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Autore: Frency94    25/06/2012    3 recensioni
Santana conosce Brittany e grazie a lei riesce a combattere e superare molte difficoltà.
E' la prima ff che scrivo su Glee quindi non so cosa verrà fuori.
Se vi fa piacere recensite e ditemi cosa ne pensate! :D buona letturaaa!!!
Frency
Genere: Angst, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Brittany Pierce, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Angolo dell’ autrice: chiedo umilmente perdono per l’aggiornamento un po’ ritardatario! ;)

Grazie mille a voi che recensite! Buona lettura e fatemi sapere cosa ne pensate! Baciii 

Frency94

 

 

 


Capitolo 26.

 

 

 

Santana POV

 

Era passata quasi una settimana ormai, da quando ero stata ricoverata e le cose non andavano affatto meglio, non solo dal punto di vista fisico, ma soprattutto dal punto di vista psicologico.

Gli attacchi di panico erano sempre più frequenti, mi sentivo al sicura solo quando ero fra le braccia di Brittany, ma lei non poteva stare con me ventiquattro ore su ventiquattro, dopo tutto aveva una casa a cui badare e quella enorme palla di pelo da sfamare.

 

Anche quel giorno arrivarono i medici a farmi i soliti controlli di routine e Brittany fu costretta ad uscire dalla stanza “Hey San, vado un attimo a casa a dar da mangiare a Lord T, va bene?”

Annuii debolmente, prima di sottomettermi completamente al volere dei medici.

 

 

 

Brittany POV

 

Uscii dalla stanza, lasciando Santana nelle mani dei medici. 

Odiavo quel momento della giornata, mi si stringeva il cuore ogni volta che incrociavo i suoi occhi da cucciolo impaurito mentre stavo uscendo. Ma non avevo altre possibilità.

 

Salii in macchina e in men che non si dica arrivai davanti al cancello di casa. 

Non feci neanche in tempo ad entrare che mi ritrovai Lord T che si strusciava sulla mia gamba, facendo le fusa. Lo presi in braccio, cercando di farmi perdonare per averlo trascurato in quei giorni, dopo di che lo portai in camera sua e gli diedi da mangiare.

 

Scesi di nuovo al piano terra e non appena mi trovai di fronte all’entrata, diretta verso la cucina, vidi la porta d’ingresso aprirsi. 

Sobbalzai, e per poco non mi venne un infarto. 

 

“Tesoro, come stai?” mi venne incontro mia madre abbracciandomi.

“Mamma, papà… cosa ci fate qui?” chiesi piuttosto stupita di vederli.

Fu mio padre questa volta a parlare “Sono passate tre settimane e poi… non sei felice di vederci?” chiese abbracciandomi a sua volta.

“Amore quanto è bello vederti!” disse nuovamente mia madre “Ti abbiamo portato tenti regali!” 

“Io… vi devo dire una cosa…” dissi titubante.

“Non sarai mica incinta?” chiese mio padre allarmato.

“Cosa? Io.. Incinta!? NOO!!” vidi i loro visi distendersi. “Venite, sedetevi” li condussi in soggiorno.

“Su bambina mia…” disse mia madre incitandomi a parlare.

 

Dopo qualche secondo di silenzio cominciai a parlare. 

Gli raccontai tutto, di Santana, della sua famiglia, di ciò che le era successo e non tralasciai neanche di parlargli del tipo di rapporto che si era instaurato fra di noi, dopotutto erano sempre state due persone aperte al mondo e fui contenta di vedere che accettavano la cosa con entusiasmo.

 

Fu mio padre il primo a parlare “E ora come sta?”

“È in ospedale, dovrà subire un altro intervento e una lunga riabilitazione” dissi cercando di decifrare l’espressione sul volto di mia madre.

Fu lei infatti a parlare poco dopo “Oh povera ragazza, che genitori perfidi!” disse veramente dispiaciuta “Dovremmo venire con te a trovarla! Penso che sapere che anche noi l’appoggiamo le farebbe piacere no?” 

“Sì, certo! Fra una mezzoretta io torno la, volete venire?”

 

 

Santana POV

 

Dopo quasi due ore in cui i medici continuavano a farmi esami su esami ne entrò un altro, che fece cenno agli altri di uscire.

 

Si mise al mio fianco “Allora Santana, come stai?” chiese con il sorriso sulle labbra e notando che non avevo intenzione di rispondere a quella domanda disse “scusa, domanda stupida!”

Dopo qualche secondo cominciò a parlare di nuovo “Questa mattina ha chiamato la Banca Trapianti, hanno detto che è disponibile un fegato compatibile, se per te va bene l’intervento si potrebbe fare domani mattina.”

 

Mi presi qualche minuto per pensare e poi risposi in modo secco “Va bene.”

Si alzò e mi mise una mano sulla spalla “Vedrai che andrà tutto bene” disse cercando di infondermi coraggio. Dopo di che uscì dalla stanza lasciandomi da sola a riflettere su ciò che avrei dovuto affrontare.

 

Sentii qualcuno bussare e non appena mi voltai vidi il volto sorridente di Brittany che si stava avvicinando a me.

“Tutto bene?” chiese, dopo avermi dato un bacio sulla guancia.

Annuii. “Bene perché ci sono due persone che devo farti conoscere!” 

La guardai con aria interrogativa e vedendo il mio sguardo fece cenno a due persone di entrare.

 

Vidi un uomo e una donna sulla quarantina varcare la soglia della camera. Erano entrambi alti, biondi e con gli occhi azzurrissimi. 

“San ti presento i miei genitori!” disse Brittany sorridente “Susan e James Pierce”

Entrambi mi sorrisero ma fu la donna a parlare “Britt ci ha spiegato tutto ciò che ti è accaduto, ci dispiace moltissimo! Sappi che per qualsiasi cosa noi ci siamo!” disse sorridendomi.

Restai spiazzata da tanta gentilezza Ecco da chi ha preso Britt.

“Grazie, ma…” non riuscii a finire la frase che fui interrotta dal padre.

“Non ti preoccupare, ci piace rendere felici le persone! Se tu sei felice lo è anche Britt, e se lei è felice lo siamo anche noi!” disse sorridendomi.

 

Restarono a parlare amabilmente con noi per più di un’ora, dopo di che si congedarono lasciandoci sole.

 

“Cavolo Britt, i tuoi sono mitici!” dissi colpita.

“Già..” rispose lei amaramente.

“Che c’è?” le chiesi preoccupata, facendole segno di sdraiarsi al mio fianco.

“È solo che… sarebbero ancora più mitici se passassero un po’ più di tempo con me.” disse triste.

 

Mi avvicinai di più a lei e le accarezzai il volto fino a che non si riscosse dai suoi pensieri “Cosa ti hanno detto i dottori?”

“Il mio corpo sta reagendo bene alle terapie e….” mi bloccai e non riuscii a finire la frase.

“e?” mi incoraggiò Brittany alzandomi il volto in modo da potermi guardare negli occhi.

“… mi operano domani mattina” risposi, mentre la paura che avevo cercato di scacciare cominciava a riaffiorare.

“Hai paura?” mi chiese abbracciandomi stretta.

Non riuscivo a mentirle “Sì… tanta” mi strinse più forte a se.

“Vedrai che andrà tutto bene… tu sei forte San, supererai anche questo ostacolo” disse tranquillizzandomi, mentre le sue labbra si avvicinavano alle mie, in un bacio di cui avevamo entrambe un immenso bisogno.



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