Fumetti/Cartoni americani > I Vendicatori/The Avengers
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Autore: renney    26/06/2012    2 recensioni
Ho provato a immaginare e raccontare cosa potrebbe essere successo a Budapest tra i due agenti dello S.H.I.E.L.D. Natasha Romanoff e Clint Barton. In particolar modo, su come si sono innamorati e su come entrambi abbiano imparato a mettere in gioco i loro sentimenti e cambiare il proprio carattere l'uno per l'altra.
Ho cercato di mantenermi il più possibile fedele ai personaggi, basandomi sul film Avengers, che appunto ha ispirato questa storia, e grazie anche alla visione del cartone "Avengers - The mightiest heroes on earth" in cui è molto più presente Occhio Di Falco e si comprende meglio quale sia il suo carattere nel fumetto originale.
Buona lettura!!!
Personaggi: Clint Barton / Occhio di Falco (Hawkeye) e Natasha Romanoff / Vedova Nera (Black Widow)
Genere: Azione, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Iniziò a piovere. E l’interrogatorio ancora non era finito.
«Muoviti! Dimmi chi è stato!»
«Non ci penso nemmeno…»
A Ivan arrivò una freccia che gli sfiorò la guancia e finì per penetrare nel muro su cui era appoggiato con una violenza tale che anche il cemento si incrinò. Ivan si guardò attorno stupito: a parte il casolare a cui dava le spalle, l’unico edificio presente nei paraggi era posto ad una distanza di circa un chilometro.
«Bene, ora almeno inizierai a pensarci se parlare o no…»
Il volto pallido e l’espressione attonita di Ivan parlavano da sole. Natasha si voltò verso l’enorme grattacielo che si ergeva lontano alzando un pollice in segno di vittoria e Clint mise via l’arco. Missione compiuta.
 
La pioggia aumentò e ormai l’informatore aveva svuotato il sacco: Ivan aveva confessato che il  mandante dell’omicidio di Samuel era niente meno che Dimitri Popolov, il temibile boss della mafia russa, famoso per i suoi vizi: donne, soldi e auto sportive. Era un piccolo passo, ma siccome le indagini erano ferme ad un punto morto da mesi, era un risultato ben accetto.
Natasha e Clint si incontrarono un’ora dopo nel luogo prestabilito, una volta sicuri di non essere visti da nessuno.
«Sei tutta bagnata, tieni.»
Clint le appoggiò sulle spalle una coperta.
«E questa? Da dove arriva?»
«L’avevo presa nel caso i cui avesse piovuto –e aggiunse in tutta fretta- per avvolgere il mio arco.»
Barton cercò di inventarsi al più presto una scusa plausibile, volendo nascondere il vero motivo per cui aveva pensato di portarsela dietro, ma sapeva fin troppo bene che con lei, la Vedova Nera, non c’era via di scampo: era capace di entrare nella mente di chiunque e leggere anche i pensieri più celati. Ma con sua grande sorpresa, Natasha semplicemente si avvolse nella coperta e chiuse gli occhi. Si lasciò andare alla stanchezza per un solo momento, ma questo non era accettabile per una spia addestrata solo a combattere. Riaprì subito gli occhi sperando che questo momento di debolezza fosse passato inosservato. Clint, nonostante la avesse incontrata solo qualche mese prima, aveva imparato a conoscere la freddezza e la durezza della collega e fece finta di non essersi accorto di nulla. Guardò altrove, ma dentro di sé era perfettamente cosciente dello stress accumulato dall’agente Romanoff in quei lunghi mesi di indagini che sembravano non portare a niente.
Poco riposo e lunghi giorni di appostamenti stavano logorando anche l’animo dell’agente più capace dello S.H.I.E.L.D. e della spia più crudele del Governo Russo, da quando erano arrivati a Budapest.
  
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