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Autore: BeeMe    25/06/2012    5 recensioni
Salì le scale di corsa e, appena fu a pochi passi da lei, sentì uno sparo e capì di essere stato troppo lento.
Gwen restò per un attimo inibita, quasi non avesse capito esattamente cosa stesse succedendo. Poi abbassò lo sguardo sul suo abito bianco, sul quale stava sbocciando velocemente un fiore di sangue e cadde all’indietro.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Duncan, Gwen, Trent | Coppie: Duncan/Gwen, Trent/Gwen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ciao Courtney!” la salutò allegramente il musicista, felice di aver trovato qualcosa che disturbasse il suo rivale.

“Ciao! Oh, Duncan, ci sei anche tu! Non saluti la tua principessa?” domandò correndogli incontro.

“Ciao Court.” borbottò sottovoce, chiaramente a disagio.

“Allora, andiamo! Duncan stavi dicendo che conosci un posto che farebbe al caso nostro?” chiese Gwen, prendendolo sottobraccio e salvandolo da ciò che la “sua principessa” avrebbe potuto fagli.

“Oh sì! E’ a pochi chilometri da qui ed è una radura fantastica!” iniziò lui per poi perdersi in una lunghissima spiegazione di come l’avesse trovata.

Al suo fianco la dark ridacchiava e faceva cenni disperati a Trent, fingendo che quello che stesse dicendo il ragazzo fosse terribilmente noioso.

“Così mi offendi Gwen! Ti sto forse annoiando?” le chiese ridendo lui.

“Oh, non potrei mai offenderti! Dicevi qualcosa su degli scoiattoli giusto?” gli rispose e così, tra chiacchiere varie, il viaggio durò poco.

Arrivati a destinazione, la ragazza rimase a bocca aperta: quel posto era spettacolare! Un oasi di verde splendente che terminava in un cielo così azzurro che  sembrava risplendere di luce propria.

Trent, vedendo la ragazza così stupita non poté fare a meno di pensare che era proprio bella e che non avrebbe mai voluto perderla di nuovo.

Si avvicinò e, appena lei si girò, la strinse fra le sue braccia, baciandola appassionatamente.

La ragazza sembrò sorpresa e, prima che ricambiasse il bacio, passò qualche secondo.

Duncan distolse lo sguardo, incapace di vedere colei che amava baciare qualcun altro nello stesso modo in cui aveva baciato lui fino a qualche settimana prima.

Courtney gli si avvicinò per consolarlo e gli mormorò all’orecchio: “Lei non si ricorda più di te... di voi. E’ l’occasione giusta per lasciarsi tutto alle spalle e ricominciare...”

Qualcosa passò sul suo viso e la perfettina, per qualche istante, pensò che sarebbe caduto ai suoi piedi, ma poi lui sollevò la testa e disse: “Mai! Io la amo e lei si ricorderà di me, prima o poi, e quando succederà io sarò lì con lei.”

Detto questo si allontanò e stese la classica coperta da picnic, a quadri rossi e bianchi.

Gwen e Trent si staccarono e andarono ad aiutarlo, mentre Courtney tirava fuori da uno zaino i panini e tutto quello che serviva per mangiare. 

Quando tutto fu pronto i ragazzi si sedettero e Trent, azzannando un panino con foga, fece ridere tutti.

“Allora, Court, ora che fai nella vita? Pensi di partecipare alla seconda stagione di A Tutto Reality?” le chiese Gwen.

La ragazza stava per dirle che lei aveva già partecipato a quella stagione ma si fermò un secondo prima di dirlo: la dark non si ricordava nemmeno quello!!

“Penso di partecipare.... Chissà se questa volta vincerò!” le disse, guardando Duncan di sottecchi.

“E tu?” chiese allora guardando il punk.

“Non lo so... Tu cosa vuoi fare?” le domandò guardandola dritta negli occhi.

Lei si perse nei suoi occhi e solo una gomitata da parte di Trent la costrinse a tornare alla realtà:”Ehm... anch’io non  credo di voler partecipare, mentre invece Trent vorrebbe proprio ritornare in TV, me l’ha detto ieri!” 

Il ragazzo borbottò qualcosa a proposito di dover andare in bagno e, dopo circa un minuto, Courtney  bofonchiò qualcosa riguardo al poco campo e di come non riuscisse a parlare coi suoi avvocati, mentre invece, in macchina, ci riusciva benissimo.

Rimasti soli, Gwen e Duncan si guardavano da un capo all’altro della coperta, senza sapere cosa dirsi.

“Allora, con Trent come va?” di tutte le domande che poteva farle, la più stupida gli era uscita di bocca! Duncan avrebbe voluto tirarsi qualcosa in testa, da quanto si sentiva stupido!

La ragazza davanti a lui bofonchiò qualcosa riguardo a delle arrabbiature riguardo i loro  incontri e qualcos’altro che il ragazzo non riuscì a capire.

Stupito che non descrivesse il proprio ragazzo come l’innamorato del secolo, le si avvicinò un poco e, stupendosi del rossore che aveva colorato le guance della sua amata, le chiese cosa ci fosse che non andava.

“Niente, niente... Hai visto che cielo? Ha lo stesso colore dei tuoi occhi...” disse Gwen indicando con un dito l’immenso azzurro che sembrava avvolgere ogni cosa.

“Lo stesso colore dei miei occhi?” chiese Duncan, indeciso se credere che la ragazza stesse scherzando o che si stesse ricordando qualcosa.

“Ho detto davvero così?! Volevo dire che ha un colore bellissimo!” si corresse velocemente lei, appoggiando la schiena a quella di lui.

“Guarda, quella nuvola sembra una casa!” esclamò indicando qualcosa nel cielo.

“Dove?” domandò il punk.

“Ma come, non la vedi? E’ proprio davanti a te!”

“Non vedo proprio nessuna nuvola a forma di casa!”

A quel punto la ragazza si girò e prendendo il suo viso fra le mani diresse il suo sguardo nella direzione giusta.

“Hai proprio ragione! Sembra una casa!” rise felice lui quando la vide “E lì c’è una nuvola che si muove!”

“Quello è un aereo!” ridacchiò Gwen.

La sua risata si spense dopo qualche secondo: un aereo, uno show, un bacio, un amore indissolubile, una pallottola d’argento.

I ricordi tornarono come un fiume in piena, sommergendola.

La ragazza fece un respiro strozzato e cadde indietro, tra le braccia di lui.

“Gwen! Stai bene!! Gwen!!!” Duncan cercava di scuoterla, di farla riprendere, ma i suoi occhi si velavano.

“Non ancora!! Ritorna da me!! Gwen!!!” ormai il punk urlava e Trent e Courtney accorsero. Vedendo la ragazza tra le sue braccia il musicista fu tentato di insultare il metallaro, ma poi, vedendo in che stato era e capendo che lei non era lì per scelta, si inginocchiò a fianco al giovane.

Courtney intanto lottava col suo palmare, cercando d chiamare un medico, ma prima che quello si decidesse a funzionare, gli occhi di Gwen si rischiarono, accesi di una nuova consapevolezza.

Cercò di alzarsi in piedi e Duncan le offrì galantemente una mano. Lei la afferrò e, appena riuscì a guardare negli occhi Trent, lui lesse dentro di lei tutto ciò che stava per dire e, precedendo ogni suo tentativo di parlare, la baciò.

Sapeva che quella sarebbe stata l’ultima volta e cercò di renderla memorabile, ma lei non collaborava, cercava di staccarsi, ma lui la teneva stretta fra le sue braccia.

Quando smise di baciarla, lei lo fissava con odio: “Mi hai mentito! Non mi hai detto niente! Sei un ipocrita!” mentre lei gli urlava contro tutto il suo rancore, Duncan fu invaso dalla speranza che lei si fosse ricordata tutto.

“Non mi hai detto niente! Mi hai illuso che ogni mio ricordo fosse avvenuto solo qualche settimana fa, anche se sai benissimo che sono passati più di due anni! In quella situazione ti avrei amato anche se mi avessi detto tutto! Credevo che tu fossi ancora quello che avevo conosciuto sull’isola! Ma non è così. Tu sei diverso.”

Sì, si ricordava tutto!! Duncan represse l’istinto di correre ad abbracciarla.

“Mi hanno sparato e tu sei stato zitto! Stavo per morire e invocavo la tua compagnia anche se colui di cui avevo veramente bisogno era vicino a me. Non ti voglio più vedere! Vattene!” poi, girandosi verso Duncan, la sua espressione cambiò totalmente. Il suo sguardo si addolcì, le sue labbra si stiracchiarono in un sorriso: “Scusa amore. Scusami per tutto.” Lui rimase per un attimo a guardarla, troppo felice per dire qualsiasi cosa e poi le saltò al collo, abbracciandola.

Lei ricambiò l’abbraccio e poi, abbassando il suo viso verso il proprio lo baciò.

Lo baciò come se fosse stata l’unica cosa che la tenesse ancora in vita, l’unica cosa che la rendesse felice, l’unica cosa di cui avesse bisogno.

“Mi sei mancato” sussurrò dopo che si furono staccati.

“Tu di più.” le disse di rimando lui.

“Ma io ero lì con te!” ribatté Gwen

“Non eri veramente tu. Ti avevano rubato parte della tua anima, pensavi in modo diverso da come pensi adesso. Mi potrai mai perdonare per aver permesso a quell’uomo di farti arrivare così vicina alla morte?”

“Non è stata colpa tua... Come avresti potuto anche solo immaginarlo?” detto questo si rituffò fra le braccia del ragazzo, desiderosa di ritrovare quanto aveva perso in quei giorni.

“Non pensiamo a questo, ora. Ora siamo felici, siamo insieme. e non credo di poter desiderare di più...”  le mormorò all’orecchio lui.

“Ne sei proprio sicuro?” gli domandò lei con uno sguardo malizioso.

Duncan non riuscì mai a risponderle perché lei lo zittì con un bacio. Un bacio più dolce, un bacio in cui gli diceva tutto quello che non sarebbe mai riuscita a digli a voce alta.

Quando il bacio finì i loro sguardi si incrociarono.

Nero e Azzurro.

Notte e Giorno.

Due realtà opposte che non possono vivere l’una senza l’altra.

  
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