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Autore: Cable    26/06/2012    6 recensioni
Apro gli occhi.
Buio.
Dove sono?
Qualcosa striscia nell’ombra.
Genere: Dark, Horror, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Apro gli occhi.
Buio.
Dove sono?
Qualcosa striscia nell’ombra.
Mi alzo.
Cerco un muro.
È appiccicoso.
Cerco di staccare la mano.
Non ci riesco.
Aiuto.
Mi toccano.
Strisciano su per le gambe.
No.
Non voglio.
Si fermano un istante.
Riprendono.
Cosa sono?
Sento qualcosa di enorme incombere sopra di me.
Qualcosa di definitivo.
Scappo.
Una luce.
La Luna.
Sono in una caverna.
No.
Non è una caverna.
È una tana.
Corro verso la luce.
Sono in alto.
Inizio a scavare e a staccare pietre.
La gamba.
È invischiata.
Ho poco tempo.
No.
Non ancora.
Una flebile luce.
Affondo le unghie nella terra.
Un bagliore.
Infilo la mano nel buco e tiro. Mi ritrovo a terra.
Attaccato al pavimento.
Non riesco a muovermi.
Vedo la Luna.
Qualcosa passa davanti al buco.
La luce scompare.
Poi ritorna.
Sento qualcosa su per la gamba.
Guardo.
Ragni.
No!
Ragni.
È una tana di ragni giganteschi.
Ragnatela dappertutto.
Oddio.
Sono intrappolato.
Aiuto.
Mi dimeno con tutto me stesso.
Scalcio.
Strappo la ragnatela.
Urlo.
Mi arrampico fino al buco.
Ci passo attraverso.
Sono a testa in giù.
Cado.


 
Atterro.
Alzo gli occhi alla luce della luna.
La tana è lassù.
In cielo.
Sono in un campo di grano.
Non è ancora finita.
Arrivano.
Li sento.
Si calano giù con la ragnatela.
Vengono a prendermi.
Inizio a correre.
No.
È il loro piano.
Farmi perdere nel campo.
Mi aspettano.
Aiuto.
Calpesto qualcosa di molle.
Inciampo.
Oddio.
Era qualcosa di vivo.
Lo è ancora.
Mi cerca.
Mi rialzo.
Fruscii in mezzo alle spighe.
Mi hanno trovato.
Il sole.
Perché non sorge?
Eterna notte.
No.
Eterna fuga.


 
Affondo nella neve.
Ansimo.
Sono stanco.
Tanto stanco.
Una bufera.
Dov’è il campo.
Non c’è più.
Solo neve.
Dappertutto.
I miei passi lenti sprofondano.
Ma non posso fermarmi.
Una presenza.
Un mantello nero.


 
Deserto.
Sabbia.
Un’oasi.
Ho sete.
Il paesaggio continua a cambiare.
Perché?
Gli occhi.
Pesanti.
Ho sonno.
Basta scappare.
Basta.


 
Ecco.
Mi sono svegliato.
Questa è la mia stanza.
Sono nel mio letto.
No.
È diversa.
Inganno.
Di nuovo.
I ragni mi inseguono.
Non sono ragni.
Peggio.
Sono messi.
Un avviso.
Devo andarmene di qui.
No.
Non servirebbe a niente.
Devo accettarlo.
In fondo lo so.
Sono morto.
È lei.
Mi segue.
Non posso sfuggirle.


 
E ora dove sono?
Sento caldo.
Sono su un enorme blocco di pietra.
La lava cola da un vulcano.
Tra non molto mi sommergerà.
Non posso scappare.
Aspetto.
Forse è così che deve finire.
E allora lo faccio.
Non mi concedo dubbi.
Mi tuffo.
Il mio corpo non arriva a toccare il fondo.
Addio.


 
Luce intensa.
La luce del sole di giugno.
Quella che ti scalda e ti protegge.
Rumore del mare.
Le onde mi cullano.
Apro gli occhi.
Sono su un prato verde.
Pieno di fiori profumati.
Un albero rigoglioso al centro.
Seduto all’ombra delle sue foglie ci sono io.
Un altro me.
Lo saluto con la mano.
“Dove siamo?”
“Siamo nel tuo paradiso personale.”
“Perché sei uguale a me?”
“Perché siamo gemelli.”
“Come?”
“Quando nostra madre era incinta, ebbe un incidente. La operarono con urgenza, ma perse un bambino. Sono il fratello che non hai mai conosciuto.”
Lo abbraccio e piango.
Piango per la paura.
Per la tristezza.
Per la gioia.
“Sei perfetto.”
“Anche tu. Guardati nell’acqua.”
“Ma come?”
“È un mondo astratto, non dimenticarlo.”
“Ed è tutto nostro?”
“Tutto nostro.”
“Allora recuperiamo gli anni perduti.” 





 
Vecchio tema a cui tengo tantissimo. È stato il mio primo 10, in seconda media, e io lo trovo perfetto. :D
Alcune ripetizioni, e aver utilizzato solo punti fermi, sono una scelta stilistica, e non dovuti a una carenza di termini.
Sarei al settimo cielo se mi diceste cosa ne pensate, se lo trovate bellissimo come me o se invece lo ritenete senza alcun senso. Vi prego, non costa molta fatica una piccola recensione.
Naturalmente, il tema è dedicato alla mia vecchia professoressa di Italiano.
Cable
   
 
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