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Autore: The Cactus Incident    26/06/2012    2 recensioni
Stavo suonando con tutta me stessa per scaricarmi e non pensare a per quale cazzo di motivo non mi parlava se era stato lui a cominciare, quando la mano bianca e ossuta di Jimmy si posò sul mio polso che si muoveva freneticamente.
Alzai di scatto la testa, nervosa e lo trovai a mostrarmi un sorriso tranquillo che contagiava anche quelle iridi così azzurre nascoste dietro gli occhiali.
“Faccio troppo rumore?” “Non abbastanza da coprire quello del tuo cuore che si spezza e sanguina”
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Matthew Shadows, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zacky Vengeance
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sch chapter 3

Margaret P.O.V.
“Allora? Oggi andiamo al garage di questo fantomatico Matt?” chiese Stacey mentre uscivamo da scuola. “Nah, lascia perdere. C’è solo un sacco di caciara e un po’ di birra. Hai voglia di fare qualcosa?” “Si, biscotti” “Ok, allora andiamo a fare la spesa e poi andiamo a casa mia a farli. Ricordi la ricetta a memoria?” “Si, tranquilla. Sono proprio semplici”
Dopo esser passate per un minimarket vicino casa mia, occupammo la mia cucina e ci mettemmo all’opera per preparare biscotti al cioccolato con il cuore morbido e scioglievole.
“Allora, prima che cominciamo mettiamo in chiaro una cosa: io sono una mezza sega in cucina” “Sai sciogliere il burro?” “Si” “Sai pesare zucchero e farina?” “Si” “Sai rompere un uovo?” “Si” “Sai accendere il forno?” “Si” “Ok, allora puoi fare questi biscotti”
Cosa assurda: ci stavamo riuscendo. Erano nel forno a cuocere, il profumo era eccezionale e io stavo accucciata davanti al forno a vedere le nostre creazioni che crescevano, mentre Stacey chiudeva farina e zucchero.
“Meggie dove và sta roba?” “Mensola a destra” Buttai il burro in frigo e misi la cioccolata nella credenza vicino al frigo. “Ok, vado a lavarmi le mani in bagno” disse lei “Ti ricordi dov’è?” “Si, tranquilla” “Perfetto”
Tornai a fissare quei tesori, quando si spalancò la porta.
“Non dirmi che hai imparato a cucinare?” Disse Jimmy, addentrandosi per casa mia come nulla fosse.
Ci eravamo abituati, era come se i nostri appartamenti fossero uno solo: entravamo in casa dell’altro senza nemmeno bussare.
“Direi proprio di no, ma Sty è in grado e io ho fatto da assistente sciogliburro- pesafarina”  “Permesso….” Matt Sanders, decisamente più educato di noi due, si fece un minimo di scrupoli.
“Shad! Entra senza dire stronzate! Fra due minuti sono pronti” gli dissi sorridendo e lui scrollò la testa ridendo.
Il timer suonò e spensi il forno. Aprii e misi i guantoni per tirare fuori le due teglie. Le poggiai sulla cucina per farle raffreddare e misi lo zucchero a velo.
Matt e Jimmy, seduti sugli sgabelli del bancone della cucina, già si leccavano i baffi “Se non volete ustionarvi vi conviene aspettare” disse Stacey tornando dal bagno e Matt si voltò a guardarla.
Avete presente quelle scene da film di quarta categoria, dolciastre e melense da far venire il diabete pure a Rambo?
Ecco, io e Jim eravamo spettatori silenziosi di una di queste.
Si guardarono negli occhi e i loro sguardi rimasero incastrati. Dalla mia posizione vedevo entrambi di profilo, mentre Stacey avanzava. Matt si era improvvisamente alzato in piedi e la guardava, quasi serio, un leggero sorriso accennato solo sulle labbra e gli occhi che brillavano come non avevo mai visto in anni di conoscenza e amicizia, nemmeno con Valary che era la sua ragazza.
“Ma che diamine…?” bofonchiò Jimmy e i due sembrarono riscuotersi dallo stato di trance in cui erano finiti.
“Matt, Stacey. Stacey, Matt” dissi prendendo il primo biscotto e constatando che era semplicemente eccezionale. Continuai a tenere d’occhio quei due e Jimmy fece lo stesso. A stento si rivolgevano qualche parola, entrambi troppo imbarazzati, ma vedevo i loro sguardi cercarsi venire in contatto e rimanere come fulminati. Ma Cristo Santo. Erano da diabete, porca puttana.
Guardai Jimmy interrogativa e lui aveva una faccia decisamente preoccupata.
Sapevo bene che nella testa di entrambi riecheggiava la stessa domanda: Adesso chi lo dice a Val?

Stacey P.O.V.
“Ti assicuro che non c’è niente” “Cazzo, quello non mi sembrava per niente un niente” disse Meg buttandosi sul divano e osservandomi mentre sgranocchiava biscotti.
Sospirai e mi buttai sul divano, tanto valeva dirglielo.
“Sono rimasta…. abbagliata, scioccata, folgorata. Non so, non mi è mai capitato prima! Quando ho incrociato il suo sguardo non ho capito niente più, non esisteva niente più che avesse bisogno di essere capito” Meggie si massaggiò la faccia a disagio.
“Ehi, è così terribile?” chiesi tranquilla e sognate “Sty….. Matt è fidanzato” Olè, sganciata la bomba. Colpita e affondata.
“Ah…” “Con Val” secondo colpo mandato a segno “Aaah!!” presi un respiro e la guardai.
“Cazzo” “Già”
“Io non…” cominciò preoccupata, ma la interruppi “Ehi tranquilla. Tanto è stato solo uno sguardo, no? passerà” fece una mezza smorfia.
“Sicura?” annuii prima di dire “Per niente” e affondare la faccia in un cuscino. Gattonò sul divano e poggiò il mento sulla mia testa, cominciando a carezzarla. Abbracciai il cuscino che fino a poco prima mi soffocava e sbruffai.
“Però che palle….” bofonchiai “Già… i migliori sono sempre impegnati” disse con  fare simil profetico.
“Ci andiamo a fa na birra?” propose dopo un po’  “E vai và” feci io, alzandomi “Porto i biscotti” disse lei e scoppiai a ridere.
Mi offrì e il braccio e a braccetto arrivammo fino al primo locale, prendemmo un paio di birre e andammo a fare il nostro spuntino sulla spiaggia.
“Sai che sei davvero una cuoca eccezionale? Io brucio pure l’acqua” commentò addentando l’ennesimo biscotto “Addirittura? Cucini talmente male da andare contro le leggi della fisica?” mi fece una smorfia e sorrisi “Era per dire” “Sarà” dissi divertita, mentre osservavo il mare davanti a me.


“Ok, oggi andiamo al garage di Matt” Annunciò Meg mentre uscivamo da scuola. Era una settimana che andavo a scuola e ogni santissimo giorno, almeno tre o quattro degli amici di Meg e che pian piano stavo conoscendo si fermavano a chiederle ‘Ma oggi vieni da Matt?’
Che cazzo era? Un Bar?
“Ma cosa avrebbe di speciale questo garage?” “Mah, è la sala prove di un po’ di persone. C’è sempre la birra e persone simpatiche. E’ dannatamente piccolo, ma ha uno spiazzo davanti, quindi si piazzano tutti lì, tranne quei pochi che entrano sul divano o sulle poche sedie dentro mentre Matt e gli altri suonano. Se ci sono i MPA, ce la diamo a gambe levate” “Perché?” “Conosco il batterista: uno stronzo che mi odia, ma che sa troppe cose che non dovrebbe sapere”
Le sopracciglia arrivarono all’attaccatura dei capelli.
Che la mia amica abbia un passato losco da tenere fuori dalla sua vita?
“No Sty, non stavo nella mafia, se te lo stai chiedendo, ma lui sa delle cose della mia famiglia e si diverte a spiattellarle in giro” “Ah… ok”
Sinceramente? Ero un tantino emozionata.
Non chissà quanto, ma restava il fatto che ero sulla buona strada per partire per la tangente e la mia tangente aveva dei dolci occhi verdi, le fossette e un  piercing al labbro.
Dopo una fermata a casa mia e una alla sua, Meg si mise a implorare un po’ Jim che alla fine ci accompagnò con la sua vettura (se così si poteva chiamare quella bara con le ruote) e andammo al fantomatico garage.
Casa Sanders era una delle infinite villette bianche e tutte uguali che riempivano i quartieri borghesi di Huntington, con giardino e un grande garage il cui portellone era aperto e dove c’erano poco meno di una decina di persone.
Jim parcheggiò sul lato opposto della strada e quando attraversammo la strada, Matt ci venne incontro con un grosso sorriso che fece rischiare la vita a un gatto che aveva incrociato il mio cammino.
Figura di merda N.1, andata.
Al fianco di Matt apparì Haner tutto urlante che cominciò a dire qualcosa in direzione di Meg.
“Oh, la mia Nessie! Cominciavi a mancarmi” “Tu no, Haner, chissà come mai” e lì cominciarono a battibeccarsi come sempre. Jim diede una pacca sulla spalla di Matt e poi avanzò verso il garage dicendo qualcosa tipo “Datemi una fottutissima birra prima che non vi smutandi uno dopo l’altro!”
Matt mi guardò con un leggero sorriso imbarazzato.
“Alla fine sei venuta” “Si…” “Dai, vieni” si voltò e io lo seguii nel fantomatico Garage.
Alla fine era un garage, solo che infondo c’era una batteria, parecchi amplificatori, un paio di microfoni, qualche chitarra, una spaventosa quantità di poster su tutte le pareti che potrebbe far soffrire seriamente un claustrofobico e un divanetto blu semidistrutto su cui stavano sedute decisamente più persone di quante quell’affare potesse sopportare.
Mi buttai di fianco alla batteria, su un puff che minacciava di smontarsi sotto il peso di chiunque e rimasi a guardare quella banda che faceva cretinate e simili, fin quando Jim non mi si parò davanti.
“Tu suoni la batteria, vero?” e adesso che voleva? “S-si…..” Sul suo viso si aprì un sorriso spaventoso.
“Bene! Che ne dici di una jam io e te?” “Uhm…. ok, ma non ho le bacchette” “Ho un paio in più”
Merda. Afferrai le bacchette che mi porgeva e dopo un respiro profondo mi guardai attorno.
“Mi dai un charleston e una grancassa? Ah, magari pure quella grata di metallo lì e quella cassetta di legno”
Ed ecco a voi una pseudo batteria!
Integrando una batteria vera con due grancasse con altri oggetti recuperati (fra cui anche il casco di un motorino e un carburatore) cominciai a creare un tempo interessante e Jim mi stette dietro.
Lo sentivo ridere divertito e dopo qualche risatina acceleravo e modificavo bruscamente il tempo, mandandolo in una leggera confusione per qualche secondo, ma poi si riprendeva in modo egregio.
“Dai, non sai fare di meglio?” mi stuzzicò lui. Lo guardai malissimo, prima di accelerare e attaccare a fare dei sedicesimi così puliti e perfetti che lui si fermò per osservarmi meglio mentre suonavo. Anche Haner e un tipo altissimo con un basso appeso al collo si fermarono dalle loro prove e rimasero a guardarmi.
Ok, ero un tantino imbarazzata, ma fanculo.
Dopo il mio spaventoso assolo che fece accapponare la pelle a parecchi dei presenti, alzai la testa (e le bacchette) e presi il mio meritato applauso.
Mi tirai indietro i capelli che in parte mi erano ricaduti sul viso e trovai Matt in prima fila che mi guardava stupito e allegro, Val, poco distante mi mise una mano su una spalla.
“Wow Sty, sei davvero una forza” mi grattai distrattamente la testa “Beh, grazie…”
Modestia a parte, ero in gran forma.
“Beh, se Jim fa lo stronzo sappiamo già a chi riferirci!” Fece Matt divertito, sorridendomi sincero e io sorrisi imbarazzata.
“Nah vabbè, io sono solo da jam, non ho mai avuto una band” Matt sgranò gli occhi.
“Oh davvero? E’ un peccato, sei un portento” “Eh vabbè, se mai capiterà l’occasione….” E lasciai la mia postazione dietro alla pseudo batteria, tornando sul mio puff. Davanti ai miei piedi si sedette Meg e che mi offrì il pugno da battere e si complimentò anch’essa.
Dopo poco l’attenzione si focalizzò su ben altro e io tornai ad ascoltare e ridere delle stronzate che dicevano Jim, Matt, il bassista altissimo (anche noto come Justin Sane) e un po’ tutti i presenti. Quel posto ti ispirava stronzate, ammettiamolo.
Stavo osservando un tipo con la cresta verde fare un groal spaventoso quando nel garage entrò un cane.
Il mio cane.
“Jack!” mi alzai dal divanetto e mi avvicinai al mio cane.
Mi inginocchiai davanti a lui e mi riconobbe, provando a leccarmi la faccia e facendomi le feste.
“No Jack, a cuccia, a cuccia Jack!” Gli presi la testa fra le mani e lo guardai.
Era grosso e biondiccio, un incrocio fra un Hasky e qualcos’altro. L’avevano abbandonato poco lontano da casa mia quando vivevo ad Orlando e da allora era mio. Aveva gli occhi gialli e un orecchio probabilmente atrofizzato che non si muoveva mai, una grossa coda da lupo ed una faccia da cuccioline.
Era il cane più dolce che esistesse, un po’ avventuriero visto che spesso scappava, ma alla fine tornava sempre.
“Che ci fai qua tu, eh? Come ci sei arrivato? Ohh ma quanto mi sei mancato”
Si, mi stavo rendendo ridicola davanti a una quantità di gente spaventosa, ma poco importava, tenevo più al mio cane che a loro.
Meg si avvicinò anche lei.
“Mio Dio sei bellissimo! E’ questo il cane che era scappato?” “Si, finalmente è tornato, fa sempre così quando ci trasferiamo” “Probabilmente era da queste parti e ha sentito il tuo odore” Fece Matt accovacciandosi e osservando il cane.
“Morde?” “No tranquillo, è dolcissimo” Gli mise la mano in testa facendogli dei grattini dietro l’orecchio e Jack cominciò ad accovacciarsi sulla sua mano, con gli occhi socchiusi.
“Beh, gli stai decisamente simpatico” feci io osservando l’espressione compiaciuto di Matt.
“Oh, è davvero bellissimo… come si chiama?”chiese ancora il ragazzone tutto fossette e muscoli.
“Jack” dissi io tranquilla, osservandolo mentre coccolava il mio cane.
Mio Dio… come faceva a essere così… così… perfetto?
Quel ragazzo non era umano, diamine. Aveva un solo difetto: era fidanzato.
Emisi un triste sospiro mentale e tornai a giocare col cane.
“Beh, io devo riaccompagnarlo a casa prima che scappi di nuovo” dissi tirandomi sopra e afferrandolo per il collare. Matt si rimise in piedi e mi guardò.
“Se vuoi posso accompagnarti io col furgone di mio padre” “Lo faresti davvero?” feci guardandolo adorante. Casa mia-casa di Matt non era esattamente poco.
“Certo! Nessun problema” fece sorridendo e facendo sporgere quel dannato labbro decorato dal piercing.
Mi sistemai i capelli dietro l’orecchio e sorrisi.
“Perfetto!” Matt si voltò verso il resto della combriccola.
“Beh, non distruggetemi la casa. Jim tienili a bada tu” “Sarà fatto, bellezza” “Chiamami di nuovo così e per sederti avrai bisogno della ciambella” fece Shadows per niente divertito mentre recuperava le chiavi del furgone e usciva dal garage passando per la casa.
Io mi spostai sul vialetto con ancora Jack stretto per il collare e aspettai che Matt uscisse.
Salutai un po’ tutti e poi feci salire il mio cane sul retro del furgone del padre di Matt.
“Grazie tante, Matt, ma quel cane è uno stronzo” rise distrattamente mentre si sedeva al posto di guida.
“Sai, si dice che gli animali sono uguali ai padroni” inarcai un sopracciglio e lo guardai, divertita.
“Mi stai dando della stronza?” “Oh no! Assolutamente!” fece scusandosi repentinamente e poi sorrise “Io mi preoccuperei più di un eventuale cane di Haner” “Bah, no credo che in un solo cane possano concentrarsi tutti i difetti di quel ragazzo” rise distrattamente.
“Lo conosci da poco, ma hai già capito che tipo è, vero?” “Non ci vuole granché per capirlo. Solo Meg e Jimmy possono sopportarlo senza arrivare all’esaurimento” “Probabilmente perché sono talmente andati anche loro che ormai non fa più tanta differenza” “Si, ormai quei tre sono tutti uguali, si sopportano per inerzia. Ma si conoscono da molto?” “Da che io conosco Jim, c’è sempre stata Meg e attorno a Meg Brian. Jim e Bri si sono conosciuti grazie a lei e sono diventati migliori amici. Dove devo svoltare?” fece lui senza staccare gli occhi da sopra la strada. Controllai dove fossimo e feci mente locale. Non ho questo grande senso dell’orientamento.
“A destra e poi di nuovo a destra” “Oh, non abiti esattamente vicino…” “Per niente, in effetti, dall’altro lato della parte residenziale. Comunque, dicevi? Grazie a Meg si conoscono quei due?” “Si, Jim e Meg sono praticamente nati insieme, mentre Meg e Haner si conoscono per via dei genitori. In verità hanno sempre avuto a che fare, ma hanno cominciato a rivolgersi la parola solo in età scolare, se non sbaglio. Non so è sempre difficile capire come stanno le cose perchè in base a chi ascolti ti racconterà una cosa diversa e pretenderà di avere ragione” Sorrisi divertita.
“Vabbè, una causa persa, in pratica… Mi ha detto Meg che hai una band” “Due in verità, i Successful Failure in cui sono il bassista e i Mad Porno Action in cui canto” “Mi piacerebbe venire a vedervi, qualche volta” scrollò le spalle.
“Appena c’è qualche live in programma ti faccio sapere, ok?” “Va bene…” “Hai mai ascoltato la band di Jim e Brian?” “Hanno una band?” “Si, i Pinkly Smooth, sono loro e altri due ragazzi di un’altra band, ma meritano. Oh se meritano!” “Wow….. non ne sapevo niente” “Non si sono mai esibiti, ma io li ho sentiti spesso provare a casa mia e sono grandi” Matt si guardò un po’ attorno .
“Sicura di vivere qui? Dov’è che devo andare adesso?” “Uhm…” mi guardai attorno, ma non trovai nessun punto che conoscevo.
Anzi, in effetti mi sembrava la prima volta che finivo in quel lato della città.
Sinceramente non era proprio un bel quartiere, tutt’altro. Era sporco e vecchio, come semi abbandonato.
“Ehm, non ne ho la più pallida idea” Matt scoppiò a ridere e spinse la testa indietro contro il poggiatesta.
Oh, che carino quando ride……. Pensai mentre lo guardavo come una cogliona e nervosamente mi mordevo il labbro.
“Perfetto…. dimmi un po’ il tuo indirizzo” Dopo aver recitato a memoria il mio nuovo indirizzo, Matt scoppiò a ridere.
“Cara la mia Miss Floor, siamo dall’esatto lato opposto della città rispetto a casa sua”
Rimasi di sasso. Bella figura di merda.
“Ah” “Eh si” “Uhm… bene!” “Bene un corno, sono a secco” rispose ridendo e io aggrottai le sopracciglia.
“Che c’è di divertente?” “Che la prossima pompa di benzina è a due chilometri e di qui non passa mai un’anima, mettici pure che io sembro un avanzo di galera, possiamo anche schiattare qui”
“Io ho un cellulare” feci trionfante e il suo sorriso divenne ancora più sarcastico, accompagnato da un sopracciglio inarcato.
“Ah si?” Fece sarcastico poggiando la testa sul pugno, il gomito puntato sullo sterzo.
“Eh si” estrassi il cellulare dalla tasca e capii perché Matt se la rideva.
“Merda, non prende” “Uhm, una novità” fece ironico. Lo fulminai con lo sguardo e mi sorrise, mostrando quelle fantastiche fossette.
“Sembri quasi felice del fatto che siamo bloccati qui” azzardai osservandolo. “Oh non lo sono, ma preferisco ridere sulle cose piuttosto che incazzarmi. Sto imparando a controllarmi” “Controllarti?” E chi era? Hulk?
“Si, problemi di gestione della rabbia…. diciamo che mi hanno cacciato da due scuole perchè ero un tantino….. irrequieto” Sorrisi divertita. Era sempre interessante sentire le storie degli altri… E magari evitare di raccontare la mia.
“Che hai combinato?” feci sorridendogli complice e divertita. Scrollò distrattamente le spalle.
“Bah, risse e qualcosa di peggio” “Tipo?” “Tipo che te lo racconterò quando sarai maggiorenne, uhm? Adesso vediamo di trovare un modo per tornare nella parte civilizzata” e scese dal furgone.
Io feci lo stesso e lo osservai mentre si grattava distrattamente la nuca.
“Ok, li c’è un bar che conosco, andiamo là così chiamiamo Jim e ci facciamo portare un po’ di benzina” annuii e lo seguii mentre si dirigeva verso un bar tutt’altro che bello.
Un’insegna al neon fatiscente e semi fulminata informava la gentile clientela che quella topaia riuscita male si chiamava “Crime Pepper”, ma sfortunatamente non diceva niente a proposito della puzza di rancido che quasi mi stese quando attraversai la porta.
“Stammi vicino, ok?” disse distrattamente Matt mentre puntava al bancone. Salutò amichevolmente il brutto ceffo al bar e poi chiese se poteva usare il telefono.
Dopo di ché ci spostammo sul retro e Matt chiamò Jimmy. Io mi guardavo distrattamente attorno con buona parte del locale che ci fissava. Ma che bel posticino….
Matt finì di parlare con Jim, prese una busta di carta dal tipo dietro al bancone e gli mollò un paio di banconote che non distinsi in mano. Che cazzo gli aveva dato?
Mentre mi facevo i peggiori filmini sul contenuto della busta, uscimmo da quel posto orribile per andare a sederci nel cassone del furgone, abbassando il portellone di dietro e lasciando le gambe penzoloni.
Jack si strusciava sulla mia schiena, riducendo la mia felpa ad un maglione di cane e Matt aprì la misteriosa busta di carta.
“Tieni, offro io” disse distrattamente lui, mostrandomi un leggero sorriso e porgendomi la busta di carta, aperta. Pensai seriamente di essere un’idiota quando in mano mi trovai una bottiglia di Heineken.
“Diamine, non lo il moschettone… e nemmeno l’accendino” bofonchiò Matt scocciato non sapendo come aprire la birra e io schioccai la lingua.
“Ti faccio vedere io come si fa” Saltai in piedi e mi avvicinai al davanzale della finestra di una casa abbandonata. Poggiai il collo della bottiglia proprio sul pezzo di marmo che sporgeva dal davanzale, nel punto in cui il tappo era fissato all’apertura. Con un colpo secco del palmo sul tappo, questi schizzò via e la bottiglia fu aperta. Mi voltai verso Matt che mi aveva seguito e gli porsi la birra aperta, ricevendo quella ancora chiusa.
“Wow…. meglio così che con i denti” “Direi di si” feci soddisfatta aprendo anche l’altra birra e prendendone un sorso.
Dopodichè andammo di nuovo a sederci sul retro del furgone, con Jack dietro che rompeva dolcemente i coglioni ad entrambi.
Rimanemmo quindi a parlare distrattamente un bel po’, perchè posso assicurarvi che Jim se la prese con tutta la calma di questo mondo e ridemmo e scherzammo su tutto quello che capitava.
“Qualche volta potremmo suonare insieme, non sarebbe male” Propose lui “Si, una jam Bateria-basso” “Oh comunque io suono anche chitarra e pianoforte…  e in effetti anche la batteria”
Alzai le sopracciglia, sorpresa e sorrisi.
“Nient’altro? Io oltre alla batteria mi diletto col citofono… per non parlare delle maracas, con quelle sono un vero portento” Le mie cazzate lo fecero ridere e mentre sghignazzava parlai ancora.
“Qualche volta mi piacerebbe sentirti cantare” annuì distrattamente “Di certo ce ne sarà occasione, appena c’è un concerto con i MPA te lo dico” “Siete chiassosi?” “Una cifra” “Perfetto! Proprio il mio genere!” feci sorridendo e lui sorrise a sua volta.
“Fino a mezz’ora fa ero convinto fossi timida” “Ma difatti fino a mezz’ora fa ero timida, ma per evitare di annoiarmi tendo a strafare e questi sono i risultati” “Potresti farlo più spesso, sai?” “Oh beh… vedrò di non mancare….” Dopo essermi guardata un po’ attorno e aver lasciato qualche carezza sulla testa di Jack che mi stava sul grembo parlai ancora.
“Pure tu sembri distrattamente timido” “Oh, ma lo sono” fece lui ovvio e io feci una smorfia.
“Timido che si esibisce…. non ha molto senso” “Tendo ad essere timido quando non conosco la persona con cui sto parlando e non so cosa aspettarmi” “Oh, capisco… un po’ come tutti in pratica” “Tranne Jim e Haner” risi distrattamente.
“Giusto, Jim ti tratta da subito come se ti conoscesse da una vita e Brian continuerà a guardarti schifato anche fra vent’anni, quindi non ci sono speranze” rise “Si, hai decisamente colto nel segno”
“Stavamo tranquillamente discutendo di quanto potesse essere grande l’ego di quel chitarrista ossigenato quando la carretta del 15-18 che Jim si ostinava a guidare ci arrivò davanti strombazzando all’impazzata.
“I soccorsi sono arrivati dolcezza!” urlò Jim mettendo la testa fuori dal finestrino e noi saltammo giù dal cassone.
Matt si avvicinò e afferrò la latta che Jim sporgeva fuori da finestrino, insieme alla testa.
“Grazie amico, ti devo un favore” “Uno dei tanti, bro, ma altrimenti gli amici che ci stanno a fare?” “Già, mi pare giusto” disse Matt distrattamente, mentre si avvicinava alla bocchetta del serbatoio.
Dopo un saluto, Jim se ne tornò da dov’era venuto e noi tre (ehi, ricordatevi di Jack) ci rimettemmo in viaggio.
“Adesso, se permetti, me la vedo io” fece Matt rimettendo in moto il furgone e mostrandomi l’ennesimo sorrisone del pomeriggio. Ma gli stavo simpatica io o era lui ad essere estremamente sorridente?
Beh, in un modo o nell’altro, Matt che sorrideva era uno spettacolo magnifico.
“Permetto eccome, tranquillo” dissi distrattamente, mentre vedevo il paesaggio che ci aveva tenuto compagnia per un’oretta sparire.
“Mi dispiace averti fatto perdere tempo…” Dissi dopo un po’ e lui scrollò le spalle distrattamente, incurvando un angolo delle labbra verso l’alto. Ogni volta che sorrideva, venivano contagiati anche quegli stupendi occhi verdi. Erano delle macchioline color nocciola quelle che s’intravedevano nelle sue iridi chiare?
“Figurati, tanto quegli stronzi li vedo tutti i giorni… quando mi ricapitava di farmi una birra con una natia di Orlando e imparare come aprire le birra sui davanzali delle finestre?” “Funziona anche con i gradini e le panchine” “Vedrò di ricordarmelo” fece buttandomi distrattamente un’occhiata.
“Come mai in cane si chiama Jack?” chiese dopo un po’ “In onore del Jack Daniel’s” “Oh figo….. se mi regalano un cane credo che lo chiamerò Jim Bean” “Perché non Black Label?” “Deciso, lo chiamerò Heineken” “Ma si parlava di wisky” “Lo so, ma sai che figo chiamare un cane Heineken? E’ un nome fantastico!” “Oh si guarda…” feci scettica e lui fece il broncino.
“Si Matt, è un nome fantastico” e le sue labbra si tirarono su in un sorriso.
Si, così andava meglio.

In una ventina di minuti arrivammo nel mio quartiere e dopo un paio di indicazioni (questa volta giuste), il furgone Sanders si fermò davanti casa mia.
“Beh, allora grazie tante, eh” “Figurati. Ci vediamo domani?”” Domani?” chiesi stranita e lui sorrise, ancora. Speravo di ricordare ognuno di quei sorrisi, più bello del precedente. Si, sono già andata al secondo capitolo, non fateci caso.
“A scuola” Vabbè, sono cogliona. “Oh, si, certo” feci smuovendo la lunga e folta chioma riccioluta prima di scendere dal furgone, far scendere Jack e avviarmi sul vialetto di casa, mentre salutavo Matt con una mano, mentre se ne andava dopo una breve strombazzata.
Dopo aver avvertito i miei genitori del ritorno di Jack e aver assistito a mia madre che sgridava il cane, lo sistemai nella sua cuccia sotto la veranda ed entrai in casa per cenare anche se davanti agli occhi continuavano ad apparirmi quei fantastici occhi verdi.
Vabbè, sono fottuta.





E quindi! :D
Sono qui di nuovo v.V
Mi mancavate, che ve devo dì v.v
Dai, aggiorno in fretta, no? :D (neh, ho i primi sei capitoli già conclusi e sistemati v.v è DOPO che viene il bello!)
Beh, altra foto! :D
Credo che il tipo fra Matt e Zack sia Justin Sane (il primissimo bassista dei sevenfold). Se così non è ditemelo voi, perchè ormai nella mia mente il tipo ha quella faccia v.v Ancor auna foto in cui Brian fa cagare :’)
https://p.twimg.com/AwVLATSCIAAXhd3.jpg
Beh, si ringraziano la mia semi-omonima Rebs Destroyer Cactus e Danyel per aver recensito lo scorso capitolo v.v
E bah, tanti baci a tutti! :D
Alla prossima v.v
The Cactus Incident

  
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