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Autore: EverybodyHurts    26/06/2012    6 recensioni
Chi dice che l'unico amore sbocciato tra i corridoi dell'inaffondabile fu quello di Jack e Rose? E se ci fossero stati due giovani, Tyler e Mallory, che si sono incontrati per caso e si sono amati follemente? Questa è la storia del loro incontro, dell'amore che li ha uniti in un'unica anima, quell'amore indistruttibile che lascia sempre senza fiato.
La loro storia, al contrario di quella di Jack e Rose, avrà un lieto fine? Saranno due dei fortunati superstiti? La vita li separerà o sarà gentile con loro?
"L’inaffondabile mi stava aspettando: così la chiamavano. La più grande nave mai costruita fino ad allora, la più maestosa, la più bella, la nave dei sogni. Chiunque avrebbe desiderato salire con noi ma pochi ebbero il meraviglioso privilegio di farlo. Io ero una di quelle persone che avevano il biglietto, quel biglietto. E ancora non riuscivo a capacitarmene."
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciaaaaaaaao gente!:3
Sicuramente vi starete chiedendo: chi è questa? Vi siete dimenticati di me, non è così? ç_ç Sono stata tremendamente impegnata e non ho avuto il tempo di dedicarmi ad una delle mie più grandi passioni: la scrittura. Sono un totale disastro! Spero che non vi siate dimenticati di questa storia, lo spero davvero perché ci tengo particolarmente. In ogni caso, bando alle ciance, ecco il nuovissimo capitolo. Ora che è state prometto di aggiornare con maggiore frequenza avendo a disposizione più tempo libero. Chiedo ancora scusa e vi lascio alla lettura del capitolo.
Un bacio, aspetto le vostre recensioni :3
 
 
 
« Cosa ti manca di più del tuo paese? » chiese distogliendomi dai miei pensieri occupati interamente dall’oceano che stavamo attraversando.
« mh, non saprei. Forse i miei amici.. tutto. E’ difficile lasciare un posto in cui hai vissuto per tutta la vita. » lo guardai.
Annuì.
« Ora sto bene – aggiunsi – non vorrei essere in nessun’altro posto al mondo. Stiamo andando a New York ed io ancora non ci credo. »
Eravamo sul ponte, io e Tyler, di prima mattina. Tutti dormivano ancora ed ero sgattaiolata fuori dalla stanza senza farmi sentire. Ero diretta verso quella ringhiera e l’avevo incontrato lì. Era stato un incontro casuale, non ci eravamo dati appuntamento. L’avevo trovato lì, intento a fissare il mare con fare assorto. Avevamo fatto una breve passeggiata ed in quel momento eravamo seduti l’uno di fronte all’altra su una specie di banchetto. La vista era splendida: il Sole era da poco sorto ed illuminava l’oceano rendendolo ancora più cristallino.
« Mi piacerebbe davvero fare un tuffo. L’acqua sembra perfetta. » scansai una ciocca di capelli dal viso portandola dietro l’orecchio destro.
Lui mi guardò ridendo. « Dici? Beh, possiamo provare. »
Si alzò improvvisamente e mi costrinse a seguirlo tirandomi il braccio.
« Tyler.. che stai facendo? » chiesi allibita.
Lui non rispose: si limitò ad agire. Mi sollevò da terra facilmente, come se non pesassi nulla. Effettivamente ero molto più piccolina di lui e di sicuro Tyler si stava sforzando affatto per sollevarmi. Urlai e lui scoppiò a ridere tenendomi stretta al petto e tappandomi la bocca con una mano libera. Notai i rigonfiamenti della camicia che metteva in bella vista i suoi muscoli: sorrisi aggrappandomi ancora più forte.
« Ed ora io e te facciamo un bel bagnetto, che ne dici? » si avvicinò sempre di più alla ringhiera ed in quel momento iniziai ad avere seriamente paura.
« Tyler! Mettimi giù! » urlai.
« shhh! Sei pazza? Non vorrai svegliare tutti. » si sporse leggermente con me in braccio. Cominciai a scalciare per liberarmi della sua stretta.
« Fossi in te starei fermo. Un solo movimento brusco potrebbe farti scivolare in acqua e.. – si avvicinò al mio viso – io non mi tufferei per salvarti. » sussurrò.
« Ti prego, lasciami andare, ho paura. »
« Paura?! Hai detto tu che volevi farti un bagno, io sto solamente esaudendo il tuo desiderio. » rise.
Lo schiaffeggiai. « Le tue esili manine non mi recano alcun danno, Mall. » sorrise dolcemente. Ancora quel soprannome.
Guardai verso il basso e.. rabbrividii. Sotto di me c’erano solamente le sue braccia muscolose. Tornai a guardarlo negli occhi. « Se mi lasci cadere sarò più svelta: mi aggrapperò a te così affogheremo insieme. »
Scoppiò a ridere. « mh, con tutto il rispetto: non credo che tu sia tanto forte tesoro. »
« Solamente perché non mi sto impegnando abbastanza. Sono più forte di te e sicuramente lo sai anche tu ma non vuoi darmi la soddisfazione. »
« Continua pure. »
« Anche se non dovessi riuscire ad aggrapparmi, tu  ti tufferesti per salvarmi. »
Prima inarcò le sopracciglia, poi scoppiò a ridere. « Puoi scordartelo. Non so nuotare, ti lascerei morire congelata senza rimorsi. »
Mi strinse ancora e finalmente fece un passo indietro; mi divincolai e riuscii a scendere. Lo squadrai.
Decisi di tornare nella mia cuccetta ma lui mi bloccò immediatamente. « Oh, andiamo.. Pensi davvero che ti avrei lasciato cadere? » chiese.
Incrociai le braccia al petto.
« Stavo solo scherzando. » aggiunse con il suo solito sorriso dolce stampato sulle labbra.
« Non è stato affatto divertente. »
« Prenderti in braccio lo è stato invece. » fece l’occhiolino.
Risi. « Non scherzavo comunque.. sarebbe davvero bello farsi un bagno in quell’acqua meravigliosa! »
« Vogliamo ripetere l’esperienza? » chiese beffardo.
Lo guardai. « Direi di no. Però possiamo provare a fare una cosa. »
Improvvisamente mi gettai su di lui spingendolo con tutte le mie forze contro la ringhiera.
« Sei impazzita? » chiese ridacchiando.
« Zitto. Non una parola! » esclamai. Misi la mano destra sul suo petto muscoloso; lui fissò prima la mano, poi mi guardò dritto negli occhi cercando il mio sguardo. Alzai gli occhi verso di lui e sostenni a lungo il suo sguardo così intenso. Spostai la mano e la portai dietro al suo collo, poi feci lo stesso con la sinistra.
« Devi stare molto attento – sussurrai – potrebbe risvegliarsi il mio lato molto cattivo. » posò le mani sui miei fianchi ed io sorrisi leggermente.
« Ti piacerebbe alloggiare in prima classe, non è così? » bisbigliò.
« Tu come lo sai? » chiesi.
« Ho visto ieri sera il modo in cui fissavi gli oblò di prima classe.. »
« Sì, va bene, lo ammetto. Ma chi non vorrebbe dare almeno un’occhiata in giro? Voglio dire, ho visto sui giornali.. delle foto meravigliose! » mi allontanai da lui e mi sedetti nella stessa posizione di prima (prima che tentasse di uccidermi, intendo). Mi diede le spalle e si aggrappò alla ringhiera. I suoi capelli risplendevano alla luce del Sole che li faceva sembrare molto più chiari.
« Sai che c’è? Andiamo. » di voltò di scatto e mi prese la mano tirandomi verso di lui.
« Ma come fanno a venirti certe idee? Sei pazzo? » chiesi allibita. Aveva intenzione di entrare in prima classe?
« Ti avevo detto di stare alla larga da uno svitato come me ma tu non hai voluto ascoltarmi. » fece l’occhiolino senza smettere di ridacchiare.
« Ma.. ma.. sarà tutto controllato a vista? Ci..ci.. ci scaricheranno al primo porto! Moriremo di fame! Anzi, peggio! Saranno loro a buttarci in mare.. E tu morirai perché non sai nuotare, mentre io morirò di solitudine.. » tutto ciò avvenne mentre lui mi trascinava costringendomi a seguirlo.
Dopo le mie parole si bloccò e mi fissò serio. Poi scoppiò a ridere avvicinandosi al mio volto.
« Sei un po’ troppo melodrammatica! » continuò a camminare con me al suo seguito. « So che sei eccitata all’idea di vedere finalmente la prima classe. »
Sì, lo ero. Eccome se lo ero! Non vedevo l’ora di varcare quella soglia, non vedevo l’ora di vedere quella meravigliosa scala che occupava il centro della sala, non vedevo l’ora di vedere tutti quei tavoli imbanditi, non vedevo l’ora di vedere i meravigliosi vestiti indossati, non vedevo l’ora di vedere.
« Come sai la strada per arrivare? » chiesi.
« Non è difficile.. basta seguire l’odore di croissant appena sfornati. » gli sorrisi non appena si voltò a guardarmi. Per lui non c’era neanche più bisogno di tirarmi, lo seguivo senza opporre resistenza e.. camminavamo ancora mano nella mano.
Entrammo al coperto e lo seguii senza batter ciglio. Fossi stata con un’altra persona mi sarei preoccupata: era comunque uno sconosciuto ed io mi stavo recando con lui chissà dove. Ma ero con Tyler e di lui mi fidavo. Non sapevo spiegarlo ma di lui mi fidavo come se lo conoscessi da una vita intera.
« Ecco, quella è la porta. Una volta superata, ci sono alcune rampe di scale, un cancelletto e poi un corridoio che porta direttamente alla prima classe. » indicò, lasciando la mia mano, una bellissima porta di legno rifinita alla perfezione, una porta del tutto diversa dalla porta della cuccetta in cui alloggiavo. Da quel piccolo dettaglio compresi che la prima classe era vicinissima.
« Come fai a sapere tante cose? » domandai.
« Mi piace esplorare ed in questo poco tempo ho scoperto moooolte cose. Questo non è l’unico accesso ma è il più isolato.. »
« Quindi il meno sorvegliato. » fece l’occhiolino.
« Ottimo, impari in fretta – sorrise – sarà meglio sbrigarsi. » con fare disinvolto riprese la mia mano anche se non era affatto necessario: l’avrei seguito senza dubbi. Quel contatto però mi dava sicurezza, era un contatto piacevole, un contatto che avrei cercato io stessa se lui non l’avesse fatto.
Proseguimmo per qualche metro, oltrepassammo la porta e scendemmo le scale. Di tanto in tanto si voltava verso di me e mi sussurrava “shhh!” per non farmi fare troppo rumore. Del resto stavamo andando contro la legge.
Improvvisamente udimmo il rumore di passi. Tyler afferrò il mio polso ancora più forte e insieme voltammo l’angolo sperando di non essere notati. Mi strinse tra le braccia e, con l’indice poggiato sulle sue labbra, mi stava dicendo di non parlare. I passi si fecero sempre più vicini. Sperai con tutta me stessa di non essere scoperta.. volevo davvero “avventurarmi” in quella sala.
« Che ci fate voi qui? » ci chiese un tizio in uniforme con un blocchetto ed una penna in mano.
« ehm.. cercavamo il bagno. » cercavamo il bagno? Cercavamo il bagno? Come poteva essergli venuta un’idea simile? Non sapevo se prenderlo a pizze per la “meravigliosa” scusa appena usata oppure scoppiare a ridere.
« mh, sì. Tornate pure nelle vostre cuccette, se volete posso condurvi io stesso ai bagni anche se presumo che non stavate cercando il bagno. » rise.
« Possiamo arrivarci da soli, grazie. Andiamo Mall. »
Tornammo nella terza classe affranti. « Ci hanno sgamati Mall. »
« “Cercavamo il bagno”? » chiesi spiegazioni.
« Oh, non farla tanto lunga. E’ la prima scusa che mi è passata per la testa. » scoppiai a ridere ripensando alla faccia del tizio appena Tyler aveva risposto in quel modo.
« Peccato, mi sarebbe piaciuto davvero vedere con i miei occhi.. » sentii gli occhi inumidirsi leggermente. Ero una ragazza molto sensibile e riuscivo a piangere anche per la più piccola stupidaggine. Quella non era una stupidaggine per me, ci tenevo davvero.
« Hey – si avvicinò prendendomi il volto tra le mani e costringendomi a guardarlo negli occhi – vedrai la prima classe, okay? La vedremo insieme. E’ una promessa. » mi stampò un dolce bacio sulla fronte e non potei fare a meno di sorridere. Sapevo che quella era una promessa che non avrebbe potuto mantenere, non saremmo mai stati in grado di passare senza essere visti, non ce l’avremmo mai fatta. In quell’istante non m’interessava. Il modo in cui aveva cercato di consolarmi era estremamente dolce, tanto dolce da farmi quasi dimenticare il desiderio di visitare la prima classe.
« Comunque devo andare davvero al bagno. » mi sorrise ed io risi.
« Sai dov’è o devo chiamare quel tizio per farti accompagnare? »
« Lo so lo so. »
Mi diede le spalle e si allontanò lentamente. D’un tratto si bloccò e si voltò verso di me.
« Sai che c’è? Non sono uno che molla facilmente. Stanotte c’infiltreremo e nessuno ci fermerà. Ci vediamo alla ringhiera. Non accetterò un no da parte tua. » fece l’occhiolino e non mi diede neanche il tempo di rispondere. Quale sarebbe stata la mia risposta? “Non ho intenzione di dirti di no, a stasera.”
   
 
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