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Autore: Little_Lotte    25/06/2012    2 recensioni
Questa fanfiction altro non è che il seguito della mia precedente "Blaine's Turn". Ho semplicemente pensato che anche in questa terza stagione ci saranno un sacco di cose da approfondire sul personaggio di Blaine, e dal momento che è il mio preferito e che gli voglio un sacco di bene, ho deciso di continuare a scrivere su di lui.
Diciamo che il mio intento è quello di approfondire i suoi pensieri e far vedere tanti missing moments coi suoi amici Warblers (che mi mancheranno tanto) e con Kurt (perchè figuriamoci se i RIB ci faranno vedere TUTTO).
Gli aggiornamenti saranno più tardivi, visto che scriverò a mano a mano che le puntate usciranno (salvo magari qualche capitoletto di missing moments) e mi pare doveroso aggiungere la nota SPOILER!
Spero di fare un buon lavoro e rendere ancora una volta giustizia al nostro amato Blaine!
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Blaine's Turn'
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Chicago non era come Blaine se l'era immaginata; aveva sempre pensato ad un'enorme, moderna metropoli piuttosto grigia, fredda e persino triste, decisamente l'ultimo dei luoghi in cui avrebbe desiderato vivere.

Ma dopo appena mezz'ora trascorsa in quella città, il giovane Anderson dovette decisamente ricredersi: Chicago era semplicemente incredibile, grande, frenetica - non come New York, aveva detto Kurt, ma lo era sicuramente molto più di Lima e Westerville messe insieme - e, questo Blaine dovette ammetterlo, piena di vita. Probabilmente il fatto che decine di studenti provenienti da ogni angolo della Nazione la stessero affollando in quei giorni, contribuiva notevolmente ad accentuare tutta la sua vitalità e la sua frenesia.

<< Incredibile! Ci pensate che per il secondo anno di fila parteciperemo alle gare nazionali di canto corale coreografato?! Io stento ancora a crederci. >>

Mancavano appena tre giorni alle Nazionali e quella sera le Nuove Direzioni, dopo essere riusciti a strappare alla Coach Sylvester e al professor Shuester il permesso, avevano deciso di trascorrere un po' di tempo in giro per le vie della città, così da entrare in confidenza con l'atmosfera di quelle strade e per distarsi un po' prima della loro esibizione.

<< L'anno scorso però non abbiamo fatto una gran bella figura! >> osservò Quinn, facendo una smorfia << Mi auguro che questa volta le cose vadano bene! >>

<< Oh, andremo alla grande! >> echeggiò Santana, con un ghignetto maligno sulle labbra << L'importante è che Frankenstein e la piccola Hobbit si ricordino che i teatri non sono stati inventati per farsi le gastroscopie, almeno non quelli che devono ospitare una competizione nazionale! >>

Finn e Rachel la fulminarono con lo sguardo, mentre tutti gli altri scoppiarono a ridere.

<< Comunque sono certo che quest'anno vinceremo. >> intervenne Rory, con entusiasmo << Me lo sento, ho delle ottime sensazioni al riguardo! >>

<< Te lo hanno sussurrato i folletti durante il sonno, piccolo figlio dei trifogli? >> domandò acidamente Santana, storcendo il naso.

<< I bambini possono nascere sotto ai trifogli? >> chiese Brittany, stringendo la mano di Santana << Io ho sempre pensato che succedesse solo con i cavoli! >>

Kurt e Blaine si guardarono e sorrisero.

<< Dobbiamo cercare di essere ottimisti! >> esclamò il giovane Anderson, mettendo un braccio attorno alle spalle del suo ragazzo << Sappiamo quanto sarà difficile battere i Vocal Adrenaline, ma non abbiamo passato intere settimane ad allenarci per niente! Siamo dei combattenti ed andremo avanti fino alla fine! >>

<< Sì, esatto! >> concordò Kurt << Blaine ha ragione, ci siamo allenati duramente per ottenere dei risultani e dobbiamo fare tutto ciò che è in nostro potere per vincere! >>

Blaine sorrise ampiamente e schioccò un sonoro bacio sulla guancia di Kurt, allietato dalle sue entusiastiche parole; a pochi passi da loro, anche Finn e Rachel reagirano con altrettanto entusiasmo.

<< Kurt e Blaine hanno ragione. >> disse allegramente Finn << Dobbiamo pensare positivo, essere ottimisti! Personalmente anche io ho un sacco di ottimi presentimenti, sento che ce la faremo! >>

Rachel sospirò beatamente, stringendosi forte al suo braccio.

<< Sei sexy quando sei così ottimista, sai? >> disse maliziosamente.

<< Ok, ok...basta! >> esclamò Mercedes, frapponendosi fra i due << Vi prego, trattenetevi dall'accoppiarvi proprio qui di fronte a noi, non sarebbe affatto un bello spettacolo! >>

Rachel le fece una linguaccia e tutti si misero a ridere fragorosamente.

<< E' così bello essere qui tutti insieme, così uniti! >> commentò Tina, con espressione sognante << Non lo eravamo mai stati così tanto, prima d'ora. >>

<< Già, per la prima volta dopo tre anni sembriamo veramente un gruppo di compagni di squadra. >> echeggià Artie << Niente tradimenti, maldicenze, cattiverie o stupide rivalità: solamente stima, affetto e complicità. >>

<< Hey, non allarghiamoci! >> ribattè scherzosamente Puck << Io avrei ancora una reputazione da mantenere! >>

<< Oh, io no di certo! >> rispose immediatamente Santana << La mia è andata ufficialmente a farsi fottere il giorno in cui ho messo una foto di Rachel Berry nel mio armadietto! >>

Vi fu un'altra risata, sincera e spontanea, mentre i ragazzi continuavano a marciare lungo la loro strada, senza una vera e propria meta; camminavano tenendo tutti lo stesso passo, vicini l'uno all'altro, stretti e compatti come una specie di piccola processione. Erano da soli, in una città sconosciuta e con un lungo, tortuoso sentiero dinnazi a loro, che li avrebbe condotti - se fossero stati abbastanza bravi da meritarlo - dritti dritti al loro obiettivo, in cima.

Ed erano assieme.

Nessun pericolo, in quel momento, sembrava loro così difficile da superare; di certo, non lo sarebbe stato finchè avrebbero continuato a farsi forza a vicenda, rimanendo sempre l'uno al fianco dell'altro.

<< E' triste pensare che questa sarà la nostra ultima esibizione tutti assieme. >> disse ad un certo punto Mike, piuttosto mestamente << Il Glee Club mi mancherà da morire. >>

<< Hey, ricordate che cosa avevamo detto? >> intervenne Mercedes, in tono severo << Niente pensieri tristi! Lo abbiamo promesso! >>

<< Sì, ben detto! >> fece eco Joe << In questi cinque giorni è vietato parlare del futuro, categoricamente! Concentriamoci solo sul presente, d'accordo? >>

Kurt e Blaine sorrise con compiacimento e il controtenore fece scivolare lentamente le proprie dita fra quelle del moro.

<< Allora....cena cinese, oppure messicana?! >>
 
 

*
 
 


A soli due giorni dalle gare, le cose iniziarono ad andare decisamente male per le Nuove Direzioni; il tempo a disposizione per provare sembrava non essere mai abbastanza, la Coach Sylvester era più spietata che mai e, come se non bastasse, Mercedes era stata colta da un'intossicazione alimentare che l'aveva costretta a restare a letto, compromettendo così la sua partecipazione alle Nazionali.

I ragazzi erano letteralmente in crisi: Il momento più importante del loro anno scolastico, per non dire delle loro vite, stava per arrivare e si trovavano completamente con l'acqua alla gola, incerti sul da farsi e in preda al panico più totale.

<< Non ce la faremo mai! >> gemette Rory, dondolandosi nervosamente su una sedia, nella sala ricreativa del loro albergo di Chicago, quella notte occupata esclusivamente dai membri delle Nuove Direzioni << Con Mercedes fuori combattimento siamo rovinati, non abbiamo neanche un briciolo di possibilità di battere di Vocal Adrenaline! Possiamo anche fare i bagagli e ritornarcene a casa. >>

<< Rory, piantala con le stronzate! >> lo ammonì Finn, guardandolo in cagnesco << Non è questo lo spirito giusto, vi siete già dimenticati che cosa abbiamo detto ieri sera?! Non ci butteremo giù per così poco! >>

<< Beh, ma ti pare poco?! >> replicò nervosamente Artie << Dovremo esibirci senza una delle nostre migliori cantanti, a me questa sembra una vera e propria catastrofe! >>

<< E io chi sarei, scusami?! >> fece eco Rachel, visibilmente offesa da quell'affermazione << Ti sei dimenticato del fatto che... >>

<< Tu canterai la ballad e farai colpo su Carmen Tibideux, la quale verrà sicuramente ad assistere alla nostra performance e deciderà di prenderti nuovamente in considerazione per la NYADA, perchè è quello il tuo destino! >> la interruppe Santana, storcendo il naso << Sì Nasona Berry, questa filastrocca ormai la conosciamo a memoria! Adesso vuoi smetterla di giocare a fare la prima donna, per favore?! Torna al tuo posto, dobbiamo provare! >>

<< Santana, stai zitta! >> l'ammonì Puck, seduto da solo in un angolino, con il suo libro di geografia fra le mani << Sto cercando di ripassare! >> 

<< Puck, tu smettila di perdere tempo! >> sbraitò Sam, guardandolo di traverso << Potremmo aver bisogno anche di te, sai?! >>

Kurt e Blaine, seduti l'uno di fianco all'altro sopra un tavolo, si scambiarono una lunga occhiata colma di preoccupazione; la tensione in quella stanza era alle stelle, sarebbe stata sufficiente una minuscola scintilla per fare esplodere un vero e proprio incendio.

<< Non rompere, Bocca da Trota! >>

Appunto.

Puck si scaraventò rabbiosamente addosso a Sam, fra le grida di tutti i loro compagni. Kurt afferrò la mano di Blaine e la strinse forte; qualsiasi cosa fosse successa, era evidente che il ragazzo non aveva alcuna voglia di essere messo in mezzo.

<< Calmo. >> sussurrò Blaine, stringendo maggiormente la presa << Stai calmo, almeno tu. >>

Kurt annuì silenziosamente, mentre intorno a loro l'atmosfera incominciava a surriscaldarsi.

<< Hey, toglimi le mani di dosso! >>

<< E tu vedi di fare il tuo dovere, sfaticato! >>

<< Smettetela voi due, vi state comportando in maniera davvero ridicola! >>

<< Oddio, il mio cuscino e la coperta sono caduti in piscina! Che macello! >>

Blaine roteò gli occhi e sospirò; se qualcuno non fosse intervenuto immediatamente, le cose sarebbero potute andare a finire molto, molto male.

<< Hey, hey...calmatevi, calmatevi! >>

Il professor Shuester intervenne immediatamente, frapponendosi fra Sam e Puck e cercando di dividerli, mentre entrambi continuavano a sbracciare e calciare nervosamente, sotto gli sguardi attoniti e preoccupati dei loro compagni.

<< Rissa, rissa! >> strillò con foga Sugar, agirando un braccio per aria.

Kurt e Blaine si guardarono curiosamente, e il moro fece una smorfia.

<< Ok, adesso smettetela! >> tuonò il professor Shuester << Volete dirmi che diavolo vi prende?! >>

<< Lui sta studiando geografia mentre noi cerchiamo di fare le prove! >> replicò nervosamente Sam, indicando Puck con fare accusatorio << E' scorretto! >>

<< Perchè conosco già tutti i passi! >> si giustificò l'altro, guardando il biondo rabbiosamente << Tu balli come se i tuoi piedi fossero rimasti incastrati in una trappola per orsi e tu stessi cercando di liberartene! >>

Sam provò a scagliarsi nuovamente addosso a Puck, ma il professor Shuester fu abbastanza rapido da impedirglielo e proprio in quel momento Kurt, dopo aver estratto il suo telefono dalla tasca ed aver dato una rapida occhiata al monitor, attirò l'attenzione su di sè, dalla sua postazione in cima al tavolo.

<< Professor Shuester, si rende conto che mentre qui noi stiamo discutendo di Jazz square e roba simile, Unique ha appena ricevuto le chiavi della città da Rahm Emanuel?! >> berciò.

Blaine e gli altri strabuzzarono gli occhi, increduli; era persino peggio di quanto Blaine avrebbe mai potuto immaginare.

<< Veramente? >> bisbigliò il professor Shuester, con meraviglia.

<< E in più, il mio cuscino e la mia coperta sono caduti dentro la piscina! >> fece eco Brittany, letteralmente sconvolta << Un disastro! >> 

Blaine sbuffò; certo, come se fossero quelli i veri problemi! 

<< Sentite, io credo che siamo tutti piuttosto stanchi. >> intevenne Artie, con in mano un' enorme confezione di pop corn al burro, appena spuntata da chissà dove << Abbiamo provato per tre ore intere, senza mai fermarci! >>

<< Sì, e proveremo per tutta la notte se dovesse essere necessario! >> ribattè Finn, in tono combattivo << Ci riposeremo dopo che avremo vinto. >>

<< Solo perchè abbiamo perso Mercedes, questo non significa che non possiamo ambire ad essere niente meno che perfetti. >> fece eco Rachel, con determinazione << Perfetti! >> 

<< Certo, è facile per te dirlo! >> le rispose a tono Artie, ed immediatamente l'atmosfera ricominciò a surriscaldarsi.

Tutti se la presero con tutti e persino Blaine, che fino in quel momento era rimasto buono ed in silenzio, si rigirò contro Brittany, ammonendola per la sua pigrizia e la sua svogliatezza.

<< Hey, hey... adesso basta! >> strillò ad un certo punto Santana, al culmine dell'esasperazione << Non voglio più sentirvi dire cose del tipo "Non possiamo farcela senza di lei", perchè - indovinate un po' - non abbiamo altra scelta!  >>

Si avvicinò ai ragazzi ad uno ad uno, puntando il dito contro di loro con fare minaccioso.

<< Adesso siete avvertiti! >> disse ancora << Se non avete intenzione di fare tutto ciò che è in vostro potere per farci vincere, io scatenerò addosso a voi tutta la furia di Lima Heights, mi sono spiegata?! >>

Blaine impallidì, letteralmente terrorizzato dall' improvvisa - ma tutto sommato, neanche troppo inaspettata - impetuosità di Santana; il professo Shuester sospirò profondamente.

<< Santo cielo, ma sentitevi! >> esclamò.

<< Sì, lo so...mi dispiace! >> si scusò l'ispanica, cercando di riprendere il controllo << Mi metto sempre ad urlare, ma in queste situazioni mi arrabbio facilmente! >>

<< No, è una buona cosa. >> rispose il professor Shuester << Un'ottima cosa. >>

Guardò ad uno ad uno tutti i ragazzi, sul volto un'espressione non più arrabbiata e delusa, ma quasi soddisfatta, compiaciuta.

<< C'è così tanta passione in questa stanza! >> osservò << Persino i vostri litigi riguardano il vostro lavoro; voi ragazzi volete davvero vincere. >>

Tutti fecero segno di sì con la testa, con convinzione.

<< Ok, allora facciamo una mezz'oretta di pausa e poi ricominceremo tutto da capo. >> disse ancora Shuester, suscitando però la disapprovazione di tutti i suoi studenti.

<< No, no...non se ne parla! >>

<< Non possiamo, neanche per sogno! >>

<< Professor Shuester, va bene se andiamo avanti? >> domandò Tina, a nome di tutti << Ci esibiremo per primi, ed è un'enorme responsabilità! Dobbiamo essere magnifici. >>

<< Sì, " Edge of Glory" è un casino! >> fece eco Quinn, appoggiandosi alla spalla di Tina << Ho detto che avrei ballato alle Nazionali, e che io sia maledetta se non ci riuscirò! >>

Il professor Shuester annuì.

<< Va bene, allora andiamo avanti! Mike, tu aiuta i ragazzi con le coreografie; Artie, tu aiuta Artie con la geografia; ragazze, "Edge of Glory". Coraggio, muoviamoci! >>

Mike fece segno ai ragazzi di seguirlo e li radunò tutti in un angolo della sala, sufficientemente lontano dalle ragazze per non disturbare le loro prove e non essere disturbati a loro volta.

<< Su, coraggio! >> il ragazzo battè le mani << Mettetevi nelle vostre postazioni, dobbiamo riuscire a provare tutto senza mai fermarci. >>

Blaine e gli altri fecero segno di sì con la testa e, dopo che Mike ebbe dato loro il via, diedero ufficialmente il via alle prove.

<< Un, due, tre, quattro... Finn, resta al tuo posto; non sconfinare! >>

Blaine tirò un enorme sospiro d'incoraggiamento e si asciugò con la manina una piccola goccia di sudore che gli scivolava dalla fronte, senza mai fermarsi; era difficile, senza la musica a guidarli e in quello spazio così angusto e scomodo, ma non poteva permettersi di sbagliare neanche un singolo passo. 

Si era promesso di vincere, aveva giurato a sè stesso di fare tutto ciò che era in suo potere per portare la sua squadra alla vittoria, e non aveva alcuna intenzione di mancare alle proprie parole; non aveva dimenticato ciò che era successo fra lui e suo padre, ed era ancora seriamente intenzionato a dimostrargli quanto si sbagliasse sul suo conto, quanto lui valesse realmente e che, a discapito di quanto lui credesse, non aveva assolutamente niente da invidiare a Cooper.

<< Un, due, tre, quattro... molto meglio Finn, bravo. Blaine, perfetto così! >>

Blaine sorrise con soddisfazione, mantenendo comunque lo sguardo fisso dinnanzi a sè e senza perdere neanche per un istante il controllo dei suoi movimenti; fino alla fine, nel modo più perfetto possibile.

Continuava a ripetersi mentalmente quella parola, fino allo sfinimento: perfezione.

Lui doveva essere perfetto, tutti quanti dovevano esserlo e dovevano fare tutto ciò che era in loro potere per battere i Vocal Adrenaline; non c'erano vie d'uscita, nè secondi piani che potevano essere attuati in caso di emergenza. 

La vittoria o niente.

" Puoi farcela, Blaine; devi farcela. Non sono ammessi sbagli, da qui fino alla fine dovrai essere semplicemente perfetto, impeccabile. "

Le prove durarono per un'altra ore e mezza, poi il professor Shuester decretò che i ragazzi si erano ormai esercitati a sufficienza e che avrebbero dovuto andare di corsa  a letto, così da avere la possibilità di riprovare un'ultima volta il giorno seguente, a mente lucida, prima del grande evento.

<< Hey, Blaine. >>

Kurt corse al fianco del suo ragazzo e lo prese sottobraccio, strusciandosi dolcemente a lui come farebbe un gattino in cerca di coccole.

<< Sei stato davvero grandioso, prima. >> disse, guardandolo dritto negli occhi con un chiaro bagliore di orgoglio nelle pupille << Non ti avevo mai visto così combattivo, con te in squadra sarà assolutamente impossibile perdere! >>

Blaine sorrise a sua volta, sebbene piuttosto mestamente.

<< Voglio farlo per lui. >> disse << Voglio ritornare a casa da vincitore e rinfacciargli tutte le cattiverie che mi ha detto ultimamente! Deve capire di aver sbagliato, di essere stato ingiusto con me e che io posso essere altrettanto bravo e portargli altrettante soddisfazione di Cooper. >>

Kurt sorrise, guardando il suo ragazzo con orgoglio ed adorazione.

<< Sono sicuro che ci riuscirai. >> disse, stringendosi maggiormente a lui << Tu sei incredibile, Blaine...sei fantastico! Sei un ragazzo estroso e pieno di talento, e dopo la nostra vittoria - perchè sì, io so che vinceremo - lui non potrà mai più negarlo! Sono così fiero di te, amore mio. >>

Blaine sorrise a sua volta e ricambiò lo sguardo di Kurt con la stessa identica intensità di adorazione.

<< Beh, allora siamo in due. >> rispose con voce morbida << Perchè anche io sono incredibilmente fiero di te, Kurt. >>

Il controtenore sospirò beatamente e si sporse leggermente verso l'altro, per posare un tenero bacio sulle sue labbra, prima di dirigersi assieme a lui nella loro stanza, afferrando la sua mano con  decisione ed intrecciando ad una ad una le proprie dita con le sue.
 


*
 



Dopo la ramanzina del Professor Shuester, i ragazzi sembravano aver finalmente ritrovato tutta la loro forza di volontà e la loro determinazione, mettendo da parte la tensione e tutta la loro ansia da prestazione e ricominciando ad allenarsi duramente, per assicurarsi di arrivare al giorno delle Nazioni con il massimo delle proprie forze; il fatto di doversi esibire per primi li aveva messi parecchio sotto pressione e avevano intenzione di uscire da quella competizione a testa alta, diversamente da come erano andate a finire le cose l'anno precedente.

Avevano deciso di concludere quel loro ultimo viaggio assieme da vincitori.

La notte della vigilia del grande giorno, le Nuove Direzioni avevano organizzato uno speciale incontro prima di andare a dormire, una sorta di "rituale propiziatorio" per quell'evento tanto atteso; se ne stavano seduti in cerchio, sul pavimento della camera dei ragazzi, intenti a scambiarsi frasi di conforto e di incoraggiamento, e sembravano essersi completamente dimenticati della discussione avvenuta il giorno precedente nella sala ricreativa.

<< Beh, qualcuno vuole dire qualche cosa prima di andare a dormire? >>

Blaine si guardò curiosamente intorno, sorridendo beatamente; amava questo genere di momenti e si rammaricava molto di non averne vissuti abbastanza con i suoi vecchi compagni di squadra, alla Dalton.

<< Se permettete... >> intervenne, alzando timidamente la mano << Io avrei qualcosa da dirvi, ragazzi. >>

Gli altri annuirono e Kurt, seduto alla sua sinistra, non potè fare a meno di rivolgere lui uno sguardo colmo di amore ed adorazione; Blaine sospirò profondamente, guardando ad uno ad uno tutti i suoi amici, con un placido sorriso sulle labbra.

<< Beh, ecco... volevo ringraziarvi per avermi concesso di far parte di questa meravigliosa realtà. >> disse << So che a voi potrà sembrare una cosa del tutto normale, ma per me significa veramente moltissimo! Insomma, quando ho lasciato la Dalton ho abbandonato il mio "luogo sicuro" e non sapevo se sarei mai riuscito a sentirmi nuovamente a mio agio e altrettanto protetto anche al McKinley; voi avete fatto in modo che tutto ciò accadesse, mi avete fatto sentire come a casa, molto più di quanto io mi sia mai sentio nella mia vecchia scuola.  Certo, ci avete messo un po' di tempo...ma ne è valsa decisamente l'attesa! >> 

I ragazzi risero, guardando poi il loro amico con ammirazione.

<< Non potrò mai ringraziarvi abbastanza per tutto ciò che avete fatto. >> proseguì << E vi prometto che farò di tutto per farci arrivare in cima! Voglio vincere per voi e per il professor Shuester, che mi ha accolto nel Glee Club come se ne facessi parte da una vita intera. >>

<< Sì, sono d'accordo con Blaine. >> intervenne Rory << Non avete idea di quanto sia stato difficile per me andarmene da casa; all'inizio mi prendevano tutti in giro, non vi era nessuno che provasse a prendermi sul serio o  che non mi facesse sentire come un vero e proprio alieno! Il Professor Shuester e il Glee Club mi hanno accolto, sono riusciti a rendere tutto molto più facile da sopportare; mi sono fatto degli amici - dei veri amici - ed insieme siamo arrivati fino qui, a Chicago, proprio come una vera e propria famiglia. Insomma, non trovate che sia davvero grandioso? >>

Blaine allargò ulteriormente il proprio sorriso ed afferò la mano di Kurt, stringendola forte.

<< Rory ha ragione. >> disse Finn orgogliosamente << Il Glee Club è la nostra famiglia e il professor Shuester è molto più di un semplice insegnante; è un confidente, un amico speciale...per me, a dire il vero, è come un vero e proprio padre. >>

Il giovane Hudson tirò su col naso, visibilmente commosso, proprio come tutto il resto dei suoi compagni.

<< Dobbiamo vincere queste gare. >> proseguì << E dobbiamo farlo per il Professor Shuester, oltre che per noi. Se lo merita, in fin dei conti non ci troveremmo neanche qui se non fosse per lui! >>

<< Sì, Finn ha ragione! >> intervenne Rachel << Pensateci bene: se il Professor Shuester non avesse mai deciso di riaprire il Glee Club, nessuno di noi sarebbe mai diventato ciò che è adesso. Se non fosse stato per lui, io sarei solamente una stupida ragazzina ambiziosa, che posta video su MySpace e viene costantemente ricoperta di granita ed insulti; non avrei mai scoperto quanto può essere bello avere dei veri amici al proprio fianco. >>
 
Finn sorrise, afferrando la mano della ragazza e stringendola nella propria.

<< Io non avrei mai trovato me stesso. >> disse << Non avrei mai capito quanto fossi speciale, persino fuori da un campo da football. >>

<< Io sarei ancora la solita ragazzina frivola e superficiale, alla disperata ricerca di popolarità. >> disse Quinn, abbozzando un sorriso << O forse avrei tenuto Beth e sarei diventata una pessima madre, chi lo sa?! >>

Santana, seduta al suo fianco, posò una mano sopra la sua spalla in segno di conforto, prima di aggiungere con voce morbida: << Io sarei ancora una cheerleader stronza e senza scrupoli, oltre che una lesbica repressa. Certo, sono ancora una cheerleader e resto la solita stronza di sempre, ma sono migliorata parecchio, non credete?! >>

Tutti risero, poi arrivò anche per Joe il turno di parlare.

<< Io prima di conoscere il Professor Shuester ero solamente un ragazzo cristiano che non aveva mai avuto il coraggio di esplorare veramente il mondo. Voi mi avete aperto gli occhi, mi avete aiutato ad aprirmi e a capire tante cose che mi erano sempre state tenute nascoste, e non avete idea di quanto tutto ciò possa essere grandioso! >>

<< Io non sarei mai diventata così sicura di me. >> fece eco Tina << Sarei rimasta per sempre nell'ombra e non avrei mai trovato il coraggio di brillare. Vedrete, il prossimo anno sarò una perfetta sostituta della nostra Rachel Berry, ve lo prometto! >>

Vi fu un'altra risata, e quando tutti si acquietarono anche per Sam arrivò il momento di dire la sua.

<< Io sarei solo un bel biondino pieno di sogni e fantasie. >> disse << Stare con voi mi ha fatto capire che posso fare veramente qualcosa per provare a farli diventare realtà. >>

<< Io non avrei mai scoperto quanto amo ballare. >> aggiunse Mike, sorridendo beatamente e ricevendo in cambio uno sguardo adorante da parte di Tina << E non avrei mai trovato la forza di rivelare a mio padre quale fosse veramente il mio sogno. >>

Blaine sorrise ampiamente e si voltò verso Kurt, il quale sorrise a sua volta e dichiarò con voce tenue: << Io sarei ancora spaventato dalla mia diversità; non avrei mai avuto il coraggio di ammettere che era proprio quello a rendermi speciale. >>

Blaine posò la testa sulla spalla del ragazzo, guardandolo orgogliosamente, mentre Sugar esclamava briosamente: << Io non avrei mai avuto modo di scoprire quanto la mia stella brilli più di tutte le vostre messe assieme! >>

Le ragazze alzarono gli occhi al cielo e i ragazzi ridacchiarono sommessamente; poi, con il sorriso ancora sulle labbra, Artie disse in un sospiro: << Io sarei ancora il solito, vecchio sfigato di sempre; un insignificate Nerd su una sedia a rotelle, senza amici e che non aveva neanche mai dato un bacio ad una ragazza. >>

<< Io non avrei mai scoperto la Britneay Spears che è in me. >> aggiunse Brittany, con fare di superiorità.

Blaine sospirò beatamente, sollevando lo sguardo verso Kurt.

<< Io non avrei mai incontrato il vero amore. >> mormorò dolcemente, intrecciando le dita con quelle del controtenore, il quale sorrise ampiamente ed arrossì appena.

<< E io non mi sarei mai sentito come a casa in questa terra straniera. >> fu il sentito commento di Rory, accolto da tutti con un enorme sorriso intenerito.

Puck, che ancora non aveva aperto bocca, abbassò timidamente lo sguardò e sospirò.

<< Un tempo io ero solo uno scapestrato, una testa calda destinata solamente ad inseguire le orme del fallimento del proprio padre. >> bisbigliò << Il Professor Shuester mi ha insegnato che a tutto esiste una via di uscita, e forse quest'anno riuscirò persino a diplomarmi! Non ce l'avrei mai fatta, senza il Glee Club. >>

I ragazzi si guardarono vicendevolmente, sorridendosi e scambiandosi profonde occhiate di affetto e complicità.

<< Vinceremo queste gare. >> sentenziò Finn, con una certezza ed una convinzione che non lasciavano alcuno spazio al dubbio << E lo faremo per il nostro Professor Shuester. >>

Blaine fece segno di sì con la testa, mettendo un braccio intorno alle spalle di Kurt.

<< Per il Professor Shuester. >> disse.

<< Per il Professor Shuester. >> echeggiarono gli altri con fierezza.

Il giovane Anderson sospirò profondamente, avvertendo ancora una volta una di quelle tipiche sensazioni di calore al petto che da diverso tempo ormai erano solite impadronirsi di lui. Guardò il suo ragazzo un'ultima volta, per poi spostare il suo sguardo su ognuno dei loro amici.

Sì, ne era assolutamente certo: avrebbero vinto quelle gare ed il Professor Shuester sarebbe stato incredibilmente fiero di loro. E di sè stesso, ovviamente, per lo splendido lavoro che aveva fatto con i suoi studenti.
 
 


*
 
 



La mattina seguente, Blaine si svegliò con un' intensa sensazione di pesantezza al petto, quasi come se avesse trascorso una nottata intera addormentato sotto ad un macigno; l'ansia e la paura per le imminenti gare erano talmente forti, che il ragazzo non aveva idea di come e dove trovare la forza di alzarsi dal letto.

<< Blaine, alzati! Su, in piedi; non abbiamo tempo da perdere! >>

Il giovane Anderson si rigirò nervosamente fra le coperte, gli occhi semiaperti e quella fastidiosa sensazione di oppressione al petto, che ancora non si decideva a dargli tregua.

<< K-Kurt? >> farfugliò, con voce impastata << C-che ore sono?! >>

<< Le sette e mezza! >> gli rispose l'altro frettolosamente, saltellando freneticamente nel tentativo di infilarsi i suoi strettissimi jeans aderenti << Su, alzati, lavati e vestiti più in fretta che puoi!
Dobbiamo essere in arena fra tre ore, non abbiamo tempo da perdere! >>

Blaine, piuttosto reticente, uscì lentamente dalle coperte e si mise in piedi, stropicciandosi ripetutamente gli occhi e sbadigliando sonoramente, ancora rimbambito dal sonno.

<< Oddio, mi manca il respiro. >> ansimò, barcollando appena appena << I-io non sono sicuro di farcela, Kurt! Ho paura, ho la sensazione di fare un casino... oddio, senti quanto è rauca la mia voce! Come posso cantare in queste condizioni? >>

Kurt roteò gli occhi, sospirando profondamente.

<< Blaine, ti sei appena svegliato. >> fece lui notare << Persino io di prima mattina ho una voce da oltretomba! >>

Blaine fece segno di sì con la testa, inspirando ed espirando profondamente e guardandosi curiosamente intorno, squadrando ad uno ad uno i letti dei loro compagni di squadra.

<< Kurt, perchè stanno ancora dormendo tutti? >> domandò preoccupato << Insomma, se dobbiamo essere in teatro fra tre ore forse dovremmo... >>

<< Blaine, calmati! >> lo interruppe Kurt, agganciandosi gli ultimi bottoni della camicia << Ascolta, ho svegliato prima te perchè so che hai bisogno del tuo tempo per prepararti. Tu vai in bagno e fai tutto ciò che devi fare, poi noi due andremo a fare colazione e vedrai che gli altri saranno già tutti pronti, al nostro ritorno. >>

Blaine impallidì.

<< C-colazione? >> farfugliò << K-Kurt, lo sai che non bisognerebbe mai cantare con il cibo sullo stomaco! >> 

Kurt allargò le braccia con fare esasperato, tirando un enorme, ennesimo sospiro.

<< Blaine, canteremo fra più di tre ore! >> osservò << Non credi che per allora avremo abbondantemente digerito la nostra colazione?! >>

<< Sì, beh...in ogni caso, io penso che mi terrò leggero! >>

Kurt tirò un ennesimo sospirò, mentre Blaine afferrava un paio di boxer puliti e si precipitava in bagno, ficcandosi sotto la doccia ed uscendone fuori in tempo di record, perfettamente fresco e profumato, i capelli leggermente arruffati ed un colorito roseo sulle guance.

Kurt, a quella vista, avvertì un intenso brivido lungo la schiena ed arrossì a sua volta.

<< B-Blaine... sei del tutto inappropriato! >> bofonchiò.

<< Che c'è?! >> replicò l'altro, trafficando furiosamente con la sua valigia, in cerca di qualcosa da mettersi addosso << Mi sto vestendo, se i tuoi ormoni sono già così attivi di prima mattina non è certo colpa mia! >>

Kurt fece una smorfia, rigirandosi dall'altra parte mentre Blaine sceglieva un paio di pantaloni ed una maglietta a righe, indossandoli velocemente e sistemandosi poi i capelli con la sua solita, abbondante dose di gel per capelli.  

<< Ok, sono pronto! >> esclamò alla fine, facendo un rapido giro su sè stesso e guardando Kurt con espressione soddisfatta << Possiamo andare a fare colazione, se hai ancora fame! >>

Il controtenore fece segno di sì con la testa e si diresse verso la porta, voltandosi verso Blaine e rivolgendogli un enorme, sorriso radioso.

<< Andiamo? >> chiese.

Blaine girò la testa, guardando i loro compagni ancora addormentati.

<< Non sarà il caso di svegliargli? >> domandò.

Kurt scosse la testa, afferrandolo per un braccio e strattonandolo fuori.

<< La loro sveglia suonerà fra cinque minuti. >> disse << E adesso andiamo, voglio essere sicuro di arrivare in sala pranzo prima che finiscano tutti quei meravigliosi croassant ai cereali. >>

E senza neanche dare a Blaine il tempo di protestare, lo trascinò giù per le scale, fino alla loro colazione.
 
 


*
 
 


Mancavano appena pochi minuti all'inizio delle gare e l'ansia di Blaine non si era ancora acquietata, così come quella dei suoi compagni di squadra e dello stesso professor Shuester; il viaggio dall'albergo fino al teatro in cui si sarebbero tenute le esibizioni era stato inaspettatamente silenzioso, ma non appena tutti avevano messo piede nei loro camerini, il caos e la frenesia avevano ricominciato a farla da padroni.

<< Brittany, sposati un po'...non c'entro! >>

<< Sugar, posso prendere in prestito il tuo piegaciglia?! Ti prego, questione di vita o di morte! >>

<< Hey, qualcuno ha una bottiglietta d'acqua? Sto morendo di sete, ho la gola che sembra andare a fuoco! >>

Blaine sospirò profondamente, guardando il suo riflesso nello specchio di fronte a lui, facendosi lentamente aria con la mano; Kurt, seduto di fianco a lui, lo guardò di sottecchi e ridacchiò, rivolgendogli una delle sue tipiche espressioni colme di adorazione.

<< Calmati. >> disse lui, con un tono di voce solo lievemente alterato dall'ansia << Andrà tutto bene, rilassati. >>

Blaine fece segno di sì con la testa, tirando un enorme sospiro di sollievo.

<< Sei calmo. >> osservò, abbassando leggermente la testa << Come fai ad essere calmo, tu non sei mai calmo! In genere sono io quello che deve tranquillizzare te, per quale motivo adesso i ruoli si sono ribaltati? Tutto questo non mi piace, anzi, mi rende ancora più nervoso! E se per caso... >>

<< Ok, adesso stai zitto e guardami! >>

Kurt afferrò il viso di Blaine con entrambe le mani e lo portò a guardare dritto dentro ai suoi occhi.

<< Blaine, anche io sono in ansia. >> disse << Ma lasciarsi prendere dal panico non è il modo migliore per affrontare questa situazione! Dobbiamo essere forti, dimostrare a tutta quella gente là fuori che possiamo farcela, che meritiamo di vincere quel trofeo più di chiunque altro! E' la nostra grande occasione e noi non possiamo permettere a niente e a nessuno di rovinare tutto. >> 

Blaine fece segno di sì con la testa, respirando a pieni polmoni.

<< Sì, hai ragione. >> rispose con convinzione << Niente più paura, adesso si fa veramente sul serio! Ce la possiamo fare, dobbiamo farcela! E io non ho alcuna intenzione di permettere all'ansia di rovinare la nostra esibizione. >>

<< Fantastico, così ti voglio! >>

Blaine sorrise orgogliosamente e si alzò in piedi, allargando le braccia e mostrandosi a Kurt in tutto il suo splendore, nel suo nuovissimo costume di scena.

<< Come mi sta? >> chiese briosamente.

Kurt sorrise con fare di approvazione.

<< Sei uno schianto! >> esclamò << E canterai benissimo, ne sono certo! >>

Blaine fece per avvicinarsi a lui e ringraziarlo per quei complimenti con un bacio, ma proprio in quel momento le porte dei camerini si spalancarono ed il professo Shuester irruppe nella stanza, a passo deciso.

<< Va bene ragazzi, mettetevi tutti in cerchio! >>

I ragazzi si radunarono attorno al loro insegnante, alcuni di loro battendo le mani ed acclamando, per darsi un po' di coraggio.

<< Ok, prima di andare in scena ci sarebbero alcune cose che vorrei dirvi. >> 

<< Aspetti, Professor Shuester...aspetti! >> lo interruppe immediatamente Finn, sovrastando il suo tono di voce << Ci ha rivolto un sacco di meravigliosi discorsi negli ultimi due anni, ma si ricorda che cosa ci ha detto una volta? " Un insegnante sa di aver fatto il proprio lavoro quando i suoi studenti non hanno più bisogno di lui." >>

I ragazzi si guardarono a turno, sorridendo e scambiandosi una serie di occhiate di conforto, mentre il professor Shuester annuiva silenziosamente.

<< Va bene. >> disse poi << Ok, Finn; a te la parola. >>

Finn sorrise ampiamente, rivolgendo all'uomo uno sguardo colmo di soddisfazione.

<< Ieri notte ci siamo riuniti tutti in cerchio prima di andare a dormire. >> disse << Abbiamo parlato a lungo, e poi ognuno di noi ha detto per quale ragione vorrebbe vincere questi campionati nazionali. Abbiamo detto tutti la stessa cosa: vogliamo vincere per lei! >>

<< Sì, esatto! >> fecero eco Puck e Sam, con entusiasmo, immediatamente imitati da tutti gli altri.

Il professor Shuester si morse un labbro, chiaramente in preda alla commozione.

<< So che ogni anno, a scuola, il preside Figgins consegna un premio per il migliore insegnante. >> proseguì il giovane Hudson << Ma credo che nessuno di noi debba aspettare, per dire come la pensiamo al riguardo. >>

Blaine sorrise e fece segno di sì con la testa, voltandosi verso il professor Shuester e guardandolo con espressione estremamente compiaciuta, così come stavano facendo i suoi compagni di squadra.

<< Lei è, come dire, l'insegnante della nostra vita. >> 

Tutti quanti annuirono, e le ragazze risposero in coro con un deciso: " Sì, esatto! ", che fece commuovere ancora di più il loro professore, il quale fu costretto a mordersi ancora una volta il labbro inferiore e a tirare su col naso, per impedirsi di piangere.

<< Wow... >> farfugliò l'uomo << Beh, grazie mille Finn...e grazie a tutti voi! Vi voglio bene ragazzi, moltissimo. >>

Proprio in quel momento, le luci in sala si accensero e spensero rapidamente, segnale inequivocabile che era appena arrivato per le Nuove Direzioni il momento di andare in scena; Blaine afferrò d'istinto la mano di Kurt e la strinse forte, così intensamente che le sue nocche quasi non diventarono di colore bianco.

<< Bene, è arrivato il momento: si va in scena! Mani tutte l'una sopra l'altra, adesso! >>

I ragazzi allungarono un braccio dinnanzi a sè e si prepararono per il loro solito rituale d'incoraggiamento, ma proprio in quel momento la porta si spalancò, rivelando sull'uscio una pimpante ed inaspettatamente piena di salute Mercedes.

<< Hey, fermi tutti! Non avrete mica intenzione di fare il cerchio magico senza di me?! >> tuonò a gram voce, con un sorrisetto beffardo sulle labbra.

<< Mercedes! Sei viva! >>

Mercedes rise e raggiunse i suoi compagni, mentre una sorridente Sue Sylvester si affacciava alla porta, con aria incredbilmente compiaciuta.

<< Sì, grazie a Sue. >> rispose la ragazza << E' una vera e propria bomba! >>

<< Sì, beh...è incredibile che cosa possano fare un po' di anfetamine, del  cortisone e qualche rito whodoo. >> fece eco la Sylvester, orgogliosamente.

<< Grazie al cielo sei qua! >> esclamò Quinn, visibilmente risollevata << Questo significa che almeno non cadrò per terra durante il numero delle Troubletones! >>

<< Oh, lascia stare! >> le rispose Mercedes << Questa sarà l'ultima volta che ci esibiremo tutti assieme! Anche tu ti esibirai in quel numero, e pure tu Tina! E non intendo accettare un "no" come risposta, anche perchè sono talmente piena di ormoni che potrei trasformarmi in una specie di Hulkessa, se mi arrabbiassi! >>

I ragazzi scoppiarono a ridere e le luci si accensero e spensero ancora una volta, più velocemente.

<< Va bene ragazzi, se non usciamo immediatamente da questa stanza non si esibirà nessuno di noi! Siete pronti?! >>

Un ennesimo urlo si levò nella stanza e dopo aver concluso quel loro rituale di fortuna, le Nuove Direzioni corsero dietro le quinte del teatro, pronti ad essere annunciati e dare ufficialmente inizio alla loro ultima, ufficiale, esibizione assieme.

<< Hai ancora paura? >> domandò dolcemente Kurt, afferrando la mano di Blaine ed intrecciando le dita con le sue. Il giovane Anderson si voltò verso di lui e sorrise, facendo lentamente segno di no con la testa.

<< Sto bene. >> rispose a bassa voce << E so che ce la faremo. >>

Kurt chiuse gli occhi e sospirò profondamente, stringendo più forte la mano del suo ragazzo.

<< Sì. >> sussurrò << Ce la faremo. >>

Blaine annuì e sospirò a sua volta, chinando la testa all'indietro e lasciando che un ampio, fiero sorriso attraversasse completamente il suo volto.

" Ok, Blaine: si va in scena! "
 
 


*
 
 

L'esibizione delle Nuove Direzioni fu perfetta.

Assolutamente ineccepibile, Blaine non avrebbe potuto trovare altro modo per definire quella loro incredibile performance, se non descrivendola come totalmente, meravigliosamente perfetta.

Il giovane Anderson sapeva che non sarebbe stato comunque facile battere i Vocal Adrenaline - i loro rivali  erano stati altrettanto bravi ed entusiasmanti, e Unique era un vero e proprio mostro da palcoscenico -  ma non poteva che essere estremamente soddisfatto ed orgoglioso di sè stesso e dei suoi compagni di squadra, per essere stati così bravi ed aver resistito con coraggio e determinazione, fino alla fine.

Qualunque cosa fosse accaduta, comunque fossero andate le cose, Blaine non avrebbe mai pensato a sè stesso come ad un perdente; aveva combattuto con forza e valorosamente, ed aveva raggiunto obiettivi che solamente un anno fa gli sembravano irraggiungibili ed aveva dimostrato a sè stesso di essere molto più forte di quanto chiunque altro avesse mai provato a fargli credere.

Ciò che avrebbe detto suo padre non aveva più molta importanza, quel momento, e neanche la vittoria gli sembrava poi contare così tanto; quella consapevolezza, la meravigliosa sensazione di essere veramente all'altezza dei propri sogni, valeva più di qualsiasi trofeo del mondo.

<< Su, tutti sul palco...adesso! I vincitori saranno annunciati fra pochi minuti, coraggio! >>

Le Nuove Direzioni raggiunsero velocemente il palco, sul quale vi erano schierati in perfetto ordine i Vocal Adrenaline e il terzo coro contro il quale gareggiavano, di cui Blaine non si era minimamente preoccupato di imparare il nome; istintivamente, Kurt afferrò la mano di Blaine e la strinse forte, più che potè, tanto fa fargli diventare le nocche completamente bianche.

<< Ci siamo. >> farfugliò nervosamente << Oddio, siamo così vicini.. mi sento mancare il fiato! >>

Blaine si morse un labbro e rafforzò la presa della mano di Kurt, inspirando ed espirando sommessamente; l'ansia, naturalmente, aveva deciso di non risparmiare neanche lui.

<< A-andrà tutto bene. >> balbettò << Dobbiamo solo stare calmi e...aspettare. >>

Il cuore gli balzò letteralmente in gola, e proprio in quel momento la voce dell'annunciatore spezzò il silenzio che il panico aveva diffuso in quell'enorme auditorium.

<< E adesso, andiamo a proclamare il vincitore del premio per il miglior artista individuale di questi campionati nazionali. >>

Blaine si issò sulle punte e si sporse leggermente per guardare Rachel, la quale teneva gli occhi chiusi e le mani saldamente strette a quelle di Finn e di Sam; tutti quanti sapevano quanto lei desiderasse quel premio e per quanto non potesse che ritenersi già estremamente orgogliosa per la perfetta riuscita del suo assolo - senza contare che, alla fine, Carmen Tibideaux era davvero venuta ad assistere alla sua performance - , la soddisfazione di poter stringere quel piccolo trofeo fra le mani non avrebbe potuto che rendere l' esprerienza ancora più memorabile di quanto già non potesse essere. 

L'annunciatore aprì la busta contenente il nome del vincitore, ma aspettò qualche secondo prima di comunicarlo al resto della sala, aumentò così ulteriormente la suspance e il già notevolmente alto stato di ansia dei partecipanti.

" Ti prego, fa che sia Rachel! " pensò intensamente Blaine " Fa che sia Rachel! "

<< Dalla squadra dei Vocal Adrenaline del Liceo Carmel Highs, Wade "Unique" Adams! >> 

Il pubbico e l'intera squadra dei Vocal Adrenaline scoppiò in un applauso fragoroso, mentre una profonda espressione di delusione solcò il volto di Blaine; il ragazzo tornò a guardare in direzione di Rachel, che teneva ancora gli occhi chiusi e le mani intrecciate a quelle dei suoi amici, ed era chiaramente affranta e rammaricata, anche se si stava sforzando più che mai a non farlo notare ai presenti. Deglutì, mordendosi più forte il labbro inferiore e stringendosi maggiormente al corpo del suo ragazzo, il quale lo guardò con aria estremamente preoccupata ed un chiaro bagliore di ansia nelle pupille.

<< Non ce la faccio. >> piagnucolò il controtenore << Sto per avere un attacco di cuore, non ce la faccio! >>

Blaine avvolse la vita di Kurt con un braccio e lasciò che questi si avvinghiasse a lui, posando sopra la sua spalla la mano sinistra, che il giovane Anderson afferrò con la propria e strinse forte, in quell'intreccio di paura e di conforto nel quale i due si erano inevitabilmente trovati; comunque fossero andate le cose, avrebbero dovuto affrontarle assieme, così come le avevano incominciate.

<< E adesso, facciamo un ultimo applauso per i nostri tre finalisti di questa edizione dei campionati nazionali di canto corale! >> esclamò ancora una volta il presentatore, pronto ad annunciare finalmente il vedetto finale << Al terzo posto abbiamo... >>

Blaine trattenne il fiato.

<< ... Direttamente dall'Oregon, i Portland Scale Blazers! >>

Blaine tirò un enorme sospirò di sollievo; erano ancora in gara, fortunatamente, e sebbene le possibilità di battere i Vocal Adrenaline continuassero ad essere tremendamente basse, se non altro non avrebbero concluso il loro percorso di gare all'ultimo posto. La mano di Kurt si strinse ancora più forte alla sua ed il suo respiro tornò a farsi irregolare, quasi ansimante.

<< Quante possibilità ci sono che la squadra il cui cantante solista ha già vinto il premio come miglior performer della giornata, vinca anche il primo premio? >> domandò Kurt ansiosamente, con voce piena d'aria.

Blaine deglutì.

<< Troppe. >>

Kurt fece segno di sì con la testa e chiuse gli occhi, sospirando profondamente. Blaine credette di poterne sentire il battito accelerato e galoppante persino da quella distanza.

<< E adesso, signore e signori, un po' di silenzio per il momento tanto atteso di questa giornata; congratulazioni ad entrambe le squadre che si trovato ancora su questo palco, ma adesso è arrivato il momento di annunciare un vincitore. >>

Il cuore di Blaine prese a martellare velocemente dentro al suo petto.

<< I vincitori di questo Campionato di Canto Corale 2012 sono... >>

Blaine chiuse gli occhi e si portò una mano al petto, mentre l'altra continuava a stringere con forza quella di Kurt; sentiva il fiato venirgli meno, le gambe cedergli e la testa farsi di colpo incredibilmente pesante.  Non si era mai sentito tanto nervoso per qualcosa come in quel momento.

<< Dal Liceo McKinley di Lima, Ohio, le Nuove Direzioni! >>

Ciò che avvenne dopo fu talmente rapido e frenetico che nessuno ebbe il tempo di rendersene conto; Blaine si ritrovò improvvisamente avvinghiato al corpo di Kurt, strillando e saltellando per la gioia, mentre calde ed umide lacrime di felicità scivolavano a fiotti lungo le sue guance.

Ce l'avevano fatta, avevano vinto.

Campioni Nazionali.

Era tutto così vero e concreto che Blaine credeva di poter palpare quella vittoria con le sue stesse mani; non era un sogno, non stava succedendo solamente nella sua testa e quelle non erano solo delle stupide, irrealizzabili fantasie adolescenziali.

Avevano vinto davvero.

<< Abbiamo vinto.... mio Dio, non riesco a crederci...abbiamo vinto! >>

Kurt si strinse alle sue spalle con tutta la forza che il suo corpo possedeva, mentre attorno a loro tutti quanti - professor Shuester compreso - continuavano a saltare, danzare e urlare per la gioia, l'eccitazione che si mescolava all'incredulità, creando dentro ai loro cuori una tenue e soave melodia di orgoglio e soddisfazione. Blaine si staccò dalla presa del suo ragazzo e si asciugò le lacrime, scrutando ad una ad una tutte le espressioni dei suoi compagni di squadra; non notò alcuna differenza fra di esse, tutte quante erano testimoni di quella meravigliosa ed incredibile sensazione di potenza ed invincibilità, la gioia e la fierezza di chi, dopo un lungo e tortuoso cammino, ha finalmente raggiunto la sua tanto agognata e desiderata felicità.

<< Anderson, vieni qui: fatti abbracciare! >>

Blaine venne letteralmente travolto da Sam e Puck, i quali lo abbracciarono con così tanta forza da fargli quasi mancare il respiro ( anche se Blaine era fin troppo felice per preoccuparsene realmente, in quel momento ); a mano a mano, il giovane Anderson andò ad abbracciare ad uno ad uno tutti i suoi compagni e, infine, anche il professor Shuester, che gli lasciò tenere fra le mani il trofeo per qualche secondo, come aveva fatto anche con gli altri. 

Quando le sue mani si posarono su quell'enorme oggetto di metallo, il suo cuore smise di battere per un istante; ripensò a sè stesso due anni prima, quando era ancora un giovane ragazzo infelice e spaventato, costretto a fuggire dalla sua stessa scuola perchè preso in giro ed umiliato da chi non aveva il coraggio di accettarlo per ciò che era veramente. Ripensò a quando, poco più di un anno prima, si era visto sfuggire dalle mani la vittoria ai campionati Regionali con i Warblers e al modo in cui, nonostante tutto, era riuscito ad uscirne comunque a testa alta perchè, anche se aveva perso un trofeo, aveva guadagnato qualcosa di molto più prezioso, grazie a Kurt.

E adesso che finalmente stringeva fra le mani il simbolo di quella vittora, la sua mente ritornò a tutti coloro che, nell'arco di una vita intera, avevano fatto di tutto per abbatterlo, per tarpargli le ali ed impedirgli di spiccare il volo verso il successo al quale apparteneva: il suo vecchio amico Johnny, Justin Grey e tutti gli altri bulli del liceo Jefferson*, Sebastian e i Warblers, Cooper - anche se da tempo, ormai, suo fratello aveva smesso di essere tanto duro con lui ed aveva finalmente iniziato a dargli il sostegno di cui aveva sempre avuto bisogno - e infine suo padre.

Nessuno di loro, nonostante tutto il dolore e la sofferenza causategli in tutti questi anni, avrebbe mai potuto rovinare quell'istante e spezzare dentro di lui quella vibrante, intensa sensazione di onnipotenza che Blaine stava provando al momento; sentiva, come mai prima di allora, di avere dentro di sè abbastanza forza da poter spaccare il mondo intero.

<< Tutti qui, tutti qui! >> strillò Rachel, con voce rotta dall'emozione << Abbraccio collettivo, forza! >>

Prima ancora che avesse il tempo di replicare, Blaine si ritrovò coinvolto in un appassionato abbraccio di gruppo, mentre fra il pubblicò si levavano luci di flash e click di macchine fotografiche - e il giovane Anderson era abbastanza convinto che la metà di essi provenissero dalla signorina Pillsbury e dalla Coach Beiste - , oltre ad un'ennesima serie di ovazioni ed applausi. In mezzo a quell'intreccio di braccia, mani e corpi, lo sguardo di Blaine trovò quello di Kurt e vi si perse completamente, sorridendogli dolcemente e evidente adorazione.

" Ti amo. " gli disse mentalmente, certo che quelle parole sarebbero arrivate dritte al suo cuore anche senza bisogno che le sue labbra le pronunciassero " E sono davvero orgoglioso di noi. "

Il controtenore ricambiò il sorriso con la sua stessa elonquenza e le parole uscirono silenziosamente dai suoi occhi, chiari e cristallini come un placido mare dei Caraibi.

Ti amo anche io.  E non sono mai stato così fiero di noi.

Blaine sorrise ampiamente, ed un'intensa sensazione di calore si espanse dentro al suo petto. 

Sì, ce l'avevano fatta.

E adesso niente e nessuno avrebbe mai più potuto farlo sentire a disagio, o non all'altezza di qualsiasi situazione; adesso, dentro al suo cuore, Blaine aveva l'assoluta certezza di essere veramente e fino in fondo un perfetto vincitore.
 
 
 

*
 
 
 


I festeggiamenti per la vittoria durarono fino a notte fonda, ed il giorno successivo nessuno dei ragazzi - nè tantomeno i loro quattro accompagnatori - aveva la forza di fare qualsiasi cosa che non fosse restarsene nella propria camera a vegetare, nell'attesa che arrivasse inevitabilmente l'indomani per fare definitivamente ritorno a casa.  Il viaggio in pulman - a differenza dell'andata - fu particolarmente silenzioso, a causa degli ancora evidenti residui di stanchezza, e per quanti sforzi i ragazzi potessero fare per cercare di renderlo un po' più movimentato, fu di una noia mortale dall'inizio alla fine. 

Blaine non potè che essere lieto ed incredibilmente sollevato, una volta messo nuovamente piede a Lima, anche se l'ansia e la preoccupazione di fare ritorno a casa non tardarono troppo ad arrivare; nonostante la sua grande soddisfazione per la vittoria delle Nuove Direzioni, il giovane Anderson non poteva certo negare di sentirsi ancora un tantino intimorito all'idea di dover affrontare suo padre, dopo la loro ultima, terribile litigata.

Certo, adesso lo avrebbe affrontato da vincitore, ma era pur sempre suo padre, un uomo tremendamente difficile da accontentare - soprattutto quando tale onere spettava a Blaine - e per quanto effettivamente l'autostima di Blaine avesse attualmente raggiunto livelli interstellari, certe abitudini erano fin troppo difficili da perdersi.

<< Blaine, tesoro...eccoti, finalmente! Vieni qui, fatti abbracciare! >> 

Blaine non fece neanche in tempo a richiudersi la porta d'ingresso alle spalle, che immediatamente venne travolto da sua madre, al quale lo intrappolò in un abbraccio senza via di fuga, talmente stretto da farlo quasi soffocare. 

<< M-Mamma! >> ansimò il moro, dimenandosi freneticamente fra le braccia della donna << Così mi strozzi, lasciami andare! >>

<< Oh, scusami tanto! >> 

Judit Anderson fece un passo indietro e liberò suo figlio dalla stretta, dandogli una rapida carezza sul volto e guardandolo con espressione adorante ed occhi stracolmi di soddisfazione.

<< Sono così fiera di te, amore mio. >> disse dolcemente, senza riuscire a smetterla di sorridere << Il primo premio,  non è meraviglioso? Oh, avrei tanto voluto vedervi...scommetto che siete stati favolosi! >>

<< Hey, che ne diresti di far salutare anche a me il nostro piccolo vincitore? >> echeggiò una voce metallica alle loro spalle << Anche io voglio essere reso partecipe di questo meraviglioso quadretto famigliare. >>

Blaine sorrise ampiamente al suono di quella voce che, per quanto alterata dal fruscio del telefono e del vivavoce, risuonava nelle sue orecchie così piacevolmente familiare.

<< Hey, Coop! >> esclamò allegramente il moro, avvicinandosi all'apparecchio << Che bello sentirti, mi sei mancato così tanto! >>

<< Dai, adesso non esageriamo! >> replicò Cooper, ridacchiando << Ci siamo sentiti due giorni fa, quando mi hai informato della vostra vittoria. >>

<< Beh, ma che vuol dire?! Sei pur sempre il mio fratellone, è giusto che io abbia nostalgia di te! >>

Cooper rise e la signora Anderson sospirò beatamente, intenerita da quell'adorabile quadretto famigliare. 

Blaine la guardò di sottecchi e sorrise; sapeva quanto si sentisse in colpa nei suoi confronti, in fin dei conti molto spesso non si era comportata molto meglio di suo padre, dimostrando forse una certa - e del tutto involontaria - predilezione nei confronti di Cooper, ma Blaine non riusciva proprio ad avercela con lei in quel momento. Era talmente felice per la sua vittoria, che non aveva alcuna intenzione di rinvangare il passato, non con le uniche persone della sua famiglia che sembravano essere ancora disposte a credere in lui e ad offrirgli il proprio sostegno, comunque fossero andate le cose.

<< Allora, come ci si sente ad essere dei campioni? >> domandò ad un certo punto Cooper, e Blaine riuscì ad immaginarsi perfettamente un amorevole sorriso raggiante illuminargli il volto.

Il minore dei due fratelli sorrise ampiamente e sospirò, inebriandosi della sua stessa soddisfazione. 

<< E' gradioso! >> rispose orgogliosamente << Non hai idea, Coop... mi sento come se, per la prima volta in tutta la mia vita, non dovessi più rendere conto di niente e nessuno! Ho vinto, lo capisci?! Ok, non ero da solo...ma ce l'ho fatta! Ho dimostrato a tutti, e a me stesso in primo luogo, di non essere un perdente; che importa di tutte le volte in cui, in passato, qualcuno mi ha fatto sentire inferiore?! Adesso so veramente quanto valgo, so di essere abbastanza in gamba e di avere abbastanza talento da diventare un vero artista, se mai lo volessi. Ed è quell che voglio, Coop, io voglio essere un artista; uno di quelli gradiosi, il cui nome non si dimentica tanto facilmente, così da un giorno all'altro. Voglio essere ricordato per sempre. >>

La signora Anderson sorrise ampiamente, chiaramente commossa, e Blaine ancora una volta riuscì perfettamente ad immaginare suo fratello fare lo stesso.

<< Lo diventerai, Bi. >>  disse Cooper, con voce morbida << Ricordi che cosa ti dissi poco prima di partire? Tu sei un talento nato, e so che diventerai un artista di grande successo! Me lo hai promesso, ricordi? Mi inviterai alle prime dei tuoi musical, dei film e ad ogni tuo concerto! >>

Blaine rise, immediatamente imitato da sua madre, la quale si avvicinò a lui e gli mise un braccio attorno alla spalla, stringendolo a sè affettuosamente; sentiva di essere così felice che il suo cuore avrebbe potuto scoppiare da un momento all'altro.

<< Immagino che tu non veda l'ora di ritornare a scuola, Bi. >> disse ancora Cooper, con voce piena di brio << Per una volta non potranno che festeggiarti, non credi?! >>

<< Oh, lo spero proprio! >> esclamò Blaine, sospirando profondamente << Insomma, abbiamo vinto tutto quello che poteva essere vinto, il minimo che possano fare a scuola è essere tutti soddisfatti di noi! Non dico che debbano stappare le bottiglie di champagne, ma mi auguro che almeno ci risparmieranno le granite in faccia! >>

<< Non pronunciare quella parola in mia presenza! >> esclamò immediatamente sua madre, inorridita << Se solo qualcuno prova ad avvicinarsi ancora una volta a te con uno di quegli intrugli maledetti, dovrà vedersela con me! >>

Blaine e Cooper scoppiarono a ridere, divertiti da quella versione così inaspettatamente combattiva della loro madre; Blaine fece per aprire bocca ancora una volta, ma prima ancora che avesse il tempo di dire qualcosa, suo padre irruppe nella stanza, con indosso la sua giacca da camera, un giornale sottobraccio e la sua tipica espressione burbera stampata in fronte. 

<< Che cos'è tutto questo baccano?! >>

Il più piccolo degli Anderson si irrigidì di colpo, quasi pietrificato dalla vista del suo genitore, come un povero viandande sfortunato di fronte allo sguardo glaciale e letale di una Gorgone.

<< C-ciao papà. >> balbettò il ragazzo, i pugni serrati e le ginocchia che tremavano vistosamente.

L'uomo rispose con un lieve cenno del capo ed una specie di brontolio, apparentemente incapace di pronunciare un vero e proprio discorso di senso compiuto.

<< Ciao papà, ci sono anch'io! >>  fece eco Cooper, con voce briosa e cercando di rompere la tensione del momento << Stavamo facendo una chiacchierata di gruppo, ti va di unirti a noi? >>

Richard Anderson storse il naso, contrariato, quasi come se la sola idea di trascorrere qualche minuto in salotto con tutta la sua famiglia - più o meno - al completo lo disgustasse profondamente.  Blaine si morse un labbro con forza, cercando di trattenere quella smorfia che anelava così disperatamente di mostrarsi sul suo volto; sperava con tutto sè stesso che, almeno in quell'occasione, suo padre si sarebbe risparmiato di appesantire ulteriormente l'atmosfera con un'ennesima litigata.

<< Non posso. >> rispose bruscamente l'uomo << Ho del lavoro da sbrigare, sono passato solamente a chiedervi di fare un po' meno baccano! >>

Blaine sollevò leggermente un sopracciglio, con perplessità; tutto qui? Non aveva nient'altro da dire, niente riguardo al fatto che suo figlio fosse appena tornato da Chicago e che avesse vinto un campionato nazionale?

<< Richard! >> lo ammonì sua moglie, lanciandogli un'occhiataccia << Non hai altro da dire? >>

Indicò Blaine con un lieve cenno del capo, ed il ragazzo d'istinto si mise le mani sul grembo, plasmando un placido ed innocente sorrisetto colmo di ingenua aspettativa, proprio come faceva quando era ancora piccolo ed andava alla continua e disperata ricerca di una qualsiasi forma di approvazione da parte del genitore. Il signor Anderson guardò il figlio dall'alto in basso e poi scrollò le spalle, quasi con indifferenza.

<< Adesso che sei tornato a casa, Blaine, non pensare di poter ricominciare ad assordarmi come al tuo solito con quelle tue ridicole cantate pomeridiane. >> bofonchiò << Solamente perchè hai vinto una gara, questo non significa certo che tu possa andare in giro per tutte le stanze fingendo di essere Pavarotti! >>

Senza neanche aggiungere altro, girò rapidamente i tacchi e si eclissò nuovamente nel proprio studio, dimenticandosi persino di salutare Cooper.

Blaine deglutì e si portò una mano al petto, sospirando a bassa voce; si sentiva stranamente calmo e rilassato, quasi come se il suo corpo avesse completamente ignorato quegli ultimi cinque minuti della sua giornata. Si ritrovò inaspettatamente a sorridere; buffo, aveva passato gli ultimi sette giorni a lottare disperatamente affinchè suo padre si rendesse conto di quanto valesse realmente, e adesso che era stato così palesemente ignorato, neanche sembrava importargliene più di tanto.

<< Ma che razza di cafone! >> sbottò Cooper dall'altro capo del telefono << Non vede suo figlio da cinque giorni e neanche si sforza di fargli i complimenti per il suo brillante risultato a quelle gare di canto! Ma come si fa ad essere così str... >>

<< Cooper! >> lo sgridò sua madre, rivolgedo al telefono un'occhiata omicida, la stessa che avrebbe rivolto a suo figlio maggiore se solo fosse stato lì presente << Non parlare così di tuo padre! Anche io credo che avrebbe potuto degnarsi di fare almeno un complimento a Blaine, ma non mi piace sentirti usare questi termini quando ti riferisci a lui.

<< E poi, non è un problema. >> aggiunse Blaine, facendo spallucce << Non ci sono rimasto male. >>

La signora Anderson lo guardò curiosamente.

<< Che cosa? Dici sul serio? >>

<< Blaine, stai dicendo che non ti dispiace che papà ti abbia ignorato in questo modo? >> intervenne nuovamente Cooper, incredulo << Ma se fino a pochi giorni fa dicevi che non vedevi l'ora di fargli vedere quanto tu fossi capace e rinfacciargli tutto quello che ti ha fatto passare in tutti questi anni! >>

<< Lo so, è strano! >> replicò Blaine, altrettanto sorpreso << Quando ero a Chicago non vedevo l'ora di ritornare a casa e dimostrare a papà quanto si fosse sempre sbagliato sul mio conto, eppure... beh, adesso non mi importa più! Non lo so, è come se... >>

S'interruppe di colpo e si guardò distrattamente intorno, per poi ritrovarsi a sorridere ampiamente e con estrema soddisfazione; se Cooper fosse stato lì con lui, probabilmente lo avrebbe preso per un idiota.

<< ... è come se, all'improvviso, non avessi più alcun bisogno della sua approvazione. >> disse, realizzando all'improvviso la realtà << Il fatto è che, per tutto questo tempo io non ho fatto altro che desiderare di essere alla sua altezza e compiacere le sue aspettative; ho trascorso anni con questo unico chiodo fisso in testa, ma adesso mi rendo conto che non ho bisogno nè di lui, nè della sua approvazione! Io basto a me stesso. >>

Sorrise ampiamente, tirando un enorme sospiro beato e colmo di soddisfazione.

<< Non ho bisogno di papà per credere di essere speciale: io so di esserlo, e il fatto che lui non sia disposto a credere in me, non mi farà certo cambiare idea. Ho piena fiducia nelle mie capacità e se lui non riesce a capire quanto valgo...beh, che vada al diavolo! >>

Cooper rise e la signora Anderson, sebbene non sembrasse approvare particolarmente quella scelta di parole, non potè fare a meno di sorridere dolcemente, rivolgendo al figlio minore uno sguardo oroglioso e pieno di ammirazione. 

<< Oh, tesoro! >> esclamò la donna, correndo ad abbracciare Blaine << Sono così fiera di te! >>

<< E non solo lei! >> fece eco Cooper << Anche io sono incredibilmente fiero di te, Bi! Sei tu il vero artista della famiglia, altro che il sottoscritto! >>

<< Hey, non dire sciocchezze! >> replicò Blaine, storcendo il naso e senza staccarsi dall'abbraccio di sua madre << Tu sei un artista, Coop! Certo, sei a volte sei un po' troppo...eccentrico... ma sei pur sempre un ragazzo di talento! >> 

Cooper rise: << Beh, detto da uno che ha appena vinto i campionati nazionali di canto corale coreografato, lo prendo come un complimento! >>

Blaine sorrise ampiamente, poggiando la testa sulla spalla di sua madre.

<< Lo è Coop. >> rispose dolcemente << Lo è davvero. E vorrei tanto che tu fossi qui, in questo momento, così potrei abbracciare anche te, oltre che la mamma. >>

Cooper non rispose immediatamente, e Blaine immaginò che stesse semplicemente tentando di impedire a sè stesso di piangere.

<< Beh, ci sarò presto. >> disse, dopo qualche secondo, la voce lievemente sporcata da un'appena impercettibile commozione << Prometto che durante l'estata verrò a farvi visita, così potremo passare un po' di tempo assieme. Certo, sempre che tu non abbia in programma di passare tutte le tue giornata assieme a Kurt, prima della sua partenza per New York. >>

<< Oh, non preoccuparti! >> lo rassicurò Blaine << Riuscirò a trovare un po' di tempo anche per il mio fratellone, lo prometto! >>

La signora Anderson guardò il figlio minore con adorazione e plasmò un tenero sorriso affettuoso, dandogli poi una rapida carezza sulla guancia e liberandolo poi dall'abbraccio.

<< Io avrei delle faccende da sbrigare. >> disse << Ma se voi due volete continuare a parlare fate pure, basta solo che ti ricordi di staccare il vivavoce ed utilizzi semplicemente la cornetta del telefono; non disturbate vostro padre, è meglio non abusare della sua pazienza. >>

Blaine fece segno di sì con la testa e, dopo che sua madre ebbe affettuosamente salutato Cooper, per poi fare ritorno ai suoi lavori di casa, afferrò la cornetta e spense il vivavoce, precipitandosi su per le scale e dirigendosi in camera sua.

<< Hey, Coop...sei ancora lì? >> domandò, chiudendo la porta a chiave e sdraiandosi comodamente sul suo letto.

<< Certo che sì, pensavi che me ne sarei andato? Aspettavo che mamma se ne andasse, abbiamo un sacco di cose di cui parlare! >>

Blaine rise, rigirandosi a pancia in giù sul materasso ed afferrando un cuscino, che si sistemò comodamente sotto le sbraccia, incastrandosi la cornetta fra il collo e la spalla; conosceva molto bene suo fratello e sapendo che quella sarebbe stata una conversazione molto lunga, aveva deciso di affrontarla il più comodamente possibile.

<< Allora... so che non è un argomento del quale adori parlare, ma...dimmi, come sono le ragazze, a Chicago?! >>
 
 


*
 
 



Ritornare al McKinley, dopo aver vinto i campionati nazionali fu, inaspettatamente piacevole per le Nuove Direzioni; ovviamente tutti speravano in un'accoglienza pacifica e sufficientemente dignitosa - in fin dei conti avevano portato a casa il primo premio, non era certo un'impresa da nulla -  ma nessuno di loro si sarebbe mai aspettato ciò che effettivamente accadde nel momento in cui, quel lunedì mattina dopo le Nazionali, rimisero nuovamente piede a scuola. 

Erano appena le nove del mattino quando, tutti assieme, i ragazzi del Glee Cub fecero il loro ingresso nei corridoi del liceo McKinley; dentro la scuola non volava una mosca - quasi quello fosse una specie di liceo fantasma - , un enorme cartello di colore rosso con su scritto "Congratulazioni Nuove Direzioni" penzolava disordinatamente dal soffitto ed ogni singolo studente - almeno, così sembrò a Blaine - della scuola se ne stava in piedi nei corridoi, dinnanzi a loro, in attesa del loro arrivo.

Inquietante, non potè fare a meno di pensare il giovane Anderson.

Sembravano essere tutti sul punto di far loro la festa - non nel senso positivo del termine - e ad un certo punto vi fu persino un momento di panico generale, quando due giocatori della squadra di hockey si diressero a passo svelto verso di loro, con in mano due bicchieri di granita e la chiara intenzione di svuotarne l'intero contenuto sui loro vestiti; i ragazzi chiusero gli occhi e strinsero forte i pugni, pronti ad affrontare per l'ennesima volta il loro solito, infelice, destino da sfigati.

Ma non fu proprio così che andarono a finire le cose.

Quando Blaine e i suoi amici riaprirono gli occhi, non ri ritrovarono il viso ed i capelli impiastricciati di granita, nè tantomeno le occhiate sprezzanti dei loro compagni di scuola puntate come fucili carichi e pronti a sparare da un momento all'altro su di loro; gli applausi scrosciarono rumorosamente, assieme ad una serie di grida e fischi di acclamazione, e laddove le Nuove Direzioni si sarebbero aspettate solamente freddi e pungenti frammenti di granita, vi erano invece tantissimi coriandoli colorati, le cui sfumature riprendevano quelle del cartellone dedicato alla loro vittoria.

Blaine si guardò intorno incredulo, la bocca spalancata in una pura espressione di sorpresa e meraviglia; impossibile, sembrava semplicemente impossibile! I coriandoli piovevano da ogni angolo del soffitto, così fitti e scroscianti come una violenta pioggia autunnale, sebbene la sensazione che procuravano al contatto con gli abiti fosse molto più piacevole e soddisfacente. 

Blaine semplicemente non riusciva a credere ai suoi occhi: nessuno gli aveva mai riservato un trattamento simile, neanche alla Dalton quando faceva ancora parte dei Warblers; certo, i membri del Glee Club erano  considerati al pari di vere e proprie rockstar nella sua vecchia scuola, eppure nessuno fra i suoi compagni era mai riuscito a farlo sentire così ammirato e stimato.

Che buffo, insolito paradosso, fu l'inevitabile pensiero del giovane Anderson: una scuola famosa per la sua intolleranza nei confronti di qualsiasi genere di discriminazione lo aveva letteralmente preso a pesci in faccia, rinnegando il passato che avevano condiviso e distruggendo in un solo attimo tutto ciò che era stato costruito in più di un anno e mezzo; invece, quella scuola così apparentemente disastrata, nella quale l'ignoranza, l'intolleranza e la più totale mancanza di rispetto nei confronti dei più deboli l'avevano sempre fatta da padroni, adesso guardava lui e i suoi amici come se fossero dei veri e propri eroi, come se tutti i risentimenti del passato fossero svaniti nel giro di appena pochi istanti, in un'evanescente nuvola di fumo.

Ad un certo punto un paio di ragazzi della squadra di football - con i quali Blaine non ricordava di aver mai parlato, sin da quando aveva messo piede al McKinley - corsero persino ad abbracciarlo e nessuno si scompose minimamente quando, preso da uno slancio di impeto e dall'euforia del momento, Blaine baciò Kurt appassionatamente sulle labbra, proprio nel bel mezzo del corridoio principale del primo piano, sotto quella pioggia di coriandoli senza fine. **

Un gesto che non avrebbe mai avuto il coraggio di fare prima di allora ma che, quel giorno, gli era sembrato così tremendamente semplice e spontaneo.

<< Avreste dovuto vincere le Nazionali anche l'anno scorso! >> aveva commentato scherzosamente il moro, staccandosi a malapena dalle labbra di Kurt e stringendolo ancora fra le braccia << Forse avrei avuto il coraggio di baciarti in questo modo di fronte a tutta la scuola un sacco di tempo fa! >>

I festeggiamenti erano andati avanti per tutta la giornata, ed erano stati così faticosi che alla fine delle lezioni nessuna delle Nuove Direzioni sembrava essere più in grado di reggersi in piedi ( anche se, forse, gran parte di quella stanchezza era dovuta più che altro all'ingente quantità di sidro ingurgitato nelle ultime ore ). Blaine avrebbe tanto voluto fare ritorno a casa al più presto possibile e godersi finalmente un po' di meritato riposo assieme a Kurt, ma non aveva fatto i conti con Finn e Rachel, i quali avevano indetto una riunione straordinaria del Glee Club, che si sarebbe dovuta svolgere con la massima segretezza e discrezione, per evitare che il professor Shuester ne venisse a conoscenza.  

Sembrava strano organizzare un simile incontro ad appena dieci giorni dalla fine della scuola e con le Nazionali ormai passata, ma non ci volle molto prima che le Nuove Direzioni scoprissero a che cosa era dovuto; Rachel, con il suo solito fare dittatoriale, prese immediatamente la parola senza neanche domandare il permesso a Finn, così da poter informare personalmente i suoi compagni della ragione effettiva per cui, quel giorno, era stato impedito loro di fare ritorno a casa subito dopo le lezioni.

<< Allora, andiamo subito al punto. >> disse Rachel, camminando avandi e indietro in aula canto, di fronte ai suoi compagni << Io e Finn siamo stati convocati dal presede Figgins e abbiamo saputo che domani si terrà l'annuale cerimonia di premiazione per il corpo insegnanti. >>

<< Ed era necessario Figgins, per farvelo sapere? >> replicò Santana, storcendo il naso << E' una cosa che fanno ogni anno, non si tratta certo di una novità! >>

<< Se voi la smetteste di interrompere, sapreste dove sta esattamente la novità! >> bubbolò Rachel, lanciando all'ispanica un'occhiata assassina << Il preside Figgins ci ha comunicato in anteprima assoluta chi sarà il professore vincitore del titolo di " Migliore insegnante dell'anno", e indovinate un po'?! Si tratta del professor Shuester! >>

L'intero gruppo si alzò in piedi, in una sonora ovazione.

<< Wow, è meraviglioso! >> esclamò felicemente Puckerman << Il professor Shuester ne sarà felicissimo, se lo merita davvero! >>

<< Sì, concordo! >> fece eco Kurt, quasi commosso << Non riesco davvero ad immaginare quel premio nelle mani di nessun altro insegnante! >>

<< C'è solo una cosa che non capisco. >> intervenne Blaine, con una punta di perplessità << Per quale motivo Figgins lo ha detto a voi due? Non dovrebbe essere un segreto? >>

Finn e Rachel si scambiarono uno sguardo complice, sorridendo ampiamente.

<< Beh, il preside Figgins ci ha chiesto un favore. >> rispose Finn << Vorrebbe che ci esibissimo per lui, domani alla premiazione. Sarebbe una sorpresa pazzesca, non credete? Il professor Shuester ci resterà secco, ne sono certo! >>

<< Che cosa? No, fermi... aspettate! >> lo interruppe Mercedes, in tono allarmato << Domani? Vi rendete conto di che cosa significa? Dovremo passare tutta la sera a provare, e io non credo che riusciremo mai a preparare un pezzo nuovo in meno di ventiquattro ore! >> 

<< Beh, lo abbiamo fatto anche in meno tempo. >> osservò Artie.

<< E poi, non è detto che dobbiamo per forza scegliere un pezzo nuovo. >> aggiunse Joe << Potremmo riciclare uno dei tanti numeri che abbiamo già fatto, magari uno di Michael Jackson, oppure... >>

<< Hey, ma che diavolo vi passa per la testa?! >> sbraitò Rachel, quasi inorridita da quelle parole << Ma vi sentite? Si tratta del professor Shuester, non ricicleremo alcun pezzo vecchio e rimarremo svegli a provare fino all'alba se dovesse essere necessario! >>

<< Sì, Rachel ha ragione. >> concordò Quinn << Il professor Shuester non è una persona qualsiasi, ed è stato molto più di un semplice insegnante, per tutti noi! Se davvero vogliamo celebrarlo, dobbiamo farlo nel migliore dei modi. >>

Rachel sorrise con soddisfazione, rivolgendo alla sua amica uno sguardo colmo di gratitudine. 

<< Bene, vedo che finalmente ricominciate a ragionare. Adesso non ci resta che scegliere il pezzo da cantare; avete qualche idea?! >>

I ragazzi rimasero in silenzio, guardandosi intorno distrattamente o rivolgendo lo sguardo verso terra, in contemplazione; era evidente che, per quanti sforzi stessero facendo, nessuno di loro sembrava essere in grado di trovare un brano che fosse abbastanza speciale ed adatto a celebrare la vittoria del loro amatissimo professore.

Poi, ad un tratto, come colto da una vera e propria illuminazione, Blaine sollevò la testa e si battè una mano contro la fronte, esclamando a pieni polmoni: << Ci sono! L'ho trovata! >>

I suoi compagni si voltarono di scatto verso di lui, guardandolo curiosamente e in attesa di una sua rivelazione; il giovane Anderson sorrise ampiamente, con soddisfazione.

<< Ho trovato la canzone perfetta. >> disse allegramente << Accidenti, sono un vero e proprio genio! >>

<< Blaine, smettila di farti i complimenti da solo e dicci il titolo di questa stramaledetta canzone! >> lo ammonì Kurt, facendo una smorfia.

Blaine sospirò beatamente, tergiversando appena pochi secondi prima di decidersi finalmente a parlare.

<< " We are the Champions", dei Queen. >> dichiarò << Penso che sia assolutamente perfetta. >>

I suoi compagni rimasero in silenzio per qualche secondo, guardandosi negli occhi a vicenda, come in cerca di conferma; poi, infine, Rachel sorrise ampiamente ed esclamò con brio: << Mi sembra un'idea grandiosa, Blaine! " We are the Champions" sia! >>

Blaine gongolò e gonfiò il petto con orgoglio, mentre Kurt si sporse dalla sua sedia per stampargli un enorme bacio sulla guancia.

<< Allora, dobbiamo decidere la struttura del brano. >> sentenziò Rachel << Ovviamente conosciamo tutti la canzone in questione, per cui dovremmo essere già a buon punto! Per quanto riguarda le parti soliste, pensavo... >>

<< Io credo che le parti soliste debbano spettare ai ragazzi dell'ultimo anno. >> la interruppe Blaine e quindici teste si voltarono rapidamente verso di lui, guardandolo con aria perplessa.

<< Che cosa? >> sbraitò Tina << Blaine, ma che diavolo stai dicendo? Per quale motivo dovrebbero essere solamente loro a cantare, ti sei dimenticato che... >>

<< Che mancano solo dieci giorni alla fine della scuola e che per più della metà di noi questa sarà l'ultimissima occasione per esibirsi di fronte al professor Shuester e al resto della scuola? >> rilanciò Blaine, in tono quasi saccente << No, Tina; non me lo sono dimenticato. So che vorresti cantare da solista, ti capisco perfettamente! Ma non credi che, per un'ultima volta, possiamo fare un altro sacrificio? >>

Senza neanche dare a Tina il tempo di rispondere, si alzò in piedi e si diresse al centro della stanza, voltandosi verso i suoi compagni così che tutti potessero guardarlo dritto in faccia.

<< Abbiamo fatto tanto gli uni per gli altri. >> disse << E siamo riusciti ad arrivare in cima. Il professor Shuester ci è stato vicino, e per alcuni di noi continuerà ad esserci anche il prossimo anno; non credete che sia giusto che gli altri abbiano il diritto di salutarlo come si deve, prima di andarsene? Avremo ancora un anno intero per essere egoisti e litigarci gli assoli; per questa volta possiamo tranquillamente restarcene al nostro posto, non credete? >>

I ragazzi del terzo anno annuirono silenziosamente, mentre quelli del quarto sorrisero e rivolsero al loro amico uno sguardo colmo di adorazione, alcuni di loro persino con le lacrime agli occhi; Finn e Rachel fecero partire un leggero applauso e quando Blaine fece ritorno al proprio posto, Kurt gli gettò le braccia al collo e fece sprofondare il viso fra i suoi capelli, sussurrandogli con voce morbida: << Non hai la minima idea di quanto ti ami in questo momento, e quanto io sia orgoglioso di te. >>

Poi, Finn e Rachel richiamarono tutti quanti all'ordine e diedero finalmente inizio a quell che sarebbero state, per la maggior parte di loro, le ultime prove della loro vita al liceo McKinley.
 
 
 


*
 
 



Preparare la sorpresa per il professor Shuester fu molto più semplice di quanto le Nuove Direzioni avessero pensato, ma doversi esibire di fronte a lui e al resto del corpo docenti, lo fu molto di meno; sembrava strano credere che, dopo tutte le volte che avevano cantato davanti a lui, fossero tutti così nervosi ed emozionati alla sola idea di doverlo fare ancora una volta, ma in fin dei conti si trattava di un'occasione completamente diversa dalle altre. Non avrebbero cantato davanti al loro insegnante, ma per lui; in una simile situazione, sarebbero stati fortunati se fossero riusciti ad arrivare fino alla fine della canzone senza mettersi a piangere neanche una volta.

<< Accidenti, ma quanto ci vuole ancora?! Non ce la faccio più, mi tremano persino le ginocchia! >>

Blaine mise un braccio attorno alle spalle di Kurt e diede lui un leggero colpetto d'incoraggiamento, guardandolo con occhi colmi di affetto e complicità; le Nuove Direzioni erano nascoste dietro le quinte da più di tre quarti d'ora e il momento della loro esibizione sembrava essere ancora tremendamente lontano.

<< Dai, cerca di rilassarti. >> gli disse dolcemente << Prima o poi arriverà il nostro momento, non possono certo tenerci rinchiusi qui dentro per sempre! >>

Kurt sospirò profondamente e proprio in quel momento si udì il suono di un intenso scrosciare di applausi provenire dall'auditorium, immediatamente seguito dalla voce di Figgins, il quale annunciò fieramente ed in tono altisonante: << Bene! Adesso è arrivato il momento di consegnare il premio che tutti quanti stavamo aspettando: migliore insegnante dell'anno. Vorrei chiamare qui sul palco, ad annunciare il nome del vincitore, la cosìdetta coppia Finchel. >>

Finn e Rachel accorsero sul palco, accolti da un'ennesima serie di applausi ed ovazioni, e le Nuove Direzioni si avvicinarono il più possibile per ascoltare il loro discorso; sapevano che ne avevano preparato uno appositamente per l'occasione, ma non avevano ancora avuto la possibilità di sentirlo, e morivano tutti dalla curiosità di sapere che cosa avessero architettato Finn e Rachel per celebrare il loro adorato professore.

<< E il titolo per il miglior professore dell'anno scolastico 2012 va... >> 

Finn incominciò la frase, interrompendosi alla fine per creare suspance, e lasciando la parola a Rachel, la quale con entusiasmo esclamò a gran voce << ...al professor Shuester! >>

Da dietro le quinte le Nuove Direzioni scoppiarono in un sonoro applauso, immediatamente seguiti dall'intero uditorio; Blaine riuscì ad immaginarsi il loro insegnante arrossire, guardarsi intorno con aria incredula e poi sorridere, gli occhi probabilmente stracolmi di lacrime di commozione. 

Era un peccato non poterlo vedere personalmente; sarebe stata senza dubbio un'immagine meravigliosa.

<< Professor Shue, aspetti! >> la voce di Finn risuonò così all'improvviso che sembrò interrompere qualcosa << Prima di farla salire qui sul palco a ritirare il premio, ci sono alcune cose che vorremmo dirle. >>

<< Ecco, adesso è arrivato il momento del discorso! >> sussurrò Kurt, battendo le mani con entusiasmo << Oh, non vedevo l'ora! >>

Blaine guardò il suo ragazzo con adorazione, per poi tendere nuovamente l'orecchio all'ascolto dei loro compagni di squadra; ancora una volta, fu Finn il primo a parlare.

<< Tre anni fa credevo di avere tutto. >> disse << Ero il qarterback della squadra di football, uscivo con la capo cheerleader...poi ho incontrato lei, professor Shue; e ho finalmente realizzato tutto ciò che mi stavo perdendo. >>

Blaine sorrise, intenerito dalle parole di Finn, e non potè che provare un briciolo di invidia nei confronti del suo amico; avrebbe dato chissà cosa per avere con il professor Shuester lo stesso tipo di rapporto che questi aveva con Finn. Chissà, forse il prossimo anno sarebbe toccato anche a lui.

<< Ci sono un sacco di insegnanti grandiosi in questa scuola. >> proseguì il giovane Hudson  << Che insegnano ai loro studenti un sacco di cose, come...guidare, o...o le frazioni... ma lei insegna ai suoi studenti a sognare. E, per quanto mi riguarda, niente è più importante di questo. >> 

<< Oh, no! >> gemette Kurt, tirando su col naso << Dannato Finn, sta cercando di far piangere anche me, per caso? >>

Blaine gli si avvicinò e, con il dorso della mano, asciugò gentilmente quelle poche lacrime che gli rigavano il volto, sorridendogli dolcemente.

<< Hey, non credi che sia ancora troppo presto per piangere? >> disse, mentre dall'altro lato delle quinte un ennesimo applauso decretava la fine del discorso di Finn << Aspettiamo almeno la fine della canzone, va bene? >>

Kurt annuì silenziosamente, e pochi istanti dopo fu Rachel a prendere parola.

<< Professor Shuester, quando ci siamo incontrati la prima volta io ero solamente un' irritante ragazzina ebrea, con due papà ed un grande, grande sogno. Oggi... beh, ho ancora due papà, sono ancora ebrea e - molto probabilmente - ancora molto irritante, ma...ma sono qui, in piedi di fronte a lei, diretta verso New York, qualunque cosa accada; e... beh, credo di poter dire onestamente che non sarei mai riuscita a farcela senza di lei. So che dovrò fare ancora molta strada, perciò.,..congratulazioni, professore! Nessuno merita questo premio più di lei. Le vogliamo bene, e... e questo è per lei. >> 

<< Forza, è il segnale! >> esclamò Santana, indicando ai suoi compagni i propri posti e facendo loro di muoversi ad occuparli, per dare finalmente il via alla loro esibizione.

<< Buona fortuna. >> Blaine posò un rapido bacio sulla guancia di Kurt e poi corse verso la propria postazione, dal lato opposto del palco.

Le luci si spensero e le quinte si aprirono, rivelando ad uno ad uno tutti i ragazzi delle Nuove Direzioni, i quali vennero accolti da un sentito applauso e da uno sguardo visibilmente commosso ed intenerito, da parte del professor Shuester. 

E poi, Finn incominciò a cantare, immediatamente seguito dal resto dei suoi compagni che lo supportavano con il coro.
 
 
 
I've paid my dues, 
Time after time
 
I've done my sentence 
But committed no crime
 
 

La seconda frase spettò a Puckerman, il quale si allontanò dalla sua postazione in mezzo al coro per dirigersi dall'altro lato del palco, e poi ritornare al punto di partenza; Blaine lo osservò con un leggero sorriso sulle labbra, non potendo fare a meno di provare un'intensa sensazione di tenerezza ed affetto nei suoi confronti.

Certo, forse non erano mai stati grandi amici, ma ciò non significava certo che Blaine non volesse anche a lui un gran bene; sarebbe stata davvero dura, dire addio anche a lui.
 
 
 

And bad mistakes 
I've made a few
 
 

La terza frase toccò invece a Santana e ancora una volta Blaine non potè evitare di emozionarsi profondamente; quello con l'ispanica era stato forse - assieme a quello con Finn - il più complicato di tutti i rapporti che avevaq stretto all'interno delle Nuove Direzioni, ma nonostante tutte le incomprensioni i due erano riusciti finalmente a venirsi incontro, esattamente come Blaine aveva sempre sperato.

No, neanche in questo caso sarebbe stato facile dire addio.
 
 
 
 
I've had my share of sand kicked in my face 
But I've come through
 
 
 

Arrivò poi il turno di Rachel, e a quel punto Blaine dovette faticare veramente parecchio per non mettersi a piangere; dopo Kurt, lei sarebbe stata indubbiamente la persona della quale avrebbe sentito maggiormente la mancanza, e come poteva continuare a guardarla in quel momento, così fiera e sicura di sè, pronta a realizzare tutti i suoi sogni più grandi, senza lasciare che la commozione avesse la meglio su di sè? Fortunatamente per lui, doversi concentrare sulla musica era già abbastanza da non potersi permettere neanche un attimo di distrazione. Si voltò verso Finn e dopo avergli rivolto un enorme sorriso affettuoso - non aveva neanche la forza di pensare a quanto ne avrebbe sentito la mancanza - si apprestò a cantare il ritornello assieme al resto dei suoi compagni.
 
 
 

We are the champions, my friends 
And we'll keep on fighting till the end 
We are the champions 
We are the champions 
No time for losers 
'Cause we are the champions of the world 
 


I ragazzi si misero in fila sul bordo del palco, uno di fianco all'altro, mentre la musica si addolciva con un tenue assolo di pianoforte. Blaine sbirciò per un attimo fra il pubblico per osservare la reazione del professor Shuester; non ne era del tutto certo, ma aveva la netta sensazione che stesse facendo ormai fin troppa fatica per trattenere le lacrime.

Del resto, come dargli torto? Blaine capiva come si potesse sentire, lo capiva fin troppo bene.
 
 
 

 
I've taken my bows 
And my curtain calls 
 
 


La musica si attenuò ulteriormente e Kurt si staccò dalla fila, avvicinandosi al centro del palco e rivolgendo le sue parole cantate al professor Shuester, mentre lo sguardo di Blaine si posava - con molta meno discrezione delle altre volte - sulla sua figura.

Di certo non sarebbe mai stato pronto a dire addio a lui.
 
 
 
 

You brought me fame and fortune and everything that goes with it 
I thank you all 
 


 
 
Ovviamente sperava di non doverlo mai fare veramente, e dentro di sè sapeva che non sarebbe mai stato costretto a lasciarlo andare per sempre; ma solamente l'idea di non poterlo più vedere ogni giorno, di non andare a scuola con lui e non poter trascorrere assieme ogni singola giornata di quelle lunghe, interminabili settimane, era abbastanza da farlo letteralmente morire dentro.
 
 

But it's been no bed of roses 
No pleasure cruise 
 
 
 
 
Quinn cantò la strofa successiva, avvicinandosi a Kurt ed abbracciandolo dolcemente, mentre Finn e Rachel si precipitavano in platea e trascinavano il professor Shuester sul palco, assieme a tutti gli altri; Blaine, nel frattempo, continuava a muoversi a tempo di musica, spostando il suo sguardo da Kurt e Quinn al professor Shuster, talmente pieno di emozioni da temere che, da un momento o all'altro, avrebbe finito con lo scoppiare a piangere indegnamente, come un bambino.
 
 
 
 

I consider it a challenge before the whole human race 
And I ain't gonna lose 
 
 
 


Finalmente il professor Shuester giunse sul palco, e mentre i ragazzi continuavano a cantare il ritornello della loro canzone - chi riuscendo a trattenere le lacrime e chi, nonostante i numerosi sforzi, non potè proprio fare a meno di piangere - gli abbracciò ad uno ad uno, rivolgendo loro qualche parola gentile, o semplicemente un rapido sorriso affettuoso, forse un po' più sbrigativo ma altrettanto eloquente e significativo.
 
 
 
 

We are the champions, my friends 
And we'll keep on fighting  till the end 
 
 


Quando arrivò anche per Blaine il momento dell'abbraccio, il ragazzo cercò di resistere con tutte le sue forze, mordendosi un labbro con forza e rispondendo a quel gesto affettuoso con un enorme sorriso radioso, ma non appena il professor Shuester passò oltre, gettandosi fra le braccia di Rachel, il giovane Anderson non fu più in grado di trattenersi; rimase in silenzio a guardare il suo insegnante mentre abbracciava ad uno ad uno tutti gli altri ragazzi, e quando arrivo anche il turno di Kurt, le lacrime incominciarono a formarsi dentro si suoi occhi.

Cercò di riprendersi rapidamente, così da poter arrivare senza troppi intoppi almeno fino alla fine della canzone, ripromettendosi di lasciarsi andare definitivamente alle lacrime solamente quando tutto quanto sarebbe stato finito.
 


 
We are the champions 
We are the champions 
No time for losers 
'Cause we are the champions of the world 
 
 
 


Alla fine dell'esibizione, Sugar e Quinn accompagnarono nuovamente il professor Shuester al centro del palco, il quale issò in aria il suo premio con orgoglio e soddisfazione, mentre tutti intorno a lui ricominciavano ad applaudire copiosamente; poi si voltò verso i suoi studenti e, con le lacrime agli occhi, mimò un sentito " Grazie Ragazzi" con le labbra, senza però lasciare uscire alcun suono. A quel punto, quando la musica cessò definitivamente, tutti quanti si gettarono sul professore e lo imprigionarono in un abbraccio collettivo, talmente stretto ed intenso da rischiare di far mancare il fiato a lui e a tutti coloro che ne facevano parte. In mezzo a quell' intreccio di corpi e di braccia, Kurt andò alla ricerca della mano di Blaine e la strinse forte, intrecciando ad una ad una le dita con le sue. Blaine, al contatto della mano calda di Kurt con la propria, avvertì d'improvviso un'intensa sensazione di calore al petto, e nonostante le lacrime che ancora affollavano le sue iridi, per poi scivolare lentamente lungo le sue guance, non sentì più alcun bisogno di essere triste. 

Avrebbe avuto tempo per essere triste, in futuro; in quel momento, sapeva che non ve ne era alcun bisogno.

In quel momento, fra le braccia dei suoi migliori amici, con la mano del suo ragazzo stretta forte nella sua e il migliore professore del mondo lì assieme a lui, pronto a prendersi cura di lui e due suoi sogni come aveva già fatto con gli altri, non vi era assolutamente niente per cui valesse, anche solo in minima parte, la pena di essere triste.












N.d.A: * Questi sono tutti accenni a persone e vicende da me inventate, nel prequel di questa fan fiction "Blaine's Turn".

** Avete presente la scena in cui TUTTE LE COPPIE si baciano durante i festeggiamenti? Beh, non me ne frega nulla della Fox: per me quel bacio C'è STATO! -.-


Buonasera a tutti! x3

Avrei voluto pubblicare due giorni fa, ma non sono mai stata a casa e non ho avuto neanche un attimo di tregua... però dai, meglio tardi che mai! xD Per altro, mi viene da piangere se penso a quanta strada ha fatto nell' arco di questa stagione il mio adorato Blaine... è cresciuto così tanto, sono talmente orgogliosa di lui...e non posso pensare che manca praticamente un capitolo alla fine!!!! T___T

A dire il vero il prossimo non sarà proprio l'ultimissimo capitolo, perchè conto di scrivere anche un breve epiloghetto, dove ci sarà un'interessante ritorno da parte di un personaggio che in molti di voi hanno già avuto modo di conoscere leggendo il prequel di questa storia.... ma basta, non spoilero ulteriormente! :)

Il prossimo capitolo arriverà sicuramente entro una decina di giorni, anche perchè presto avrò un esame e vorrei cercare di scrivere finchè ho ancora tempo, così poi potrò anche dedicarmi alla nuova long. Beh, detto questo... a prestissimo, spero. Non spetterò mai di dirvi quanto siete importanti per me, nessuno escluso.

Un bacione, Fede.
  
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