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Autore: AndreaMesso45    27/06/2012    1 recensioni
Siamo nel futuro, un futuro apocalittico.
Dopo il colpo di stato del Regime, è stata proibita ogni tipo di arte e incarcerati tutti i musicisti che non hanno voluto aderire al programma di "riabilitazione artistica".
Però qualcosa si muove nel profondo della terra, è l'ora della Rivoluzione!
Genere: Avventura, Science-fiction, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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E chi la ferma più questa rivoluzione?

Parte I

Walk



13/01/2030
Kemerovo, Siberia
6° C

 
District General
Regime of the North
                                          Distretto federale del regime nord
 

      “A million miles away                                                                                                                                       “Un milione di miglia di distanza
      Your signal in the distance …”                                                                                                                          Il tuo segnale in lontananza …”

 

Incredibilmente confuso, ma sollevato.
Così si sentì Dave in quel preciso istante, forse con un pizzico di paura e una punta di adrenalina nel cuore, provò a ricordare il momento …
Il momento in cui aveva conosciuto quella voce, quella espressione, quella figura umana, quell’anima.
Eppure era lì davanti a lui, era come un angelo senza ali ma con i segni del tempo sul viso, era una creatura celeste vestita da guerriero dimenticato, era l’anima gemella che aveva perso da tempo.
Dave rimase fermo per quell’attimo, giusto quel secondo, solo per ricongiungersi con la vita, con il tempo e tornare a vivere nel presente … magari sperando in un futuro.
Gli bastò quell’istante soltanto, fissò gli occhi dell’amico ritrovato e sprofondò in un sorriso eterno, lanciandosi contro le sbarre d’acciaio della sua cella.
Protese le braccia fuori dalle transenne e cercò il contatto con egli, come un bambino che sogna … lui gli prese le mani e le strinse al petto.
Il ragazzo sui 30 anni, intanto, si godeva il momento liberatorio tra i due e rimase veramente colpito dai sentimenti sprigionati in quella scena, rimase colpito nel profondo.
Dave, ci sarà tempo per tutto. Forza amico, dobbiamo portarti fuori da qui!”  disse l’uomo.
Taylor, non so .. io ..
Dave non riusciva a dire niente dall’emozione, era stordito anche dal fumo e dal tremendo calore che emanavano gli incendi che si stavano propagando in tutto il settore H.
Guardò Taylor negli occhi e, deglutendo, lasciò le sue mani e si spostò dalle sbarre facendo due passi indietro.
Aveva dannatamente paura di perdere quel contatto, che fosse solo un sogno, aveva il terrore di risvegliarsi nella sua branda con la sua foto in tasca e una eternità da passare da solo.
Dave, non ti lasciamo! Stai tranquillo, noi non ti lasciamo! … Io non ti lascio” affermò Taylor.
Aveva notato benissimo anche lui la paura di Dave e lo voleva calmare e rincuorare il più possibile, in fondo, anche Taylor aveva il timore di non riuscire a liberare l’amico.
Nel mentre, il ragazzo sui 30 anni tirò fuori dalla tasca dei suoi pantaloni una specie di biro, sembrava una stilo senza però l’inchiostro.
Portò la biro sulle sbarre e fece ampi disegni e segni su di esse, si sentì un rumore di acido che corrode.
Le sbarre cominciarono a logorarsi e a decadere.
Il ragazzo osservava lo stato delle transenne e un secondo dopo fece cenno a Dave di spostarsi e di mettersi ai lati della cella.
Dave ascoltò e si girò verso Taylor, quasi a cercare il suo giudizio o approvazione, Taylor annuì e Dave si accasciò al lato destro della sua stanza.
Il ragazzo prese una rincorsa di mezzo metro e poi diede un forte calcio alla porta della cella che fece un sibilo fastidiosissimo.
Al secondo calcio la porta si spalancò e Taylor si fiondò dentro la cella, prese per un braccio Dave e lo rialzò.
Poi lo guardò bene in faccia e annunciò  “Adesso andiamo, andiamo!”.
Dave emise un suono dalla bocca simile ad un “sì” molto sommesso, ma decisamente sincero.
Il ragazzo urlò  “Stiamo tornando con Dave, stiamo tornando con Dave, preparatevi al rientro!” , poi accese una radiotrasmittente che portava al collo e ripeté le stesse parole però in modo meno violento.
Taylor uscì dalla cella insieme a Dave e cominciarono a percorrere tutto il corridoio tra lamenti, fumo, fiamme e carcerati che imploravano libertà.
Ad un tratto uscì dal fumo il Custode, con una ampia ferita all’addome che gli faceva perdere molto sangue e lasciava una striscia per terra molto evidente anche in tutta quella foschia.
Tutto sudato in preda ad un attacco di adrenalina, con la mente ormai impazzita gracchiò  “State andando via? Adesso che la festa è appena iniziata? Venite avanti!”.
Aveva gli occhi stralunati fuori dalle orbite da tanto erano grossi e pulsanti, la testa era leggermente reclinata verso sinistra e … … e rideva, il Custode sembrava ridere o forse era solo il respiro di uno in punto di morte.
Dai, che la carne è ancora in tavola. C’è la sera dietro la collina e tu sarai il tramonto, amico mio! Il tramonto ti dico! Eh eh! Sarai il mio pasto preferito, mister!”  affermò il Custode.
La sua frase mise i brividi a Taylor che intimò a Dave di stare indietro e guardò il ragazzo trentenne al suo fianco.
Egli, allora, prese dalla tasca interna del suo giubbotto una revolver e la puntò verso il Custode, che percependo il pericolo si scagliò contro quel ragazzo urlando e sbraitando.
Il ragazzo cercò di evitare lo scontro buttandosi verso la sua destra e andando accidentalmente a sbattere contro Taylor che cadde per terra.
Il Custode si rialzò e mise nel suo mirino Dave che intanto cercava di stare in piedi, lo guardò e  si buttò a capofitto su di lui, Taylor prontamente si rialzò e riuscì ad abbrancare il Custode per le gambe che scivolò, riuscendo lo stesso a colpire Dave con un pugno.
Dave cadde a terra, sentì il suo respiro rallentare, il suo battito scemare pian piano e cominciò a perdere i sensi.
Osservava da terra Taylor che sballottava a destra e a manca il Custode ed il ragazzo che lo prendeva a pugni sul viso e sull’addome.
Pensò tra se e se   “Cercavo proprio te.... qui”  , poi perse del tutto i sensi.
 


 
Amore … amore è ora …
 
Dave si alzò di soprassalto, con il respiro affannato e la fronte tutta bagnata di sudore e l’espressione tipica di un uomo che si sveglia da un incubo.
Ehi … Dave. Ciao! Va tutto bene”   disse Taylor.
Dave osservò l’amico sgranando gli occhi, Taylor era vestito come un militare americano, la tuta era di colore verde scuro e marrone ed era mezza stracciata.
Portava una scritta su quella maglia,  ,  Dave rimase colpito da questo particolare, ma decisamente molto di più dal viso di Taylor.
Aveva i capelli bianchi, leggermente biondi e molto lunghi, con un accenno di barba incolta grigia e rughe su tutta la faccia, non molte a dir la verità.
Ma era sempre lui, era sempre Taylor, in tutto quello che faceva era sempre lui, aveva ancora tutta la sua anima cucita addosso.
Ehi, Taylor, dove siamo?” chiese Dave a quello che un tempo era stato il suo batterista e grande amico e che ora era anche il suo salvatore.
Siamo su un furgone, stiamo andando ad un traghetto che ci porterà ad un sottomarino che, a sua volta, ci porterà a casa, amico”.
Erano insieme nel retro di un furgone molto grosso, quasi un camion che sembrava correre su strade non proprio asfaltate, infatti ogni minuto c’erano scosse e capitomboli.
Dave si alzò e si mise seduto sulla branda dove lo avevano affidato, si guardò intorno e vide che in quel camioncino c’erano almeno 20 persone e che non conosceva nessuna di essa.
Taylor, sono contentissimo di poterti rivedere! Ho tante cose da dire e da chiedere ma … non so da dove iniziare.
Taylor guardò la speranza dell’amico, ritrovata e rinnovata e si sentì veramente bene e in pace con il mondo.
Dave, avremo tempo per chiarire tutto. Adesso è il caso che tu riposi, io sarò qui al tuo fianco quando ti risveglierai, non devi temere. Adesso hai bisogno di riposare, è tutto finito.” Rispose Taylor con un sorriso infinito stampato sulla labbra, decisamente rassicurante.
Tanto rassicurante che Dave annuì e si rimise sdraiato e chiuse gli occhi.
Entrò nel mondo dei sogni, che da quel momento sembrava esattamente la realtà, Dave era tornato nel mondo dei vivi e sarebbe risalito.
 
 

Il camion continuò il suo percorso fino ad arrivare a destinazione, sulla costa a nord-est, dove Taylor e Dave avrebbero preso il sottomarino e attraversato l’oceano pacifico per tornare a casa, negli Stati Uniti.
Il camion si fermò a qualche miglio di distanza dal sottomarino che era ancorato nel punto più oscuro di tutta la costa.
Era mattina presto e non c’era ancora luce a sufficienza per far notare il sottomarino al telescopio delle guardie dei vari distretti, Taylor aveva pianificato di partire prima dell’alba, sarebbe stato più semplice.
Il punto della costa era denominato  “Posto Antico”  poiché era stato abbandonato tanti anni prima a causa di alcuni problemi climatici tra il ghiaccio e la terra, era sprovvisto di telecamere e posti di blocco, arrivati lì sarebbe stato tutto in discesa per Dave e compagnia.
Scesi dal camion, proseguirono a piedi camminando nelle semi-paludi non controllate dalla milizia, con Taylor che portava con se Dave su di una carriola, non proprio l’hotel di lusso, ma era abbastanza per trasportare l’amico ancora non in grado di camminare e sostenere una fuga.
Arrivarono senza problemi al traghetto che utilizzarono per arrivare al sottomarino.
Per salire, Dave doveva mettersi in piedi e tornare a camminare, Taylor glielo disse e lui fece una faccia sconsolata e mosse la testa in segno di no.
Taylor si sentì morire dentro guardando l’amico in quelle condizioni, esile e senza alcuna forza esteriore ed interiore.
Gli prese le spalle e lo guardò negli occhi e quindi affermò:   “Ce la puoi fare, amico mio.   Provaci! ”.
Dave lo guardò nelle pupille degli occhi e disse:
 
“I think I lost my way                                                                                                    “Credo di aver perso la mia strada
Getting good at starting over                                                                                           sono bravo a ricominciare
Every time that I return”                                                                                                 Ogni volta che torno”

 
Dave cercò di alzarsi e mettersi in piedi: la prima volta non fu capace, la seconda neanche, alla terza ci riuscì, barcollava tentando di tenersi in equilibrio.
Taylor lo guardava e fece un sorriso liberatorio e incoraggiò Dave:   Bravo, così! Prova a camminare, coraggio. Ce la puoi fare
Dave ascoltò l’amico e fece segno di sì con le mani e poi gli disse okay, cercò di fare un passo in avanti con la gamba sinistra e ci riuscì.
Fece partire un sospiro di felicità sotto lo sguardo di Taylor visibilmente commosso, poi pronunciò:
 
“I'm learning to walk again                                                                                              "Sto imparando a camminare di nuovo             
Can't you see I've waited long enough                                                                               non vedi che ho aspettato abbastanza.
Where do I begin?”                                                                                                        Da dove comincio?”

 
E poi portò avanti la gamba destra, e poi ancora la sinistra … Stava camminando, camminava, seppur con fatica, ci riusciva.
Taylor lasciò partire senza accorgersene una lacrima che scese fino a bagnargli le labbra.
Bravo Dave, così! Abbi pazienza, torneremo a casa, andiamo a casa. Non sei più solo, continua così
Dave lo guardò e gli disse:
 
“I'm learning to talk again                                                                                                “Sto imparando a parlare di nuovo             
I believe I've waited long enough                                                                                      credo di avere aspettato abbastanza.
Where do I begin?”                                                                                                        Da dove comincio?”

 
Riusciva a camminare! Dave alzò le braccia al cielo e scoppiò a piangere, un pianto di felicità.
Poi si girò verso il suo amico, lo abbracciò e in seguito affermò:
 
Now …                                                                                                                       “Ora …
for the very first time                                                                                                      per la prima vera volta
don't you pay no lie                                                                                                       non pagare nessuna bugia
set me free … again.                                                                                                      lasciami libero … di nuovo.
You keep alive a moment at a time                                                                                   Mantieni vivo ogni momento alla volta
but still inside a whisper to a liar                                                                                      ma tieni ancora dentro un sussurro a un bugiardo
to sacrifice but knowing to survive                                                                                   da sacrificare ma per saper sopravvivere
the first to find another state of mind                                                                               il primo a trovare un altro stato d’animo.
I'm on my knees, I'm waiting for a sign                                                                           Io sono in ginocchio, ti sto aspettando per un segno
forever, whenever … I never wanna die!”                                                                          per sempre e sempre … Non voglio morire!”

 
Poi si girò all’indietro e guardò nello spazio vuoto in direzione della prigione dove era rinchiuso poco prima ed esplose in un canto rabbioso di gioia e ira … ma soprattutto un canto di liberazione.
 
“I never wanna die                                                                                                      “Non voglio morire!
I'm on my knees.                                                                                                        Io sono in ginocchio
                                                                                     
Dancing on my grave                                                                                                  Danzando sulla mia tomba
running through the fight                                                                                            correndo attraverso la battaglia
Forever, whenever                                                                                                      Per sempre e sempre
Never wanna die                                                                                                        Non voglio morire!
Never wanna leave                                                                                                     Non voglio lasciare
Never say goodbye!”                                                                                               mai dire addio!”

 

Si rigirò verso Taylor che gli disse che era il momento di partire.
Dave guardò di nuovo nella direzione opposta con uno sguardo pensieroso ...
Poi prese la sua foto, la osservò e la sentì con le dita;  chiuse gli occhi, fece un lungo sospiro e si voltò di nuovo verso Taylor, poi gli disse:
Si, andiamo!


to be continued....


   
 
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