vi vanno le vacanze? spero todo bene (?)
bye :)
 
 

   
 
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