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Autore: Immyprincess    26/06/2012    1 recensioni
Ciao a tutti! In questa storia Ikuto è un angelo nero, ed Amu un essere umano, ma ci sarà Tadase, l' angelo bianco a contrastare il loro amore.
Leggete e scoprirete !
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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POV TADASE
" Quel guastafeste-come osa sbucare così all'improvviso e soprattutto chi lo ha autorizzato a scendere sulla Terra?! Non penso il Consiglio Supremo...mmmm...cercherò di saperne di più. Aggiungerei che è stato molto impulsivo ... non come me - pensò con un sottile tono di superiorità - che sono stato mandato sulla Terra per un unico scopo, impossessarmi dell'Humpty Lock e consegnarlo a mio padre, che con quell'oggetto avrà il controllo del nostro mondo e che ovviamente erediterò da lui. Pensandoci sono stato davvero stupido a lasciare Amu, va bè, rimedierò subito, la farò innamorare di nuovo di me , tanto lo so che per me prova ancora qualcosa. Sarà un gioco da ragazzi. Una volta riconquistata, le ruberò il lucchetto. Non sa cosa le aspetta se non mi darà quella chiave. Però devo fare attenzione a quello sciocco di Ikuto, fortuna che non sa che mio padre è il capo degli angeli bianchi.”
Fu distolto da un TOC TOC.
- Tadase sono io fammi entrare. Andai ad aprire.
Era mio padre: un uomo muscoloso, alto e dalle spalle larghe. Profilo adatto ad un atleta, ma in quanto all'età non ci siamo proprio rispetto a quella degli umani, anche di viso si vede che è molto invecchiato. Ha più di duecento anni. Non si può dire che sia un ragazzino nel nostro mondo.
- Perchè mi stai facendo la revisione?
- Ah...scusami, ero assorto nei miei pensieri, che sorpresa...sei tornato in anticipo questa settimana.
Mio padre scende su questo pianeta ogni settimana, per controllare a che punto sta la situazione; ossia se ho ritrovato l'Humpty Lock e scovato il capo degli angeli neri. Non gliel'ho detto a mio padre del ritrovamento del lucchetto, semplicemente perché mi rovinerebbe tutto il gioco.
Il mio vero scopo è quello di riconquistare il cuore di Amu. E lo farò.
- Devo parlarti di una questione urgente. - Disse con un tono pacato, che nell'arco di 5 secondi si sarebbe trasformato in tutt'altro.
- Cosa ho fatto stavolta ?- Gli chiesi con voce tremula.
A quel punto mio padre non si trattenne e urlò.
- Ti rendi conto delle tua azioni, Tadase? Cos'hai al posto del cervello , una zucca vuota?
- Non ti seguo.
- Ah, non ci arrivi proprio. Allora te lo spiego subito. Stasera mentre tornavo a casa ho sentito una signora che diceva di aver visto volare nei pressi del parco un essere alato, con il corpo molto simile a quello di un umano.Da questo devo dedurre che sei stato proprio tu, poiché sei l'unico fesso che possa aver fatto una cosa del genere.
- Papà, posso spiegarti...
- Spiegare un corno! Non capisci che per compiere la missione abbiamo bisogno di restare su questo pianeta? Pensa un po’ cosa farebbe il mondo se scoprisse della nostra esistenza o peggio del nostro pianeta. Saremo costretti a vagare per il cosmo, per l'eternità! E' questo quello che vuoi, figliuolo?
- Certo che no.
- E allora non fare più azioni che possono mettere a repentaglio il nostro segreto, altrimenti sarò costretto a rispedirti sul nostro pianeta. Sono stato abbastanza chiaro?
- Chiarissimo!
E detto ciò, papà si calmò, mi augurò una buonanotte e andò a letto.
"Stupido papà."
 
POV. AMU
I raggi del sole penetrarono attraverso le tende, illuminando con un bagliore leggero la mia camera, costituita da tutto ciò che può avere alla sua età una quattordicenne (quasi quindicenne): Poster della mia band preferita "I Paramore", trucchi e riviste sparpagliati sul pavimento, della serie “nel mio disordine, trovo il mio ordine” aggiunto a un caos di vestiti disseminati ovunque nella stanza: sulla sponda del letto, sull'armadio, ammucchiati al suo interno, che quasi non riesce a chiudersi. Tutto racchiuso in una stanza stretta e lunga, dalle pareti rosa, “classico stile baby che mia madre non ha voluto cambiare”, poiché pensa che sia ancora la sua piccola. Dopo queste attente riflessioni, mi preparo per andare alla gita organizzata con gli amici. Mi preparo in quaranta minuti, dopo di che scendo a fare colazione.
- Buongiorno mamma!
Mia madre è bianca in volto.
- Mamma? Ti senti bene?
Senza dire una parola, con l'indice mi indica il giornale.
Io resto sbalordita dal titolo che trovo in prima pagina.
 
Essere alato vagante per la città
Terrore tra la gente.
Ieri alle 19.00, sull'imbrunire, un “essere alato solcava
i cieli " così sostiene la signora che dice di averlo avvistato
nei pressi del parco. Lo ha descritto così: “non sembrava un animale, ma allo stesso tempo non sa dire cosa sia”. Tutto il paese ne resta terrorizzato. Quindi non ci resta che porci un unico interrogativo. Chi è, o per meglio dire, che cos'è?

 
- Quindi è la verità, gli Angeli esistono.
- Chi ti dice che sia proprio un angelo?
- Dall'immagine sembra proprio così.
 
Ero sconvolta, ma preferii non pensarci troppo, così tranquillizzai mia madre, feci colazione, preparai il pranzo a sacco formato da due panini farciti da me e un succo di frutta in scatola, visto che né io, né mia madre, eravamo un granché in cucina, salutai mia madre e me ne andai. Destinazione? La stazione centrale. Lungo il tragitto, ascoltai la mia canzone preferita dei Paramore: “That's what you get”.
Da lì inizieremo la nostra gita tutti assieme.
Alla stazione c'erano già Rima, Nagihiko, Yaya e Kairi, tutti eccitati all'idea di passare una giornata fuori.
-Buongiorno Amu! - Dissero in coro.
-Buongiorno ragazzi, come andiamo?
-Benissimo. Stiamo aspettando i due ritardatari.
-Due? Perché oltre a Tadase, a chi avete invitato?
- Ikuto.
A quel nome ,il mio cuore sobbalzò.
- E perché?
-Pensavamo che sarebbe stato carino farlo integrare nel nostro gruppo, visto che è nuovo di qui.
- Già, certo. Capisco.
Che bella giornata! Non poteva iniziare meglio di così. Povera me...
- Amu? Ti senti bene?
-Si! Si!
In quel momento intervenne Yaya.
- Ma dai! Secondo te non ho notato l'affinità che c'è tra voi due?! Adesso capisco perché ti sei vestita così carina .
-Non dire stupidaggini - dissi arrossendo
-Si, si! Come no! Ci metto la mano sul fuoco che le mie teorie sono esatte.
-Smettila!
Quando mi girai, scorsi il suo profilo sull'altro binario. Poi ci fu l'immancabile scambio di occhi, in cui abbassai lo sguardo. Continuava ad avvicinarsi...più si avvicinava, più il mio battito cardiaco aumentava.
 
-Buongiorno a tutti!
-Ciao Ikuto!(Coro generale)
-Come stai? - Gli chiese Nagihiko, scambiandosi un cinque, troppo familiare per due persone che si conoscono appena,
-Allora,andiamo?
-Non ancora Ikuto, manca Tadase .
- Ah, ma viene anche lui? Non lo sapevo - disse accigliato
-Si! - Esclamai arrossendo. – C’è qualche problema?
Lui si avvicinò e mi alzò il mento: -Con questo devo immaginare che tra te e lui ci sia ancora qualcosa... -
Come fa a saperlo ?
- E anche se fosse? Non è mica la tua ragazza... –
Intervenne Tadase, arrivato proprio in quell'istante.
 
- Ma potrebbe diventarlo un giorno.
Arrossii di botto.
-Basta! Sono venuta con l'intento di divertirmi , quindi non litighiamo. Fra cinque minuti passa il treno. Cerchiamo di restare uniti e di discutere in un altro momento .
I due rivali si guardarono fulminandosi con lo sguardo.
 
Durante il tragitto non facciamo che parlare del luogo dove ci avrebbe condotti Tadase.
Ad un certo punto, gli chiesi:
-Dove ci porti?
-E' una sorpresa.-disse, stuzzicandomi.
Anche Tadase da un po’ di tempo iniziava a comportarsi in modo strano...come se si stesse innamorando di me...
Dopo circa un'oretta di viaggio, arrivammo nella stazione di un paesino, che in questo momento fatico a ricordare il nome. All'inizio, percorremmo una stradina che portava su di una montagna ricoperta completamente di fiori di ogni tipo. Mi sembrava di sognare. Trascorremmo la giornata in mezzo a quei prati stupendi. Verso l'ora di pranzo,ci spostammo in un agriturismo lì vicino, dove gustammo piatti italiani tipici. Si,in quell'agriturismo si cucinava esclusivamente all'italiana e posso assicurarvi che la cucina italiana è davvero buonissima, latticini, salumi, pasta al forno, lasagne. Veramente da leccarsi i baffi.
Verso sera ci recammo alla stazione per tornare a casa. Una volta arrivata, salutai tutti e mi avviai verso casa .Ricominciai ad ascoltare i Paramore.
Durante il tragitto stavo per attraversare la strada, quando una macchina passò così velocemente che stava per investirmi...ma improvvisamente, prima dello schianto, due braccia possenti mi strinsero e fui poggiata a terra.
Sentii la voce dell'autista avvicinarsi:
-Oh, mi dispiace così tanto. Come state C'è bisogno di un ambulanza?
Poi sentii la sua voce.
-Non c'è ne bisogno. Vi ringrazio. Andate.
Le sue labbra si avvicinarono al mio orecchio...
-Amu? Tutto bene ?
-Si...
Allentò la stretta.
Gli afferrai un braccio.
-Ti prego non mi lasciare qui da sola.
-Non preoccuparti. Non ne avevo l'intenzione.
-Tienimi stretta tra le tue braccia ancora un po’.
Lui sorrise ed obbedì.


Ecco un altro capitolo della storia, scusate il ritardo, spero che vi piaccia.
Inoltre vorrei ringraziare tutti coloro che leggono e recensiscono la storia.
Un bacio.
Immyprincess
  
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