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Autore: Notteinfinita    25/06/2012    21 recensioni
"C'era una volta..." così iniziano tutte le favole, ma, prendete Draco e Hermione, fateli finire in una fiaba ed avrete un principe ed una principessa alquanto particolari.....
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Piccola, necessaria, premessa. I personaggi appartengono a J.K.Rowling così come tutti i diritti correlati.

La fiaba che narro perde le sue origini nella notte dei tempi, non l' ho inventata io.

I fatti sono liberamente ispirati alla puntata n.45 del cartone animato Ufo Baby di Mika Kawamura...a cui mi sono ispirata anche per il titolo.

.ma l'idea di mescolare tutto insieme per scrivere una Dramione è tutta frutto del mio cervello bacato.

Buona lettura!

 

 

 

I sogni son desideri?

 

« Finito! » esclamò Hermione, chiudendo il libro che aveva davanti per poi stiracchiare le braccia sopra la testa.

Con sguardo compiaciuto osservò la pila di libri che aveva davanti; erano le 21 di venerdì e lei aveva già finito tutti i compiti per il week-end.

L'idea di un po' di tempo libero tutto per se la elettrizzò leggermente e fece nascere un sorriso sulle sue labbra rosate appena da un velo di burrocacao alla fragola, l'unico vezzo che si concedeva. Subito il suo sguardo corse agli scaffali carichi di libri che torreggiavano ovunque nella grande biblioteca di Hogwarts.

Per una volta potrei darmi alla lettura per diletto” pensò.

Con passo svelto ma silenzioso Hermione si diresse verso lo scaffale che sapeva contenere i romanzi, babbani e non.

Lentamente iniziò a scorrere i titoli alla ricerca di qualcosa che la ispirasse, sorridendo ogniqualvolta s'imbatteva in un libro già letto. Ad un tratto l'occhio le cadde su un libro di favole e, presa dalla nostalgia, lo tirò giù dallo scaffale iniziando a sfogliarlo.

Era a tal punto persa nei suoi ricordi da non avvertire una presenza che le si avvicinava.

« Che leggi, Granger? » chiese una voce glaciale, a lei nota, mentre una mano, con gesto repentino, le sottraeva il volume dalle mani.

« Ridammelo, Malfoy! » intimò, fulminando il ragazzo con lo sguardo.

« La bimba si è data alle favolette! » la schernì, mentre dava un morso al laccio di liquirizia che aveva in mano e la fissava ghignante.

Con uno scatto Hermione afferrò il libro, nel tentativo di sottrarlo al Serpeverde ma, appena l'ebbe toccato, una luce dorata iniziò a diffondersi dalle pagine fino ad avvolgerli entrambi.

 

« Ma cosa cavolo è successo!? » si chiese Hermione massaggiandosi la testa dolorante.

Immediatamente le tornò in mente l'accaduto e, quando aprì gli occhi, avevano uno sguardo omicida che si trasformò in sinceramente stupito appena si rese conto di non essere più a scuola.

Confusa, si guardò intorno realizzando di trovarsi in quella che aveva tutto l'aspetto di essere una soffitta adibita a camera da letto.

Stava ancora cercando di fare mente locale quando la porta si spalancò e la figura di una donna alta, magra e dall'aria arcigna si stagliò sulla soglia.

« Ma insomma, quante volte devo chiamarti? Non ti mantengo per passare la tua giornata a poltrire a letto! » sbraitò. « Il ballo è tra poche ore. Ti aspetto al piano di sotto, muoviti! » detto questo andò via senza attendere risposta.

Hermione rimase alcuni attimi a fissare la porta mentre un dubbio si affacciava nella sua mente, poi si alzò e uscì dalla stanza; se le sue deduzioni erano esatte era meglio assecondare quella donna.

 

« Principe, si svegli, deve prepararsi per il ballo! »

Draco si chiese chi fosse così pazzo da disturbarlo mentre dormiva, sopratutto per dirgli certe stupidaggini. Il guizzo di un ricordo gli riportò alla mente ciò che era accaduto prima di risvegliarsi e fu, quindi, con un certo timore che aprì gli occhi.

La prima cosa che vide fu un uomo, vestito da valletto, con tanto di parrucca incipriata in testa che lo osservava sorridente. Con un colpo d'occhio, fece vagare lo sguardo per la camera deducendo di trovarsi nella da camera da letto di un nobile. Non che lui non fosse abituato al lusso, ma quell'arredamento superava di gran lunga anche quello di Villa Malfoy.

« Principe, il suo bagno è pronto. » continuò il valletto.

Draco si chiese perché quell'uomo si rivolgesse a lui con quell'appellativo ma decise che era meglio assecondarlo, almeno finché non si fosse reso conto di dove si trovava e di dove fosse la sua bacchetta.

Guardandosi intorno, con discrezione, Draco seguì il valletto dicendosi che, ovunque si trovasse, non gli era andata poi tanto male.

 

« La vostra carrozza è pronta. » disse Hermione, piegando lievemente il capo in segno di rispetto.

« Bene! Tu risistema la casa e poi vai a dormire, non è necessario che ci aspetti alzate, faremo sicuramente tardi! » esclamò con un ghigno soddisfatto per poi sospingere le sue due figlie fuori dalla porta lasciando Hermione da sola.

Chissà se gli eventi proseguiranno come nella fiaba?” si chiese raccogliendo i vestiti sparsi a terra “anche se mi chiedo chi può essere il principe?”

Il sospetto di chi potesse essersi trovato in quei panni le fece cadere ciò che aveva in mano mentre il suo volto assumeva un'aria sconvolta.

 

« Principe, è ora di fare il suo ingresso nella sala da ballo. Ogni nobile del paese è ansioso di presentarle la propria figlia nella speranza che la scelga come sua sposa! » esclamò il valletto, con voce compiaciuta, dando gli ultimi tocchi all'abbigliamento di Draco che, nell'udire quelle parole, aveva aperto la bocca per lo stupore.

Un ballo per trovare moglie, ma sono matti?” pensò Draco iniziando a escogitare un possibile piano di fuga. Gli bastò una rapida occhiata per capire che ogni tentativo sarebbe stato vano, vi erano guardie a presidio di ogni uscita.

Imponendosi la calma, si avviò verso la sala da ballo giurando in cuor suo che se era opera della Granger gliela avrebbe fatta pagare cara.

Appena ebbe fatto il suo ingresso, tutti gli ospiti gli puntarono gli occhi addosso. Draco sentì un brivido diaccio lungo la schiena. I mangiamorte erano degli agnellini in confronto a quei genitori a caccia di un marito per le figlie.

Sedutosi sul trono, iniziò a vedersi sfilare davanti decine di ragazze talmente insipide da non riuscire a distinguerle l'una dall'altra.

Mentre la presentazione delle possibili mogli continuava, una figura sul fondo della sala attirò la sua attenzione. Ignorando la ragazza inchinata di fronte a lui, Draco si alzò e si diresse a passo spedito verso la fanciulla, dal vestito color malva, i cui tratti gli sembravano decisamente familiari.

« Granger, che diavolo hai fatto! » esclamò, afferrandola saldamente per un polso onde evitare una sua possibile fuga.

Un brusio sconcertato si levò dagli invitati, a quel suo gesto.

Hermione fissò i suoi occhi in quelli del ragazzo con uno sguardo carico d'astio.

« Io non ho fatto nulla. » precisò « Comunque, se vuoi delle spiegazioni, portami fuori dalla sala danzando. »

Draco le rivolse uno sguardo sconvolto.

« Per una volta fa come ti dico. » sibilò Hermione.

Con un sospiro d'esasperazione, Draco le porse la mano in segno d'invito. Appena l'ebbe cinta alla vita, il valletto fece segno all'orchestra di iniziare a suonare.

Senza guardarsi in faccia, i due ragazzi iniziarono a volteggiare sulle note di un valzer. Giro dopo giro, riuscirono a conquistare la via del giardino.

Appena fuori visuale, Draco mollò la presa su Hermione che, privata dell'appoggio, barcollò e fu costretta a sorreggersi ad una colonna per non cadere a terra.

« Il solito cavaliere! » esclamò sarcastica.

« Mezzosangue non siamo qui per un romantico ballo al chiaro di luna. Fuori le spiegazioni! » ringhiò.

« Non so come, ma quando abbiamo toccato il libro insieme, ci siamo finiti all'interno. Questa è una favola babbana, Cenerentola. Tu sei il principe del posto che ha indetto un ballo per cercare una moglie. Io sono Cenerentola, una ragazza di buona famiglia caduta in disgrazia alla morte del padre perché derubata dei suoi averi dalla sua matrigna. »

« Non me ne frega nulla della favola. Voglio sapere come ne esco. »

« Ci stavo arrivando. Temo che per venirne fuori dobbiamo portare a termine la storia, senza alterarla. »

« E quindi cosa dovremmo fare? » chiese, scettico.

« Seguire la storia, è logico! »

« Sapientona, questo lo avevo capito, ma io non conosco questa stupida storia babbana! » rispose con astio.

« Lo immaginavo! » ribatté, sbuffando « Io a mezzanotte dovrò scappare dalla festa, perderò una scarpa, tu girerai tutte le case del paese alla ricerca della ragazza a cui la scarpa calza bene. Alla fine arriverai dove abito, io la indosserò e tu mi chiederai di sposarti »

« Che cosa!? » urlò Draco, inorridito.

« Hey, neanch'io faccio i salti di gioia, ma se vuoi uscire da qui devi fare come ti dico! » rimbeccò, esasperata.

Draco aprì bocca per protestare ma venne bloccato dai rintocchi della campana che annunciavano lo scoccare della mezzanotte.

Hermione alzò gli occhi verso la torre da cui proveniva il suono per poi riportare lo sguardo su Draco.

« Io devo scappare, ricordati quello che ti ho detto! » Detto questo, scese i pochi gradini che dal palazzo conducevano al giardino. Giunta infondo si volse verso Draco, si piegò, alzò leggermente il vestito, si sfilò una scarpa e la lanciò al ragazzo.

« Ora dipende tutto da te» urlò, per poi correre via.

Draco, afferrata la scarpa al volo, rimase lì a guardare Hermione sparire all'orizzonte. Quando non fu più visibile, abbassò lo sguardo sulla scarpa e si stupì al pensiero che Hermione doveva avere un piede molto piccolo per indossarla.

 

« Cenerentola, corri ad aprire la porta! » sbraitò la matrigna.

« Vado! » rispose Hermione, pregando in cuor suo che fosse Draco.

Appena aperta la porta, si trovò davanti un Draco dall'aria estremamente incavolata.

« Finalmente ti ho trovata, così metteremo fine a questa pagliacciata! » le bisbigliò, irato.

« È necessario che prima la provino le mie sorellastre, solo dopo potrò provarla io. » gli rispose in un soffio.

Draco la fulminò con lo sguardo, poi, con un sospiro, si accinse a ripetere per la centesima volta la sua parte del principe in cerca della dama sconosciuta.

« Signora, cerco colei che ha indossato questa scarpetta al mio ballo. » disse con il sorriso più falso del mondo stampato in viso.

« Le mie figlie saranno liete di provare la scarpetta per lei! » trillò la donna con voce zuccherosa.

Immediatamente le due ragazze si tolsero le scarpe.

« Quei badili non entreranno mai in questa scarpa! » esclamò vedendo i piedi delle ragazze. « Sguattera, provala tu! » urlò in direzione di Hermione lanciandole, nel contempo, la preziosa calzatura.

La ragazza la prese mentre con lo sguardo cercava di fulminarlo, quindi si sedette per indossarla. Quando l'ebbe calzata, rialzò lo sguardo su Draco, in segno di attesa.

« Bene, è la tua. Allora andiamo. » Sbuffò afferrando, intanto, Hermione per un braccio con un gesto alquanto rude.

Hermione si divincolò dalla sua stretta, infastidita.

« Devi dirmi che mi farai tua sposa se no la fiaba non può finire! » protestò.

Draco sospirò, innervosito.

« Poiché la scarpetta ti calza ti condurrò al mio castello e ti farò mia sposa! » recitò, senza entusiasmo né convinzione alcuna.

Hermione, anche se irritata, porse la mano al ragazzo e, insieme salirono nella carrozza reale.

« Adesso dovremmo tornare ad Hogwars. » affermò appena si furono chiusi lo sportello alle spalle e la carrozze si fu mossa.

« Dovrebbe essere così. » affermò Hermione, con una nota di dubbio nella voce.

« Che vuol dire, dovrebbe? Io ho fatto tutto quello che mi hai detto tu, Mezzosangue! » sbraitò.

Hermione girò lo sguardo verso il finestrino, sospirando.

« Nella fiaba c'è un'altra scena, prima della conclusione » disse in un soffio, senza guardarlo in faccia. « Nella scena finale il principe bacia Cenerentola. »

« Che cosa!? » urlò Draco con un'espressione schifata in volto.

« Lo so che per te sono solo una sporca mezzosangue, ma ,credimi, neanch'io faccio i salti di gioia all'idea di baciare una gelida serpe! » ribatté la ragazza fissando lo sguardo nel suo.

Quelle parole colpirono Draco e una parte di lui si chiese se quel “gelida serpe” non fosse un'insinuazione sulla sua capacità di baciare. Questa idea gli fece salire il sangue al cervello. Così, senza neanche rendersi pienamente conto di cosa faceva, portò una mano alla nuca di Hermione, l'attrasse a se e le catturò le labbra in un bacio.

Hermione, presa di sorpresa, non ebbe tempo di reagire. Inizialmente s'irrigidì al contatto con le labbra del serpeverde per poi rispondere al bacio. Man mano che questo si faceva più profondo Hermione si stupì a pensare che Draco baciava bene, sapeva essere appassionato e delicato al tempo stesso. Il ragazzo, dal canto suo, si chiese com'era possibile che non si fosse mai accorto di quanto erano dolci e morbide le labbra di Hermione.

Erano ancora persi nel bacio e nei loro pensieri, quando una luce dorata li avvolse nuovamente.

 

Lentamente riaprirono gli occhi ritrovandosi accoccolati sul pavimento della biblioteca di Hogwarts, le spalle appoggiate allo scaffale, il libro tenuto da una mano per ognuno, i capi appoggiati l'uno all'altra e le labbra a pochi millimetri di distanza.

Appena ebbero preso coscienza della situazione, Hermione arrossì violentemente; Draco, invece, si alzò di scatto e, senza dire una parola, uscì a grandi passi dalla biblioteca.

Appena varcata la porta, volse lo sguardo indietro e si passò la lingua sulle labbra irrigidendosi immediatamente.

Perché le mie labbra sanno di burrocacao alla fragola?” Si chiese ma preferì scacciare quel pensiero scuotendo il capo, piuttosto che darsi una risposta. Poi si avviò in direzione del suo dormitorio, alla ricerca di qualcosa che potesse distrarlo da quei pensieri malsani.

Hermione, rimasta sola, si alzò e ripose il libro sullo scaffale per poi andare a radunare i suoi libri poggiati sulla scrivania. Mentre lo faceva non poteva fare a meno di chiedersi cosa fosse successo davvero. Ad un tratto, si rese conto di avere in bocca uno strano gusto di liquirizia e, istintivamente, si portò la mano alle labbra. Sentiva il cuore martellarle nel petto e si disse che forse, per quella volta, l'ignoranza della verità non sarebbe stata un male...meglio l'illusione di una favola che una realtà impossibile da accettare.

 

Fine.

 

 

 

Nda: Prima di salutarvi due piccoli avvisi.

1- Qui finisce la one-shot ma, se avrà abbastanza successo, potrei decidere di continuarla. Il vostro parere è fondamentale, quindi recensite! ;)

2- Prossimamente, sulla mia pagina, la long-fiction “Sangue per sangue”, sempre dedicata a Draco e Hermione. Da non perdere!

 

 

Infine volevo ringraziare anticipatamente tutti coloro che leggeranno, recensiranno e che m'inseriranno tra le seguite, preferite o da ricordare.

Grazie di cuore, siete la più bella ricompensa per chi scrive.


 

  
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