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Autore: Celest93    26/06/2012    1 recensioni
A volte risulta difficile dire a voce i propri sentimenti, altrimenti esistono vari modi per farlo capire.
Una lettera, niente di più semplice.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akito Hayama/Heric
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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'Cara Sana,
rubo un attimo della tua attenzione per dirti due parole - due... si fa per dire! - sono cose che a voce non riuscirei mai ad esternare!
Quindi, quando vedi questa lettera, cercati una sedia, siediti, mettiti comoda - soprattutto comoda, per non sforzarti troppo - e leggi. Con calma, eh!
Bene, parto dal principio.
Ti ho odiata, e lo sai. 
Eccome, penserai tu, me l'hai fatto capire in vadi modi!
Ti ho amata, ma forse non lo sai.
Non lo sai perché quelle due paroline, quelle che iniziano con T e A, non te le ho mai dette. Nemmeno per sbaglio. 
Sono una persona poco propensa alle smancerie, hai imparato a conoscere questo lato del mio carattere, e poche, pochissime volte sono riuscito a dire qualche parola affettuosa.
Non a te, e questo mi fa sentire male.
Non posso farci nulla, sai? Quando ti ho davanti il mio pensiero corre a quanto vorrei abbracciarti e baciarti, fino a stare male. E non c'è mai posto per quelle parole. Creerebbero imbarazzo.
Ma torniamo a noi.
Perché ti sto scrivendo questa lettera?
Perché qui, adesso, vorrei dirti tutto ciò che mi passa per la testa, ciò che il mio cuore urla da una vita.
Adoro i tuoi capelli rossi. Adoro i tuoi occhi, le tue labbra, il tuo collo... i tuoi lineamenti da giovane donna. 
Adoro quando, durante la notte, mi abbracci come se fossi un cuscino. Mi fa sentire protetto, nemmeno io so da cosa.
Adoro quando sorridi. Mi fai venir voglia di sorridere al mondo al intero, ma non ci riesco: a quanto pare le mie labbra sono sigillate, si aprono giusto per dire qualche parola e poi si richiudono. Sarebbe uno sforzo immenso provare a sorridere come fai tu. Non ci riuscirei, mai.
Adoro sentire l'odore di bruciato non appena rientro in casa. E successivamente correre a spegnere i fornelli e controllare che non vi sia successo nulla.
E anche quando sono costretto a mangiare i tuoi spaghetti - buoni come il cemento - solo per non offenderti, e vedere il tuo grido di gioia quando pensi di aver imparato a cucinare.
Vuoi sapere una cosa, moglie mia? Sei negata! Smettila, non avvicinarti ai fornelli, o prima o poi ci ammazzi tutti!
Vediamo... cos'altro adoro di te? 
Ah, quando fai la doccia e non mi chiami a farla con te!
Poi te la faccio pagare, è quello che mi piace! Punirti, vederti pregarmi di smetterla di farti il solletico, o magari di stuzzicarti perché non ce la fai più ad aspettare e hai i tuoi istinti da soddisfare... ah, che goduria.
Eh si, mi piace da matti vederti soffrire per mano mia...
Mi sto allontanando dal motivo principale, quasi quasi vengo a svegliarti e ricominciamo.
Cosa amo di te? Semplicemente te.
Perché adoro tutto ciò che ho elencato prima, ma amo te.
Il tuo essere vicino a me, a sopportarmi e supportarmi, a non lasciarti vincere dalla voglia di uccidermi durante il sonno.
Perché ti faccio penare, ma non posso farci nulla: mi viene naturale!
Amo quando ti alzi durante la notte, svegliata dai pianti di Joeh, senza darmi mai la colpa sul perché ci debba andare sempre tu. 
In fondo, è anche figlio mio, sarebbe giusto dividerci i lavori.
Ma non lo hai mai detto, ne hai mai fatto trasparire se sta cosa ti seccasse o meno. Vai li a raccontargli storie su storie, partorite dalla tua instancabile mente, per fargli scodare il brutto incubo che l'aveva svegliato.
So queste cose perché ti seguo tutte le volte che posso. Me ne sto li, appoggiato al muro vicino alla porta ad ascoltare la tua voce.
Non appena ti fermi, quando il bimbo dorme, io me ne torno a letto e tu mi segui.
Scusami per quelle volte in cui non ti ho aiutata, sto cercando di migliorare, vorrei darvi il meglio.
E vorrei chiederti scusa se sono stato poco partecipe nella vostra vita. 
C'ero, ma al tempo stesso no. 
Ho ignorato i tuoi stupidi - allora per me erano veramente stupidi - gridi di gioia quando ti ha chiamata mamma per la prima volta; o quando ha mosso i primi passi; e anche quando ha messo su i primi dentini e stava male. Hai passato notti intere sveglia con lui, io me stavo ad ascoltare il pianto di lui e le tue parole di conforto. Non muovevo un dito.
Che razza di padre ero?
Me ne sono pentito, non sai quanto...
Di tutto.
Anche di averti chiesto di sposarmi con una frase che sembrava quasi una minaccia. Cioè, chi è 'sto stupido che dice ' sposami, hai capito?' ? Ok, la paura di un rifiuto era troppo forte, lo ammetto.
E chiedo scusa anche per quando, durante la cerimonia, me ne sono stato zitto e non ho aperto bocca con nessuno dei presenti. Che figura del cavolo, meglio non ripensarci...
O durante il parto... non ho retto, eri tu quella che che doveva far nascere un bimbo, io non dovevo svenire! 
Ma è stato troppo forte, non riuscivo a reggere l'idea che tu stessi così male e io non potessi aiutarti.
Mi hai piacevolmente sorpreso il giorno dopo quando, appena aperti gli occhi, la prima cosa che ho visto siete stati tu e un minuscolo esserino avvolto in una copertina azzurra. 
Mia moglie e mio figlio di fianco a me, l'unica cosa che volevo veramente.
Grazie al cielo eri ancora li!
Ma da oggi, voglio essere presente.
Non sarò un padre assente, no. 
La piccola peste in arrivo avrà un padre coi fiocchi. 
Fidati, finirà per lamentarsi da quanto le starò appiccicato.
E guai se qualcuno proverà ad avvicinarsi alla mia bimba! 
Mentre a te, non riceverai regali costosi per mascherare i miei sentimenti, non più.
Riceverai il mio amore, in tutte le sue forme.
Ti amo, Sana.
 
 
                                                                                          
Con affetto,
Akito
 

 
   
 
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