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Autore: JessL_    26/06/2012    10 recensioni
Si dice che l’amore è cieco e che la sfortuna ci vede più che bene; Jessica ha sempre concordato in pieno... soprattutto da quando ha capito che non vede più Francesco solo come un amico. Dovrebbe, perché lui è fidanzato, perché si conoscono da una vita... e perché in un certo senso lo ha promesso a sua cugina.
Come andrà a finire? Jessica sarà veramente innamorata di Francesco?
E Francesco che cosa prova per la sua migliore amica?
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Buongiorno a tutti! Ci ho messo un po’ ad aggiornare, ma questo solo perché volevo dedicarmi un attimo all’altra storia che ho in corso, e poi perché la vita di tutti i giorni mi ha catturato lasciandomi stare solo ieri e oggi... quindi eccomi qui, con un capitolo più lungo del solito e soprattutto sotto pov di Francesco. Ebbene sì, adesso scopriremo i suoi pensieri, ed è per questo che non ho risposto alle recensioni, non volevo anticipare nulla, né tantomeno dire cose che poi magari non ci sarebbero state nel capitolo, però sappiate che le ho lette e rilette tutte, e vi ringrazio di cuore! La canzone per questo capitolo è perfetta, ed è il mio tormentone in questo periodo xD
 
Spero per chi sta dando la maturità, che stia andando tutto bene, e lo stesso spero valga per chi è all’università ed è stressato a causa dei mille esami! Un “in culo alla balena a tutti!” vi lascio al capitolo, sperando vi piaccia :)
 
Per spoiler. Per chiacchiere
.

*L'html al momento non è perfetto, ma devo scappare, scusatemi.





  Calvin Harris - We'll be coming back.

'’Probabilmente hai ragione, sono troppo paranoica, ma sono due giorni che non ti fai vivo e inizio a pensare che mi stai evitando... spero non sia così, perché se no, quando ti avrò di fronte, ti riempirò di botte.‘’

 
‘’Ok, mi sento tanto presa per il culo, forse è perché non ne sono abituata ma... questo gioco deve finire, se ti reputi veramente il mio migliore amico, sappi che stai sbagliando... e alla grande anche! Fatti vivo, scemo.‘’
 
<< Cosa stai facendo? >> Mi chiede Elisa, sedendosi vicina a me, velocemente metto via il cellulare e le sorrido afferrando una sua mano sul piccolo tavolo del bar in cui ci troviamo. Sinceramente non mi va di dirle che stavo rileggendo per l’ennesima volta i messaggi che mi ha mandato Jessica; non reagirebbe bene, e nemmeno capirebbe.
Mi manca la mia migliore amica, mi manca udire la sua risata, ricevere i suoi schiaffi amichevoli e scherzosi, o le sue spinte per farmi cadere – quando poi è sempre lei l’unica a farsi male. Mi manca... e non penso ci sia niente di male in questo.
<< Niente, mi era arrivato un messaggio. >> Le dico cercando di mostrarmi tranquillo e sereno, ma non mi ricordo nemmeno più come ci si sente, poiché sono quasi due settimane che sono inquieto e con i sensi di colpa che mi stringono lo stomaco.
<< Di Jessica? >> Mi chiede scontrosa, cercando di togliere la mano dalla mia.
<< No, veramente no. >> Elisa si rilassa subito e mi sorride.
<< Lo so che non è facile, per te, ma è la cosa migliore. E comunque hai sentito Lea, no? Si sta divertendo anche senza di te. Quindi non le sei così essenziale. Invece per me sì. >> Non riesco a spiegarmi del tutto perché le sue parole m’irritino tanto, so solo che vorrei azzittirla e andarmene. Ma per l’ennesima volta non lo faccio.
Amo Elisa, davvero, ma odio il fatto che non comprenda quello che c’è tra me e Jessica. Ci vogliamo bene, siamo migliori amici, anche se siamo di due sessi opposti, ma a quanto pare, lei, non vuole proprio capirlo. Sembra ostinarsi per non farsi piacere questa cosa.
<< Eli, quello che non capisci, è che Jessica in questo momento non è una ragazza ferita perché il suo ragazzo ha scelto un’altra a lei, bensì si sente ferita come amica, perché il suo, di migliore amico, la sta evitando. Non riesci proprio a metterti nei suoi panni? >>
Non so che tono io abbia usato, so solo di aver un po’ gesticolato e di averla lasciata senza parole e con gli occhi leggermente sgranati.
<< No, non riesco e nemmeno voglio. Lei è innamorata di te, e se tu non lo capisci, sei un vero idiota! >> Si alza di scatto e io scuoto la testa guardandola.
Il solo pensiero di me e Jessica insieme mi stranisce, non che in tanti anni di conoscenza non ci abbia mai pensato, ma non da quando c’è Elisa. Quando ero più piccolo, mi piaceva pensare che avrei potuto dare una possibilità, ai tempi delle medie, a quella ragazzina simpatica e con un bel sorriso che mi faceva fare tante risate durante le ore scolastiche... ma una volta che ho trovato Elisa, quel pensiero si è volatilizzato, anche dopo che Jessica è tornata a far parte della mia vita.
Per i miei amici, sono il ragazzo più fortunato del mondo; dicono che mi ritrovo due gnocche che litigano per me, quello che non comprendono è che i triangoli non sono mai belli, né tantomeno piacevoli. E per quanto questo non sia un triangolo amoroso nel vero senso del termine, ci sono comunque troppi aculei che fanno male – in questo periodo soprattutto.
<< Se n’è andata, puoi anche smettere di battere le dita sul tavolo in modo frenetico. >> Mi dice sorridendo e sedendosi accanto a me il mio caro amico Luca.
Conosco Luca dal liceo, abbiamo frequentato per cinque anni la stessa scuola e per non si sa quale miracolo, anche la stessa classe. Sarà anche vero che confronto agli altri istituti, il meccanico, è uno dei più semplici, ma ci siamo stupiti entrambi, anno dopo anno, di ritrovarci sempre assieme. Puro culo, sicuramente.
<< Non sto fingendo, riesce a farmi saltare i nervi come nessun altro. >> Non lo sto guardando in faccia, sono certo che se lo facessi, o mi farebbe sorridere, o mi farebbe innervosire a causa di qualche faccia strana. Lo conosco troppo bene.
<< Se riesce a farti incazzare così tanto, perché la sopporti ancora? >> Sbuffo e alzo gli occhi al cielo per poi farli rispecchiare nei suoi verdi.
Luca è più alto di me, ed è anche un po’ più spesso. Se non fosse mio amico, penso che gli starei alla larga... incute timore facilmente, ma in realtà è un pezzo di pane.
<< Forse perché la amo? >> Scuote il capo e prende a giocare col piercing che ha sulla lingua.
<< No. Ami anche Jessica, eppure la stai evitando. >> Gli punto in dito contro.
<< Io non amo Jessica. >> Quasi mi scoppia a ridere in faccia.
<< Certo, ed è per questo che come ogni giovedì guardi l’orologio in modo frenetico perché dovresti andarla a prendere per mangiare assieme e guardare un film, vero? >>
<< Ma che c’entra! >> Dico infervorato. Respiro per rilassarmi un attimo e infine riprendo la parola, cercando di non sbranarmelo. << È la mia migliore amica. >>
<< È una vita che te lo sento dire, ma sono del parere che non sappiate che significa essere amici, perché voi non vi comportate come tali. E non tratti nemmeno Elisa come la tua fidanzata, non sempre e non davanti a tutti. >>
<< Hai finito? >> Gli chiedo scocciato, Luca schiocca la lingua e incrocia le braccia al petto mentre si appoggia allo schienale della sedia.
<< Diciamo di sì. Comunque... ok, >> Torna con la schiena dritta e le braccia sul tavolo.
<< Sarà anche vero che la vita è tua, e le ragazze anche, ma... dovresti decidere, perché così facendo, rischi di perderle entrambe, e so che ora mi dirai, “Jessica è una mia amica, Elisa la mia ragazza, non c’è niente da perdere o da scegliere.” Ma la tua ragazza, invece, pensa proprio che tu debba prendere una decisione. >> Sbuffo per l’ennesima volta e incrocio le braccia sul piccolo tavolino, Luca si mette nella mia stessa posizione, ora siamo vicini, ed è la cosa giusta, poiché devo dirgli una cosa.
<< Gliel’ha detto. >> Aggrotta la fronte, e io cerco di essere più comprensibile. << Elisa, lo ha detto Jessica. Le ha detto di farsi da parte. >> Luca sgrana gli occhi.
<< E tu ci esci ancora assieme? >>
<< No, sono quasi due settimane che non la vedo. >> Mi colpisce alla spalla e me la massaggio cercando di non mettermi a piagnucolare dal dolore.
<< Scemo, parlavo di Elisa! Non puoi ancora uscire con una così! Non deve decidere lei di chi devi o non devi essere amico! Anche se a parer mio, e anche suo, Jessica non è una semplice amica, ma questo è un dettaglio. >> Non gli rispondo e abbasso il mio sguardo sul tavolo. Una sua manona, si posa sulla mia spalla. << Ok, Jessica cos’ha detto a riguardo? Di certo non se n’è stata zitta... o sì? >>
<< Non lo so. La sua versione non la conosco, non le ho dato l’opportunità di raccontarmela. Ho sentito solo la versione di Elisa. >>
<< Beh già il fatto che te lo abbia detto, è apprezzabile. >> Annuisco.
<< Però non mi sono fatto sentire con Jessica. >> Mormoro, ancora non guardandolo.
<< Già... a proposito, perché? Non puoi veramente farlo per non litigare con Elisa. Tanto alla fine lo fate lo stesso. >> Sorrido e lui mi segue a ruota; ha ragione, forse da quando non vedo Jessica regolarmente, discutiamo persino di più.
<< Non lo so... quando mi ha fatto intendere che Elisa le avesse detto qualcosa, ma che lei non poteva dirmelo... sono andato su tutte le furie, non comprendevo come potesse non raccontarmelo. Per un attimo ho visto il tutto come un “tradimento”, e lo so che è una cosa stupida. Ma io sono stupido, no? >>
<< No, tu sei scemo. Comunque ora va’ da lei, e fate pace. >> Apro bocca per rispondere ma lui mi fulmina con uno sguardo. << Non voglio sentirti dire niente. Devi solo andare da lei, e vedrai che farà la stronza all’ennesima potenza, ma ti ascolterà. >>
<< A quanto pare la conosci bene anche te. >> Scoppia a ridere.
<< Che fai, t’ingelosisci? >> Senza rispondergli, esco dal bar e salgo in macchina raggiungendo il suo posto di lavoro.
Jessica lavora in una redazione di un piccolo giornale locale, che funziona maggiormente online. Le piace il lavoro che svolge, quindi non si lamenta del fatto che la paga non sia proprio il massimo, ma almeno riesce tranquillamente a pagare le bollette, l’affitto e vivere.
Sarà anche vero che divide l’appartamento con due persone, e che quindi dividono tutte le spese, ma quella casa costa troppo, decisamente troppo.
Una volta fuori dall’edificio, esco dall’auto e mi appoggio allo sportello, in modo da vederla non appena esce, e non devo aspettare troppo.
Sta parlando con una ragazza mora, più alta di lei... se non mi sbaglio, si tratta di Sara, ma l’ho vista solo due o tre volte; la mia attenzione è tutta sulla mia amica: sembra stanca, ha i capelli scompigliati, anche se legati in una coda ed è vestita quasi in tuta – cosa strana.
La sua amica/collega si allontana in fretta, ma Jessica non farci veramente tanto caso, lentamente mi avvicino con le mani nelle tasche dei jeans e la sento mormorare:
<< Io non mento a me stessa. >> Aggrotto la fronte, e per un millesimo di secondo penso che mi abbia visto e che quella frase sia rivolta a me, tanto che il mio cuore prende a battere più forte senza un motivo, ma capisco velocemente che stava parlando da sola, tanto che decido di smorzare la tensione che c’è in me con una battuta.
<< Può anche essere, però parli da sola... non sembri proprio una ragazza affidabile e sana di mente in questo momento. >> Mi dico di essere pronto a ogni sua battutina.
Amo il fatto che sia sarcastica e cinica, riesce sempre a stupirmi con le sue battutine, e la maggior parte delle volte mi lascia anche senza parole, ma questa è decisamente una cosa da lei, quindi non mi stupisco quando mi risponde per le rime, ma la conosco talmente tanto bene che appena le dico che voglio giustificarmi e che potremmo cenare assieme al McDonald’s, non riesce a dirmi di no.
Mi è mancata, perciò acconsento a usare la mia auto, e soprattutto la stringo forte a me mentre ci avviciniamo alla macchina. Solo ora mi rendo conto di quanto mi sia mancato il suo profumo.
 
<< Hai davvero intenzione di mangiare tutta quella roba? >> Dico incredulo.
<< Paghi tu, al massimo li finirò di mangiare mentre guardiamo un film. Sempre se ce la farai a farti perdonare del tutto dalla sottoscritta. >> Dice con un sorrisino bastardo prima di azzannare un Cheeseburger. Annuisco e scarto il mio panino.
Il McDonald’s che ho scelto non è molto conosciuto, per lo meno non a quest’ora, il che è perfetto. Meno casino c’è, meno probabilità ci sono che Jessica si distragga solo per farmela pagare.
<< Carina... ok, deduco che questo fosse il tuo modo per dirmi che è meglio che io inizi a parlare, vero? >> Cerca di non sorridere e annuisce continuando a masticare. Acconsento anch’io col capo e mi gratto lievemente il mento mentre penso a come iniziare, ma sorprendendomi, mi pone una domanda.
<< Cosa ti ha detto Elisa? >> I suoi occhi castani non si staccano dai miei azzurri, e mi dico mentalmente che anche il suo sguardo sempre intenso mi è mancato.
<< Che ti ha chiesto di farti da parte. >> Sgrana gli occhi.
<< È stata sincera. >>Mormora facendomi sorridere.
<< Anche Luca ha detto la stessa cosa. >>
<< Questo, comunque, non spiega la tua reazione. >> Dice ricomponendosi, tornando la dura che in realtà non è. Almeno non con me.
<< Hai ragione. Mi sono comportato come una merda. >>
<< Dici? >> Cerco di non attaccarmi alle sue battutine, cerco di ricordarmi che è più che giustificata a comportarsi così.
<< Ok, sono stato molto peggio, resta il punto che non sapevo cosa fare... lei mi ha detto che le hai risposto che la decisione non aspettava a nessuna delle due e in effetti hai ragione, ma io ho paura. Ho paura di perdere te ma anche di perdere lei. >> Ammetto, forse, per la prima volta ad alta voce.
<< Sappi che non hai dimostrato di avere paura di perdermi. >> Dice con voce sottile, quasi con gli occhi lucidi. Si sta sciogliendo, e un po’ – forse – si sente ferita.
<< Non voglio trovarmi a fare una scelta. Non c’è niente da scegliere, tu sei la mia migliore amica e lei è la mia ragazza. >>
<< E a lei lo hai detto? >> Mi chiede concentrandosi sul movimento dello scartare un altro panino. Non so cosa risponderle, ma non perché io non conosca la risposta, ma perché ho paura di una sua reazione.
<< Jess, io ti voglio bene, davvero, e non voglio perderti. >> A queste mie parole, alza lo sguardo, e il mio cuore aumenta maggiormente il battito. << Ma Elisa non capirebbe. >>
Jessica sta per un po’ in silenzio, non mangia nemmeno, mi guarda, ma è come se non mi vedesse, e io ho persino paura a fare qualsiasi movimento.
<< No. >> Dice infine. << Se mi devi tenere nascosta come se fossi un’amante... no, non ci sto. Non esiste. >> Sgrano gli occhi, ma capisco subito che è meglio che io non faccia battute, è seria, ed è veramente incazzata.
<< Non intendevo quello. >> Dico, cercando di afferrarle le mani, ma una volta che riesco a prenderne una, quella libera me la schiaffeggia e, io, così, la ritraggo guardandola pensando “dici sul serio?!”
<< Ah, davvero? E cosa intendevi? >>
<< Intendevo che dobbiamo andarci con calma, io sto cercando di capire se mi fa bene stare con Elisa, perché io per quanto possa amarla, non mi sento mai del tutto soddisfatto. E stare con una persona deve significare stare bene. Cosa che con lei non accade quasi mai. Quindi devo capire se vale la pena stare male senza di lei, e ho bisogno che la mia amica mi stia accanto, perché ho capito che di lei non posso farne a meno, ok? >> Sì, ok, il mio tono di certo non è stato basso, ma l’importante è che abbia capito il perché non mi sono fatto vivo. Dovevo capire se potevo stare con Elise ma senza Jessica, e la risposta è no. E una parte di me, però, sa’ perfettamente che con Jessica ma senza Elisa starei benissimo. Certo, rinuncerei al sesso, ma di certo avrei meno problemi e soprattutto mi sentirei meno... meno in trappola. E so benissimo che non è una cosa bella da dire, ma negli ultimi mesi, Elisa, mi sta troppo con il fiato sul collo, e io non penso di reggere ancora per molto.
<< Ok. Ma rimani comunque un coglione, e il film lo scelgo io. >> Alzo gli occhi al cielo.
<< Ti prego, no, non una commedia romantica. >> Prego con le mani che mi coprono gli occhi. La lieve risata di Jessica, mi fa togliere immediatamente le mani dal viso, osservo le piccole fossette che si creano ai lati della sua bocca e non posso non sorridere anch’io come un demente.
<< Oh no, caro mio, non sono Elisa, guardo di rado quei film. >> Oh, oh. Sgrano gli occhi. << Oh no. >> Dico, sperando non sia come penso.
<< Oh sì, ci guarderemo un horror, e non potrai fiatare. >> Scrolla le spalle, e chiudendo il discorso, si rimette a mangiare.
Abbattuto, dopo qualche istante, in cui sbuffo come una locomotiva, prendo a mangiare anch’io.
 
<< Oh mio Dio! >> Dico schifato coprendomi il viso con un cuscino, Jess ride della mia reazione e continua a mangiare pop corn come se quel pazzo schizofrenico del killer non stesse tranquillamente tirando fuori dal cadavere tutte le budella. Che schifo.
<< Non fare il bambino! È tutto finto! >> Giro il viso verso di lei, e la trovo con gli occhi puntati sullo schermo e le mani che fanno avanti e indietro dalla ciotola alla bocca.
<< Come diamine fai a mangiare? >> Sorride.
<< Dovresti esserci abituato. >>
<< No, mi spiace. È finita la scena? >> Chiedo facendola ridere ma poi annuire.
Qualche istante dopo, la luce del salotto si accende e io sobbalzo voltandomi verso la porta trovando Lea e Bec che ci guardano stranite.
<< Davvero vuoi fargliela pagare guardando un semplice film horror? >> Chiede Bec mentre Jess mette pausa.
<< Beh, veramente questo è il secondo. >> Annuisco alle parole della mia amica mentre Lea si siede accanto a me e inizia a parlare.
<< Non t’invidio affatto. E sappi che sei un po’ verdognolo. >>
<< Grazie. >>
<< Ben ti sta. >> Dice Bec sedendosi sulla poltrona, sorridendomi. Le faccio una smorfia, e il suo divertimento aumenta.
<< Uh! >> Dice Jessica, saltando sul divano, verso Rebecca, schiaffeggiandole una coscia.
<< Com’è andato l’esame? >> Mi volto verso Lea e ho quasi paura a dire qualcosa, ma infine oso.
<< Le hai detto dell’altra sera? >>
<< Certo. >> Sussurriamo, ma questo è un dettaglio.
<< Lo immaginavo. >>
<< Non avrei dovuto dirglielo? >>
<< No, no... non è quello. È che dovevo aspettarmelo. >> Dico passandomi una mano tra i capelli. Un altro urlo di Jessica mi fa voltare e la vedo praticamente addosso a Bec, evidentemente l’esame è andato bene. E questo significa solo una cosa:
<< Domani sera andiamo a festeggiare! Ho un assoluto bisogno di ubriacarmi... e magari grazie a te non paghiamo tutto. >> Fa’ l’occhiolino rivolto a Jess, ma io non comprendo.
<< In che senso? >> Chiedo fin troppo curioso. Ovviamente non è Jessica a rispondermi, anche se ci ha tentato.
<< Beh secondo me Alessandro sta cedendo, di conseguenza se Jess si decide a farsi avanti e il barista cede, berremo sicuramente più cocktail gratis! >> Spiega Bec, tutta esaltata.
In realtà sono contento che l’esame sia andato bene, vuol dire che per un po’ staremo tutti tranquilli senza Bec che spara veleno e urla, ma... Alessandro? Da quando?
<< Quindi... >> Inizio ma Jess mi blocca subito.
<< Non c’è niente da dire. >> Mi dice divertita, sedendosi accanto a me, nuovamente sul divano.
<< Davvero? Da come la sta mettendo Bec... non si direbbe. >>
<< E tu le dai veramente retta? Avranno bevuto fino adesso. >> Dice guardando Lea.
<< No, io sono sobrissima, lei... ha festeggiato durante la cena, è uscita con Francesca. >> Jess annuisce e a me arriva un messaggio.
Il silenzio scende per la stanza mentre io leggo.
‘’Dove sei? Io sono al bar, ma mi hanno detto che non ti sei presentato per tutta la sera.‘’
’Sono con Jess.‘’ Più conciso di così non potevo essere.
<< Tutto bene? >> Incontro solo un attimo lo sguardo di Jess.
<< Non lo so. >> Non mi pone altre domande, ma il suo sguardo dice tutto: vuole sapere altro. Scuoto il capo, e osservo il mio cellulare illuminarsi nuovamente.
<< Non penso sarà contenta. Ma non m’interessa. >>
‘’Sei con lei? Beh, questo significa che non ci tieni poi molto a me.‘’
Sbuffo e appoggio la testa allo schienale del divano, Lea e Bec escono dal salotto con la scusa di voler mangiare un ghiacciolo e che nel congelatore ce ne sono ancora tre.
<< Devi andare da lei. >> Mi dice Jess, avvicinandosi maggiormente e accarezzandomi i capelli. È una cosa che odio, il fatto che qualcuno me li accarezzi ma... Jess, Jess ha un modo tutto suo, non sembra quasi che li tocchi, e non mi da fastidio, in un certo senso mi rilassa.
<< Cosa? No. Non ho voglia di litigare. >>
<< Se non la raggiungi adesso... ti toccherà litigarci domani. >> Chiudo gli occhi esausto.
<< Non ce la faccio più. >>
<< Non starò qui a dirti cosa fare e cosa dire, devi fare quello che ti senti. Litighi tanto con lei, e vi lasciate altrettante volte. Devi decidere te se mettere un punto definitivo o continuare in questo modo, ma se decidi di proseguire, non potrai poi lamentarti. >> Il suo ragionamento non fa’ una piega, e la cosa da una parte mi fa’ rabbia, perché anch’io vorrei vederla in modo così semplice, ma in realtà non lo è, almeno non quando ci sono i sentimenti di mezzo.
<< Tu la fai troppo semplice. >>
<< Sì, lo so, io vedo o bianco, o nero. Lo so, ma almeno mi faccio meno paranoie. >> Giro il viso e apro gli occhi.

<< A volte mi chiedo come tu faccia a non trovare un ragazzo, poi mi ricordo che non lo vuoi. >> Aggrotta la fronte e io sorrido. << Intendo che saresti la ragazza perfetta. >>
Sorridendo, mi spiaccica una sua mano in pieno viso e scoppiamo a ridere come dei deficienti.
<< Sì, come no. Vai dalla pazza, e spera che non ti faccia fare la stessa fine di quello senza budella. >> La guardo con gli occhi sgranati.
<< Non me le dire queste cose, però! >> Scoppia a ridere mentre vado a salutare le altre due in cucina e poi vado al patibolo.
Però sono positivo: almeno ho fatto pace con Jess.
   
 
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