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Autore: __MariMalfoy    25/06/2012    29 recensioni
July vive in una dimensione fuori dalla realtà: non è nessuno in quella insignificante scuola superiore e passa il tempo nell'aula di matematica e in biblioteca, a consumare barrette al triplo cioccolato bianco. Non essendo nessuno, vede e ascolta, proprio come una comparsa. Sa segreti che gli altri non immaginano neanche.
Liam è il contrario di July. Con una vita sentimentale intricata e quattro amici squinternati, è il protagonista costante dell'attenzione degli studenti e specialmente delle studentesse.
E se i loro destini si intrecciassero? Non resta che leggere! ;)
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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cap 25 like
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Capitolo venticinque

 
{Romeo, take me somewhere we can be alone
I’ll be waiting, all there’s left to do is run
You’ll be the prince and I’ll be the princess
It’s a love story, baby just say yes.
Love Story – Taylor Swift}
 
Usare la bicicletta per arrivare a teatro era stato un’impresa bella e buona.
Nonostante avessi riso la maggior parte del tempo per colpa di Liam che tentava di ricordarsi come si faceva a frenare e a causa del mio scarso equilibrio sulla canna, alla fine avevamo preso il ritmo giusto: almeno non ci fermavamo ogni due minuti.
I piumini pesanti, la borsa enorme che avevo a tracolla e che cercavo di alleggerire il più possibile peggioravano la situazione e nonostante avessi ripetuto continuamente a Liam che poteva andarsene a casa e lasciarmi da sola, lui aveva insistito a rimanere e ad accompagnarmi lì, per poi proseguire a piedi da solo.
Il vento mi sferzò il viso: mi affrettai a tirare su la sciarpa fino al naso per ripararmi dal freddo pungente, ripetei il gesto con Liam che però pareva tutto concentrato a mantenere un equilibrio perfetto per evitare che cadessimo rovinosamente a terra.
Era incredibile quanta gratitudine provassi nei suoi confronti: aveva recitato con me, aveva dormito con me, aveva preparato la colazione con me, era stato il tempo in cui avrebbe dovuto essere con i suoi amici e nel suo letto ad aiutarmi il più possibile mentre combattevo il desiderio di assalirlo seriamente. Le attenzioni che mi donava erano fin troppe, abbastanza per permettermi di capire che ciò che avevo origliato era vero; l’unico problema era me stessa.
Mi sembrava totalmente impossibile che Chloe fosse stata ignorata per me, che Genevieve avesse smesso di essere amica di Arleen solo perché le piaceva passare del tempo in mia compagnia: ero una specie di seminatrice di zizzania, ma era già un miracolo che Niall non avesse lasciato da solo il suo migliore amico solo per quella cotta che provava nei miei confronti. Sarebbe stato irragionevole, quanto irragionevole era il mio tentativo di convincermi che le cose si sarebbero sistemate da sole senza che chiedessi minimamente scusa a Rikki, la vera destinataria delle mie parole.
Liam traballò fino alla porta chiusa del teatro e guardò l’orologio, prima di aprirsi in un sorriso.
“Cinque alle sette” sospirò.
Scesi sorridendo dalla canna, stando attenta a non falciarlo né a fargli perdere l’equilibrio già instabile che aveva.
“Meraviglioso, Payne, potrei assumerti come autista personale – scherzai. – Torna a casa con la bici, poi me la renderai”
“Sono sempre a tua disposizione, Juls – notò la mia espressione che si oscurò inevitabilmente al solo pensiero che se ne potesse andare, mentre quello della rappresentazione si insinuava nella mia mente. – Ehi, andrai benissimo”
Se avesse avuto la possibilità di leggermi anche il cervello, allora avrebbe avuto una reazione diversa e totalmente inaspettata che io stessa non avrei respinto.
“Speriamo” biascicai.
“Sarai fantastica, Juls, stasera – disse Liam con quel meraviglioso sorriso che tanto lo contraddistingueva. – Verrò a vederti e con me ci saranno anche gli altri – mi scostò una ciocca di capelli con un dito e il suo sguardo era eloquente. – E con altri intendo anche Niall e Rikki”
“Spero di essere decente, almeno”
Liam si dondolò un po’ sulla bicicletta. “Fidati di me. Ora vai dentro, sono le sette: ci vediamo stasera”
Si avvicinò e mi baciò sulle guance prima di sparire dietro l’angolo e lasciare che mi gettassi tra le braccia della recitazione.
 
Le prove si erano susseguite veloci una dopo l’altra, una scena una dopo l’altra, un complimento dopo l’altro: la sensazione di non sapere niente si era cancellata non appena avevo messo piede sul palco. Mi ero guardata attorno con un sorriso, notando centinaia e centinaia di posti vuoti di fronte a me, che sarebbero stati colmi non appena quella sera alle nove sarebbe scattato finalmente il momento in cui la realtà non sarebbe esistita e soltanto Verona sarebbe stata reale.
Quel momento tanto atteso arrivò più veloce e rapido di quanto avessi pensato prima e così anche l’ansia giunse inevitabile: mi strinsi tra le braccia e mi guardai allo specchio, scorgendo ancora un po’ di occhiaie sotto quello strato spesso di fondotinta. Immaginavo i miei genitori in prima fila che aspettavano la mia entrata, Liam con quell’imperscrutabile sorriso, Savannah e Harry accompagnati da un Louis con tanto di popcorn condivisi con Zayn, Niall e Rikki che sospettosi avrebbero guardato e non commentato, Arleen che avrebbe seguito con attenzione.
“July?”
Mi voltai giusto per scorgere la professoressa Wood che, stretta nel suo tubino rosso, avanzava verso di me. Mi posò una mano sulla spalla, sorrise e si chinò a guardare il proprio riflesso nello specchio, accanto al mio.
“Salve, prof – biascicai, sistemandomi la parrucca. – Quanto manca?”
“Giusto due minuti per ringraziarti del tuo aiuto. So quanto ti è costato imparare tutte quelle battute in una sola notte, da sola”
“In realtà non ero da sola… – esalai, per poi arrossire. Dovevo imparare a stare zitta e a non svelare i miei fattacci. – Ma non è importante. Sono emozionata”
“Te la sei sempre cavata, July. Sono molto fiera di te e so che non è professionale, ma ho sempre creduto nelle tue capacità – disse e sorrisi. – Non mi pare il caso di dirti che alcuni professori della Juilliard sono qui”
Mi sentii morire. “Non mi pare il caso, affatto”
Mentre la professoressa Wood mi picchiava la mano sulla spalla con un sorriso e mi augurava un buona fortuna con nonchalance, la mia mente era occupata da tutte le battute, da Romeo, dagli esponenti della scuola più importante nel campo teatrale e musicale.
“So che riuscirai a gestire meglio l’ansia, se pensi a qualcos’altro – non appena mi voltai verso la professoressa, lei stava guardando il suo orologio. – E’ il momento, July. Fai vedere chi sei”
Quando sparì dietro l’angolo, chiusi gli occhi e feci dei respiri profondi finché non sentii la voce di Kay che annunciava l’inizio dello spettacolo; mi avvicinai al sipario rosso prima di dare un’occhiata.
C’erano tutti, tutti per me. E quando le luci si spensero e il sipario si aprì, Romeo e Giulietta divennero reali.
E finalmente la comparsa diventò protagonista.
 
Ce l’avevo fatta.
Erano trascorse due ore tra battute, cambi di espressioni, risate – la ragazza che faceva il mio ruolo era inciampata nei suoi piedi mentre usciva dalla scena – romanticismo shakespeariano, un bacio che non si era neanche concluso visto che la Wood aveva avuto la brillante idea di spengere le luci non appena William si era avvicinato a me. Il mio primo pensiero si era rivolto a Liam che non avrebbe sclerato per quella troppa vicinanza.
Una scrosciata di applausi era susseguita alla fine dello spettacolo, un pubblico di non so quante persone aveva apprezzato gli sforzi di una notte intera passata a ripetermi continuamente battute che temevo non avrei imparato se non con l’aiuto di Liam. L’avevo visto sorridere orgoglioso quanto i miei genitori, avevo esultato dentro di me quando Rikki era scattata in piedi per applaudire e si era trascinata dietro Niall, avevo pianto quando la professoressa Wood mi aveva ringraziata di fronte a tutti. Ero scoppiata a ridere non appena Louis aveva esultato con troppo entusiasmo e tutti i suoi popcorn si erano sparsi per il pavimento, quando Savannah non aveva esitato a tirargli una sberla per poi tornare composta e fintamente seria come sempre.
Mi ero sorpresa quando avevo intravisto Chloe e Genevieve dietro ad un angolo, la prima con un sorriso, la seconda con forse una smorfia di invidia di cui non mi importava minimamente.
L’ansia era sparita non appena Giulietta era diventata parte di me, non appena il palco era sotto i miei piedi, non appena quella sfida mi si era presentata davanti. E aspettare aveva dato i suoi frutti.
Rientrai nel camerino e mi tolsi la parrucca con un gesto veloce prima di poggiarla su un ripiano e guardarmi a quello specchio in cui avevo visto quelle tracce di paura: adesso, al loro posto, non c’era altro se non orgoglio, soddisfazione e felicità.
“La July versione bionda è piaciuta molto stasera”
Sussultai non appena la voce di Liam si espanse per la stanza. “Giulietta è obbligatoriamente bionda o castana, mai rossa”
“Che ingiustizia”
Ridacchiai mentre lo vedevo avanzare nella mia direzione, con le mani tra le tasche e un sorriso. Un filo di tensione ci legava, sembrava tutto ancora perso in Romeo e Giulietta, in una dimensione e atmosfera quasi irreale, perfino i respiri sembravano flebili.
“Però mi sono ricordata tutte le battute – sorrisi, togliendomi una delle forcine dai capelli e poggiandola sul ripiano accanto alla parrucca. – Grazie per tutto quello che hai fatto per me”
Liam si strinse nelle spalle. “E’ stato un piacere – corrucciò le labbra. – E mi sono divertito… di’ la verità: sono un ottimo attore”
“Per nulla” risi.
“Mi sento offeso, Juls. Ora che sono diventato Romeo in tutto e per tutto e so anche le battute a memoria, mi dici che non so recitare? Ah, lo so che vuoi prenderti tutto il merito!”
“Non è vero! – replicai divertita. – Non mi sono mai presa il merito di niente in cinque anni e passa, e adesso dovrei cominciare a montarmi la testa? Ma anche no. E poi ho qualcuno che mi tiene con i piedi per terra”
“Davvero? E chi sarebbe?”
Mi strinsi nelle spalle, con un sorrisetto, mantenendo il gioco. “Si chiama Liam James Payne, lo conosci? È un rompicoglioni di prima categoria, ma aiuta averlo attorno”
“Ah, grazie!”
“Ma te non ti chiami Romeo? Esattamente come io mi chiamo Giulietta”
Liam sorrise, poi si avvicinò un poco più a me per sedersi sulla sedia affianco al ripiano su cui erano poggiati gli oggetti di scena. Mi squadrò divertito.
“Allora di’ quella famosa battuta, Giulietta” mi esortò.
“O Liam, Liam! Perché sei tu Liam? Rinnega Genevieve; e rifiuta Chloe: o, se non vuoi, legati solo in giuramento all'amor mio, ed io non sarò più Giulietta. Liam, rinnegale, ed in cambio, prenditi tutta me stessarisi.
Liam scoppiò a ridere. “Sei pessima, Juls, fattelo dire”
“Sì, ho leggermente modificato la battuta – sorrisi senza vergogna di aver mostrato ciò che provavo. – Ma è bella lo stesso, no?”
Liam si alzò dalla sedia, si avvicinò a me e quando il suo naso sfiorò il mio, sentii chiaramente che le palpitazioni del mio cuore erano aumentate a dismisura, tanto che arrossii senza accorgermene.
“Molto artistica – ammise, mentre il silenzio si faceva spazio nell’atmosfera. – Juls, sei sicura che adesso non si spengano le luci?”
“Ringrazia il Cielo che non ho baciato William, altrimenti avresti interrotto lo spettacolo e lo avresti ucciso” lo rimbeccai divertita.
Liam non disse niente, ma il suo sorriso fu eloquente abbastanza da farmi capire che ciò che avevamo passato era sfociato in qualcosa di troppo e che era condiviso da entrambi. Si chinò verso di me e per la prima volta in vita mia, quando sentii le sue labbra posarsi dolcemente sulle mie, dimenticai tutte le critiche, i pregiudizi, la rabbia, le scene cui avevo assistito impotente.
Liam amava ripetermi che ero sempre stata una protagonista, ma capii il senso di quell’affermazione soltanto in quel momento. La comparsa che tutti ignoravano era diventata il personaggio cardine in due scene totalmente diverse: la vita e il teatro.
 
***
Eh sì, gente, è finita. Non ufficialmente visto che c'è anche l'epilogo, ma... oh porco cazzo, sto piangendo da due ore e mezza. Lasciatemi nel mio brodo.
I ringraziamenti saranno lunghissimi, ma preferirei farli nel prossimo, proprio alla fine, quando avrò la certezza che è veramente finita. Non sapete quanto sia importante per me questa storia e il fatto di trovarmi moltissime recensioni ad un capitolo, mi fa morire di gioia, perciò grazie davvero. I ringraziamenti mi serviranno tre anni per scriverli, ma li scriverò seriamente e senza sclerare.
MA POPOPOOO sucatemela inglesi, abbiamo vinto noi italiani e poco me ne fotte se mi insultate su Twitter (il fish and chips ve lo infilo nel posto dove non batte il sole) AHAHHAHAH ah, sono __ohluna. AHHHAH
Finalmente comunque c'è stato il bacio tanto agognato che vi ho fatto sudare (l'ho descritto a merda ma pace) , probabilmente la scena tra Rikki, Niall e Juls la scriverò in un MM ma non lo so e... cavolo, sono triste davvero. Vi lascio la mia nuova storia sotto alla gif, se volete passare dal serio allo sclero, quella è quella giusta. AHHAHHA
Spero questa storia vi abbia lasciato qualcosa.
Ci vediamo all'epilogo...
Mari xxx

jikihol

love is
 
  
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