Arya riuscì a stento a trattenere un sospiro di gioia alla vista di un comodo letto e di una cesta di frutta che la attendevano nella cabina che divideva con la sconosciuta. Se Arry, il ragazzino orfano di Flea Bottom, era stato ad un passo dal cibarsi di ratti, Arry, il bastardo di Lord Baelish, era ben nutrito e curato. Doveva ammettere che era un salto di qualità.
Non devo abbassare la guardia.
Con uno sforzo immane distolse lo sguardo dalla frutta e si concentrò sulla ragazza che la accompagnava, guardandola come le aveva insegnato a fare Syrio. Aveva chiuso la porta con tutta calma, dopo un ultimo sorriso al nocchiere, ma appena la serratura era scattata aveva corrugato la fronte in un’espressione di intensa concentrazione e aveva preso ad esaminare la cabina. Deve essere una donnina allegra secondo la nostra copertura, quindi deve essere tutta latte e miele con gli uomini… Però di suo è diffidente, si guarda intorno come se cercasse una trappola… Ho già visto quello sguardo, ce lo avevano tutti i ragazzi di Flea Bottom; evidentemente è cresciuta in strada. Era alta e scura di occhi e di capelli, con uno sguardo severo che a prima vista faceva pensare che fosse meno giovane dei suoi ventun anni. Un po’ mi somiglia, e con quell’aria da donna vissuta  potrebbe benissimo passare per mia madre. La ragazza evidentemente si accorse di questo esame, perché si voltò verso di lei con un sorriso di intesa.
‘È il momento delle presentazioni, bambino mio.’, annunciò allegra.
Arya aggrottò le sopracciglia.
‘Non sono presentazioni se tu sai già tutto quello che c’è da sapere su di me.’
‘Beh, allora vorrà dire che anche tu dovrai imparare qualcosa su di me. Mi chiamo Cress Rivers, tanto per cominciare.’
‘Sei la bastarda di un nobile!’, esclamò Arya.
Una delle rare lezioni di Maester Luwin che aveva seguito con interesse, per via di suo fratello Jon, era quella sui nomi dei bastardi altolocati: lo Snow dei dintorni di Winterfell corrispondeva al Rivers nei dintorni di Riverrun.  
‘Già.’, confermò Cress. ‘Se proprio vogliamo dirla tutta, sono figlia di qualcuno che conosci bene.’
Non sarà un’altra bastarda di mio padre? Ha i suoi stessi capelli, come me…
‘Di chi?’
‘Di tuo zio Edmure Tully.’
Gli occhi di Arya diventarono grandi come due fondi di bicchiere. Cress scoppiò a ridere.
‘Però facciamo che è il nostro piccolo segreto, va bene? Tuo zio non ha idea che esisto.’
Se non avesse avuto lo stesso lampo di malinconia negli occhi che aveva Jon quando pensava a sua madre, Arya avrebbe potuto credere che non gliene importasse niente.
‘Mi dispiace.’, disse sinceramente.
‘Non ti preoccupare. Se non fossi stata cresciuta in un bordello non avrei imparato a conoscere gli uomini, e non sarei dove sono ora.’
Arya esitò.
‘Quindi tu sei una…’
‘No, no. A dodici anni mamma ha fatto entrare nella mia camera un vecchio, ubriaco fradicio, e io mi sono presa una paura che non ti dico… Sono scappata via e non sono più tornata.’
Era una faccenda molto intima, ed Arya trovava difficile tenersi sul chi va là con una che sembrava così a suo agio nel raccontarle la sua storia.
‘Perché mi dici queste cose?’, le chiese.
Cress la fissò seria.
‘Perché d’ora in poi io e te vivremo insieme, Arya, ed è giusto che impariamo a conoscerci.’
‘Quindi stiamo davvero andando oltremare?’
L’altra annuì sorridendo.
‘Anzi, ora che mi ci fai pensare, io ho sempre voluto vedere il mare dal ponte di una nave, e questa è la prima volta che ne ho l’occasione. Vieni con me?’
‘Un’ultima domanda.’, disse la ragazzina. ‘Quando sei scappata da tua madre, cosa sei diventata? Insomma… Cosa sei, tu?’
‘Un ottimo incrocio tra un’ambasciatrice e una spia.’, fu la risposta. ‘Però d’ora in poi sono quella che si occupa di te. Allora, vieni sul ponte?’
Arya annuì in silenzio ed insieme si precipitarono sopracoperta. La brezza odorava di sale e di fresco, e giocava con la sua zazzera. Era difficile non sentirsi completamente al sicuro, lassù. Un giorno avrò una nave tutta mia, e ci porterò Jon, Sansa e Bran, decise.
‘Guarda il mare!’, strillò Cress eccitata. Arya non le obbedì subito: fissò il viso, per una volta sereno, della sua compagna, e sorrise. Porterò anche lei sulla mia nave… Se non sarò costretta ad ammazzarla prima, si capisce. Finalmente si voltò verso il mare, e le mancò il fiato. Le onde tranquille erano argento fuso contro il cielo grigio dell’alba, e lambivano la barca come accarezzandola. All’orizzonte, la prima pallida luce illuminava il cielo. Laggiù, da qualche parte, c’è la fine del mondo.
‘Da piccola avrei dato qualsiasi cosa per una barca tutta mia.’, mormorò Cress sognante. ‘L’avrei chiamata Capitano Cress, così ogni volta che l’avrei guardata mi sarei ricordata che era davvero mia, che ce l’avevo fatta.’
‘Forse un giorno ce l’avrai davvero. Forse la troverai oltremare.’
L’altra scrollò le spalle, dubbiosa.
‘E tu?’, chiese, voltandosi a guardarla. ‘Se avessi una nave, come la chiameresti?’
Lord Eddard, pensò subito, ma poi cambiò idea. Mio padre odiava viaggiare, e l’unica volta che si è allontanato da Winterfell… No, il suo nome non va bene per una nave. E poi serve il nome di una donna. Lady Catelyn, allora… No, ce n’è già un’altra, l’ho vista quando Septa Mordane ci ha portato al porto; è quella di Lord Baelish.
All’improvviso le venne in mente. Perché non ci aveva pensato subito?
‘Nymeria.’, mormorò.



Questi primi tre capitoli mi sono venuti di getto, ma adesso ho un po' di blocco.... Vedrò di superarlo! Grazie mille a DarknessSword per le prime due recensioni della storia, non avrei continuato a pubblicarla se non fosse stato per te.... Spero che altri seguiranno il tuo esempio :P
Meiyo