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Autore: Aridian    27/06/2012    15 recensioni
Reset, lo spettro del tempo
ed il delirio di chi non dovrebbe mai essere esistito.
Se ci fosse stata un'altra persona durante gli anni in cui Harry Potter frequentò Hogwarts, una figura importante, cosa sarebbe cambiato nella vita dei nostri personaggi? Come sarebbe stata stravolta quella di Draco Malfoy, in particolare?
Può mai nascere qualsiasi genere di legame o sentimento tra due persone che hanno come fattore comune l'omicidio e la Magia Oscura?
Un racconto scandito da un presente angosciante e stralci di passato paradossalmente calati nella dolcezza di un amore irrealizzabile.
Genere: Angst, Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: Movieverse | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
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SENZA NOME

I

 

 

 

Sala Grande di Hogwarts:

-Ron, stai facendo nevicare!- disse pazientemente Hermione abbassando la bacchetta di Ron. Dal soffitto stavano cadendo copiosi fiocchi di neve che avevano agito all'umore del ragazzo.

Harry, che un momento prima era immerso nella sua solita lettura del libro di pozioni, non si era accorto di niente mentre ora cercava maldestramente di rimuovere la neve dal tavolo. Lavanda Brown, seduta più lontana, continuava a fissare con sguardo truce il povero Ron.

-Dimmi di nuovo come ho rotto con Lavanda...- chiese Ron rivolgendosi ad Hermione, incredulo.

-Beh,è venuta a trovarti in infermeria,e tu... hai parlato. Non è stata una conversazione particolarmente lunga...- disse esitando Hermione, contorcendosi ansiosamente le mani mentre Harry li fissava tacendo.

-Non fraintendetemi sono- Ron aveva appena iniziato quella frase, quando in fondo alla sala ci fu un rumore sordo di un vassoio che aveva urtato il suolo. La scena che si presentava, risultava assai insolita.

-Piton è molto di fretta! Ha urtato il ragazzo che portava quel vassoio- osservò Ron ormai distratto da ciò che stava dicendo.

-Lo ha urtato? Ah, quel ragazzo dovrebbe essere del secondo anno... non ricordo bene il nome- affermò Hermione totalmente presa da quell'insolita fretta.

Piton si stava dirigendo a passo veloce verso l'uscita della Sala Grande, ma la cosa più anormale era la sua espressione. Si girava continuamente verso un punto preciso della sala, con espressione preoccupata. Affrettando il passo, scomparve poco dopo.

-Ma dove stava guardando?- chiese Ron interdetto.

-Credo guardasse lei- ipotizzò Harry con sguardo lontano.
Immediatamente i due amici si girarono dove Harry puntava l'indice.

Una ragazza si trovava in fondo, non molto lontano dall'uscita che aveva imboccato Piton pochi secondi prima.

Sembrava girare a vuoto con sguardo perso, con calma anomala, incurante degli sguardi curiosi.

-Che bellezza- sbottò Ron con il mento che gli cadeva.

Con prontezza Hermione afferrò il giornale che stava leggendo e colpì con forza la nuca di Ron.

-Ma che c'è?!- chiese Ron mentre si massaggiava la nuca.

In effetti era molto bella, ma quella stessa bellezza aveva qualcosa di strano. Per un momento Hermione fu quasi sicura che fosse di Serpeverde, riconoscendo una marcata espressione caratteriale. Ma qualcos'altro attirò la sua attenzione.
Balzò ed esclamò -Quella divisa!-

-Quella divisa cosa?- le rimbeccò Ron mentre Harry assisteva in silenzio.

-Non assomiglia a nessuna delle nostre...- esordì tutto d'un fiato Harry.

-è una delle nostre Harry, ma non ha la cravatta dei Grifondoro né dei Corvonero o di qualsiasi altra casa. Nemmeno lo stemma!-

La ragazza continuava a guardarsi intorno. Non sembrava in difficoltà. I suoi capelli castani e mossi si muovevano a tempo dei suoi ritmici e magnetici passi, sembrava quasi in attesa di qualcuno, di qualcosa.

-Sectumsempra, contro i nemici...- lesse Harry immerso nella lettura.

-Harry smettila di legger- Hermione si bloccò un momento e poi, guardando una ragazza passare dietro le spalle di Harry, sussurrò -Harry, quella è Katie...Katie Bell!-

Harry si voltò in cerca di Katie, quando la vide si alzò, prese il suo libro dal tavolo e si diresse verso di lei.

-Katie, come stai?- chiese sospirando Harry in tono preoccupato.

-So cosa vuoi chiedere Harry, ma non so chi mi ha fatto l'incantesimo-

A quella affermazione il viso di Harry si incupì.

-Sto cercando di ricordare, sul serio...- continuò lei -Ma non ci riesco- concluse.

Katie si immobilizzò alla vista di una figura che avanzava nella Sala Grande. Harry si voltò subito per vedere chi osservava: era Draco Malfoy.

Malfoy li osservava disorientato, il suo viso ancor più pallido del normale sfoggiava un'espressione segnata dalla paura, come se stesse cercando di vomitare o di andarsene. Ed infine agì per la seconda ipotesi. Si voltò, sistemandosi la cravatta che sembrava fin troppo stretta, e se ne andò a passo veloce.

-Katie?- un'amica della ragazza la richiamò e il flusso dei pensieri di Harry si ruppe. Potter si girò e prese all'inseguimento di Malfoy.

Prima di uscire dalla sala, Harry diede uno sguardo alla ragazza avvolta dal mistero per l'ultima volta. Era immobile e fissava proprio lui. Un brivido lungo la schiena lo fece tremare lievemente. Era uno sguardo tutt'altro che naturale. Era diretto, profondo e tagliente, ma sul suo viso non c'era nessuna emozione particolare.

Affrettò il passo scacciando i pensieri, facendosi spazio tra la folla accalcata all'entrata.

Poi l'inseguimento divenne più veloce. Malfoy respirava affannosamente, guardando più volte dietro sé, puntando i suoi occhi sulla figura nera di Potter che lo seguiva imperterrito. La cravatta gli stava stretta e l'aria non era mai abbastanza, anche se l'allentava convulsamente. Prese l'angolo a destra. Continuava a sentire i passi veloci del suo inseguitore, accelerò ed arrivò nei bagni maschili.

La fredda luce che giungeva nel bagno avvolgeva le spigolosità del suo viso e il suo respiro affannato faceva eco all'interno di quel asettico ambiente, che per tanto, assumeva un atmosfera ancor più lugubre.

Draco aveva appoggiato le mani a uno dei lavandini scaricando tutto il suo peso in quel gesto. Si tolse rapidamente la maglia che era diventata un fornace rovente. Quasi senza pensarci afferrò la manopola del rubinetto per far scorrere l'acqua e nel mentre guardò lo specchio davanti a sé. Ondeggiava ritmicamente sulle gambe, scaricando tutta l'ansia, la frustrazione e la paura che percorrevano ogni suo singolo muscolo, rendendo il suo riflesso agghiacciante. La sua espressione celava disgusto, ed un probabile senso di rigetto.

Immerse il viso nell'acqua gelida. Nell'apparente solitudine, la disperazione prese sopravvento e sfociò in un pianto soffocato.

-So cosa le hai fatto Malfoy- una voce alle sue spalle gli mozzò i singhiozzi in gola. Si voltò in quel medesimo istante.

-Una fattura non è così?- disse cupo e deciso Harry che da qualche secondo lo stava guardando indisturbato da vicino alla porta.

Malfoy lo guardò scioccato ed infuriato, prese la bacchetta e scagliò con furia disperata un incantesimo. Harry lo evitò e di tutta risposta ne lanciò un altro per il quale Draco, poco preparato, dovette fare un salto per evitarlo. Rumori echeggiarono in un susseguirsi di attacchi, alcuni si infransero su specchi che si infransero, e le tubature dei lavandini scoppiarono. L'acqua tintinnava musicalmente sul pavimento.

Ci fu un momento di silenzio, i due avversari rimasero nascosti. Harry non riusciva a muoversi da quella posizione per attaccare Draco, così si chinò per individuarlo. Draco, da sotto la struttura rialzata dei bagni, scagliò un incantesimo, prontamente evitato dall'avversario, e poi corse via.

Harry si direzionò verso il rumore di quei suoi passi, individuando il suo nemico. Draco era davanti a lui aveva alzato velocemente la bacchetta, ma probabilmente indeciso o impaurito era rimasto immobile.

-Sectumsempra!- gridò Harry pensando che l'altro fosse pronto ad attaccarlo.

In quello stesso instante Draco, incapace di respingerlo, cadde a terra, dietro gli sportelli dei bagni e quindi fuori dal campo visivo di Harry stesso.

La caduta di Draco si mescolò a quello che sembrava un tonfo di un corpo inanimato nell'acqua, che ormai scorreva senza limite. Harry camminava lentamente verso Malfoy.

Alcuni gemiti di dolore pervasero la mente di Harry. Era Draco, immerso i una pozza del suo stesso sangue. Il suo corpo era pieno di ferite che si moltiplicavano in frazioni di secondi. Il sangue si diluiva con l'acqua, trasportandolo in una dimensione dove perdeva sempre più la sua presenza mentale.

 

 

Poi dei passi distrassero Harry.

-Cosa è accaduto?- una voce femminile, roca e vacillante, accompagnò un passo deciso e rapido.

Harry vide la ragazza che aveva visto nella Sala Grande avvicinarsi verso di lui. Ne distinse da più vicino la pelle dalla tinta di porcellana ed i capelli castano chiaro fluenti e lunghi. Era lei, ma era la sua espressione a essere diversa, e per quello Harry stentò a riconoscerla. Aveva un piglio alterato e scosso allo stesso tempo, ma non più senza emozioni come in precedenza.

La ragazza superò Harry senza prestargli più attenzione. Infine si accovacciò sulle ginocchia, e sporgendo la schiena sul corpo a terra si accertò della sua salute.

-Potter, la tua conoscenza magica sembra proprio impeccabile. Ma avrei da ridire sul tuo senso della morale e lo spiccato orientamento per trovarsi in situazioni irresponsabili- lo schernì la ragazza, con tono cupo e tagliente -Trovo un'azione tale, priva di giustizia. Usare un incantesimo sconosciuto rende l'altro un'inconsapevole vittima- sentenziò.

Harry impallidì e si domandò come potesse aver intuito una così vera versione dei fatti.

-Vattene Potter...- disse con tono deciso ed accusatore. Era quella calma, che risiedeva in quella sentenza, a dare maggior orrore alla scena. Harry si voltò sconvolto e si avviò fuori dalla stanza.

La ragazza aspettò che l'incedere di Harry sparì, per socchiudere lievemente gli occhi e concentrarsi sulle ferite del ragazzo. Poco dopo una litania a malapena udibile fece cadere Draco dalla semi coscienza ad un sonno vuoto di ogni cosa.

 

 

 

 

Piton stava chiamando Draco, strattonandolo per una spalla.

Il ragazzo si alzò con un colpo di reni. Si trovava nei bagni, ma non riusciva a ricostruire come fosse finito in quel posto.

-Pensavo di essere stato avvisato tardi. Non vorrei presupporre che si sia trattato di uno scherzo di cattivo gusto- affermò il professore, con una vena di umorismo indistinto in un atteggiamento sufficiente.

Ma il ragazzo non proferì parola, in cerca di un nesso logico che potesse portarlo via da quella confusione.

-Oppure no? Diciamo che Potter ha avuto un bel coraggio. È corso da me, dicendo che lei è rimasto ferito in un vostro scontro. Ma non vedo una situazione così tragica da come mi è stata descritta, affatto-

-Sectumsempra- mormorò Malfoy -Si, deve essere stato questo, quello che ha detto-

Piton rimase interdetto, rimanendo con una smorfia indefinibile a fissarlo.

-Questo non è possibile-

-Ma è successo!- disse nervoso Draco, ricostruendo gli eventi nella mente.

-Non è possibile, altrimenti lei non mi parlerebbe ora- fece una pausa che tese ancor più l'atmosfera -C'è solo una persona che sa il contro incantesimo relativo, e le assicuro che non era qui con lei-

Malfoy tacque, sfregandosi le tempie con i polpastrelli.

-Una ragazza...- esalò Draco.

-Una ragazza?- ripeté Piton.

-Mi ricordo solo che sussurrava qualcosa. Forse si trattava di una formula magica...- affermò mentre tamburellava, con fare ansioso, le dita della mano destra sul ginocchio. Poi lentamente si sbottonò la camicia per controllare qualcosa. Sulla pelle pallida era situata una cicatrice, all'altezza del cuore, sul petto. Rappresentava una prova tangibile di ciò che era successo: che fosse stato l'incantesimo di Potter o un successivo incanto della ragazza.

-Qual era l'aspetto di questa ragazza?- chiese Piton.

Il silenzio era scandito dallo sfregamento che le sue mani compivano sulla camicia per richiuderla.

-Non riesco a ricordare- mormorò Draco, rialzandosi.

-Se è così, consiglio di andare velocemente in infermeria per accertamenti- concluse infine Piton, avviandosi verso l'uscita.

-Aveva dei capelli lunghi e castani, e occhi molto chiari-

Alle parole del tutto inattese di Draco, Piton si fermò sulla soglia.

-Vieni con me Draco-

Il ragazzo esitò a quel che assomigliava ad un ordine, poi si mosse seguendolo in silenzio.

A passo svelto percorsero entrambi i corridoi di Hogwarts, diretti in Presidenza.

 

 

 

 

-Buon giorno Severus. E buon giorno anche a te, Draco- esordì Silente vendendoli varcare la soglia -Mi sorprendi Severus, come mai questa visita?- il suo sorriso, definito sotto una lunga barba bianca, risaltò l'espressività degli occhi.

-Il nostro discorso era finito, come ha detto lei. Ma non prima di vedere questo- così dicendo Piton spinse Draco verso Silente.

-Cosa intendi dire, Severus?-

-Draco Malfoy ed Harry Potter hanno avuto uno scambio di opinioni, se così possiamo chiamarlo, e Draco è stato ferito, con il Sectumsempra- concluse il professore con tono assai serio.

Silente si incupì e squadrò Draco con perplessità.

-Tu Severus...- iniziò Silente, ma l'altro scosse la testa.

-È stata una ragazza- affermò Piton facendo intuire il resto.

-Ah, capisco...-

Silente camminò con passo trascinato verso il Pensatoio.

-Avrei bisogno di vedere il frammento di ricordo riguardante a questa ragazza, Draco...- mormorò Silente, mentre lo sguardo di stupore di Draco si perdeva in quelle parole.

-Purtroppo...- continuò -...il tempo scorre via fugace. Severus mi avvalerò dei tuoi stessi ricordi che riponesti nel Pensatoio insieme ai miei. Tu ragazzo, dovrai solo dirmi se la riconosci-

-Albus sei sicuro che questa sia una buona idea?- sibilò Piton con tono scostante.

-Evidentemente ci deve essere un motivo perché lei ha salvato Draco. Perciò penso che anche lui ha il diritto di sapere di più, nell'eventualità che si mostri di nuovo-

-Se fosse davvero lei, di sicuro, non farebbe certo per pietà- il tono di Piton non lasciava spazio ad obbiezioni.

-Ma chi è lei?- chiese Draco, stravolto dalla situazione.

-Qualcuno di cui tu non dovresti nemmeno conoscere l'esistenza...come tutti d'altronde- continuò Piton.

-Severus ti prego- lo riprese Silente - Draco avanti,vieni qui. Ora tu vedrai alcuni ricordi che io ed il professore abbiamo raccolto insieme durante alcuni anni. Draco, mi devi promettere che non ne farai parola con nessuno, è di vitale importanza-

Draco si voltò verso Piton, poi di nuovo verso il suo interlocutore, infine fece un breve cenno di assenso.

-Molto bene Draco- e così detto avvicinò il viso del ragazzo alla bacinella. A quel punto il ragazzo vi immerse il volto.

 

 

Il primo ricordo era situato vicino ad una foresta che circondava delle case dall'aspetto abbandonato.

Attorno a lui, da un fumo nero e compatto che si schiariva, si materializzò un manto denso e freddo di neve, che ricopriva i profili della pianura con dune irregolari.

Un uomo, scuro in volto quanto nell'abito, camminava a passo celere. Severus Piton, anche se sovrappensiero, manteneva il solito portamento orgoglioso e dignitoso. Il volto pareva scavato da una qualche disgrazia avvenuta in passato che lo aveva colpito severamente. La stradina che percorreva era stretta ed incorniciata ai lati dalla neve che sembrava inghiottirla con il resto del paesaggio immacolato.

Ad un certo punto Piton si fermò a guardare un movimento insolito nella neve. In un primo momento gli era sembrata una donna inginocchiata, dove la schiena era nascosta da un cumulo di neve. Ma poi comprese che si trattava di una bimba vestita da un capotto color panna.

Piton, avvicinandosi alla ragazzina, chiese -Come mai sei sola in questo posto? Dove sono i tuoi genitori?- Ma la bambina continuò a fissare il suolo e dopo qualche attimo scosse la testa in cenno di dissenso.

Pochi secondi dopo arrivò una seconda persona. Aveva una barba lunga e folta, che scendeva lungo il petto, e tenuta raccolta all'estremità.

-Cosa c'è Severus?- chiese Albus Silente avvicinandosi ed osservando la scena.

-Vedo con piacere che finalmente mi ha raggiunto. Questa bambina non sa dove si trovino i suoi genitori. Peraltro penso che non sappia il motivo per il quale si trova sola in questo luogo-

Silente gli diede una veloce occhiata di deplorazione per quelle parole dalla sfumatura ironica. Silente si avvicinò alla bambina, chinandosi e cercando di scrutarla in volto. Era spaesata, forse si era persa ed era probabilmente molto affamata. Gli occhi chiari di lei erano persi nel vuoto.

-Come ti chiami piccola?- domandò affettuosamente Silente, con un sorriso che si allargava da parte a parte.

La piccola per la prima volta si voltò e lo fissò attentamente.

-Non, non lo so-

La risposta spiazzò ancor di più i due individui.

-Forse ha subito un trauma- ipotizzò Silente.

-O forse è sotto l'incantesimo di memoria...- sentenziò Piton, sprezzante -La domanda ora sarebbe, perché? Magari non ci dovremmo fidare...-

Silente mise una mano sulla spalla della bambina.

-Non è cauto...- si affrettò a dire Piton.

-Severus, è solo una bambina- disse mentre si rivolse di nuovo verso di lei -C'è qualcosa che ricordi?-

La smorfia di lei era marcata di spavento, gli occhi sgranati nascosti sotto una folta chioma. La bimba alzò il braccio, lentamente, e puntò l'indice in alto, guardando lontano.

I due maghi, che erano rimasti a guardarla compiere quel gesto. La mano della bambina indicò una figura nera su un albero a poca distanza, che faceva parte della foresta. Piton si armò di bacchetta e camminò nella direzione indicata.

-Severus....- mormorò Silente.

-Vado io- lo avvertì.

Piton si rese conto, dopo pochi passi, che il corpo era del tutto immobile, e nel momento nel quale arrivò ai piedi del tronco, vide che il volto era nascosto dai rami. Così scagliò un incantesimo su di essi in maniera tale di tagliarli di netto e farli cadere.

Neanche il più gelido dei maghi come Piton, non poté fare a meno di provare disgusto e stupore per ciò che gli si parò dinnanzi.

Davanti a lui si proiettava una vista agghiacciante.

C'era una persona, dal viso trasfigurato come lo era il resto del corpo, che per tanto mettevano in evidenza le ossa di quest'ultima. Era immobile e indubbiamente morta, trattenuta dalla folta chioma dell'albero. Un essere totalmente irriconoscibile, per cui era difficile persino individuare se fosse stato di sesso femminile o maschile. Specialmente del viso rimaneva poco. Una visione ancor più raccapricciante era provocata da un ramo che trapassava la figura da parte a parte.

La figura, orientata verso la bambina, era avvolta da un ampio vestito nero e teneva serrato nella mano un lungo ed affilato coltello. La lama era imbrattata di un liquido vermiglio, indubbiamente sangue. Sebbene il corpo fosse senza vita, pareva quasi che la mano si ostinasse a tenere la presa su quell'arma.

Severus, con rapido movimento, sbriciolò il cadavere in una polvere nera, che volò via portata dal vento in sinuosi vortici che la fecero disperdere. In quella fredda e bianca alba, l'oblio sembrava ridisceso per una funesta visita.

Silente prese la mano della piccola, che lo seguì senza opporsi e peraltro senza volontà.

-Ti portiamo in un posto sicuro- sussurrò Silente.

La scena si allontanò dall'alto per poi tramutarsi in un nuovo ricordo. Il fumo nero a compose di nuovo la visione.

 

 

Il ricordo successivo partì con un silenzio, che regnava indisturbato nello studio di Silente, il quale era concentrato nella lettura. La quieta fu interrotta da un rumore sordo di una porta sbattuta sul marmo con violenza. Nella stanza entrò una ragazzina allegra, sugli otto anni, saltellava nella direzione dello scrittoio.

-Severus mi ha detto che oggi è il mio compleanno!- sorrise la bimba, aggrappandosi al braccio dell'uomo che sorrise amorevolmente.

-Oggi non è il tuo compleanno ma il giorno in cui sei stata ritrovata- precisò Piton varcando la soglia con compostezza.

-Oh, andiamo Severus non c'è bisogno di essere così irritati, e poi dovrebbe fare piacere anche a te. È un giorno importante- disse in tono affettuoso verso di lei.

-Certo...- disse lui, facendo una breve pausa -...potrei morire dalla felicità- riprese lui, con una vena di sarcasmo che rendeva la frase paradossalmente divertente.

I due maghi si scambiarono una veloce occhiata, con cui quel discorso si chiuse all'istante.

La presenza di quella ragazza nella scuola, risultava assai rara quanto segreta. Infatti nessuno all'infuori di un cerchio ristretto, sapeva della sua esistenza. Il tempo era passato e Piton aveva finito col affezionarsi, anche se tutto voleva fuorché darlo a vedere.

Ma dopotutto, nulla era risultato facile e vi erano molti problemi da fronteggiare, come il controllo di lei. Infatti la ragazzina non era mai riuscita veramente a tenere sotto controllo la propria forza magica. Piton aveva iniziato ad insegnarle, a dare suggerimenti, a trasmetterle l'importanza di razionalizzare i propri sentimenti ed istinti. Purtroppo i risultati iniziali furono poco meno che modesti.

-Allora, immagini già che regalo riceverai?- domandò divertito Silente.

-Un regalo per me? Qual è?- chiese, sgranando gli occhi.

-Una bacchetta- affermò Silente.

Gli occhi di lei si illuminarono, sfavillando e probabilmente iniziò ad ipotizzare la forma e la decorazione.

-Albus!- tentò di ribattere Severus.

-Severus stai tranquillo, sono sicuro che la nostra futura studentessa si avvalerà con giudizio e serietà di ogni mezzo magico- affermò rivolto a Severus.

-Dato che creo così tanti danni, forse non dovrei- ammise tristemente, con la paura di compromettere il suo regalo con quell'osservazione.

-Non dovrai rinunciare a nulla. Inoltre dovrebbe essere un aiuto per controllare la tua magia- concluse lui, picchiettando dolcemente sulla sua spalla.

-Potete andare subito!- incalzò Silente, mentre la ragazzina, si alzò sulla punta dei piedi per abbracciarlo

-Molto bene- sentenziò Piton avviandosi verso l'uscita, mentre lei in pochi secondi era già corsa fuori.

-Divertiti Sadalsuud!-

A quella frase una chioma castana ricomparse da dietro la porta.

-Grazie!- esclamò con enfasi.

 

 

La visione si sconvolse nuovamente. Sadalsuud stava guardando le bacchette, esponendo alla luce le scatole nelle quali erano adagiate.

-E allora, Professor Piton, ora è insegnante di pozioni e direttore della casa Serpeverde ad Hogwarts, dico bene?- chiese Olivander con piglio gioioso ed alquanto curioso da sembrare quasi invadente.

Piton gli diede ascolto e si limitò ad annuire.

Nel frattempo Sadal la fissava con aria seria alcune bacchette, girandosele tra le mani, percorrendo con le dita sottili i profili articolato o lisci di ognuna. Ma quella che attirò maggiormente la sua attenzione, era una dallo stile elegante ed in parte barocco. Era percorsa da spine e rovi scolpiti con maestria, l'impugnatura era costituito da un volto che lasciava perplessi. Le sembianze di questo viso, o di questo muso, a differenza che fosse stato di uomo o di creatura magica, incuteva un certo timore. Inoltre la linea autoritaria, dello stile utilizzato, risultava assai marcata.

-Molto insolito- mormorò il proprietario del negozio.

-Di cosa è fatta Signor Olivander?- chiese, curiosa ed inquieta, Sadal.

-Il legno è carpino, la lunghezza è di dodici pollici e mezzo. Abbastanza flessibile e il nucleo, senza dubbio, è corda di cuore di drago- il rispetto verso quella opera, che Sadal stringeva nelle mani, era il risultato di un amore ossequioso verso il suo mestiere, che lui considerava senza dubbio, non solo un'arte ma anche un credo.

-Si è proprio questa- affermò felice Sadal, avvicinandola al petto, come per paura che potesse andarsene.

Il ricordo svanì ed un altro prese posto.

 

 

Quest'ultimo iniziò in modo concitato nei sotterranei della scuola.

-E cosa vorresti fare, lasciare che vaghi nel mondo magico? Senza un tutore né una famiglia?- chiese nervoso Silente.

-Io le avevo raccomandato di lasciarla stare quel giorno, ma non mi ha voluto ascoltare! Avrebbe potuto vivere in una famiglia normale, mentre così è segreta in un posto che non fa per lei!- risultava insolito quanto Piton non riuscisse a frenare le sue emozioni, che di fatto sfociavano in una rabbia soffocata.

-Quello che è successo oggi è solo un incidente. Per molto tempo è stata circondata solo da persone adulte, è normale un comportamento ribelle con persone della sua stessa età- replicò Silente, cercando di distogliere l'attenzione dalla conversazione, sfogliando un libro colmo di rune antiche.

-Non lo è! La sua forza distruttiva non si è mai placata. Nemmeno quando ha iniziato ad imparare-

-Questo non determina ciò che può diventare. Come non determina nulla il fatto che abbia scelto Serpeverde, la stessa casa che ha ospitato molti maghi malvagi...-

-Il cappello parlante era indeciso, pensava di collocarla in Grifondoro, ma la sua ambizione ha prevalso. Ma non sto parlando di questo Albus, la questione è più grave-

-Forse l'ha fatto per seguire le tue orme Severus o forse per la sua stessa ambizione. Dovresti trattarla meno duramente invece che preoccuparti di lei solo in sua assenza-

-Lei non deve appoggiarsi a nessuno- sentenziò Piton con furia -L'incidente avvenuto con le sue compagne di dormitorio denota un comportamento non comune tra gli altri studenti. Sadal non è una ragazza come le altre: desidera l'attenzione di chi non la cerca, di chi è soffre e vive nella paura, nel rancore o nei rimorsi. Ma a differenza di alcuni compagni, lei ha una forte fibra morale, e non sopporta il tradimento. La grave azione compiuta oggi da Sadal si deve quindi imputare al tradimento della fiducia che aveva riposto in loro-

La gravità della situazione ricacciò qualunque altra parola nelle gole di entrambi, lasciando un pesante silenzio governare l'atmosfera.

-Sadal non è tipo da ferire in quel modo una compagna-

-Invece l'ha fatto. Sono stato io stesso a rimarginare le ferite alla ragazza e a prendermi l'onere di cancellare i fatti accaduti dalle menti dei presenti-

Silente sbiancò -Sadal ha solo dodici anni...-

-Dobbiamo ritirarla dal corso, fare in modo che sia sotto il nostro controllo diretto, o lo rifarà, di nuovo ed ancora-

 

La memoria si trasformò nuovamente, disegnando l'architettura che definiva l'ufficio di Silente.

Severus entrò velocemente -È scappata, Sadal è andata via!- esclamò Piton con fiato corto e le parole mozzate in un tono di sorpresa costernato e gelido.

I ricordi terminarono, il fumo nero inghiottì l'ultima immagine, ed infine apparve una persona irriconoscibile. Il volto, composto dal vapore scuro del Pensatoio, era contratto da una ferocia animalesca. Teneva nella mano un coltello affilato e quando fece per scagliarlo, bruciò viva, lacerata e trasfigurata.

 

 

Draco alzò rapidamente il volto, liberandosi dall'incubo pungente.

-Cos'era?- strillò con energia.

Il volto era imperlato da sudore ed acqua, l'espressione era rigida e tesa per l'angoscia che sentiva percorrergli ogni muscolo del corpo.

-Capisco Draco che tu sia sconvolto...- iniziò pazientemente Silente.

-Sconvolto?!-chiese ironico, come se quella parola non rispecchiasse a pieno le sue emozioni.

Non capiva. Perché un simile obbligo? Perché gli erano state mostrate tutte quelle visioni?

-Sadalsuud era chiamata Sadal, come diminutivo- Silente fece una breve pausa -Quest'oggi, secondo la nostra ipotesi, sei stato salvato da lei-

Draco ridacchio con sarcasmo -Da una bambina?-

-Quella bambina è cresciuta ora. Ha la tua stessa età- precisò Silente, rivolgendosi poi a Severus -Inoltre il fatto che io oggi ti abbia impedito di intervenire, Severus, aveva un suo scopo. Volevo accertarmi delle sue intenzioni-

-Intenzioni che risultano poco chiare lo stesso- si lamentò l'altro professore.

-È per questo che abbiamo bisogno del tuo aiuto Draco. Dobbiamo capire il motivo perché è rientrata ad Hogwarts. Avevamo ipotizzato che fosse morta dopo la sua fuga, fino ad oggi-

-Io non c'entro niente e non voglio essere immischiato in affari che non mi riguardano. Per non parlare di quella orribile visione finale, dove quell'orrendo cadavere composto da fumo sembrava volesse uccidermi- il ragazzo deglutì, sistemandosi nervosamente la giacca.

-Niente del genere è compreso in quei ricordi- proferì Piton.

Silente lo interruppe -Forse, solo lui può vedere ciò che a noi sfugge Severus. Forse c'è un legame con l'incidente di oggi e il ritorno di Sadal-

Draco strinse i pugni e pose la domanda con rabbia -Che cos'era quel cadavere, quello sull'albero?-

-Quando l'abbiamo trovata, quel giorno, senza nome e senza ricordi l'abbiamo portata ad Hogwarts. Ma più il tempo passava, più sviluppava un lato sinistro e più iniziai a pensare che lei centrasse in modo diretto con l'omicidio di quella persona-

-Ora basta Severus! Infanghi la sua memoria. Le tue sono solo supposizioni e lei era una bambina inerme a quel tempo!- Silente sospirò -Draco, devo avvertirti di fare attenzione, noi ti proteggeremo se ne avrai bisogno, in qualsiasi momento-

Draco mostrò una smorfia disgustata, ferito gravemente nell'orgoglio.

-Io non ho bisogno della sua preoccupazione. Sono capace di difendermi da solo!-

Draco si voltò ed imbucò l'uscita a passo svelto.

Non aveva nessun interesse per quella faccenda. Il gesto della ragazza che lo aveva salvato lo aveva colpito, ma dopotutto non aveva nemmeno la sicurezza che fosse davvero la stessa persona delle visioni.

C'erano ben altre cose che impegnavano la sua mente giorno e notte. Si trattava della missione che avrebbe dovuto portare a termine entro la fine dell'anno. Gli ideali che perseguiva e la vita che aveva scelto di intraprendere lo rendeva muto alle emozioni e sordo a ciò che esso gli suggeriva.

Il padre era stato rinchiuso ad Azkaban e lui era stato costretto a sorreggere un peso troppo grande. Qualunque sarebbero state le sue azioni, stavolta, si sarebbero riflesse su tutta la famiglia.

Per questo motivo Draco Malfoy divenne un Mangiamorte come il padre, unendosi così alla causa di Lord Voldemort.

Ignorava l'umanità delle persone definita dalla capacità di amare, e uno dei sentimenti che riusciva maggiormente a muoverlo, era la paura.

Draco in quel periodo del sesto anno non sapeva ancora cosa la paura lo avrebbe spinto a fare, e a quali eventi sarebbe andato incontro.

Ma tutto, presto, sarebbe cambiato inesorabilmente in un risvolto concatenato al nome di Sadalsuud.

 









 

 

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CAPITOLO.1

A tavolino con Aridian.

 

BEHIND THE WRITING

Benvenuti al primo capitolo della fiction Reset, The Spectrum of Time.

Se state leggendo questo paragrafo e vi domandate dove sono finiti gli “aneddoti divertenti” durante la scrittura, che avevo postato, mi dispiace ma ho voluto toglierli dopo la seconda revisione avvenuta il 29 Settembre 2012, giorno nel quale la fiction si è conclusa.

Ho infatti postato anche un prologo prima di questo capitolo, che all'inizio non era presente.

Rileggendo, e quindi correggendo, dopo la bellezza di tre mesi nei quali ho iniziato e portato a termine Reset, mi sono resa conto di quanto i primi capitoli fossero incomprensibili e scarni. Dopo le opportune modifiche della seconda revisione che hanno visto protagonisti solo il capitolo uno, due, e metà del terzo (essendo i più disastrosi) mi è venuto senza dubbio un calo di zuccheri dettato dal profondo rammarico di aver scritto simili assurdità. Spero al più presto di trovare le forze di passare ad ulteriore revisione anche tutti gli altri capitoli, per il momento sono felice di aver corretto quelli più orridamente scritti.

Vi lascio alla lettura della fiction,

ringraziando tutti coloro che mi hanno riferito di volermi segnalarmi come scelta e

che ho dovuto fermare poiché i primi capitoli avevano una distanza di stile e scelta lessicale totalmente differente.

Ora potete farlo, scusate del tempo che ho impiegato.

Incito i lettori amanti della suspense, del mistero, del terrore ed infine amanti di una certa prospettiva cupa, tenebrosa ed amara dell'amore a leggere questo racconto, sperando di potervi coinvolgere in una storia dove l'amore immortale può stravolgere il tempo, lo spazio e la propria anima per far tornare alla vita la persona amata.

Con affetto,

a presto,

Aridian.

 


 

   
 
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