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Autore: KeilaStradlin    27/06/2012    3 recensioni
Premettendo che non sono brava con le introduzioni, la storia si apre con un'anche troppo tranquilla giornata al Istituto Superiore Furinkan, che viene però interrotta dall'arrivo di orrendi demoni che sembrano puntare alla vita di Akane che sta per essere uccisa da uno di questi, quando fanno la loro comparsa due personaggi che conosciamo molto bene e che trascineranno Ranma e Akane in una nuova avventura, forse la più pericolosa che abbiano affrontato finora... ( Sarà presente anche un nuovo personaggio ).
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo Terzo.

Accettazione.


Akane si svegliò nel cuore della notte, respirando affannosamente.

Si passò le mani sul volto, cercando di riprendersi dall'incubo che aveva appena fatto; non ricordava molto bene di cosa si trattasse, ma era sicura che Ranma le urlasse contro qualcosa, spingendola giù da un burrone. Si era svegliata appena prima di sfracellarsi contro il suolo. Forse aveva urlato, non ne era sicura.

Osservò il profilo di Ranma, illuminato solo da quel che rimaneva del fuoco acceso qualche ora prima, qualche tizzone ardente e molta cenere. Il ragazzo dormiva, con le braccia allargate e russando sommessamente, sembrava che niente riuscisse a turbarlo. Aveva deciso che Akane sarebbe tornata a casa la mattina dopo, volente o nolente e lui sarebbe rimasto li. Alla fine, quando Kagome e InuYasha erano rientrati, il mezzodemone aveva fatto non poco casino dopo aver saputo che quell'umano aveva intenzione di unirsi a loro. Lui non aveva certo bisogno di un altro aiuto. Ovviamente c'era voluta tutta la pazienza di cui Kagome era dotata per calmarlo... Eppure, nonostante la lunga discussione che si era venuta a creare, era riuscita a convincerlo.

Akane li invidiava, inutile nasconderlo. Invidiava il fatto che quei due, a discapito dei battibecchi, fossero così affiatati e prendessero insieme ogni decisione; cosa che lei non era mai riuscita a fare con Ranma. E adesso quel cretino voleva rispedirla a casa, non riusciva nemmeno a fidarsi di lei. Non la voleva con lui a intralciarlo. Invece Kagome e InuYasha sembravano così inseparabili...

Si riscosse dai suoi pensieri, delle voci fuori dalla capanna la distrassero. Delle voci che aveva udito solo in quel momento sebbene andassero avanti a parlare già da qualche minuto.

Scostò appena la tenda, cercando di fare il minor rumore possibile.

- Ma quello ha detto che vuole che l'umana se ne ritorni a casa e mi pareva irremovibile -

- Lo so, ma te ne sei accorto anche tu vero? -

InuYasha e Kagome discutevano, seduti in mezzo al prato.

- Si, ieri quei demoni stavano tutti puntando a lei... -

- Cosa credi che significhi? -

- Non lo so... Però non possiamo escludere che abbia qualcosa a che fare con la Sfera dei Quattro Spiriti... -

- Forse è una sacerdotessa, non possiamo escludere neanche questo, una reincarnazione, come -

- Bè, non importa, il fatto è che se dovessimo rimandarla nel suo mondo, i demoni ne sarebbero attratti e rischierebbero di fare una strage dall'altra parte del pozzo e... -

- E di ucciderla, lo so... - Prese fiato - Invece se rimanesse con noi, potremmo proteggerla meglio... -

- Sempre che lei voglia, questo posto è pericoloso... è probabile che si senta più protetta a casa sua -

Akane ebbe un improvviso tuffo al cuore. Era ovvio che stavano parlando di lei.

L'idea che i demoni fossero alla sua ricerca per qualche oscuro motivo la turbava, eccome, ma in quel momento qualcos'altro aveva preso il sopravvento su tutte le sue emozioni. L'idea del trionfo. Aveva trovato il motivo perfetto perché Ranma non la potesse mandare via. Avrebbe combattuto, che lui avesse voluto o no.

Presa da una strana euforia, dato quello che aveva appena sentito, andò spavalda verso quel che riusciva a distinguere di Kagome e InuYasha, e con voce ferma disse – Io voglio restare. -


Ranma Saotome sbatté violentemente il pugno contro il pavimento.

- Come potete essere sicuri che quei demoni stessero puntando proprio a lei? -

- L'ho visto, sono un demone anche io ti ricordo. -

- Esatto, e non mi fido affatto di te, potresti benissimo ingannarci -

- Senti ragazzino, l'ultima cosa che voglia è di avere voi due come palle al piede ad intralciarmi, ma se vuoi che la tua donna viva - A quelle parole il volto di Ranma divenne bordeaux. - e che il tuo mondo non sia in pericolo devi crederci, se non ti fidi di me, fidati di Kagome! -

- Sul serio, non vi stiamo mentendo... -

Ranma chiuse gli occhi per qualche secondo. Era inutile, qualunque cosa tentasse di fare non riusciva mai a far si che Akane fosse fuori pericolo, anzi, era solo in grado di metterla in mezzo. Senza contare che adesso avevano litigato praticamente per niente. Stupido, stupido, stupido.

Si tormentò le mani, con amara rassegnazione. Pareva proprio che non ci fosse altro da fare che fidarsi di uno spocchioso demone e di una ragazzina.

- E va bene, e va bene, fate come vi pare. -

- Bene, ma vedi di non starmi troppo fra i piedi -

- Vedi tu di non stare fra i piedi a me! -

Kagome trasse un profondo respiro. - Vi prego smettetela -

- Non finiranno mai, Ranma non sa far altro che urlare insulti a destra e a manca – fece Akane, evitando accuratamente di guardarlo negli occhi. La litigata della sera prima gli bruciava ancora.

- Non sei affatto carina, lo so che sei ancora arrabbiata per ieri sera! -

- Ne ho tutti i motivi -

Kagome si portò una mano sulla fronte. Quei due le ricordavano lei e InuYasha agli inizi. Non facevano altro che lanciarsi addosso insulti e nascondere le loro reali intenzioni.

Non seppe perché, ma qualcosa la spinse a dire quello che da un po' di tempo le passava per la testa.

- Akane, probabilmente Ranma non voleva che tu rimanessi qui perché ha paura che ti possa accadere qualcosa -

A quell'affermazione il silenzio calò per qualche secondo nella capanna.

Akane sbatté più volte le ciglia, cercando di recepire quel che aveva appena sentito. Non le era passato nemmeno lontanamente per l'anticamera del cervello che potesse essere quello il motivo per cui il suo fidanzato non la voleva li.

- E per questo che non volevi che rimanessi? -

Ranma arrossì, preoccupandosi di guardare intensamente il pavimento.

- Ti ci voleva così tanto a capirlo? - sussurrò.

Akane si addolcì. Forse avrebbe dovuto scusarsi. Si. Era praticamente decisa a farlo...

- Tsk, che idiota, non potevi dirglielo chiaro e tondo alla tua donna? - proferì InuYasha a voce molto alta, con una chiara vena provocatoria.

Così, senza riflettere Ranma, sotto pressione, sbottò – Non è affatto la mia donna quel maschiaccio! -

E tutta la dolcezza di Akane svanì, come una bolla di sapone.

Una pentola, spuntata fuori da chissà dove, colpì il povero Ranma in pieno volto.

---

Era appena passata l'ora di pranzo quando Ryoga Hibiki, ormai allo stremo delle forze, raggiunse, con infinita soddisfazione, i cancelli della palestra Tendo. Nonostante il Souvenir che aveva portato in dono ad Akane fosse andato distrutto, era finalmente riuscito a trovare la casa di lei.

Aspettami mia dolce Akane!

Allungò una mano, tremante per la fatica, con l'intento di aprire il cancello e riuscire a rialzarsi dall'asfalto sul quale stava praticamente strisciando, ma la ruota di una bicicletta lo colpì in pieno sulla nuca, mandandolo di nuovo a terra. Quando riuscì a rialzare di nuovo il capo, si accorse che sulla bicicletta che l'aveva appena investito stava seduta proprio Akane, insieme ad un'altra ragazza che non conosceva.

Sicuramente questo è un segno del destino...

- Akaaaaneee! -

Come attraversato da una improvvisa scarica di energia, si rimise in piedi in un lampo, correndo dietro alla sua amata.

---

InuYasha ticchettò impazientemente le unghie sul bordo del pozzo mangia ossa. Era passata già mezz'ora da quando Kagome si era offerta di accompagnare Akane a dire ai suoi parenti che sarebbe dovuta stare via per un po' di tempo; lui era rimasto solo con quel Ranma, e non aveva la minima intenzione di aprir bocca.

Fu Ranma, che non ne poteva più di tutto quel silenzio carico di tensione, a decidersi a parlare.

- Senti tu, da quel che ho capito i Demoni odiano gli esseri umani, ma dal tuo comportamento non si direbbe... -

- Io odio gli esseri umani. -

Ci mancava solo che il tipo si mettesse a fare domande, e per di più di quel genere.

Ora che non c'era Kagome a frenarlo, poteva insultarlo come gli pareva.

- Non si direbbe dato che te ne vai in giro con Kagome -

- Lei mi serve per trovare i frammenti della sfera. -

Era da molto tempo che non tirava fuori quella storiella, ma chissà perché l'idea di mostrarsi benevolo con quell'umano gli dava così fastidio.

- Ma tu, cosa vuoi farci con la Sfera dei Quattro Spiriti? -

Ora cominciava davvero a ficcare troppo il naso nei suoi affari.

- Non sono cazzi tuoi -

Si alzò, afferrando la mano di Kagome, che era appena spuntata dal pozzo.

- Perché diavolo c'avete messo così tanto? Dovevate fare i saluti ad un intero villaggio? -

- No è che... - Iniziò Kagome, mentre Ranma andava ad aiutare Akane a salire. Ma poi fu interrotta dalla voce sconcertata del ragazzo.

- RYOGA!? -

Dal pozzo mangia ossa era appena uscito un ragazzo vestito in giallo, con una fascia del medesimo colore legata intorno alla testa.

- Che ci fai qui?! -

Un incredulo Ranma lanciò un'occhiata inquisitrice ad Akane, che alzò le spalle rassegnata.

- Ha voluto seguirmi a tutti i costi e alla fine gli ho dovuto spiegare che stava succedendo -

Ryoga strinse la mano a pugno, andando incontro all'amico/nemico.

- E bravo, hai pensato bene di allenarti senza di me, che bell'amico che mi ritrovo! -

- Certo, quando ti fa comodo sono tuo amico è, che opportunista! -

Ma Ryoga lo ignorò completamente. - E poi voglio difendere Akane! -

InuYasha fece schioccare minacciosamente gli artigli. Quello era davvero troppo.

- Lo volete capire o no che non siamo in una gita di piacere!? Non ho tempo per badare anche a questo qui! -

- Non prendo ordini da uno strano ragazzo con le orecchie da cane, e poi io so badare a me stesso, sono un combattente marziale, chiaro? -

Ryoga e InuYasha erano a pochi centimetri di distanza, che si scrutavano in cagnesco.

- Su, fammi vedere quello che sai fare... -

- Con molto piacere -

Gli artigli dell'Hanyou schioccarono per la seconda volta; era pronto a lanciarsi all'attacco, ma una furiosa Kagome fece il suo ingresso in campo.

- InuYasha, a cuccia! -

CRACK.

- Daaannata! -

Ryoga aggrottò le sopracciglia, mentre fissava il suo avversario, letteralmente spiaccicato al suolo. - Ma che cazzo? -

Ranma e Akane si lanciarono un'occhiata complice, poi dissero all'unisono. - Credo che dovremmo spiegarti un paio di cose -


---


La grande carcassa di un demone millepiedi si schiantò al suolo, tagliata in due metà praticamente perfette.

Il suo sangue violaceo schizzò tutt'attorno, imbrattando i vestiti di Keila; la ragazza imprecò, mentre rinfoderava una Katana dalla curiosa lama color nero pece. Poi si chinò a terra, per raccogliere un piccolo cristallo color lilla, un frammento della Sfera dei Quattro Spiriti, e lo nascose dentro il suo kimono.

Una folata di vento sferzò l'aria, scompigliandole i capelli rosso fuoco.

Come colta da un'improvvisa rivelazione alzò di scatto il capo.

Lo sentiva : il mezzodemone cane che stava cercando, era vicino.

  
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