Dardo d'amore. 

 

L'ho vista, è bellissima.
Una dolce ninfa che si presenta con pelle lattea e rossi capelli.  
E' come ho sempre desiderato il volto dell'amore,
come se tutte le particelle e il magma rovente di ogni fantasia o notte insonne
prendessero vita ed ecco lei e il suo corpo.
Non ricordavo l'amore così strruggente e dolce;
in esso -come in nessun altro sentimento- il bene e il male coeistono.
Forse è per questo che a noi piace punirci e bearci con esso.
In attesa di vederla nel mio stomaco si crea una voragine,
mi preoccupo di non trovarla sotto il consueto lampione, a vendere liquidi utili al Dio Bacco. 

Quando odo i suoi passi, il mio cuore riprende vita e anche se so che essi non si dirigono verso me,
spero di poterla intravvedere senza farmi notare e pregare che un qualsiasi Dio la porti da me.
Ho pregato tanto per averla e nascondo tutto dietro l'indifferenza.
Mi mostro con imprese forti per farle capire quanto la possa stringere forte tra le braccia,
ma smarrisco l'intenzione in gesti impacciati, quando penso che non mi vede.
Non so nemmeno il suo nome, in me qualcosa la chiama come la più importante delle gioie,
alla quale vorrei donare le mie labbra.
Un giorno la vidi dietro un cespuglio ,sussurrava parole a qualcuno e subito la mente mi ha suggerito: 

"Un amore le occupa il cuore,non c'è posto per te!"

e come sono vile a non agire e a rivolgerle la parola,
persino un saluto mi pesa al petto, avvolto dalla paura che possa turbarla!
 

Ogni notte sotto la luna, col cuore avvolto da questa passione e dal terrore,
attenderò la sua voce e il suo corpo, poiché lei è la musa che ha ispirato ogni mio sonno.